Un genio dell’assurdo si è dimesso
Sommerso dagli assegni circolari
Sbarrato l’occhio e l’aria un po’ da fesso
Come una lepre bloccata sotto i fari

Ambiva ad una casa prestigiosa
Dopo il ritorno al ruolo di governo
Ma non avendo tempo per la cosa
Ad un amico si rivolse, assai fraterno.

L’amico, il consulente, il consigliori
Nella catena entrarono in parecchi
Offrendo attici che solo lor signori,
Ampie vetrate, con stucchi e grandi specchi.

Ma un vero amico per non imbarazzarti
Non vuol costringerti a rispondere che è caro
Che con i mezzi con cui puoi destreggiarti
Non ti è possibile proceder fino al varo.

E allor che fa, essendo un vero amico?
Vede di aggiungere qualcosa di sua tasca
Ma per non fare che tu scopra  l’intrico
Cela le cose, che il sospetto non ti nasca.

Così il salone con vista al Colosseo
lo compri al prezzo di una casa popolare
e con orgoglio lo consideri un cammeo
botta di culo e emblema nobiliare

La ricompensa per quell’altra volta
Quando dovesti dar le dimissioni
Per aver sinceramente confessato
Che quel Biagi era un gran rompicoglioni

E pensare che Berlusca a te pensava
Quando usciron le storie di tangenti
Con il nome di Verdini che ballava
E una fila di altri maggiorenti

Ti pensava sulla tolda del partito
Democristiano di solida esperienza
Maestro nell’officiare il vecchio rito
Del negar tutto promettendo trasparenza

E invece in pochi giorni un gran pantano
Questo pastrocchio che ha del goffo e del sinistro
Doppio peccato per un democristiano
Dimettersi due volte da ministro!

Potemkin

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