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Se la tessera del tifoso non piace alle società

Dal prossimo campionato le società di calcio dovranno emettere per i propri sostenitori una tessera del tifoso, nominativa e rilasciata solo dopo il nulla-osta della questura. A opporsi allo strumento sono però alcuni presidenti di club, in nome della libertà dei cittadini. Che è certo un valore da difendere. Ma lo è anche la sicurezza all’interno degli stadi, affidata finora ai poliziotti e pagata dai contribuenti. Perché allora se la tessera non piace, non se ne assumono l’onere le società, come già accade in Inghilterra?

 

Il ministro dell’’Interno Maroni ha obbligato le società di calcio professioniste a dotarsi, entro l’’inizio della prossima stagione, dello strumento della tessera del tifoso. La tessera, nominativa, dovrà essere emessa dalla società di calcio previo “nulla-osta” della questura.
Chi è sottoposto a Daspo, cioè al divieto di accesso a luoghi dove sono in corso manifestazioni sportive, o chi ha commesso reati da stadio negli ultimi cinque anni non potrà avere la tessera. Il suo possesso metterà il tifoso al riparo dalle eventuali restrizioni alla vendita di biglietti. In altre parole, il tifoso con tessera potrà seguire la sua squadra anche in trasferta. Insomma, la tessera dà la patente di tifoso “tranquillo”. Ricordiamo che nello scorso campionato, in alcune partite considerate a rischio ai sostenitori della squadra ospite è stato vietato l’ingresso allo stadio. Addirittura, Genoa-Milan è stata giocata senza spettatori perché era troppo rischioso avere le due tifoserie a contatto.

LA SICUREZZA SECONDO I PRESIDENTI

Non tutte le società di calcio apprezzano la tessera del tifoso. Il presidente del Palermo, Maurizio Zamparini, ha dichiarato “Per anni non hanno colpito i veri tifosi violenti e adesso ecco questa tessera. Va però sottolineato che tante brave persone non la faranno e di certo non si può impedir loro di recarsi allo stadio per assistere alle partite. Viviamo in uno Stato di polizia, la libertà è un valore lontano da noi ed è il valore più importante della nostra vita. Una cosa irrinunciabile. Guai a limitarla“.
La libertà è certamente un valore fondamentale, ha ragione il presidente del Palermo. Ma se Zamparini e gli altri presidenti sono seri su questo punto, possono fare una cosa semplice: assumersi l’’onere di garantire la sicurezza all’’interno degli stadi mediante steward pagati dalle società stesse. Nella Premier League inglese già funziona così. In altre parole, i presidenti delle società dovrebbero non limitarsi a mere enunciazioni di principio e agire concretamente per realizzare i loro desideri. Troppo comodo parlare di libertà, quando poi sono i poliziotti a prendere le botte e il contribuente a pagare le forze dell’’ordine che garantiscono (o provano a farlo, a volte anche con errori) la sicurezza negli stadi.
Ma questo non accadrà, purtroppo. Con i bilanci già in rosso, l’’ultima cosa che vogliono fare le società di calcio è spendere soldi per la sicurezza, o per stadi più moderni e ospitali. Contando sul fatto che il calcio in Italia è “too important to fail” e che pertanto il ministro dell’’Interno continuerà in ogni caso a inviare le forze dell’’ordine negli stadi. Il moral hazard, purtroppo, non c’’è solo nel settore bancario.

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15 commenti

  1. mirco

    Chi lavora come me nel comparto sicurezza, non può non essere in accordo con i concetti espressi nell’articolo. Mi piacerebbe sapere quanti soldi in una domenica lo stato spende in trasferte, straordinari, impiego di mezzi, per i poliziotti, i carabinieri, e i vigili urbani impiegati nella gestione della sicurezza delle pertite di calcio. A proposito di libertà, dove la mettiamo la espropriazione di libertà che i cittadini non interessati alla partita, subiscono nel non poter vivere lo spazio vicino agli stadi nel momento delle partite a causa di provvedimenti di ordine pubblico che le autorità sono costrette a emanare? Vorrei poi esprimere un altro dubbio: non è che per caso si vuole rendere sempre più impossibile per una persona normale andare allo stadio per costringerla a chiudersi in casa e pagare un abbonamento televisivo per vedersi la partita? Secondo me la responsabilità nella gestione dei tifosi violenti delle società sono evidenti anche se non possono essere provate.

  2. Giuseppe

    La verità è che se lo si volesse veramente, con la legislazione esistente sarebbe possibilissimo non far entrare "persone non grate" allo stadio, senza l’utilizzo di tessere varie. Invece spesso c’è una vera e propria collusione fra società e ultras, perché lo status quo attuale conviene a tutti. E la legge esistente non viene rispettata. Per fare un esempio, nonostante i biglietti siano nominativi nella mia città è possibilissimo acquistarli senza alcun documento. Non solo, ma ai tornelli è rarissimo che venga controllato se il nominativo sul biglietto corrisponde all’identità della persona. Inoltre, è facile entrare allo stadio al 2° tempo senza pagare e senza alcun controllo, l’ho fatto anch’io tante volte: basta che vai ai tornelli e, specie se è una partita in cui lo stadio è mezzo vuoto, gli steward ti fanno entrare tranquillamente. Insomma, la legge esistente sarebbe più che sufficiente, se venisse applicata. Temo che anche con la tessera del tifoso continuerà la disapplicazione della legge e che alla fine molti "non grati" entreranno lo stesso…

  3. CamillaH

    La limitazione delle libertá personali, cosí come la soppressione della presunzione di innocenza, non posso essere accettate in uno stato democratico. E’ cosí che non solo le societá ma anche i tifosi, che non sono una pericolosa fanteria affamata di sangue ma cittadini e come cittadini devono essere trattati, si oppongono ad un sopruso del governo, per non dire di un ministro, visto la tessera é stata introdotta tramite una circolare del ministero degli interni. Faccio presente inoltre che la partita a porte chiuse menzionata nell’articolo vedeva coinvolta una societá, il Milan, che giá aveva adottato la tessera del tifoso, (tessera che costituirá dal prossimo anno una condizione necessaria per poter partecipare alle trasferte e avere il diritto di abbonarsi alle partite in casa del proprio club), dichiarandola di fatto inutile ancor prima della fine della fase sperimentale. Tutti e 500 i tifosi del milan in possesso del biglietto erano anche possessori della tessera del tifoso, nessuno escluso, agli altri la trasferta era giá stata interdetta.

  4. vincenzo distefano

    La scelta ha una sua validità, oggi purtroppo, non ha senso lagnarsi di quanto non fatto in passato nel controllo di quelle frange di tifosi(?), ben conosciute dalla polizia soprattutto nel proporre una guerriglia urbana diretta proprio contro le forze dell’ordine. Chi oggi si lagna lo fa o perchè è legato alle frange oltranziste, vedi De Rossi con la peggiore tifoseria romanista, o anche Zamparini che parla quasi sempre d’impulso e poi si impegna a difendere anche proposte indecenti.

  5. Rubi

    Non capisco il senso della tessera del tifoso, visto che già adesso sono necessari un documento d’identità e il codice fiscale per acquistare sia l’abbonamento, sia il singolo biglietto per le partite in casa o in trasferta. Perciò, chi è stato colpito dal provvedimento Daspo, già negli ultimi anni veniva negata la possibilità di entrare allo stadio. Con la tessera cosa cambierebbe? Sembrerebbe un ulteriore schedatura, come sottolineato dal presidente della Uefa Platini, ed è un fatto tutto italiano, visto che in nessun altro Paese sono stati presi un provvedimenti del genere. Inoltre la tessera è una vera e propria carta di credito, con relativi costi di emissione e gestione, che ovviamente gravano anche sulle tasche dei tifosi. Che sia l’ennesimo passo verso l’abbandono degli stadi da parte della gente a favore di una più comoda ed economica partita vista in casa propria davanti alla tv?

  6. Roberto

    Per sottoscrivere un abbonamento allo stadio, il titolare deve fornire i dati anagrafici, il codice fiscale e un documento. Tutti dati che devono essere forniti per avere la tessera del tifoso. Allora a cosa serve se i dati già li hanno? Semplice, la tessera del tifoso è anche una carta di credito ricaricabile del circuito VISA. E’ chiaro o no che servirà sopratutto ad arricchire le banche!

  7. Lucia

    Interessante la tessera del tifoso, ma da cittadino che paga le tasse mi interessa di più la proposta di attribuire l’onere della sicurezza all’interno degli stadi alle società di calcio. Le squadre di calcio e i calciatori hanno ritorni e paghe record, un pò di questi soldi li destinino allo svolgimento ordinato della partite! Questa proposta permetterebbe alla polizia di dedicarsi in maniere più concentrata a garantire la sicurezza del cittadino, a combattattere le mafie…

  8. Danilo

    Non credo sia possibile comparare il calcio italiano con quello inglese, la mentalità è molto differente. Sono d’accordo sul fatto che le società di calcio italiane non pagheranno mai di tasca propria degli steward per calmare le acque agitate del tifo violento fino a quando non ridurranno gli ingaggi stratosferici dei calciatori. Resta il fatto che è un peccato limitare la libertà di un tifoso nell’assistere a una partita di calcio, ma se lo spettacolo diventa violento e incivile tanto meglio starsene a casa e fare, come molti dicono e disprezzano, il tifoso da divano. Meglio sul divano che accoltellato.

    • La redazione

      Grazie per i commenti. Vorrei sottolineare che il mio articolo non è a favore della tessera del tifoso o contro di essa, ma mira piuttosto a sottolineare come le società di calcio siano pronte a criticare le proposte per una maggiore sicurezza negli stadi senza però essere disposte a spendere di tasca propria per migliorare la situazione. In Inghilterra la sicurezza è garantita, all’interno dello stadio, da steward pagati dalle società. Perché la Lega, a nome dei club italiani scontenti della tessera del tifoso, non propone che siano essi a gestire a loro spese la sicurezza? FP

  9. luciano

    A me risulta che nella tessera sia inserito un chip che individua il possessore in qualsiasi posto si trovi, con i suoi dati in mano a società e questure. Questo chip resterebbe attivo anche al di fuori delle due ore settimanali di una partita di calcio, e per me è una cosa insopportabile, e mi meraviglio come un governo che sembra avere tanto a cuore il problema delle intercettazioni poi imponga questa sorveglianza continua verso migliaia di cittadini. E non sarà mai garantito che comunque con questa tessera si possa accedere a tutti gli stadi come accaduto ai 50 tifosi del milan già in possesso della tessera a cui è stato negato l’accesso allo stadio di Genova Preciso che non sono un violento (co.me qualcuno ha già sentenziato verso chi contesta la violazione della privacy) ma un padre di due bambini di cui uno viene già alla partita con me senza nessuna paura per la sua incolumità, perchè sono quasi quarant’anni che vado allo stadio e da molti anni non vedo più scene di violenza come una volta. Al giorno d’oggi c’è troppa enfasi e retorica per ogni minimo episodio che 15 anni fa non sarebbe neanche stato considerato, ed un governo in ansia da prestazione se ne esce così…

  10. Turchi Armando

    Questo articolo è troppo di parte. La polizia può fare molto di più per stroncare il fenomeno dei tifosi violenti infiltrandosi nei gruppi stessi e identificando e arrestando le persone che creano pericolo. Esistono telecamere, esistono corpi speciali come la Digos… ma vi risulta che le Brigate Rosse siano state sgominate con la tessera del politico corretto? E allora chiedo a chi scrive questi articoli un po’ più di obiettività, senza prendere di petto il mondo del calcio e del tifo che, appare, leggendo, si conosce appena appena. Grazie.

    • La redazione

      Grazie per il commento. Come ho già scritto l’obiettivo dell’articolo non è quello di valutare la tessera del tifoso, ma quello di dire che le società non possono solo criticare senza proporre qualcosa in alternativa. L’analogia con le BR, poi, è veramente senza senso e non merita repliche.

  11. andrea b.

    Ho 37 anni e sono un tifoso abbonato che segue la sua squadra da ormai 25 anni. Sono contrario alla tessera del tifoso perche trovo assurdo dover "schedare" tutti per cercare di emarginare i "pochi". Le leggi attuali sono in grado di eliminare persone violente o pericolose all’interno dello stadio: l’introduzione dei tornelli e l’obbligo del biglietto nominale sono leggi sufficenti per la gestione della sicurezza all’interno degli stadi, l’unica problematica che vedo (da praticante tifoso!) e’ attuare queste leggi. La mancanza di controllo incrociato dei biglietti e dei documenti e in modo particolare la facilita’ di entrare all’interno dello stadio senza documento o addirittura senza biglietto, di sicuro non aiuta la sicurezza ma permette a chiunque di entrare all’interno dello stadio e soprattutto di non avere traccia sulla sua persona. Qualsiasi legge viene formulata ed applicata, qualsiasi nuovo provvedimento o tessera diventa sostanzialmente una schiavitù per tutti e non la soluzione. La soluzione lo Stato ce l’ha: maggiori controlli nell’applicazione delle leggi esistenti e basta! No alla tessera del tifoso!

  12. Paolo

    Io sono un tifoso sampdoriano abbonato in gradinata sud da anni. Sono d’accordo sul fatto che la tessera del tifoso sia inutile, basterebbe applicare le leggi esistenti (cosa a quanto pare difficile in Italia). Detto questo chi diffonde notizie sul fatto che i possessori della tessera siano rintracciabili, non sanno nemmeno quel che dicono: è tecnicamente impossibile, per essere localizzati serve un ricevitore gps, ed allora si che ti rintraccerebbero dal satellite! Inoltre, un circuito del genere dovrebbe essere alimentato da una batteria… e nella tessera non c’è! Puoi essere rintracciato solo se la utilizzi come le normali carte di credito.

  13. Tommaso

    E’ scandaloso che i costi della sicurezza personale alle partite siano pagati da tutti. le societa’ di calcio dovrebbero pensare alla sicurezza di chi entra allo stadio, o di chi si trova nei paraggi mentre ci sono i "tifosi".

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