La tabella riporta i compensi che le banche italiane quotate hanno corrisposto nellesercizio 2007 agli amministratori delegati ed ai presidenti e vicepresidenti dei consigli di amministrazione e nelle società con governance duale – dei consigli di gestione e di sorveglianza. I dati sono desunti dalla nota integrativa al bilancio civilistico che ogni società quotata è tenuta a pubblicare.
Per una corretta lettura della tabella è bene tener conto di alcune precisazioni.
– Gli emolumenti comprendono sostanzialmente i compensi per la carica deliberati dallassemblea o, talvolta, dal Consiglio di amministrazione. I benefici non monetari comprendono i fringe benefit; i bonus e altri incentivi comprendono le quote di retribuzione variabile, legata ai risultati aziendali o al raggiungimento di obiettivi di budget; gli altri compensi comprendono una moltitudine di altri possibili casi, dagli emolumenti per cariche in società controllate, agli stipendi percepiti in qualità di dipendenti (ad esempio, qualora cumulino con la carica di amministratore quella di direttore generale), alle indennità di fine carica, ad altri casi ancora (tantè che lunghe e fitte note a piè di pagina spiegano sovente la composizione di tale voce).
– Tra gli altri compensi può rientrare anche il controvalore definitivo delle stock option, effettivamente percepito dagli amministratori quando esse vengono esercitate (acquistando le azioni opzionate e, di solito, vendendole immediatamente). La tabella non riporta, invece, il controvalore teorico delle stock option ancora in essere, poiché esso non è riportato nella nota integrativa. Di conseguenza, il computo delle remunerazioni dei massimi dirigenti bancari fornito dalla tabella risulta indicativo ma di prima approssimazione.
– Una visione dinsieme sui piani di stock option in essere si può ricavare da un prospetto distinto (pure riportato in nota integrativa) che evidenzia la dinamica numerica delle opzioni nel corso dellanno e il relativo prezzo di esercizio (ma non si è detto il controvalore teorico, né la sua variazione nel corso dellanno). La tabella riporta i cinque casi in cui gli amministratori delegati sono beneficiari di piani di stock option, ricavati dalla lettura del prospetto citato.
– I dati si riferiscono a quanto effettivamente percepito dai top manager nellesercizio 2007. In qualche caso, le cifre riportate sono riferite a periodi più brevi (in caso di entrata in carica o dimissioni in corso danno). Salvo nel caso del Banco Popolare, esplicitamente segnalato (e riferito al periodo post-fusione con la Banca Popolare di Lodi), nella tabella non sono riportati altri casi.
– Si può notare che quattro top manager (De Censi, Innnocenzi, Leoni e Rampl) hanno cariche (e compensi) in più di una banca quotata. Non vengono invece evidenziati qui i casi (frequenti) in cui i banchieri che figurano nella tabella percepiscono anche compensi di semplici consiglieri in cda o in cdg/cds di altre banche.
Questo è dunque il quadro dei compensi dei banchieri italiani nellanno in cui la crisi finanziaria non era ancora iniziata e nemmeno immaginabile. Un anno dopo qualcosa è sicuramente cambiato, in peggio, per coloro che sono compensati con stock option e bonus. Per gli altri, cè da scommettere, la busta paga è rimasta immutata. Ma saranno i bilanci dellesercizio 2008 a dircelo.
Lavoce è di tutti: sostienila!
Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!
Marco Dore
Sarebbe interessante affiancare alle super retribuzioni, i dati sul totale delle retribuzioni pagate dal gruppo/istituto e sulla retribuzione media dei dipendenti “normali”. Il lavoro di Profumo vale davvero quello di 200 e passa dipendenti Unicredit?
Michele
La cosa curiosa è che molti top manager elencati nelle tabelle sono ancora al loro posto nonostante abbiano fatto scelte strategiche totalmente sbagliate portando le loro banche sull’orlo del dissesto. Questi top manager hanno intascato soldi veri sfruttando una economia finta grazie all’ingegneria finanziaria utilizzata per "raggirare in modo legale" i loro clienti con prodotti strutturati e derivati poco o per niente comprensibili. Dov’è in tutto questo l’autorità di vigilanza? Il problema non si risolve facendo firmare tonnellate di clausole vessatorie ai clienti, ma va estirpato a monte!
Pietro Brogi
Ho lavorato negli anni 80 – 90 come Dirigente in una multinazionale. Lo stipendio del President and Chief Executive Officer era abbastanza in linea con gli stipendi bonus medio alti mostrati nella tabella. Almeno tre volte in quegli anni i CEO sono cambiati, l’Azienda ha proseguito benissimo senza i contributi del precedente…. Questo per dire che nessun alto dirigente vale realmente una cifra così alta se non come specchietto dorato…… Se almeno uno dei Dirigenti bancari valesse per quello che è pagato avrebbe messo a disposizione almeno tre anni del proprio stipendio per ripianare in minima parte il costo degli errori commessi dalla banca nelle operazioni di finanza illusoria e virtuale. Pietro Brogi
maro
Semplicemente lo si puo’ definire un’altro caso di ingiustizia sociale delle banche nei nostri confronti.
claudio parma
Ma nella retribuzione di Profumo AD di Unicredit, nella parte "Bonus" a contribuire al calcolo della parte variabile influiscono ovviamente anche i "profitti" fatti da Unicredit con i Sunrise SWAP collocati ad enti pubblici e privati ben prima dello scoppio della Bolla Finanziaria"? Bene, "cornuti e mazziati"! Pagheremo come contribuenti, come clienti e poi, in fine, dovremo ripianare i buchi quando, tra le altre cose, emergerà nel suo complesso il problema Unicredit/Paesi Est Europeo. Complimenti. Ed onore ad un "galantuomo".
MARINO ANTONIO
Sono stanco di ascoltare gente che si lamenta di chi guadagna tanto..ma io dico..se c’è gente che ha investito 30 della propria vita al fine di acquisire la professionalità utile a raggiungere posizioni di vertice avrà il sacrosanto diritto di guadagnare di più di un individuo che è entrato in un posto pubblico a 18 anni grazie magari al favore dell’amico politico e il cui unico cruccio è quello di raggiungere la poltrona del posto al mattino? Rimboccatevi le maniche e cercate di darvi da fare invece di fare del disfattismo…da un aspirante top manager…
Pietro Brogi
"Est modus in rebus". Personalmente ho svolto l’attività di dirigente in una multinazionale dove non si entrava in generale per raccomandazione. Un Direttore Generale di questa multinazionale mi disse una volta che, secondo lui, nessuno valeva più di 400 mila dollari l’anno. Voleva dire che il valore aggiunto di qualsiasi bravo singolo individuo non poteva essere maggiore. Ovviamente in una società etica di libero mercato. Saluti Pietro Brogi