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I NUMERI DELLA MANOVRA APPROVATA DAL PARLAMENTO

Prima del voto in aula, alla manovra sono stati aggiunti l’inasprimento dell’Iva e il contributo di solidarietà per i redditi superiori a 300 mila euro. Questo fa gravare ancora di più sul lato delle entrate l’aggiustamento: la pressione fiscale è destinata a salire di due punti di Pil, al 44,5 per cento; il peso delle entrate sul Prodotto interno lordo si avvicina pericolosamente al 50 per cento (48,7). Quasi metà della manovra rimane indeterminata dato che resta la clausola di salvaguardia sulla delega fiscale e assistenziale.

I TAGLI QUESTI  SCONOSCIUTI

La tabella qui sotto documenta i nuovi numeri. I saldi sono migliorati dopo l’introduzione dei nuovi provvedimenti di fronte al deterioramento dello spread. Conta soprattutto l’inasprimento Iva, che vale a regime più di 4 miliardi. Il contributo di solidarietà sui redditi superiori a 300 mila euro è deducibile (non sarebbe stato più semplice alzare l’aliquota marginale?) e quindi vale solo 140 milioni a regime. Il contributo delle tasse sale al 73 per cento (dal 61 per cento) nel 2012. Se teniamo conto che gli enti locali si rifaranno dei tagli ai trasferimenti aumentando le addizionali Irpef, come loro consentito già nel 2012 dalla manovra, la quota delle entrate arriva all’86 per cento del totale. Spariscono del tutto i tagli ai costi della politica a livello provinciale e comunale che erano comunque talmente esigui da non venire quantificati dalla relazione tecnica. Ridotti ulteriormente i pochissimi tagli ai compensi dei parlamentari. Insomma, i tagli di spesa si sono ormai ridotti al lumicino. Si noti che nei documenti presentati alle autorità europee, il Governo si era impegnato a un aggiustamento “prevalentemente sul lato della spesa” e che il ministro Tremonti nell’anticipare la manovra alla Camera aveva parlato di “obiettivi che si devono raggiungere attraverso riduzioni della spesa”.

UN EURO SU DUE GENERATO IN ITALIA È DESTINATO ALL’ERARIO

Non stupisce allora l’incremento della pressione fiscale. Arriverà al 44,5 per cento, due punti in più che in assenza della manovra. La quota delle entrate (tributarie e non) sul prodotto interno lordo è destinata ad arrivare al 48,7 per cento. Insomma un euro ogni due generati in Italia andrà all’erario. Tasse finlandesi con servizi italiani come si può ben vedere da questo grafico.

L’INCERTO ALLARGAMENTO DELLA BASE IMPONIBILE

Può consolare il fatto che almeno in piccola parte la manovra cerchi di allargare la base imponibile, facendo pagare le tasse anche a chi non le pagava sin qui. Ma meglio stare coi piedi per terra. Stupisce che la Ragioneria dello Stato quantifichi in più di un miliardo gli effetti di misure dall’esito aleatorio e da molti ritenute inefficaci come l’obbligo di fornire le coordinate bancarie in dichiarazione dei redditi (perché non fornire anche i saldi di conti corrente?), la prigione per chi evade più di 3 milioni (quanti sono i contenziosi di quella entità, quanti i grandi evasori che rischiano di andare in prigione? Perché l’Agenzia delle entrate non ce lo dice?). Le stime fanno riferimento al solo effetto di dissuasione che è molto difficile da valutare. Più prudente sarebbe stato non contare su queste entrate. Tra l’altro, in Commissione alcune di queste misure sono state depotenziate, a partire dalla comunicazione obbligatoria delle coordinate bancarie che doveva servire per quegli accertamenti selettivi che nella relazione tecnica venivano valutati fino a 665 milioni.

METÀ DELLA MANOVRA ANCORA DA DEFINIRE

Quasi metà della manovra (20 miliardi) continuano a venire affidati alla norma capestro sul taglio delle agevolazioni fiscali: se la delega per la riforma fiscale non venisse esercitata entro il settembre 2012 si procederà a un taglio automatico del 5 per cento di agevolazioni e deduzioni Irpef e Iva, a scapito soprattutto delle persone con redditi più bassi. Il taglio salirebbe al 20 per cento nel 2014. Sono più tasse e sono regressive e colpiscono soprattutto le famiglie a basso reddito. È una norma che lo stesso governo dichiara di non voler mettere in pratica e di tenere solo come extrema ratio nel caso non si arrivasse all’approvazione di una imprecisata riforma fiscale e assistenziale. Insomma, a più di due mesi dall’apertura di una crisi di credibilità drammatica per il nostro Paese, a quasi quattro settimane dalla decisione della Bce di intervenire a sostegno dei nostri titoli di Stato a fronte dell’impegno del nostro governo ad anticipare l’aggiustamento e a tre settimane dal Consiglio dei ministri che ha impegnato il nostro paese al pareggio di bilancio entro il 2013, il nostro governo non è ancora riuscito a chiarire come raggiungerà questo risultato.

2011

2012

2013

2014

Maggiori entrate

3,0

20,5

35,3

39,2

di cui

   imposta deposito titoli

0,7

1,3

3,8

2,5

tasse sui giochi

0,4

0,5

0,5

0,5

accise benzina/tabacchi

0,0

5,4

3,5

3,5

  IRAP su banche/assicurazioni

0,0

0,9

0,5

0,5

taglio agevolazioni fiscali (1)

0,0

4,0

12,0

20,0

rendite finanziarie

0,0

1,4

1,5

1,9

norme antievasione (2)

0,0

0,4

1,2

1,2

contributo solidarietà (>300k)

0,0

0,1

0,1

0,1

aumento aliquota iva

0,7

4,2

4,2

4,2

ticket sanità e contributo pensioni

0,0

0,4

3,2

5,7

altre entrate tributarie(3)

1,2

12,7

11,7

6,1

Minori spese

-0,1

7,6

18,8

20,4

di cui

sanità

0,0

0,0

2,5

5,0

altri trasferimenti EELL(4)

-0,4

3,8

6,7

7,4

pensioni

0,0

0,7

1,5

1,6

pubblico Impiego

0,0

0,0

0,0

0,6

ministeri

0,1

7,7

6,9

6,0

altre (5)

0,2

-4,6

1,2

-0,1

TOTALE

3,0

28,1

54,2

59,7

Contributo entrate

103%

73%

65%

66%

2010

2011

2012

2013

2014

Pressione fiscale pre manovra

42,60%

42,5%

42,7%

42,6%

42,5%

Pressione fiscale

42,60%

42,7%

44,0%

44,5%

44,4%

Entrate (%PIL)

46,6%

46,6%

48,0%

48,7%

48,7%

Entrate(%PIL) pre manovra

46,6%

46,4%

46,8%

46,6%

46,4%


(1)
Clausola salvaguardia delega fiscale
(2)
Comunicazione anagrafe di operatori finanziari, controlli IVA, prigione evasori, etc.
(3)
Aumento accise, precedenti provvedimenti lotta ad evasione, etc.
(4)
Al netto di dotazione fondo trasporti
(5)
Provvedimenti “sviluppo”, dotazione fondo ISPE, riduzione finanziamento partiti, etc.

Un segno negativo su minori spese significa che le spese aumentano

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36 commenti

  1. SAVINO

    Ci vuole una patrimoniale da subito per avviare, nel lungo periodo, una riforma fiscale per cui le imposte si pagano con progressività rispetto a quanto si ha (patrimonio e tesoreggiamenti non produttivi) e non per quanto si produce (reddito). Poi ci vuole una drastica e immediata riduzione dell’apparato istituzionale e burocratico ed una lotta senza quartiere alla ricerca delle risorse certe di coloro che continuano a vedere lo Stato come un bancomat, inclusi i privilegi previdenziali scandalosi dei 60-70enni e le erogazioni date a pioggia ad imprese ed individui. Prepararsi anche al peggio, creando nuovi canali di credito, per assicurare imprese e famiglie nel caso di default, valutando se non è opportuno anticipare la sciagura e gestirla, perchè non ci si può assassinare per salvare a tutti i costi il sistema delle banche.

  2. Franco

    Chiara e condivisibile analisi critica del prof. Boeri. Quello però che riesce a indignarmi ogni giorno di più è l’assoluta mancanza del men che minimo accenno al peso finanziario e contributivo delle spese militari e di guerra immancabilmante piazzate in bilancio e immancabilmente approvate e riapprovate da tutte le forze istituzionali. Perchè non si critica mai e soprattutto adesso questo pervicace attaccamento alle armi?Proviamo a fare dei calcoli sulla carta.Quei calcoli, di taglio, di minor guerra, apriranno gli occhi a tanti illusi che ancora credono nel ripudio costituzionale della guerra e toglieranno la maschera a quegli ipocriti che, pur votando o permettendo la guerra, si apprestano a marciare verso Assisi per la pace il 25 settembre. Quella marcia è contro le armi, è contro di loro, c’è un limite all’ipocrisia. O si mettono a tagliare le armi e a fonderle in aratri e paratie oppure abbiano l’onestà di presentarsi in armi e divisa su quella strada a Perugia: là vedremo quanto valgono perchè non li lasceremo passare.

  3. Marcello

    Si parla ormai da molti economisti o esperti della necessità di una imposta patrimoniale per ridurre il debito pubblico. Mi chiedo se non sarebbe possibile far pagare questa imposta sotto forma di acquisto di titoli di stato da tenere per almeno 5 anni, per un ammontare proporzionale al patrimonio, magari scadenzato mensilmente. Lo Stato avrebbe la garanzia di una copertura delle aste di emissione dei titoli e il cittadino si vedrebbe restituire dopo 5 anni il capitale prestato. L’unica differenza rispetto alla situazione attuale è che il prestito sarebbe forzoso. Questo darebbe il tempo di fare riforme serie e di vederne gli effetti.

  4. Franco Oriti

    Stiamo sempre più vincolando il futuro dei nostri giovani che avranno poche possibilità in futuro di rialzare il nostro Belpaese. Mai come oggi avremmo bisogno di un Governo dei Tecnici, super-Partese, che pensi solo a rimettere l’Italia sui giusti binari della parsimonia, della rigorosità economica (vedi parametri di Maastricht) della giustizia sociale per il benessere di tutti. In questo Governo dei Tecnici vedrei bene insieme Monti, Tremonti, Marchionne, Montezemolo, Passera e Salvati. Forza Presidente Napolitano abbiamo bisogno sempre dei tuoi puntuali richiami (e magari anche di un po’ di fantasia poltica) per svegliare gli attuali nostri parlamentari, pena la crisi irreversibile in cui l’Italia cadrà e dalla quale difficilmente potrà rialzarsi.

  5. Marco De Rossi

    Prof. Boeri, francamente le dico che l’ennesima correzione a questa fantomatica manovra ha del ridicolo. Senza mezzi termini è costruita per poter “campare” e non so neppure se il governo sappia per quanto. Così non si va da nessuna parte questo è scontato e lei lo sa benissimo. Ritengo una patrimoniale sui super ricchi italiani oramai urgente ed obbligatoria (spunto concreto e specificato lo ha dato l’intervento del Dr. Modiano di Nomisma in trasmissione da Gad Lerner ieri sera). Una rinuncia oggi significa un rietro moltiplicato negli anni successivi per questa classe davvero abbiente. Mi lasci comunque sottolineare che qualsiasi numero gettato nella mischia in questo momento richiede obbligatoriamente che i servitori dello Stato siano leali e quindi la corruzione va attaccata senza mezzi termini. Questo per me è il principio cardine della manovra i cui numeri verranno scritti nei prossimi mesi solo se veramente si farà pulizia negli apparati dello Stato.

  6. piero

    Il più grande sbaglio, oggi, è il governo dei tecnici, in quanto dobbiamo prendere delle decisioni politiche, non tecniche, non vi è manovra che ci può salvare dalla speculazione, in quanto l’euro essendo una moneta senza stato non è difendibile.

  7. SAVINO

    Rispetto al mio intervento di ieri vorrei aggiungere che occorre abolire tutti gli ordini professionali, in particolare queli degli avvocati e dei notai, novelli dottori azzeccacarbugli e tra i principali evasori fiscali in Italia, che si sono arricchiti alle spalle della povera gente, mentre i praticanti, più preparati di loro, fanno la fame. Mi piace, poi, citare le parole del cardinal Tettamanzi sulla legalità: “Gli anni della cosiddetta Tangentopoli pare che qui non abbiano insegnato nulla, visto che purtroppo la questione morale è sempre d’attualità. Ogni giorno, leggendo i giornali, si è portati a pensare che si stia sprofondando sempre più in basso.” E, sulla manovra: “Chi governa dovrebbe avere il coraggio e la determinazione di impostare le manovre economiche assicurando una vera speranza ai giovani, all’infanzia, alla scuola. Se vogliamo che il futuro del Paese sia migliore, è qui che occorre indirizzare le energie”.

  8. Giana74

    La quarta scrittura del pacchetto austerity fa ridere o piangere a secondo del livello di esasperazione del soggetto, sia per come è stata concepita (incluso lo smaccato free riding sugli acquisti di titoli da parte della ECB in agosto) sia per i contenuti (quantomeno banali). In due mesi il governo non è riuscito a partorire nulla di meglio di un rialzo generalizzato e barbaro delle imposte indirette ed un taglio ai trasferimenti che prenderà quanto prima la forma di maggiori imposte dirette e di impatti recessivi sull’economia… poi solo finte, promesse e buoni propositi su tutto il resto (in vero, nulla su sviluppo). Sulla patrimoniale: chiedere agli italiani di comprare titoli di stato è inutile, visto che già lo stanno facendo da quando i rendimenti sono schizzati. Invece Il grasso ci sarebbe anche: €3,800 mld di ricchezza netta detenuta dal 10% delle famiglie (dati di bankitalia), il doppio del debito pubblico,dal quale si ricaverebbero €38 mld con un prelievo annuo e magari transitorio (fino a pareggio bilancio) dell’1% (ammetto aggressivo). Certo tecnicamente è difficile da realizzare, ma se fosse facile ci potrei stare io a palazzo Chigi o in via XX settembre!

  9. gio1960

    Una possibile soluzione ed immediata al contrasto all’ evasione fiscale potrebbe essere una semplice legge che obbliga tutti i professionisti notai, dentisti, architetti, avvocati, ecc ad avere un registratore di cassa come tutti gli esercizi commerciali.

  10. Anonimo

    Forse un aumento dell’età pensionabile è funzionale alla durata residua delle merci presenti sul mercato e, quindi positiva in termini di occupazione duratura del lavoro. Invece per le occupazioni maggiormente flessibili in termini di ore lavorate, la gestione della previdenza pubblica dovrebbe essere separata.

  11. Roberto A

    Certo che se le alternative sono la contromanovra della CGIL e quella di sbilanciamoci, per non parlare di quella del PD e di quella di IDV… perchè non fate delle analisi anche su queste alternative? La peggiore è quella di sbilanciamoci, totalmente sballata,riduce il deficit di 11 miliardi 55 milioni per il 2012,di 5 milioni per il 2013 e di 705 milioni per il 2014. Quella del PD è fatta di puntii non dettagliati ne quantificati, quella della CGIL è fatta praticamente solo di entrate, quella di IDV questa volta cerca di essere piu’ seria rispetto alla contromanovra bufala che avevano presentato a giugno del 2010 che non riduceva il deficit per il 2011 e 2012 di quanto richiesto dalla commissione, cosa che la manovra del governo faceva.

  12. Angelo

    Con questa manovra daranno il colpo di grazia ad ogni possibile speranza di crescita. Sì perchè una cosa di cui non si tiene conto, per quanto riguarda l’aumento dell’IVA, è il quasi certo aumento dei prezzi. Infatti così come avvenuto per il passaggio all’euro, per il meccanismo degli arrotondamenti, aumenteranno i prezzi, deprimento ulteriorimente un mercato fermo. Se poi avviene come è stato per l’euro per la mancanza di controlli e vigilanza di qualsiasi tipo il gioco è fatto. Se poi aumenteranno anche le aliquote del 4 e del 10% la frittata è fatta. Povera Italia, ma poveri noi.

  13. mauri

    L’ 11 gennaio (im)modestamente l’avevo previsto (vedasi commento all’articolo sulla voce “presumibilmente” in un comunicato del MEF) che tempo alcuni mesi avremmo assistito all’attacco dei mercati ai ns. titoli di Stato. Ora credo che, al di la’ dei numeri citati dal Prof. Boeri, sia troppo tardi per porre rimedio. Prendete in sintesi il bilancio dello Stato, fate le semplici analisi che fareste quando valutate un’azienda privata e ricaverete che, data la mancata crescita prevista, il debito non può essere ripagato se non con una patrimoniale. Cosa, come e quando colpirà è difficile prevederlo, ma è certo che arriva…

  14. Piero

    Oramai è chiaro che il debito pubblico dell’Italia non può essere pagato dagli italiani, parliamo di 2000 miliardi di euro che ogni anno se tutto va bene matura 100 miliardi di euro di interessi. Il politico serio deve dire come viene pagato tale debito, non penso che manovre come quella attuale sia in grado di incidere su tale ammontare, essa è stata fatta solo per andare avanti e garantirci l’aiuto europeo. Tale debito o viene ristrutturato, ciò ancora può essere una nostra scelta, o viene spalmato in Europa vedi eurobond e monetizzazione debito della bce, oppure usciamo noi dall’euro e ci riappropriamo della politica monetaria, non vedo altre vie d’uscita, a meno di diventare una regione della Germania e Francia.

  15. Roberto Fiacchi

    Boeri molto chiaro e convincente nella analisi e nelle considerazioni. Penso che il grande assente sia sempre un deciso recupero della evasione, o, meglio, l’intraprendere la giusta strada per l’ eliminazione delle tante possibilità di evasione. Inoltre manca l’introduzione di una patrimoniale almeno simile a quelle presenti in altri paesi nostri vicini. Tutto ciò evidenzia come alcuni piccoli gruppi di potere siano in grado di essere grandi e forti e riescano a far resistere i loro privilegi,anche per la debolezza e l’inesistenza di valori di riferimento in una classe politica obsoleta. Pertanto sono sempre più convinto che necessiti in primis una decisa azione di lotta da parte dei Sindacati per contrastare poteri che difendono i loro interessi. Ma, guarda caso, sta avendo successo una contemporanea azione di indebolimento della azione dei Sindacati mediante la loro divisione.Credo che sui risultati del confronto di questi diversi interessi sta il futuro del nostro Paese, come d’altra parte è già successo. Resta altresì, per me, come punto fermo, l’obiettivo comune di convergere tutti insieme verso lo sviluppo civile, economico e politico dell’intera Nazione.

  16. paolo crisafi

    Davvero, l’Italia è sull’orlo del baratro, il debito pubblico è una montagna, i mercati stanno sul chi vive per capire se continuare a darci fiducia, la manovra è depressiva. L’Ocse rivede al ribasso le stime di crescita. Ma, sono certissimo che l’Italia ce la farà, comunque. Anche arretrando, anche soffrendo, ce la farà. Spero che questa crisi serva a scuotere e a rigenerare questo Paese, a far emergere la sue energie migliori, a partire dalla classe dirigente. Abbiamo assistito a un brutto film nel quale l’Italia, crescendo poco, ha lasciato aumentare le ineguaglianze di reddito e ha ridotto le opportunità per i giovani. Nei prossimi dieci vent’anni, un’Italia-formica dovrà e potrà orgogliosamente mettersi al lavoro senza “grilli per la testa”. E quando l’inverno sarà finito, essa potrà essere soddisfatta di come sia riuscita a mettersi in salvo. E allora l’Italia potrà tornare anche a cantare, leggera come una cicala, ma con misura e dignità.

  17. Mario

    Finché non si procederà per mettere all’opera norme stringenti per combattere l’evasione fiscale (che fine hanno fatto le norme che prevede il rilascio delle ricevute fiscali dei barbieri, ecc.,ecc.)- attraverso anche il contrasto di interesse sulla deducibilità anche parziale delle ricevute fiscali-, finché non si farà un’attena e minuziosa revisione delle spese del Bilancio dello Stat, finché non si procederà per uniformare le normative previdenziali e le abolizioni dei privilegi delle “caste”, finché dietro l’euro ci saranno 17 stati nazionali e non si metteranno in opera normative per ostacolare la speculazione finanziaria internazionale c’è poco da illudersi.

  18. luca 1961

    Il commento quali-quantitativo sui numeri della manovra di Tito Boeri è chiarissimo. Un’altra manovra ci attende tra poco! Francamente, però, quello che più di una altra cosa mi spaventa è la navigazione a vista, la totale assenza di un progetto che dica in modo chiaro e semplice che cosa vogliamo fare di questo paese di qui a dieci-quindici anni.

  19. enzo

    Com’era facile aspettarsi ancora tasse per mantenere in piedi il baraccone e pochissimi tagli alla spesa. Fatto da un governo di destra può sembrare inverosimile:ma si tratta di un governo di destra italiano, o meglio all’italiana. Le regioni dovranno mantenere il pareggio di bilancio mentre ogni anno la spesa sanitaria è fuori controllo; la popolazione attiva è inchiodata al 30% e dovrà continuare a sostenere costi fiscali e previdenziali spropositati; i tagli alla politica inesistenti , e non mi riferisco a stipendi, prebende ecc. ma al cancro diffuso dell’occupazione di tutti i campi dell’economia pubblica di incompetenti e maneggioni; le imprese pubbliche fallimentari e i beni pubblici lasciati intatti e riservati al libero pascolo della casta. Reagiranno a tutto questo gli italiani? Ne dubito.

  20. Sergio Piccioli

    Più che di un commento si tratta di domanda: Dallo schema riepilogativo risulta che il totale delle misure correttive tra il 2011-14 sia di quasi 145 miliardi. Il governo, nella persona del ministro Romani, ha dichiarato che si tratta di 131 miliardi, cifra confermata dall’Ufficio Stampa del ministro (vedi lettera a Repubblica dell’8 settembre). A che cosa è dovuta questa differenza di 14 miliardi? Grazie SP

  21. giorgio anselmi

    Francamente a me fa cadere le braccia che si suggerisca una patrimoniale dopo che sono state indicate entrate quasi al 50% del PIL. E’ questa impostazione “alla cadorna” che ha depresso la crescita e indeblito la base industriale in questi ultimi 15 anni. E adesso la soluzione sarebbe un’intensifcazione di questa politica? Pazzia. Ma come credete che vedano i produttori di reddito uno Stato che non fa altro che minacciare accertamenti fiscali basati su parametri o redditometri? Secondo me è il sistema italia (tu fai finta di pagare le imposte, io di darti servizi) che non funziona più… (perchè il mondo è cambiato rispetto a 30 anni fa) e sta per crollare come l’Unione Sovietica. Ci vorrebbe una terapia choc come quella attuata nel 91/92 nell’Est Europa… ma chi licenzia 1,5 milioni di dipendenti pubblici? Auguri.

  22. Piero

    Se non verranno risolti strutturalmente i nodi del debito pubblico, il nostro paese diventerà una regione della Francia e della Germania, loro ci imporranno le manovre di bilancio, loro ci obbligheranno a cedere le nostre aziende pubbliche (vedi ENI), prenderanno le nostre riserve auree.. tutto ciò per rimanere in Europa? Non so se vale la pena, noi dobbiamo pensare all’Italia, quindi i nostri politici se vogliono essere rieletti ci devono rispondere con una strategia non di breve periodo ma di medio lungo periodo, le riforme da fare le conosciamo tutti:
    – arretramento dello stato nell’economia,
    – meno burocrazia per l’esercizio delle imprese,
    – far pagare le tasse a tutti,
    – rendere servizi pubblici produttivi,
    – risolvere il problema del debito pubblico.

  23. Cosimo Benini

    Il mix di interventi contenuto nell’ultimo aggiustamento è il frutto di un maldestro compromesso politico, basato su calcoli elettorali. Ben altri sono gli interventi necessari eppure a portata di mano e negati per codardia politica. Sul fronte della spesa le massime voci di costo sono sanità, pensioni e pubblico impiego: anche qui evitare qualunquismi e semplificazioni guelfoghibelline all’italiana.
    Sanità: centralizzare acquisti e forniture sul modello CONSIP ed estirpare la catena di corruzione che alligna nelle ASL. In seconda battuta rivedere l’istituzione ASL e scrivere una nuova riforma del sistema sanitario.
    Pensioni: separare previdenza e assistenza, anche dal punto di vista del soggetto pubblico erogatore. Eliminare le pensioni di anzianità tutte e subito, fatti i salvi i lavori usuranti e senza toccare le vedove e gli orfani.
    Pubblico impiego: di nuovo, niente qualunquismi. Distingure tra funzioni centrali (circa 400 mila persone, ministeri, agenzie fiscali ed enti di previdenza), sicurezza, esercito, sanità e scuola. Si ricordi che i dipendenti della sanità sono dipendenti degli enti locali.
    La CDP è da riformare. Va riscritto il T.U.E.L., eliminando la possibilità per gli enti locali di investire in strumenti finanziari. Occorre mobilitare il sistema bancario spostando l’asse della funzione di erogazione del credito (il fu ordinamento sezionale del credito insegna) sull’impresa, sfavorendo il mercato immobiliare speculativo, anche attraverso una apposita autority. L’antitrust deve cominciare a funzionare per davvero. Investire sulla rete ferroviaria merci. Rendere concorrenziale il sistema portuale italiano, scavalcato dai grandi porti del nord europa…mi fermo qui per carità di patria. Ma qualunque italiano di media intelligenza e preparazione universitaria saprebbe far di meglio di costoro…

  24. Falaschi Faustino

    Sembra che stiamo aspettanto solo il default della grecia. Le ultime news della sera le dimissioni del falco tedesco presentano questo scenario. Anche perchè il paese meno importante;è quello che cade prima— come gli americani con la loro Lehman Brothers anche L’Euro deve pagare un suo pegno alla crisi. Se in questo momento nel nostro governo esistesse qualche “cuor di leone” capirebbe che non ci siamo neanche con questo provveddimento, senza un pò di crescita ci avvitiamo precipitando. L’unica vera possibile salvezza per un paese che ha quasi 9.000 miliardi di risorse finanziare private è un prestito forzoso. Il banchiere Modiano da Lerner faceva questa proposta ( il 20% delle famiglie più ricche devolve il 4%del patrimonio secondo i suoi calcoli 200 miliardi abbattendo il debito .) Questa offerta pubblica darebbe ai mercati la fiducia per continuare a mantenere in portafoglio i nostri Bond e far ripartire un pò di crescita. Se invece continuano a tenere le riserve in accumolo patrimonio rischiano di veder scendere le risorse per deflazione come sta succedendo adesso. Qualcuno nel mondo capisce che è la sola via Soros ed altri lo dicono da tempo.

  25. Alessandro Bilotta

    Ma un governo non si può farlo dimettere per manifesta mediocrità? Quanti sono gli italiani cui va bene questo tipo di scelte, cui evidentemente fa riferimento questa maggioranza? Voi tempo fa avevate fatto una serie di eccellenti interventi di come fosse possibile intervenire in maniera efficace sugli sprechi del nostro stato per ridurne le spese senza effetti mortiferi sui redditi, cosa ne è rimasto di quelle idee? Sono ancora di attualità?

  26. GIOVANNI VERGERIO

    Come bene appare dall’analisi di Tito Boeri l’obiettivo del pareggio di bilancio al 2013 è basato prevalentemente sulle entrate e molte operazioni hanno esiti incerti. Per effetto di queste manovre si avrà un effetto recessivo tale da aumenterà la distanza dall’obiettivo. Ora il debito complessivo è di 2000 Miliardi: per ridurlo a valori sostenibili in tempi accettabili dal mercato serve non un pareggio ma un consistente avanzo di bilancio che può essere prodotto solo in due modi: un crescita elevata o una decisa riduzione dello stock di debito su cui pagare gli interessi. In questo momento la crescita è una chimera. La via maestra è una politica di riduzione dello stock attraverso una patrimoniale pesante sui patrimoni immobiliari e mobiliari sia in Italia che all’estero e una vendita di patrimonio pubblico con l’obiettivo di ridurre lo stock del 25% entro un anno. L’alternativa è aspettare qualche mese o forse qualche settimana e procedere alla ristrutturazione del debito con un effetto sulla quota in mano Italiana ben superiore ad una patrimoniale e ovviamente con l’uscita dall’euro.

  27. stefano monni

    La manovra appena approvata è secondo me criticabile sotto diversi e molteplici aspetti. Per prima cosa ritengo estremamente criticabile il percorso che ha portato questa manovra ad approvazione e che ha dimostrato l’inefficienza di una classe politica a gestire la crisi giustificata, da alcuni, con l’urgenza di provvedere come se una crisi del genere non fosse preventivabile ovvero conosciuta. L’altro aspetto che colpisce e indigna è che ancora una volta, quando si tratta di toccare le tasche degli italiani, ci si rivolge sempre agli stessi cioè quei soggetti che difficilmente possono evadere o addossare su altri il coste delle maggiori imposte. Il professor Boeri, che mi trova d’accordo, nell’articolo parla del taglio delle agevolazioni e delle detrazioni fiscali; oltre a questo intervento segnalerei però quello relativo all’aumento dell’IVA. E’ infatti risaputo che tale imposta, che non tiene conto della situazione di reddito del soggetto, colpisce maggiormente i redditi più bassi considerato che la propensione marginale al conusmo diminuisce con l’aumentare del reddito e del fatto che tale imposta viene totalmente scaricata sul consumatore finale.

  28. anna

    La degenerazione è tale per cui forse è meglio bere il calice fino in fondo, immunizzarsi e poi preparare il vaccino perchè la “malattia” sia debellata definitivamente

  29. Maurizio

    Mi fa sorridere pensare che tutto si possa risolvere dando addosso all’evasore, personaggio mitico del dipendente pubblico italiano che vuole conservare tutti i suoi diritti ma che vede nella mancata emissione della ricevuta da parte del barbiere la sintesi di tutti i mali italiani. Nessuno si chiede come farebbe a campare il barbiere che deve dare all’erario il 70% dei suoi incassi. Quando si parla di tagli agli sprechi nessuno pensa a licenziare i fannuloni (non è colpa loro se non fanno nulla poverini!) o a cacciare i dirigenti (non sono incentivati abbastanza) anzi si pensa a spese maggiori (incentivi ecc) per fargli fare ciò che già dovrebbero fare. Va bene stanare i grandi evasori ma bisogna rendersi conto che con questa pressioni fiscale molte attività sono di fatto impraticabili. Prego l’autore di procedere ad esporre un’ipotetico conto economico per evidenziare quanto dovrebbe incassare il barbiere per pagare tutte le tasse e portarsi a casa uno stipendio pari ad un dipendente pubblico medio.

  30. Nunu

    E se l’inconfessabile verità fosse che il sistema economico che si è contrapposto vittoriosamente e giustamente al comunismo sovietico stia morendo per carenza di nemici o eccesso di vittoria? Dagli anni ’50 in poi, tramite ricostruzione prima e guerra fredda poi, tutti i governi occidentali hanno investito massicciamente operando spesso politiche di deficit-spending. Boom economico, diffuso benessere e welfare generoso sono stati la conseguenza. Ora che non abbiamo più nemici all’altezza, gli investimenti di tipo keynesiano sono scomparsi a favore di ricette neo-liberiste che ricordano tanto quelle di Hoover e che portarono alla Grande Depressione, prima che Roosevelt iniziasse il new deal. Io credo che vada rivisto tutto il nostro sistema economico, introducendo concetti che sicuramente faranno inorridire i liberisti duri e puri, che però ripropongono ricette depressive e che aumentano le disegualgianze sociali. Esempi: redistribuzione degli utili d’impresa, conteggio delle esternalità nel PIL (effetti su ambiente, salute ecc.), obbligo di reinvestimento degli utili in azienda oltre un certo limite, differenziale limitato tra stipendio minimo e massimo.

  31. Angelo B.

    Ma secondo voi quali spese bisogna tagliare? Mi pare che il pubblico impiego abbia pagato fin troppo, anzi sia diventato quasi un capro espiatorio di tutti i mali. Per il resto, visto lo stato della cosa pubblica (ospedali, beni culturali, infrastrutture) mi pare che occorerebbero spese ben maggiori, non certo minori. A mio avviso l’unica voce su cui risparmiare sarebbe l’età pensionistica delle donne (vivono più a lungo e vanno in pensione prima…), oltre beninteso alla riduzione dei costi della politica (Berlusconi aveva promesso il dimezzamento dei componenti di tutti gli organi collegiali, pari a 55.000 persone, che fine ha fatto la proposta?). Quindi maggiori tasse sono inevitabili, e non solo per i grandi patrimoni (che in teoria sono già stati tassati in fase di costituzione) ma soprattutto per i grandi redditi, che sono il vero scandalo della società di oggi. Qualcuno aveva confrontato tempo fa il rapporto tra i redditi di Valletta e di un operaio FIAT nel dopoguerra e tra e queli di Marchionne e un operaio oggi. non ricordo le cifre ma ricordo bene la mia indignazione.

  32. ercer

    Non mi sorprende che uomini politici che passano più tempo in alcuni studi televisivi che alle camere esprimano proposte che evidenziano la loro superficialità e lontananza dal paese reale. Mi sorprende viceversa constatare come anche alcuni commentatori (giornalisti, economisti, politologi etc.) abbiano fatto loro lo stesso atteggiamento. Come si fa a riproporre quotidianamente il tema dell’innalzamento dell’età pensionabile come se fosse l’intervento prioritario per risanare l’Italia? Come si fa a non rendersi conto che il problema non è lavorare di più: il problema è avercelo il lavoro! Quale patto tra generazioni se a 50 anni è normale che un lavoratore venga invitato a lasciare l’azienda ed un giovane non riesce ad entrarvici? Lo sappiamo che da anni si perdono posti di lavoro e le previsioni per il futuro confermano il trend? Allora forse sarebbe meglio concentrarsi su interventi che non penalizzino i soliti noti e generino cassa per interventi sulla crescita, ad esempio: • tassa annuale sui grandi patrimoni • seria lotta all’evasione fiscale • anticipazione al 2012 dei costi standard per l’acquisto di beni e servizi per la pubblica amministrazione • lotta alla corruzione •

  33. Ruggero Gunale

    Gentile prof. Boeri, sarei proprio curioso di sapere se il Ministro Tremonti, gli uffici del MEF, gli Uffici studi di Camera e Senato hanno preso in debita considerazione l’impatto che l’aumento dell’IVA avrà non solo sul fronte delle maggiori entrate ma anche sul fronte delle maggiori uscite, in particolare quelle relative all’aumento delle liquidazioni di tutti i saldi relativi ai contratti in essere che la PA ha stipulato con fornitori e esecutori di servizi. L’aumento riguarda una serie di acquisti e prestazioni che incidono in maniera importante sui bilanci dei Ministeri e degli enti locali e sui quali gli stessi non hanno possibilità di recuperare l’Iva pagata. Si tratta, citandone solo alcuni, della manutenzione delle strade e degli uffici, delle opere di urbanizzazione in generale, del parco automezzi, delle aree verdi, della fornitura di energia elettrica agli uffici, la fornitura di servizi software e di telefonia, l’acquisto di attrezzatura informatica, mobili e arredi, carburante e gas per autotrazione e riscaldamento, cancelleria, le prestazioni professionali di architetti, ingegneri, consulenti e, in generale, tutti gli acquisti e i servizi cosiddetti generici.

  34. Simone C

    Volevo far notare che, avendo per curiosità provato a elaborare i dati forniti dall’autore, i saldi totali non corrispondono a quelli presentati in tabella, ma risultano sempre superiori…se non ho commesso un errore i punti sono due: o le categorie di spesa/entrate non sono mutuamente esclusive o c’è stato un errore in fase di compilazione della tabella.

  35. LUIGINO

    Tante cose tranne che il taglio della spesa alla politica , certo che riducendo i parlamentari del 30% e tagliando una parte dello stipendio di almeno un 50% non basterebbe sanare l’italia dai debiti che la politica ha fatto ma comunque sarebbe un bel segnale di coerenza e volonta di accettare sacrifici , il problema è che se si tagliano i stipendi ai politici , si portano le pensioni a cifre accettabili per l’opinione pubblica e mandiamo in pensione a 65 anni i politici come loro mandano noi che veramente lavoriamo no che facciamo finta come fanno loro , nessuno in Italia andrebbe al senato a fare i buffoni come tanti lo fanno ora essendo superpagati , che vergogna questa Italia , la nostra cara Italia rovinata da incapaci, un giorno si troveranno con le anime di chi è morto per fare l’italia e allora si che dovranno vergognarsi per l’eternita .

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