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ISTRUZIONE E STIPENDI DEI PARLAMENTARI

 

 

In Italia l’indennità parlamentare annua, in termini reali (misurata in euro del 2005), è aumentata da 10.712 euro nel 1948 a 137.691 euro nel 2006, il che significa un aumento medio del 9,9 per cento all’anno e un incremento totale di 1.185,4 per cento (negli Stati Uniti l’incremento annuale è stato dell’1,5 per cento e l’incremento totale del 58 per cento!). Dalla figura si nota un improvviso e sostenuto aumento delle retribuzioni dei parlamentari negli anni Sessanta, seguito da un significativo calo negli anni Settanta (a causa soprattutto dell’elevata inflazione) per poi crescere a un tasso del 3,9 percento annuo.
Il livello di istruzione è cambiato enormemente tra il 1948 e il 2006. La percentuale di nuovi eletti con una laurea, pari al 91,4 per cento all’inizio della prima Legislatura, è diminuita costantemente sino a quota 64,6 per cento dopo le elezioni del 2006. Se ci si concentra sulle differenze tra la Prima e la Seconda Repubblica la percentuale di parlamentari laureati è scesa dall’80,5 al 68,5 per cento. E’ interessante notare che nello stesso periodo è tuttavia cresciuto il numero di donne parlamentari laureate (il 70,1 per cento) rispetto a quello degli uomini (il 68,2 per cento).

Tratto da "Il Mercato del lavoro dei politici" di V. Galasso, M. Landi, A. Mattozzi, A. Merlo; in "Classe Dirigente – L’intreccio tra business e politica", a cura di Tito Boeri, Antonio Merlo, Andrea Prat, Egea, 2010 Tito Boeri, Antonio Merlo, Andrea Prat, (Egea 2010)

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LA RISPOSTA AI COMMENTI

35 commenti

  1. Marco Li Calzi

    Correlazione negativa fra retribuzione e grado di istruzione: ditemi che è un pesce d’aprile.

  2. bob

    3 date segnano il declino di questo Paese: il ’69 il ’70 e ’92 con Tangentopoli. Il ’69 ha decretato la fine della scuola e quindi della cultura meritocratica, il ’70 con l’avvento delle Ragioni ha decretato la fine del sistema-Paese a vantaggio di mediocri, miseri e beceri localismi. Tangentopoli ha distrutto il vecchio sistema politico creando un vuoto pauroso dove si è buttata " la plebe della politica" cioè coloro che mai avrebbero immaginato di arrivare al potere e che quindi hanno agito come la folla svaligia un magazzino di grano. Oggi ci troviamo ad essere presi tra due fronti, al Nord dal fronte di Paesi con forti democrazie, forte senso dello Stato, forte opinione pubblica che mai permetterebbero un conflitto di interessi come in Italia e mai permetterebbero scarso se non nullo senso delle istituzioni. Dall’altro fronte in Nord-Africa che sta vivendo una situazione sottovalutata, ma a mio avviso è una rivoluzione che porterà scovolgimenti superiori a quelli della caduta del muro di Berlino. Rivoluzione fatta da giovani con un eccellente grado di istruzione a differenza del ns. Paese vecchio e con sacche di sottocultura.

  3. antonio gasperi

    iIdati che incrociate potrebbero essere accompagnati da un .. SENZA PAROLE come le vignette della settimama enigmistica. Fin qui l’evidenza, poi l’inferenza è più ardua, se è vero che nelle scienze sociali l’incertezza la fa da padrona, specialmente in sede previsiva. Tuttavia bisogna interpretare i dati, e l’interpretazione implica una scelta politica, cioè di parte. e allora io dico: gli italiani prenderanno mai in mano veramente il loro destino nazionale, oppure si lasceranno trascinare in questo melanconica e interminabile decadenza favorita da una classe politica ignorante e prepotente? Grazie alla redazione per la coerenza e il coraggio.

  4. Antonello

    Il grafico è emblematico ma per un’informazione più puntuale, forse, sarebbe stato il caso di paragonare questi dati a quelli degli altri paesi simili a noi. In secondo luogo sarebbe anche interessante conoscere il "cuneo fiscale" della nostra classe politica! Se questa è la tendenza evidenziata dal grafico possiamo, ragionevolmente supporre, che la forbice nel 2010 si sia allargata! Che tristezza!

  5. Luca Ceccaroni

    Si tratta di un grafico emblematico della scarsa qualità della nostra classe dirigente (politica) e dei meccanismi che portano alla sua selezione. Spero venga cambiata quanto prima la legge elettorale introducendo un sistema prevalentemente uninominale e maggioritario…. L’attuale legge elettorale con la lista bloccata premia solo la fedeltà e il servilismo (non certo il merito) e fa in modo che 15 capi di partito decidono in modo arbitrario chi siederà in parlamento. Va ridato subito lo scettro ai cittadini! Suggerisco agli amici de "LaVoce" di verificare anche il livello degli stipendi italiani rispetto agli altri paesi dell’Unione Europea e alla produttività dei parlamenti. Se non vado errato un membre della Camera dei Comuni in UK guadagna £60.000 annui….se s’incrocia il dato con la produttività legislativa temo che lo squilibrio e l’iniquità risulteranno ancora più evidenti per arrivare forse a concludere che i Members of Parliament inglesi sono decisamente sottopagati rispetto ai nostri "poco onorevoli" parlamentari. Luca Ceccaroni

  6. Alessandro

    Già il solo fatto che esistano parlamentari, uomini che decidono del destino di una nazione, senza una laurea, è vergognoso in sé. Propongo di istituire test di lingua italiana, cultura generale, di storia del proprio Paese e di logica cognitiva per tutti i politici, dai più piccoli ai più importanti. Propongo poi di estenderlo a imprenditori, dirigenti e liberi professionisti. In ultimo, il test dovrebbe essere un requisito necessario e ripetuto per il diritto di voto. E i requisiti per diventare parte di coloro che redigono i test dovrebbero essere parecchie volte più severi.

  7. Franco Pioli

    Ho smesso di votare ormai da circa 13-14 anni. Mi dispiace ma da molto tempo non voglio più essere complice di nessun cittadino che consente i lauti guadagni, che ognuno di noi conosce, a questa classe di ignoranti e che oltretutto non sono sufficienti, ma hanno anche l’ingordigia di prendere mazzette per ogni iniziativa. E l’Italia sempre più a capofitto. Ci fanno vergognare davanti al resto del mondo, ma se ne fregano altamente. Basta vedere il decreto Romani che risulta essere l’ultimo tocco dell’ignorante all’unica cosa che andava bene nel nostro paese, il fotovoltaico e questo forse per privilegiare il nucleare che, se venisse riproposto in Italia e, soprattutto se venisse fatto, sarebbero capacissimi di mettere a capo della sicurezza un signore come Chicco Testa o di istruzione molto più carente e con la capacità tecnica di non saper gestire nemmeno un condominio. Ho paura che nessuno possa ormai far niente per un paese dove la burocrazia demente dei funzionari politici seleziona la classe dei professionisti in modo inverso rispetto alla capacità tecnica e progettuale. Nessuno ha mai trattato male la ricerca e la scuola come questo governo, quindi quale sarà il futuro?

  8. aqmazz

    Dovremmo essere noi cittadini ad autorizzare i loro stipendi. Troppo comodo farlo da soli.

  9. giuseppe

    Non andare a votare può essere un sentimento giusto ma il risultato è nefasto perchè gli "interessati" vanno a votare – Gran parte dell’attuale classe politica, fatta di persone capaci di ubbidire, scelte con l’unico scopo di essere mansuete ai voleri dei segretari di partito, svolge solo il compito ingrato e mortificante di (s)oggetto di interviste esilaranti ed incredibili delle "Iene", di "Striscia la notizia" , di "Blog", oppure in qualche rara, buona trasmissione televisiva svolge il ruolo di termine di paragone negativo. Ai tempi dei miei avi si minacciava il figlio svogliato a scuola di fargli fare il notaio (sic! per quei tempi…), oggi ai figli incapaci a scuola si fa fare il politico.

  10. Paolo Della Sala

    In effetti la delocalizzazione "all’italiana" del ’70 è stata bizantina, cioé ha creato un’altra ventina di parlamenti, sacche di burocrazia, inefficienza e corruzione. Anche le leggi Bassanini sono "belle ma incompiute". L’unica sarebbe un federalismo serio, ma è impossibile. Come ho scritto altrove a Los Angeles (4 milioni di abitanti) ci sono 15 consiglieri, in Italia un comune di 18.000 abitanti ne ha più di 20. Non sono d’accordo sulla "laurea" come unico parametro. Fino a qualche anno fa ho scritto "consulenze di laurea" e ho visto cose che "voi umani potete benissimo immaginare", sulla qualità dei laureati. Altra cosa è la formazione dei quadri amministrativi che si occupano di politiche pubbliche (oltre che dei parlamentari). Sto scrivendo un paper al riguardo su questo argomento. In Italia i quadri che decidono le norme sono quasi tutti degli avvocati. Risultato: leggi "formalmente corrette" ma inefficaci e prive di valutazione e controllo. All’estero ci sono lauree in public policy e gli atti di governo si fanno con gruppi non ideologici, organizzati con criteri scientifici: un altro pianeta.

  11. franciosi roberto

    Mentre la retribuzione reale cresce prepotentemente, il livello di istruzione cala (i laureati passano dal 90 al 65%). Si tratta di un altro segnale del declino del nostro Paese. Il minore livello di istruzione è sintomatico di una indeguata politica scolastica e culturale che si sposa con uno scarso senso delle istituzioni e con una generale irresponsabilità. La nostra politica scolastica non è mai stata soddisfacente perchè non si crede, come invece è in realtà, che lo sviluppo sociale ed economico dipende dal livello di scolarizzazione delle popolazione. Certo risulta ormai piuttosto difficile invertire la rotta, specie in questi periodi di crisi, ma se mai si inizia. Una attenzione particolare dovrebbe essere dedicata al corpo docente che va formato e pagato adeguatamente, iniziando una programmazione che non guardi il breve periodo. L’insufficiente scolarizzazione è sicuramente uno dei fattori di produzione dello scarso senso di legalità che impera nel nostro Paese, che a sua volta produce insensibilità verso le istituzioni e arroganza.

  12. mauro zannarini

    Da un’istituzione che presenta una relazione inversa tra retribuzione e preparazione culturale, non si può pretendere che lavori per incrementare il benessere immateriale dato dall’istruzione.

  13. Vincesko

    Allego una tabella che ho elaborato desumendo i dati da Parlamento.it: Trattamento economico dei parlamentari http://partitodemocratico.gruppi.ilcannocchiale.it/?t=post&pid=2567712

  14. Francesco Porcelli

    Per rendere piu efficace il messaggio metterei nello stesso grafico l’andamento delle retribuzioni dei lavoratori dipendenti e anche l’andamento della percentuale totale di laureati in Italia. Inoltre, sarebbe interessante vedere cosa succede negli altri paesi europei, per capire se veramente in Italia c’è qualcosa che non va nella classe dirigente. Comunque molto interessante!

  15. rosario nicoletti

    Purtroppo, il grafico, che parte dagli anni ’50, non considera – nè potrebbe farlo – il diverso valore delle lauree nel tempo. Se si introducesse in qualche modo una correzione in questo senso, avremmo una visione più realistica del vero disastro nel quale ci troviamo. Resta da capire per quale motivo, quasi in ogni ambiente, la selezione avviene "al contrario".

  16. Michele Intorcia

    Secondo il grafico la retribuzione dei parlamentari in 60 anni si e’moltiplicata per 10, mentre la proporzione di laureati si e’ ridotta di un terzo. Nello stesso periodo i laureati sono aumentati nel paese pur restando una minoranza e una piccola percentuale se confrontati con altri paesi europei, 7,5% circa, mentre il 26% degli italiani sono diplomati e il resto degli italiani sono analfabeti o hanno solo la scuola dell’obbligo (66%). La questione pero’ e’ che se anche la proporzione di laureati tra i parlamentari fosse aumentata resta profondamente ingiusta la retribuzione (e tutti i bonus connessi). Se siamo qui a parlarne e’ perche’ diamo per scontata la "professionalizzazione" della politica. Ovvero, quel fenomeno per il quale una persona puo’ fare il politico per mestiere a prescindere dal partito, fazione, programma, etc. Ritengo che questo fenomeno debba finire, perche’ e’ insostenibile. E per farlo finire, come mi insegnano gli economisti, bisogna cambiare gli ïncentivi", perche’ e’ agli incentivi che la gente risponde. Guardando il CV e la fedina degli attuali politici si puo’ comprendere il tipo di incentivi attuali.

  17. Daniele Ferretti

    Che futuro può avere un paese in cui è più importante schiacciare disciplinatamente un bottone che saper lavorare alle leggi per le riforme?

  18. Franco A.Grassini

    Per avere una classe politica migliore è necessario fermare il professionismo della politica. Con il compianto prof Elia avevamo formulato nel PD una serie di specifiche proposte in materia,ma non sono mai state nemmeno discusse. La regola nello statuto di non più di tre legislature non è rispettata. Spero Renzi vinca le primarie e la faccia rispettare veramente.

  19. Bruno Stucchi

    Cosa vuol dire? A partire dal suffragio universale, tutti possono votare e quindi tutti possono essere eletti. O vorreste un esame d’ammissione per poter essere eleggibili?
    Se pensate che il suffragio universale sia una scemenza, ditelo senza gesuitismi e ambiguità.

  20. gia set

    Poco interessante l’argomento e i commenti. Scusate ma a me interessa poco quanti sono i laureati, mi interessa che ognuno sappia applicare le proprie competenze al ruolo che occupa. Il sen. del fli intervistato qualche giorno fa a radio24 era componente della commissione esteri e non ha saputo dire la capitale della siria (dama…. damas…..bo), della turchia (istanbul), del portogallo e dell’olanda (amsterdam) e poi si è giustificato che nella vita fa il geometra. Allora mi chiedo mettetelo alla commissione lavori pubblici no? Che cambia se non è laureato? Secondo punto meglio una casalinga che non ruba o un laureato che persegue i suoi interessi?

  21. montagne

    Io invece lo vedo un fatto positivo, democratico. La politica non è mica l’aristocrazia del laureati? non dico che si debba essere degli stupidi,ma ci possono essere persone intelligenti che non si sono laureati per questioni economiche,di vita, di ambiente ostile incontrato all’ Università.La laurea non qualifica la persona.Non dimentichiamo anche alcune considerazioni:una volta l’ Università era l’ unico luogo dove potersi formare, non c’era la tv,pochi giornali riservati all’ elitè, la gente lavorava senza pensare. C’ era molta ignoranza diffusa tra chi non poteva studiare.Oggi non è più così.L’ informazione e la formazione è fruibile anche fuori dagli ambienti universitari.La gente si può permettere di comprare libri e giornali,la differenza culturale tra laureati e non laureati tende ad accorciarsi.In ultimo la politica è l’ espressione di tutti i ceti sociali. Io più che di quote rosa parlerei di quote sociali,in modo che tutte le parti sociali possano trovare rappresentanza politica.

  22. BOLLI PASQUALE

    L’Italia è governata con l’incanto e la strumentalizzazione.L’incanto,dal punto di vista della psicologia sociale,crea seduzione,manipolazione e priva i soggetti di coscienza e consapevolezza;la strumentalizzazione,che ne segue,è la logica perversa consegenza.Il nostro Premier è un grande incantatore è,quindi,un grande opportunista nella manipolazione delle folle.La nostra società,quindi,per questo suo modo di operare,ha perso la capacità di intendere e di volere e le lucciole sono diventate lanterne.E’ mai possibile che gente con figli senza futuro,con aziende in grande sofferenza,e in una società ingiusta e squilibrata,possa pensare di river le stelle? Crederci sarebbe l’elogio alla follia.Se il popolo è sotto l’effetto dell’incanto,i parlamentari della maggioranza sono strumento dell’incantatore. Che volontà esprimono i nostri parlamentari;che conoscenze devono avere?.Si è mai visto un parlamentare della maggioranza dissentire sulle devastazioni di chi ci governa? Perchè ci dobbiamo meravigliare della scarsa preparazione dei nostri rappresentanti? Non illudiamoci,i nostri parlamentari sono,soltanto docili asini che,per opportunità,vengono valutati come cavalli da corsa.

  23. Pasquale Gorrasi

    Purtroppo i parlamentari sono lo specchio del paese. E’ triste ma siamo un paese in caduta libera. Una maggioranza, non più tollerabile, di Italiani é analfabeta dal punto di vista civile e culturale. Siamo il popolo dell’effimero e delle piccole furbizie che vuole emulare i politici mediocri e forse anche criminali piuttosto che liberarsene. Dovremmo tornare tutti a scuola ma la vedo diffcile, almeno per una paio di generazioni.

  24. paolo

    Il grafico mostra che la percentuale di parlamentari laureati è intorno al 70%. Quali sarebbero i percorsi accademici che garantirebbero: competenze, onestà intellettuale, indipendenza di giudizio, coerenza, rispetto delle regole e altre caratteristiche che solitamente vengono associate a un "buon politico"? Siamo sicuri che il difficile momento politico attuale sia correlato con il titolo di studio degli eletti? Il peggior ministro della sanità che l’Italia abbia mai avuto era laureato in medicina: De Lorenzo; il fatto che Tremonti sia laureato in Economia e commercio ne fa un buon ministro? E tutti gli avvocati (o azzeccagarbugli?) che sono in Parlamento per fare leggi ad personam o per stravolgere la Costituzione? Si potrebbe continuare con gli esempi. La politica è una "brutta bestia"! Sono tante le componenti da considerare e quella dei titoli accademici degli eletti non mi sembra la più importante.

  25. Enrico D'Elia

    I dati sulla scolarizzazione dei membri del parlamento non devono meravigliare. In Italia i laureati rappresentano una esigua minoranza della popolazione: meno del 12% sugli ultra 25enni, meno del 20% tra i trentenni. Nella zona euro, i laureati rappresentano oltre il 20% degli ultra 25enni e quasi il 32% dei trentenni. In compenso, nell'ultimo censimento si dichiarava (spontaneamente!) analfabeta l'1,5% della popolazione italiana. Se il parlamento ha il compito di rappresentare gli elettori, si deve addirittura concludere che i nostri rappresentanti sono molto più istruiti della media. Visti i risultati, c'è da chiedersi se qualche laureato in meno non possa migliorare la qualità delle nostre leggi.

  26. Lucio

    Attenzione a non confondere la professione con la politica. La rappresentatività non c’entra con la cultura anche se sarebbe meglio avere entrambi per il bene del pubblico interesse.

  27. Dante Petruccioli

    Sono sorpreso di vedere che la percentuale di laureati sia continuamente calata dal 50 ad oggi, perchè la partecipazione universitaria è continuamente cresciuta nel frattempo. Probabilmente, la spiegazione però non è solo una selezione negativa per titoli di studio, ma – come risaputo – per età. Deputati e senatori sono talmente vecchi che appartengono a generazioni precedenti all’espansione universitaria.

  28. francesco

    L’istruzione non ha niente a che fare con la rettitudine e la competenza. Il fatto è che l’Italia è un paese dove gli imbroglioni sono più numerosi che altrove e rischiano meno; il successo garantisce loro grande visibilità sociale e nessuno ha da ridire sul "come". Credo sia il retaggio di un paese che ha sempre temuto la fame, spesso l’ha patita e ha toccato l’abisso più profondo della miseria poco dopo l’evento "fondante" dell’unificazione, dopo la quale (post hoc, propter hoc?) 29.000.000 di suoi figli hanno dovuto abbandonarla, dicono, senza in realtà spiegare le ragioni di questa apocalisse senza uguali al mondo, che io sappia.

  29. Pierluigi

    Sarebbe molto interessante anche un analogo dei nostri parlamentari europei.

  30. intern87

    Tremonti è laureato in giurisprudenza non in enconomia.

  31. marchetti simone

    E’ solamente vergognoso che i nostri parlamentari decidano quando dobbiamo andare in pensione (dopo 40 e oltre anni) mentre per loro dopo una legislatura si beccano fior di vitalizi..poi invece è oltraggioso il fatto che leggiferino (se non altro x la giustizia) anche parlamentari condannati (1-2-3 grado) . Noi siamo obbligati a rispettare leggi fatte da fuori fuorilegge…italiani uscite dall’oblio!

  32. Raf

    In un paese democratico, una volta (o per fortuna ) che si è arrivati alla soglia di età della pensione (una variabile), si deve (dovrebbe) pagare una pensione in base proporzionale agli anni di contributi versati all’ Inps. Invece quelli che non arrivano alla soglia di contribuzione minima > 15 poi > 20 perdono tutto quello che hanno versato (intanto i soldi li abbiamo dati). E c’è chi ha la faccia tosta di chiamarla Democrazia parlamentare!

  33. rubi

    Esiste la medesima statistica a livello europeo?Sarebbe interessante confrontare se il trend italiano è presente anche in altri Paesi. Concordo sulla tesi che la laurea non sia un certificato di cultura, ma a mio avviso deve essere uno dei requisiti fondamentali della classe dirigente di un Paese.

  34. Antonello

    La situazione è ancora peggio di quello che dicono i grafici perché dal 1968 ad oggi la percentuale di popolazione laureata in italia è più che raddoppiata. Va confrontata la percentuale di parlamentari a questa per vedere quanto è rappresentativa del meglio della popolazione italiana. E qui invece punta decisamente verso il peggio.

  35. Silvia88

    Sarebbe stata carina la medesima statistica anche per gli Stati Uniti e per avere una comparazione di numeri. negli Stati Uniti, attualmente solo 1 senatore su 100 ( per 50 paesi eh! mica 315 per 1), non possiede la laurea. per non parlare della camera dei rappresentanti.. solo 27 non hanno un titolo universitario su 435, cioè il 5%) inoltre il loro stipendio è indicizzato e il livello di istruzione medio della popolazione è nettamente più basso. In italia le cose invece vanno esattamente al contrario. Stipendi altissimi per parlamentari, mentre sempre più persone non arrivano a fine mese, livello medio di istruzione della popolazione che cresce e quello dei parlamentari che diminuisce. Credo che la laurea (e una fedina penale pulita!) dovrebbe essere il requisito minimo per essere eletti, associato però all’onestà e a una gran voglia di fare..e quindi, conseguentemente a ciò, sarebbe giusto che i parlamentari in carica non svolgessero altre attività per il guadagno privato perchè servire il paese non deve essere un’opsional!

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