Scrive Ricossa parlando del Borghese
chei di pensieri e rischi molti se ne prese
e le fatiche ed un più lungo orario,
mai li evitò, qual del dover gregario.
Or che il paese sè ritrovato in stallo,
quale ricetta se non di riportarlo in ballo,
poiché collindomito suo spirito del fare
ci induca a correr e avanti di balzare.
Lui non capisce il parlar politichese,
vuole crear lavoro e suscitare imprese,
simpegna a morte, persegue il risultato,
conta sulle sue forze, senza impetrar lo Stato.
Comobiettivo non ha la quiescenza,
dellinnovare non può restarne senza,
gli piace parlar chiaro, semplice e diretto,
per questo la Sinistra gli nega lintelletto.
Borghesi veri sono perciò tutti coloro
chhanno scelto la missione del lavoro,
perché così si da al sociale un senso
e sappartiene al vero, meritorio censo.
Borghese è il prof che insegna con amore
lo è pure lo statal che non ti fa un favore,
se in coda allo sportello gli chiedi il suo servizio
e in fretta ti risponde, scorciando il tuo supplizio.
Chi è borghese non sosta in doppie file,
sente la responsabilità del vivere civile,
paga le tasse, però vorrebbe un fisco giusto
e ammodernar lo Stato, ormai così vetusto.
Non sè capito che se il Borghese manca,
addio riforme e il PIL va lento e arranca,
perciò gridiamo ai fannulloni basta
e pure ai troppi che si son fatti casta.
Largo ai borghesi a Roma e alle regioni,
negli spedali, nella ricerca, nelle professioni:
non devesi mai più sprecar manco gli spilli,
sennò ci ritroviamo lurna pien di grilli.
Maurizio Maggini
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Ruggero Revelli
Complimenti per la vena poetica labronese, particolarmente centrata la descrizione del docente "borghese".