Come era da attendersi, il governo ha deciso la proroga dello scudo fiscale. Chi non ha ancora provveduto a rimpatriare i capitali detenuti illegalmente allestero potrà ora farlo, con un modico sovrapprezzo, il 6%, invece del 5%, se ci si adeguerà entro febbraio, e il 7%, se lo farà entro marzo. Ed è facile ipotizzare che se ce ne sarà ancora bisogno per perseguire la strategia del governo, lo scudo verrà prorogato ancora, magari con qualche altro ritocco. Il ministro Tremonti ha presentato i risultati della prima tranche dello scudo come uno straordinario successo, circa 80 miliardi rientrati, per un gettito addizionale di 4 miliardi. In che senso sia stato un successo però non si capisce. Che i capitali siano rientrati davvero e che vadano a finanziare le imprese italiane è tutto da dimostrare, visto che il rientro vero era previsto solo per i capitali detenuti presso i paradisi fiscali. Che viceversa sia stato uno straordinario regalo per gli evasori, oltretutto protetti dallanonimato è indubbio, come è indubbio il fatto che le maggiori entrate attuali vanno a detrimento di quelle future, visto che per i redditi scudati il fisco non potrà procedere con la normale attività di accertamento, che avrebbe potuto condurre domani a entrate ben maggiori. Di più, i condoni sono in genere pericolosi perché generano aspettative di futuri condoni, aumentando la propensione ad evadere al presente. Figuriamoci un condono a fisarmonica come questo, dove prima si pone un limite improrogabile, e poi lo si sposta a piacimento, oltretutto facendo intendere che se ci sarà bisogno lo si sposterà ancora. E un fisco che tratta con i guanti bianchi gli evasori. E che incredibilmente, con buona pace dellequità fiscale, fa invece la faccia feroce con quei contribuenti che avendo dichiarato limponibile, usano il ravvedimento operoso per spostare in avanti il pagamento delle imposte, in una situazione di crisi economica e carenza di liquidità. Ma qual è il senso di questa politica tributaria?
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Alessio Di Cola
Condivido che non bisogna esaltarsi troppo sui risultati dell’operazione; è anche vero che, come tutti i condoni, si possono generare pericolose aspettative future. Tuttavia contesto che ci sia alternatività tra le entrate attuali (una tantum) e quelle future. Il fatto che i capitali scudati possano essere utili per smontare un eventuale accertamento sintetico non significa che i redditi futuri generati dai capitali in questione (magari investiti in quelle stesse imprese attualmente vittime del credit crunch) non saranno soggetti al prelievo tributario.
Giorgio
Nel 2006 ho omesso di pagare le tasse di registro per un contratto di affitto regolarmente denunciato. Per 200 euro dovute l’Agenzia delle Entrate mi ha comminato circa 85 euro di sanzioni varie: a occhio, oltre il 40%. Ho sbagliato, ho pagato. Il rientro dei capitali è punito con sanzioni dal 5% fino (addirittura!) al 7%, per i più birichini. Se la "colpa" è punita più duramente del "dolo", mi chiedo dove sia l’equità fiscale. Mi chiedo cosa mi trattenga dall’unirmi alla grande famiglia degli "affitti in nero" o a quella (più piccola e facoltosa) degli esportatori di capitali.
AM
Sia da parte del governo sia da parte di chi critica il provvedimento del cosiddetto Scudo fiscale sembra essere ignorato il fatto che l’obbligo della compilazione del Mod. RW riguarda non solo gli italiani, ma anche gli immigrati residenti in Italia (alcuni dei quali hanno anche la doppia cittadinanza). Su oltre 4,5 milioni di immigrati presenti in Italia ben pochi hanno compilato detto modello negli anni scorsi mentre molti hanno effettuato rimesse tramite canali formali e informali, hanno acquistato proprietà immobiliari e detengono attività finanziarie nei paesi di origine. Prendendo spunto dal rinnovo dello scudo ci pare opportuno richiamare l’attenzione sulla necessità di consentire con agevolazioni anche agli immigrati di mettersi in regola con il Fisco italiano. Una politica di accoglienza deve considerare anche questi aspetti.
Valerio Vassallo
Credo che questo scudo fiscale arrechi un vulnus tremendo all’ethos pubblico su cui una società ordinata si dovrebbe reggere. Come cittadino che ha sempre assolto i propri obblighi verso il fisco mi sento beffato e tradito. Comprendo peraltro che se al vertice del Governo si trova un personaggio le cui aziende hanno sistematicamente praticato l’evasione fiscale costituendo fondi all’estero per operazioni di corruzione non ci si può attendere molto di diverso. Esclusa la violenza fisica indiscriminata che produce sovente effetti opposti a quelli auspicati, ogni azione di opposizione a questo governo ed alle sue politiche sciagurate è giusta e moralmente doverosa. Per quanto riguarda i capitali rientrati spero che ripartano al più presto prima di recare danni ulteriori alle persone oneste. Non vorrei che i prezzi degli immobili cominciassero a risalire a causa di questa liquidità di provenienza sicuramente illecita con ulteriore pregiudizio per coloro che senza evadere hanno risparmiato onestamente.
GIAN PIETRO
Durante le inevitabili discussioni sull’argomento, mi sono fatto una convinzione, i cittadino italiani, sono divisi in tre categorie: la più numerosa è quella degli evasori consapevoli, la seconda è quella che paga le tasse, ma non è consapevole della portata del diabolico fenomeno dell’evasione fiscale, la terza la meno rappresentata è quella dei cittadini che pagano le tasse ed è tristemente consapevole della vastita dell’evasione fiscale. Ora è necessario fare della informazione mirata, in modo da dare un immagine vera reale della situazione sempre più insostituibile. Proposta: diffondere in maniera insistente i dati relativi alla provenienzza delle entrate erariali segmentate per categorie di appartenenza es. dipendenti, pensionati, artigiani, lavoratori agricoli, commercianti, piccoli, medi grandi impreditori, etc etc. in modo che si veda l’aliquota partecipativa delle singole categorie. Aggiungere quindi per ogni gruppo il valore lordo dei capitali di riferimento, infine metterli a confronto con gli stessi dati medi europei, ve lo assicuro ne uscirebbero degli indicatori desolanti. Altra dato interessante è confrontare gli imponibili medi europei per categie con quelli italiani!
Ugo Pilia
Più che un commento è una domanda: se si mettono in fila i condoni voluti dal duo Tremonti-Berlusconi dal 2001 si scopre che, purtroppo, si hanno ragioni da vendere nel dubitare che il governo persegua per davvero una lotta efficace all’evasione fiscale. E la gente ben lo sa. E’ dai tempi delle manette agli evasori che va avanti questa storia. Perché l’opinione pubblica non si indigna? Perché i giornali ne parlano poco, pochissimo e solamente in occasione delle relazioni, a fine anno, della gdf quando si scoprono evasori totali e si definisce il quadro della legge finanziaria, cioè a dicembre? E’ vero che a Lussemburgo c’è la sede di una delle società di Tremonti e che Tremonti è il fiscalista di Berlusconi? Piacerebbe saperlo. Auguri al prof. Boeri e a tutti i collaboratori de La voce.info Ugo – Mondovì http://www.laprimapagina.net
Paolo
Intervento preciso e completo: chi evade tanto e nel tempo non rischia quasi mai niente. Per loro il rischio da correre è minimo e sembra che sarà sempre così. Chi non versa poco e per necessità viene tormentato e sarà costretto ad indebitarsi ulteriormente.
Andrea Ponziani
Credo che il senso di questa politica tributaria sia solo quello di far fronte a pressanti esigenze di gettito, evitando misure impopolari. La proroga era del tutto scontata. L’anticipazione al 15 dicembre 2009 della scadenza inizialmente fissata all’aprile 2010 aveva lo scopo di mettere un pò di fretta agli interessati, soprattutto per le situazioni più facilmente sanabili. Non so se possa considerarsi un successo il rientro di 80 miliardi dei 300 che si stimava essere detenuti illegalmente all’estero. Ma, in termini di gettito (4 miliardi, per ora) l’obiettivo sembra realizzato. Il regalo agli evasori può anche essere un male necessario (come qualcuno ha detto). Tuttavia è lecito pensare che sia stato ancora una volta violato il principio del concorso alle spese pubbliche in base alla propria capacità contributiva (art.53 Costituzione) che, di recente, la Corte di Cassazione ha addirittura invocato per emettere giudizi su pratiche di elusione fiscale. Ma quanto spazio tale principio occupa nella coscienza collettiva del nostro Paese?
Pietro
Come non concordare. Come per i condoni si ripete la trafila e la credibilità tende a zero. Chi potrà essere incentivato a riportare i capitale se sa già che avrà tutto il tempo per decidere quando farlo? Il caro Tremonti parla, parla ma razzola male, anzi malissimo
Luciano Scalzo
Lo scudi fiscale TER deve essere valutato nel più ampio panorama delle scelte politiche adottate dall’attuale governo che sistematicamente adotta misure a detrimento dei più deboli. Si veda il reato di immigrazione clandestina e la sua esclusione dalle norme sul processo breve in ambito giudiziario. Ebbene, in ambito fiscale il piccolo contribuente ( sia esso pensionato , commerciante ,artigiano o professionista )subisce la prepotenza della macchina fiscale attuata attraverso gli studi di settore ed in genere le rettifiche presuntive più stravaganti ed una normativa ipertrofica . Di contro lo stesso fisco è del tutto inerme di fronte alla grande evasione, come dimostra il risultato dello scudo fiscale.I media non ricordano che i capitali prima di rientrare sono usciti. E che tale uscita è probabilmente avvenuta negli ultimi sei anni ( l’ultimo scudo è del 2003). Un’ultima riflessione: a cosa serve l’apparato di controllo fiscale se non riesce a bloccare l’enorme di massa di capitale che fugge all’estero? Non sarebbe forse necessario un commissariamento dei vari direttori delle svariate Agenzie fiscali?
Paolo
Vado contro corrente, anche per stimolare una discussione costruttiva: in un mondo ideale quello che scrivi potrebbe (potrebbe…) essere vero. Ma in questo mondo, dove chi detiene capitali all’estero non viene e non verrà mai rintracciato, questa manovra, anticipata con un po’ di ‘terrore’ (vi scoveremo, stiamo già indagando, ecc.ecc.), ha avuto il suo effetto: sono rientrati tanti capitali in italia. Sui quali si è pagato il 5%, ed ora il 6 e fra un po’ il 7%. Se non ci fosse stato lo scudo, non si sarebbero pagati nemmeno quelli, nè ora, nè mai. Questo è evidente. Basta quindi con la politica del ‘sempre contro’, questa formula forse non molto ortodossa qualcosa (rispetto allo zero) sta facendo, punto. Per chi parlava poi di condoni vari, o del ‘dolce far nulla’, ricordo solo l’ultimo governo Prodi…
gianfranco favaro
Ciò che sorprende è che il Ministro dell’economia non senta imbarazzo che gli imprenditori italiani dichiarino mediamente un reddito inferiore ai loro dipendenti; Nessun provvedimento strategico per riportare un pò di ordine alle entrate; i provvedimeti prima di tutto sono di sistema, poi organizzativi e infine di repressione. Sorprende che il governo: – accetti supinamente come fatto sistemico della nazione un’evazione che crea liquidità e movimento di contanti non tracciabile sul quale si annegano anche i flusis finanziari da proventi delinquenziali; – non si attivi per ridurre drasticamente l’uso del contante nelle transazioni minori; – non attivi srtrumenti efficaci di misurazione della ricchezza; – non preveda la confisca dei beni acqusitati mediante il riciclaggio dei proventi da evasione; – non dichiari l’evasione quale primo e prinicpale fattore di sottosviluppo. Nessuna efficace campagna di informazione; – nessua causa di ineleggiilià nelle cariche sociali e civili in caso di evasione di un certo importo. Insomma non faccia nulla per governare prima che contrastare il fenomeno.
gianni leoncini
Per chi deve pagare le tasse anche sul compenso di 80 euro per far parte di una commissione d’esame, per chi deve perdere una mattinata per presentare l’originale di una detrazione d’imposta di 1.000,00 euro, per chi deve perdere tempo e denaro per predisporre e persentare la propria denuncia dei redditi suona un pò strano esaltare come successo un condono più o meno mascherato per dei cittadini che hanno evaso non qualche centinaio, ma milioni di euro. Vuoi vedere che gli onesti sono oltre che mazziati anche cornuti?
Lucio Tamagno
Una delle cose che più demoralizzano e l’accoglienza del paese ad un provvedimento iniquo e vergognoso come lo scudo italiano. Altri l’hanno fatto molto diverso e comunque non decantandolo come in questo paese ormai di serie "C". Forse voi riuscite a fare i conti o comunque ad avere i dati: quanti soldi reali sono fisicamente rientrati in Italia? lt
mlv
Abbaiare non è il modo migliore per affrontare il problema "evasione". Chi può, addomestica il reddito per sottrarre "materia" a un fisco (ingiusto) e chi non può si arrangia con lavoro "extra" o altri lavoretti più o meno "puliti" per fare 90, non facciamo gli ipocriti. Quelli che non ci pensano proprio ad "evadere" è perchè: 1) non rischiano il posto; 2) hanno tutto e di più garantito; 3) lavorano meno di quanto percepiscono o 4) hanno attività con massa critica rilevante per fallire e richiedono "favori" di stato (soldi), ma pagano le tasse. Questa è la verità. Se si vuole affrontare invece il problema che c’è ed esiste credo che si debba partire da una generale riduzione del carico complessivo di tasse, imposte e contributi, accompaganta da "severissime" norme penali e civili in primis per chi abusa della propria posizione di potere per "arrotondare" (dai bidelli, ai magistrati, ai politici locali e nazionali), azzeramento dei contributi pubblici e tagli di spesa. Quanto sopra accompagnato da riforma della giustizia tributaria (molto "vaga" e poco "nobile") e stabilità nella legislazione tributaria. Se non è così o scudi e condoni per tirare avanti o "caos" che nessuno vuole.
Lorenzo
Quello che non capisco del suo articolo è quando dice che il rientro dei capitali è tutto da dimostrare. Quei 4 miliardi rientrano o no?
BOLLI PASQUALE
Il Ministro Tremonti ha manifestato grande soddisfazione per il successo dello scudo fiscale. Questa disfatta, chiamata successo, altro non è che la Waterloo dello Stato di diritto; se, poi, quella storica sconfitta vogliamo definirla un successo dovremmo dire: Napoleone capitolò sul campo di battaglia, ma salvo la pelle e meritò la villeggiatura a Sant’Elena. La vittoria degli evasori fiscali è stata totale in andata e ritorno sul percorso evasivo a danno di un’assopita comunità. La politica economica di uno Stato non può reggersi su illegalità, corruzione e diseguaglianze. Chi ci governa deve pensare più al bene della collettività e meno agli inni che si cambiano nelle parole ma restano immutati nei ritornelli. La nostra società tollera questi comportamenti perchè li ha fatti propri nella sua quotidianità e convivenza civile. Non abbiamo, però, diritto di meravigliarci quando le nuove generazioni, anche se con i partiti dell’amore, sono insofferenti alla legalità, al dovere, alla moralità ed al rispetto delle Istituzioni. Se questo è il vento da noi seminato, aspettiamoci adeguata tempesta.