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PATRIMONIALE: DI COSA STIAMO PARLANDO?

Tutti parlano di patrimoniale ma, a ben guardare,  intendono cose molto diverse tra di loro. Bene, dunque, mettere qualche puntino sulle i.
Con il termine  imposta patrimoniale o anche solo “patrimoniale” si intende un’imposta che non grava su di un flusso che si verifica in un dato periodo di tempo (per esempio, l’Irpef tassa il reddito percepito ogni anno), bensì su di uno stock di ricchezza accumulato anche nell’arco di intere generazioni.
L’imposta patrimoniale può essere reale o soggettiva, ordinaria o straordinaria.
È reale quando colpisce una singola componente della ricchezza di un soggetto (ad esempio le sue proprietà immobiliari,  le abitazioni di cui è proprietario),  mentre è soggettiva quando colpisce la sua ricchezza complessiva,  il suo patrimonio mobiliare e immobiliare. Una tassa reale sul patrimonio può andare a colpire sia la ricchezza mobiliare (attività finanziarie, autoveicoli, ecc.) sia quella immobiliare (terreni, costruzioni ecc.).
Bene anche distinguere tra patrimoniale ordinaria e straordinaria. La prima viene pagata con cadenza annuale, solitamente con un tasso relativamente basso (raramente superiore all’1 per cento). La patrimoniale è straordinaria quando costituisce un prelievo occasionale deciso in condizioni di emergenza,  quasi sempre di tasso elevato.

L’ESPERIENZA ITALIANA

In Italia, a differenza di altri paesi, non esiste un’imposta soggettiva (generale) sul patrimonio.  Abbiamo invece alcune imposte reali (speciali),  cioè su singoli cespiti patrimoniali.  Si tratta ad esempio dell’Imposta comunale sugli immobili (Ici), tassa di naturale pertinenza dei Comuni.  Questa fu introdotta nel 1993 come imposta straordinaria (Imposta straordinaria sugli immobili,  Isi), per divenire solo in seguito ordinaria. Nel 2008 il Governo Prodi ha ridotto l’Ici sulla prima casa tramite una detrazione del valore massimo di 200 euro, ma in seguito questa norma è stata abrogata in favore della completa abolizione dell’Ici sulla prima casa voluta dal quarto Governo Berlusconi.
Prima dell’Ici era in vigore l’Invim (Incremento valore immobili),  un’imposta comunale sull’incremento di valore degli immobili che veniva pagata al momento della vendita. L’Invim è sopravvissuta fino al 2002 per la parte di plusvalenze maturate prima dell’introduzione dell’Ici.
Un’altra patrimoniale è l’imposta di successione,  abolita nel 2001 dal Governo Berlusconi e reintrodotta nel 2007 dal Governo Prodi.  Oggi l’aliquota è tra il 4 e l’8 per cento a seconda dei casi, con franchigie di 1 milione di euro per parenti in linea retta e di 100 mila euro per fratelli e sorelle.  Un altro esempio di imposta sul patrimonio è data dall’imposta sul trasferimento di immobili: l’aliquota in questo caso varia tra il 4 e il 20 per cento nel caso di immobili venduti entro i quattro anni dalla costruzione. In entrambi i casi si è soggetti al pagamento di  imposte di registro,  ipotecarie, catastali (intorno  all’1-3 per cento).
Importante distinguere una patrimoniale da una tassa sulle rendite finanziarie. Queste ultime sono oggi tassate in Italia con varie aliquote. Su depositi e conti correnti bancari e postali e su obbligazioni private con scadenza inferiore a 18 mesi vi è un’imposta sostitutiva dell’Irpef,  prelevata alla fonte con aliquota del 27 per cento. Sugli interessi sui titoli del debito pubblico,  sui buoni postali e sulle obbligazioni con scadenza superiore a 18 mesi, l’aliquota è invece del 12,5 per cento. La stessa aliquota viene applicata anche ai dividendi e a tutte le plusvalenze, purché, nel caso di dividendi e plusvalenze azionarie, l’azionista non detenga partecipazioni qualificate.In Italia le imposte sul patrimonio sono inferiori a quelle dei maggiori paesi occidentali (con l’eccezione della Germania) come si può vedere dalla tabella qui sotto. I dati sul nostro paese sono relativi al 2007, anno in cui l’Ici non era ancora stata abolita,  per cui risultano sovrastimati.

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Paese Imposta sul patrimonio
in % sul Pil
Canada 3.3
Francia 3.5
Germania 0.9
Italia 2.1
Regno Unito 4.5
Stati Uniti 3.1

(Source: IMF 2010)

A cura di Guido Zichichi

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  1. Arkham

    Il problema della patrimoniale è che la vogliono i politici (che hanno generato lo spaventoso debito pubblico) per calare il debito a spese dei cittadini e poi poterlo aumentare di nuovo per mantenere il loro potere e le loro clientele. Bisogna che mettiamo in costituzione l’obbligo di pareggio di bilancio!

  2. Giacomo Morandi

    Contro il mio interesse personale. La patrimoniale, alla quale noi italiani siamo visceralmente contrari è una tassa dolorosa, non c’è dubbio, e difficile da applicare in modo equo, ma esiste una soluzione diversa per ridurre l’enorme debito pubblico in modo sostanziale? La scossa all’economia del nostro Presidente del Consiglio? E’ una barzelletta. Il debito va ridotto, e presto, di almeno un 30%. Se è vero che il risparmio privato è elevato, dobbiamo fare una compensazione.

  3. oskar blauman

    L’ articolo, e specialmente la tabella, confondono. Vivendo negli usa e in italia conosco bene solo il sistema fiscale di questi due paesi ed entrambe le cifre riportate non hanno nessun riscontro con la realta’, posso solo immaginare le altre. Sarebbe bello se qualcuno di competente facesse un vero confronto fra nazioni rilevanti.

  4. patrizia

    Facile parlare di patrimoniale per abbassare il debito pubblico quando per decenni classi dirigenti incompetenti ha sperperato un fiume di soldi (nostri soldi) tra clientelismo, favori ect ect… ed ora chiedono a noi di pagare ancora tutti i loro errori (chiamiamoli cosi’ per non aprire polemiche) e poi chi paga questa patrimoniale sempre quelli che hanno pagato le tasse e chi detiene parecchi soldoni fuori all’estero????? questa e’ Italia…..

  5. GUIDO ROSIKARDA

    A me risulta proprio che la patrimoniale in USA non ci sia e che l’informazione data nell’articolo sia sbagliata. Mi potrebbe altrimenti cortesemente dire come si chiamerebbe questa tassa e magari fornire un link al sito dell’IRS americano che ne parla?

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