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PAESE PER PAESE COME SI SALVANO LE BANCHE

Tutti i governi europei adottano misure per preservare la stabilità del sistema finanziario. L’obiettivo prioritario è quello di rafforzare il sistema bancario attraverso la presenza diretta dello Stato. Ogni paese, però, segue la propria strada. In dettaglio, le caratteristiche dei diversi interventi in Francia, Germania, Regno Unito, Irlanda e Spagna.

Tutti i governi stanno adottando misure per preservare la stabilità del sistema finanziario. L’obiettivo prioritario è quello di rafforzare il sistema bancario attraverso la presenza diretta dello Stato. Ogni paese, però, segue la propria strada. Con questa scheda cerchiamo di verificare in dettaglio le caratteristiche dei diversi interventi.  

FRANCIA

Il governo francese ha optato per un rifinanziamento di tipo “orizzontale”: la garanzia statale sarà concessa sui titoli emessi da una società a partecipazione pubblica creata ad hoc, la société de refinancement des activités des établissements de crédit – Sraec, che avrà come oggetto quello di erogare prestiti, dietro presentazione di apposite garanzie, agli istituti in difficoltà. Il finanziamento della Sraec avverrà sotto forma di acquisto o sottoscrizione di titoli subordinati o azioni privilegiate (billets à ordre e titres de créances) emessi dagli istituti. In caso di fallimento dell’ente finanziato, la Sraec godrà di un diritto di privilegio nella soddisfazione del credito. Per partecipare al programma, gli établissements de crédit dovranno impegnarsi a porre in essere misure a sostegno dell’economia reale e al rispetto di regole etiche conformi all’interesse generale.
I dirigenti della società, di nomina governativa, devono agire di concerto con il ministero dell’Economia. Un rappresentante statale partecipa alle riunioni dell’organo amministrativo ed è dotato di diritto di veto sulle decisioni riguardanti le scelte di finanziamento. I potenziali beneficiari sono tutti gli enti finanziari che siano in possesso di un patrimonio regolamentare minimo.
La garanzia statale durerà massimo cinque anni e dovrà essere di ammontare complessivo pari a 360 miliardi di euro.
Con lo scopo poi di iniettare liquidità del sistema bancario è stato anche istituito un fondo –caisse de refinancement des établissements de crédits – che, controllato dalla Banca centrale e dallo Stato, godrà della garanzia concessa a titolo oneroso da quest’ultimo per finanziarsi sul mercato di capitali. Gli istituti potranno cosi prendere a prestito i fondi necessari dietro presentazione di apposita garanzia nella forma di crediti all’economia.

GERMANIA

La Germania, che è già intervenuta direttamente su Sachsen Lb, West Lb, Ikb e Hypo Real Estate holding, ha istituito un fondo per la stabilizzazione dei mercati la cui dotazione patrimoniale complessiva sarà di circa 500 miliardi di euro. Di questi, 100 saranno finanziati con l’emissione di titoli del debito pubblico. Quattrocento miliardi dovranno servire a ristabilire la fiducia sul mercato dei prestiti interbancari e verranno concessi, per garantire alcuni titoli, dietro commissione. L’intervento governativo si muove quindi su tre linee direttive: ricapitalizzazione diretta di banche e compagnie assicurative; garanzia sui titoli di nuova emissione di breve-medio termine; acquisto temporaneo di alcuni asset.
Gli interventi del primo tipo, che non potranno superare gli 80 miliardi, avverranno tramite la sottoscrizione da parte dello Stato di azioni privilegiate. A questa si accompagneranno stringenti condizioni che riguardano la imposizione di un tetto massimo agli stipendi dei manager, la sospensione nella distribuzione dei dividendi, che saranno destinati allo Stato, la partecipazione a progetti di sviluppo in cui siano coinvolte piccole imprese. I beneficiari dovranno mantenere adeguati livelli di solvibilità nel corso della ricapitalizzazione e presentare un piano di ristrutturazione entro sei mesi. Nel caso di garanzia sui titoli, nel rispetto delle regole sulla concorrenza, gli enti non dovranno utilizzarla a fini pubblicitari. L’ultima ipotesi prevede l’obbligo di ri-acquisto degli asset da parte degli emittenti entro trentasei mesi allo stesso prezzo di vendita, così da eliminare una eventuale assunzione di rischio in capo al governo. Anche in questo caso, è prevista la corresponsione a quest’ultimo di un premio minimo. Per l’acquisto di bad asset potranno essere destinati complessivamente non più di 5 miliardi.
Inoltre l’istituto che decidesse di aderire al fondo deve presentare il proprio business plan così che lo Stato possa valutare il livello di rischio delle attività intraprese.

REGNO UNITO

L’intervento inglese si presenta leggermente più articolato rispetto al resto d’Europa. Il governo è intervenuto in vario modo facendo uso dei poteri conferitigli dal Banking Special Provision Bill con il quale ha provveduto a nazionalizzare la Northern Rock e la Bradford & Bingley, tramite il trasferimento delle loro azioni al Tesoro, o come nel caso delle controllate islandesi Landsbanki, Heritable, Kaupthing Singer, Friedlander, tramite il trasferimento dei depositi, garantiti dallo Stato, a una società terza, Ing in questo caso. Il governo è intervenuto anche acquistando azioni di Hbos, Lloyds Tsb e Royal Bank of Scotland. Ma è con il Credit Guarantee Scheme che, sommato al già esistente Special Liquidity Scheme, il governo stabilisce uno schema di intervento organico. Al fine di iniettare sufficiente liquidità nel breve termine, la Bank of England potrà avvalersi di ogni misura utile allo scopo. Porterà a 200 miliardi di sterline la somma disponibile per lo scambio di titoli detenuti dalle banche contro titoli di Stato, estenderà la gamma di titoli accettabili come collateral nella aste di liquidità che avverranno con maggior frequenza. Introdurrà anche un regime permanente di sostegno alla liquidità.
Per mantenere fondi sufficienti a soddisfare i prestiti di medio periodo, il Tesoro garantirà alcuni tipi di titoli, come certificati di deposito, commercial paper, senior unsecured bonds, emessi dalle banche dall’entrata in vigore dello schema e la cui scadenza sia fissata in tre anni. Questi strumenti potranno a loro volta essere utilizzati come collateral. La garanzia dello Stato terminerà il 13 aprile del 2012 e sarà di ammontare totale pari a 250 miliardi di sterline. All’interno di un gruppo può beneficiare del piano una sola società, generalmente quella che svolge attività di raccolta depositi.
Da ultimo, al fine di dotare le banche di nuovo capitale il governo potrà sottoscrivere azioni privilegiate e titoli a rendimento fisso (Pibs) emessi dagli intermediari per un ammontare complessivo di 25miliardi ovvero potrà assisterli finanziariamente nell’operazione di aumento di capitale tramite l’emissione di azioni ordinarie. Finora sono stati individuati otto istituti ammessi a partecipare: Abbey, Barclays, Hbos, Hsbc Bank plc, Lloyds Tsb, Nationwide Building Society, Royal Bank of Scotland, Standard Chartered. A loro sono stati riservati in misura esclusiva altri 25 miliardi di sterline.

IRLANDA 

Dopo l’annuncio della garanzia su tutti i depositi (retail, corporate, istituzionali, e interbancari), di sei istituti di credito, Allied Irish Bank, Bank of Ireland, Anglo Irish Bank, Irish Life and Permanent, Irish Nationwide Building Society e the Educational Building Society, il governo irlandese ha stabilito che tutti gli enti creditizi aventi rilievo sistemico, incluse le filiali e le controllate di istituti esteri, possono richiedere assistenza finanziaria al governo nella forma di garanzia su tutte le passività dell’istituto, a esclusione dei prestiti intragruppo e dei debiti contratti con la Bce nell’ambito delle operazioni monetarie dell’eurosistema.
Potranno essere anche concessi prestiti, scambio di asset e ogni tipo di supporto, incluso l’acquisto di azioni o altri titoli dell’ente, che lo Stato riterrà opportuno. I titoli garantiti dovranno essere quelli esistenti alla data del 30 settembre 2008 e la garanzia avrà durata massima di due anni. Gli istituti beneficiari dovranno pagare trimestralmente una commissione allo Stato e dovranno indennizzarlo per ogni pagamento o costo sostenuto in relazione all’assunzione di garanzia. Inoltre, dovranno presentare il proprio commercial plan cosi che l’Autorità di vigilanza possa da un lato valutare il grado di rischio assunto e dall’altro che non vi sia un eccessiva e anticompetitiva crescita causata dalla garanzia. Dovranno inoltre sottostare a precisi target sul rapporto prestiti/depositi, ricorso al mercato/passività totali, crescita dei depositi e loan-to-value sui nuovi prestiti, nonché sulla remunerazione degli amministratori, fissati dalla stessa Autorità di concerto con il ministero.

SPAGNA

La soluzione adottata dal governo spagnolo prevede l’istituzione di un fondo con dotazione patrimoniale iniziale di 30 miliardi, aumentabile fino a 50 miliardi, che provvederà ad acquistare covered bonds con rating sufficientemente alto, tramite un meccanismo d’asta. Questa potrà avvenire ad acquisto immediato o su base regolare, tramite contratti di ri-acquisto (Repo). Gli istituti vi aderiranno su base volontaria e il prezzo verrà fissato tenendo conto della rischiosità del prodotto. Inoltre fino a un ammontare di 100 miliardi vi sarà la garanzia statale, concedibile fino al 31 dicembre 2009, su i commercial paper e i senior bond con scadenza a cinque anni. Il governo ha altresi aumentato l’ammontare della garanzia sui depositi da 20mila a 100mila euro.

PER SAPERNE DI PIÙ

Francia

http://legifrance.gouv.fr/affichTexteArticle.do;jsessionid=C8BE023A58E78EB822329370C217446D.tpdjo15v_3?idArticle=LEGIARTI000019654325&cidTexte=JORFTEXT000019653147&dateTexte=20081109

Germania

http://www.spiegel.de/international/business/0,1518,585156,00.html
http://www.bundesregierung.de/nn_6516/Content/EN/Artikel/2008/10/2008-10-13-finanzmarktgesetz__en.html
http://www.bundesregierung.de/nn_6562/Content/EN/Artikel/2008/10/2008-10-13-finanzmarktgesetz__en.html
http://www.ft.com/cms/s/0/69eca01e-9f08-11dd-98bd-000077b07658.html
http://www.bgblportal.de/BGBL/bgbl1f/bgbl108s1982.pdf http://www.bundesfinanzministerium.de/nn_1928/DE/BMF__Startseite/Aktuelles/Aktuelle__Gesetze/Gesetze__Verordnungen/Finanzmarktstabilisierungsfonds__Verordnung__anla,templateId=raw,property=publicationFile.pdf

Regno Unito:

http://www.dmo.gov.uk/
http://www.dmo.gov.uk/index.aspx?page=CGS/CGSIntro
http://www.bankofengland.co.uk/markets/sls/

Irlanda

http://www.oireachtas.ie/viewdoc.asp?DocID=10023

Spagna:

http://www.boe.es/boe/dias/2008/10/14/pdfs/A41167-41169.pdf
http://www.la-moncloa.es/ServiciosdePrensa/NotasPrensa/MINECO/_2008/ntpr20081107_Subastas.htm
http://www.la-moncloa.es/nr/exeres/edcb660e-9423-4b77-a0bd-97c642a3edae,frameless.htm?nrmode=published
http://www.la-moncloa.es/NR/rdonlyres/EDCB660E-9423-4B77-A0BD-97C642A3EDAE/91423/FondodeGarantía.pdf
http://www.boe.es/boe/dias/2008/10/14/pdfs/A41169-41170.pdf

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11 commenti

  1. Tommy dago

    Ho letto con attenzikone e interesse l’articolo sul salvataggio del sistema bancario ripreso anche dall’inserto affari e finanza, trovo che l’autrice con rigore sxcientifico unito a chiarezza espostiva e anche con un impianto storico-ricostruttivo abbia ben spiegato la direzione della crisi e le poropste. domanda: e l’Italia ?

    • La redazione

      Gentile lettore, per i provvedimenti presi dal Governo, rinvio alla risposta al commento "E l’Italia?". La ringrazio, CR.

  2. Paolo

    Interesante articolo: ma l’Italia come si pone in questo contesto?

    • La redazione

      Gentile Paolo, il nostro Governo è intervenuto con due decreti, si v. il contributo del Prof. Vella "Lo Stato delle banche"-in questo sito-per il salvataggio di tali istituti. Sono poi all’esame del Consiglio dei Ministri ulteriori interventi a sostegno delle famiglie e dell’economia che, stando alle notizie degli ultimi giorni, verranno resi pubblici a breve. La ringrazio del commento, CR.

  3. Massimo GIANNINI

    L’articolo é self-explanatory di come si sia proceduto a livello europeo. Manca il livello G20 che include ovviamente gli Stati Uniti. E allora viene da chiedersi di cosa si discute ai G8 e G20 se poi ogni paese, legittimamente o meno, fa cose diverse e segue la propria strada.

  4. maria di falco

    Sì va bene ma quando ci si deciderà a far nascere un’agenzia di rating a livello europeo? Questo mi sembra il punto principale, infatti non saremmo arrivati a questo punto se l’Europa avesse avuto delle agenzie di rating indipendenti da quelle statunitensi, dove il fenomeno dei mutui subprime ha avuto origine e la massima diffusione. Inoltre, vorrei sapere se si può attivare sempre a livello europeo e non a livello di singoli paesi un’azione di responsabilità nei confronti di enti ed istituzioni che non hanno informato in modo corretto le banche perchè al loro interno si era creato un conflitto d’interessi. grazie maria di falco

    • La redazione

      Gentile Maria, per quanto riguarda la proposta di un’agenzia di rating europea, si v. il contributo del Dott. Palmieri su "Agenzia di rating e concorrenza", pubblicato in questo sito.Circa la possibilità di esperire azione di responsabilità da Lei menzionata, potrebbero riscontrarsi diversi ostacoli. Da un lato vi sarebbero difficoltà di ordine procedurale: chi è competente a livello europeo ad esercitare l’azione?La BCE?chi sarebbe poi competente per territorio, ossia di fronte a quale giudice statale dovrebbe iniziare la causa?e nei confronti di quali enti o istituzioni?agenzie di rating?banche che si sono scambiate i titoli sul mercato?Dall’altro lato vi sarebbero problemi per quanto riguarda l’onere della prova, l’individuazione dei titoli incriminati sui quali fondare l’azione e la leggeapplicabile.Concordo con Lei che parte del problema risiede nel ruolo delle agenzie di rating e che sarebbe opportuno introdurre dei meccanismi che eliminino le barriere all’ingresso e aprano il mercato del rating alla concorrenza. La ringrazio del commento, CR.

  5. Carlo Catalano

    Se la crisi di fiducia nasce dall’aspettativa che i privati non riescano a rimborsare i mutui alle banche, perché, anziché aiutare direttamente le banche, non si prende in considerazione l’idea di aiutarle indirettamente garantendo da parte dello Stato i mutui ipotecari ed imponendo contestualmente alle stesse a fronte di detta garanzia il costo di una riduzione di tasso sui mutui contratti fino al momento in cui viene annunciata e resa immediatamente operativa detta misura? Gli effetti sarebbero la riduzione delle insolvenze dei privati, poichè una parte di essi potrebbe sopportare le rate rideterminate sulla base del minor tasso, e l’annullamento della predetta aspettativa negativa a seguito della garanzia statale sul rimborso dei mutui. Tuttavia, come al solito, si preferisce aiutare il soggetto più forte e qualificato, che dovrebbe invece sopportare maggiori responsabilità, invece di aiutare le famiglie che si trovano in difficoltà. Credo che la logica della politica prescelta non sia distante da quella che ha generato la crisi ed in particolare modo alle politiche fiscali degli ultimi 15 che hanno redistribuito il reddito verso l’alto anziché verso il basso.

    • La redazione

      Gentile Carlo, la Sua è un’idea interessante, quello che non funziona, parafrasando il titolo del commento, è che la crisi è di natura sistemica: siamo infatti in presenza di un’alterazione (a livello mondiale) del normale equilibrio nel sistema dei pagamenti.Questo significa che sono coinvolti tutti i canali di intermediazione/scambio del mercato. Per cui garantire i mutui ad personam, oltre ai costi di individuazione e di rinegoziazione a questo associati e le conseguenti lungaggini ammnistrative, servirebbe ad incidere solo su una minima parte del problema. Inoltre bisogna intervenire sui canali bancari e interbancari perchè il rischio è che la crisi abbia
      (come sta già accadendo in realtà) conseguenze disastrose sull’economia reale.Infatti se le banche non prestano più alle imprese e alle famiglie vi sarà un aumento della disoccupazione e della povertà.Concordo con Lei circa lo spinoso problema della redistribuzione verso l’alto della ricchezza, con una precisazione però: ironia della sorte, la logica di fondo del mutuo subprime era quella di realizzare il sogno americano di dare una possibilità a tutti, nel nostro caso una bella casa anche a chi non poteva permetterselo. La ringrazio del commento, CR.

  6. Lukas Plattner

    E chi salverà la Svizzera qualora dovessero essere salvate UBS e Credit Suisse?

  7. enrico villa

    Dopo aver completato le dismissioni di attività, incassando cospicui proventi straordinari, nella continua ricerca dell’incremento del ROE, accontentando gli avidi azionisti che hanno incassato dividendi ordinari e straordinari, nonchè i top manager che si sono arricchiti con stipendi ultramilionari e stock option, ora la crisi di liquidità ha messo a terra il sistema bancario. Dal momento che le banche sono ancora in grado di produrre profitti, dovrebbero avere l’obbligo (e non solo morale) di una equa redistribuzione, mediante nuove assunzioni e sensibili riduzioni degli alti stipendi. Insomma si rilancia la domanda non solo erogando più credito alle imprese, ma anche con la creazione di posti di lavoro (eccessivi i tagli negli anni precedenti), almeno dove è possibile farlo. E le banche lo possono fare. Il Ministro Tremonti (che negli anni ’90 con due interventi legislativi aveva defiscalizzato gli emergenti profitti se investiti in nuovi beni strumentali) può ribadire applicando, tra le altre condizioni degli interventi statali, l’obbligo di creare nuovi posti di lavoro. Qualcuno deve pur cominciare: basta con le belle parole dei banchieri, che passino ai fatti!

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