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PERCHÉ MAI UN CONDONO?

Il condono fiscale è la legittimazione di un atto illecito, è un premio per chi ha violato le leggi, è un gettare la spugna da parte dell’amministrazione, è una delegittimazione delle imposte come strumento democratico di finanziamento della cosa pubblica. Rappresenterebbe un’ulteriore perdita di reputazione per il nostro paese, cosa di cui non abbiamo proprio bisogno. Non è neppure detto che assicuri un gettito all’erario, né che aiuti i contribuenti in maggiore difficoltà.


Il condono fiscale è la legittimazione di un atto illecito, è un premio per chi ha violato le leggi, è un gettare la spugna da parte dell’amministrazione, è una delegittimazione delle imposte come strumento democratico di finanziamento della cosa pubblica. Rappresenterebbe un’ulteriore perdita di reputazione per il nostro paese. Cosa di cui non abbiamo proprio bisogno.
Non è neppure detto che il condono assicuri un gettito all’erario, né che aiuti i contribuenti in maggiore difficoltà.

IL CONDONO HA DEI COSTI

L’ipotesi di ricorrere a nuovi condoni è sostenuta con forza da rappresentanti di primo piano della maggioranza con la motivazione che potrebbero assicurare un gettito immediato in una situazione di grande difficoltà.
Il ragionamento, però, non tiene conto del fatto che un condono ha dei costi molto rilevanti per la collettività, come dimostra in modo chiaro l’esperienza della stagione dei condoni fortemente voluta da Giulio Tremonti nel 2002-03.

1) Costi operativi per l’amministrazione finanziaria

L’amministrazione finanziaria è stata pesantemente coinvolta nella preparazione e gestione dei  condoni del 2002-03, che hanno richiesto la predisposizione di circolari, risoluzioni, modulistica, tecniche di trasmissione dei dati, nonché l’assistenza ai contribuenti interessati (e ai loro consulenti). Tutte attività che hanno sottratto tempo all’azione di contrasto e prevenzione dell’evasione.
È stata costosa la svendita a basso prezzo dell’attività di accertamento pregressa condotta dall’amministrazione, operata con i provvedimenti di condono attraverso la cosiddetta “rottamazione dei ruoli”. È stata costosa l’invenzione di Tremonti del condono anonimo, un vero  inedito nel panorama internazionale. Col condono anonimo infatti, così come con i primi due scudi fiscali, il contribuente che aveva sanato la sua posizione poteva darne informazione all’amministrazione anche in una fase molto avanzata dell’accertamento, vanificando il lavoro da essa svolto sino a quel momento.

2) Costi per mancato recupero dell’evasione

Il recupero di gettito attraverso il contrasto all’evasione e il recupero di gettito attraverso il condono sono, come ovvio, in larga parte sostitutivi. Va allora ricordato che sulla scommessa di recuperare gettito con l’introduzione di nuove misure di lotta all’evasione fiscale (primo fra tutti il nuovo redditometro) questa maggioranza ha così tanto contato da utilizzarne i proventi attesi come strumento di copertura di parte delle minori entrate o maggiori spese previste nei propri provvedimenti. La Corte dei Conti ha certificato che il gettito atteso da misure di contrasto all’evasione per il quinquennio 2009-13 è stato indicato fra gli strumenti di copertura dei principali provvedimenti adottati nel biennio 2008-2010, per circa 37 miliardi complessivi.
Il decreto legge 138/2011 (la manovra di agosto) aggiunge a questi quasi 4 miliardi di entrate attese dalle nuove norme antievasione. L’approvazione di un condono vanificherebbe molte di queste attese. Il gettito del condono sarebbe quindi in tutto o in buona parte ipotecato per coprire il buco di bilancio che si verrebbe inevitabilmente a creare.

3) Costi per minore tax compliance

Quando all’“ultimo condono” se ne aggiungono altri, a distanza di poco tempo l’uno dall’altro, si generano aspettative di nuovi condoni nel futuro. Ciò alimenta la tendenza all’evasione. Anche in questo campo l’esperienza dei condoni 2002-03 è stata particolarmente drammatica: l’annuncio di un prossimo condono, dato quando i termini delle dichiarazioni erano ancora aperti, ha comportato una contestuale, tangibile, diminuzione della compliance.
Il ripetersi dei condoni può poi indurre a evadere anche contribuenti “onesti”, che si stancano di  vedere premiati comportamenti illegali.
Il condono è una manifestazione di debolezza dell’amministrazione tributaria e una dichiarazione esplicita del governo circa la propria incapacità a fare rispettare le norme tributarie. Questa perdita di credibilità allenta la deterrenza e favorisce quindi l’evasione fiscale, che fa calare il gettito.

IL GETTITO PREVEDIBILE È INFERIORE AL PASSATO

Rispetto alle esperienze del passato, ci sono ora almeno due ulteriori elementi da considerare nel valutare le attese di gettito di un eventuale condono.
In primo luogo, gli evasori che hanno portato all’estero, illegalmente, il frutto della loro evasione hanno già goduto del loro condono: lo scudo fiscale del 2009-10, che ha messo al sicuro da ogni accertamento redditi evasi per più di 100 miliardi. Un nuovo condono interesserebbe quindi solo quelli che hanno tenuto i capitali in Italia.
In secondo luogo, non è più possibile effettuare condoni che coinvolgano l’Iva. Il condono del 2002-03 è stato infatti condannato nel 2008 dalla Corte di giustizia, in quanto “rinuncia generale e indiscriminata al potere di verifica e rettifica da parte dell’amministrazione finanziaria”, in violazione di principi fondamentali dell’ordinamento comunitario, a difesa della concorrenza: la neutralità delle imposte e la non discriminazione nel trattamento fiscale.

BUONI CON GLI EVASORI, CATTIVI CON GLI ONESTI

Il condono è tanto più efficace quanto più è conveniente per l’evasore. E all’evasore, con i condoni del 2002-03, sono effettivamente stati fatti ponti d’oro. Si pensi alla già citata possibilità di ricorso alle dichiarazioni anonime, che evita all’evasore di palesarsi al fisco, assicurandogli la tranquillità di potere continuare a evadere negli anni successivi. Si pensi inoltre al fatto che, mentre nei condoni precedenti la controversia con il fisco si considerava estinta a condizione che il pagamento degli importi dovuti non versati e iscritti a ruolo venisse poi effettuato regolarmente, in base alla normativa del 2002, con il versamento della prima rata il condono risultava comunque definitivamente efficace. Ciò ha indotto molti soggetti a non versare gli importi dovuti dopo la prima rata. Ancora oggi sono più di quattro i miliardi che mancano all’appello per questa ragione.
Il condono si accompagna sempre a un inasprimento dei controlli su chi non vi aderisce. Nel 2002-03 la minaccia di controlli più severi è stata usata come ricatto per spingere all’adesione anche soggetti che non avevano evaso.
Il condono non è certo principalmente volto a sanare la difficile situazione in cui si trovano, in periodi di crisi, molti contribuenti marginali, da cui comunque otterrebbe poco in termini di gettito.
È dimostrato, infatti, che nel 2002-03 ad aderire ai condoni sono stati in misura relativamente maggiore le società di capitali, con più elevato volume d’affari, del Centro-Nord. Ciò è avvenuto anche per l’interesse dei manager a mettersi comunque al riparo dal rischio penale di possibili controlli.
Non ce n’è abbastanza per evitare al paese questo ennesimo “porcellum”?

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24 commenti

  1. lodovico antonini

    Penso che l’insistenza per il condono derivi dalla presa di coscienza che questa maggioranza e questo governo sono “alla frutta” e, quindi, occorre mettere le mai avanti, dando un segno tangibile agli elettori del Pdl e della Lega. “Noi vogliamo fare tutto il possibile per voi” sembra sottintendere la proposta. Se poi tutto finirà senza il condono, la colpa potrà essere sempre imputata ai soliti “comunisti” e all’opposizione “irresponsabile”.

  2. MADDALENA

    Io la vedo in modo diverso:il condono (in italia) non è la “legittimazione di un atto illecito”, o quantomeno non solo,l’italia è infatti per eccellenza il paese con le leggi e i regolamenti piu malscritti in assoluto.A certe regole non puoi stare, anche volendo! vi faccio un esempio stupido: avete presente i limiti imposti in autostrada in corrispondenza dei cantieri, quando vedi 110 Km/h, poi 90Km/h, poi 70Km/h ecc… provate a rispettare alla lettera i limiti imposti, rischiate di farvi tamponare dai TIR! Ma se c’è l’autovelox e la tua velocità rilevata è piu alta di quella indicata, prendi la multa! E allora che si fa? si rischia la pelle o si rischia la multa? ovviamente la seconda… ma per spirito di sopravvivenza! Uguale è per le tasse! Le aziende sono obbligate ad evadere, poichè il regime di tassazione è troppo alto, in piu, le entrate sono tutte reddito!le uscite?è no, quelle no, solo alcune, solo il 50%, solo l’imponibile! Soprattutto le piccole aziende, hanno margini così risicati da trovarsi nella situazione in cui i dipendenti riescono a fare una vita piu decorosa dei datori di lavoro, priva di rischi e di grattacapi. E se arriva l’agenzia delle entrate? EVASORE!

  3. Maurizio Sbrana da Lucca

    Ma siamo proprio certi che il condono verrebbe utilizzato per l’abbattimento (parzialissimo…)del debito pubblico, o più probabilmente il Governo pensa già che il pareggio di bilancio non verrà raggiunto, a motivo del perdurare della crisi, dell’aumento dei tassi sui titoli di stato e della diminuzione dell’incremento del PIL, tutte cose che porteranno maggiorazioni di deficit certe!

  4. HK

    E’ ben vero ciò che scrive Cecilia ed è ciò che di solito si dovrebbe pensare, tuttavia c’è un’altro rilevante aspetto che hanno già sperimentato i contribuenti onesti con i precedenti condoni. Infatti è praticamente obbligatorio richiedere il condono e pagare ulteriori imposte anche per i contribuenti che nulla hanno evaso (consiglio unanime di qualunque commercialista). Quindi per la stragrande platea dei contribuenti nelle regioni ad evasione minima esso rappresenta una forma di addizionale che assomiglia molto and una tangente di stampo mafioso imposta dallo stato.

  5. Pino

    Un condono fiscale sarebbe svuotare tutte le politiche di lotta all’evasione su cui ha puntato il nostro Ministro dell’Economia (costate tanti oneri alle imprese), un condono edilizio sarebbe il modo di ripresentare sotto la sua reale veste il piano casa già bocciato dai comuni, un condono contributivo sarebbe un autogol nel momento in cui l’Inps parla di lotta al lavoro sommerso, incrocio con le banche dati dell’AE, ecc..L’unico condono forse legittimo sarebbe quello patrimoniale in previsione della prospettata tassa, limitato solo ai beni intestati fittiziamente all’estero (però se non li ho fatti emergere con lo scudo fiscale perchè ora??)… Non si vedono le ragioni nè le possibilità che possa aver successo.. è solo una marchetta che viene pagata in previsione di prossime elezioni .. Che poi il condono possa essere scambiato con la nomina dell'”amico” a governatore della Banca d’Italia è una vergogna che speriamo il Presidente della Repubblica fermi.

  6. Ugo Pellegri

    Quando si parla di evasione fiscale sono sempre incerto tra due posizioni contrastanti. Per la prima non bisogna evadere perché lo Stato -inteso come insieme comprendente la classe politica, la burocrazia centrale e periferica- sostiene dei costi per fornirci dei servizi, nella più ampia accezione del termine, e quindi è giusto e doveroso che tutti vi contribuiscano, in maniera proporzionale al proprio reddito e con una progressività ragionevole; progressività che non è ragionevole nella realtà italiana Con la seconda vedo lo Stato che fa un pessimo uso dei soldi che ci preleva mensilmente, è il mio caso, dalle tasche, sprecando e distribuendo favori autoreferenziali a spese del contribuente. Quindi, per me, il vero problema è la colpevole inefficienza dello Stato che fornisce servizi spesso indecorosi a costi elevatissimi . Ha ragione l’autore, il condono è la legittimazione di un atto illecito fatto, purtroppo di uno Stato che merita molto poco.

  7. salvatore

    Cosa aspettarsi da una associazione a delinquere?  Detto da un magistrato in pensione davanti a 10.000 (almeno) persone a Milano, Arco della pace, sabato scorso. E’ stato dichiarato COLPEVOLE di un reato che al momento della sentenza era prescritto. Chiaro? O volete credere a Paniz e a Ruby nipote di Mubarak?

  8. Pirro

    L’attuale governo ha chiaramente negato di attuare il condono, in quanto vanificherebbe tutte le misure che sono state attuate per migliorare la riscossione, ricordiamoci il nuovo accertamento da redditometro, bancario, l’esecutività degli avvisi di accertamento ed altri provvedimenti. Cio’ e’ stato chiaramente detto sia da Bossi che da Berlusconi. I condoni in passato sono stati fatti sia dal centrodestra che dal centrosinistra, per l’incapacità dell’amministrazione alla riscossione delle imposte, oggi penso che con i mezzi a disposizione l’amministrazione non ha piu’ bisogno di sanatorie (ricordiamoci che sul punto abbiamo vincoli europei per le imposte indirette).

  9. Piero

    L’attuale governo ha chiaramente negato di attuare il condono, in quanto vanificherebbe tutte le misure che sono state attuate per migliorare la riscossione, ricordiamoci il nuovo accertamento da redditometro, bancario, l’esecutività degli avvisi di accertamento ed altri provvedimenti. Cio’ e’ stato chiaramente detto sia da Bossi che da Berlusconi. I condoni in passato sono stati fatti sia dal centrodestra che dal centrosinistra, per l’incapacità dell’amministrazione alla riscossione delle imposte, oggi penso che con i mezzi a disposizione l’amministrazione non ha piu’ bisogno di sanatorie (ricordiamoci che sul punto abbiamo vincoli europei per le imposte indirette).

  10. AM

    In linea di massima sono contro i condoni perchè psicologicamente portano ad aumentare l’evasione fiscale e l’abusivismo edilizio. Si pensa infatti che ci saranno sempre altri condoni. Ci si dimentica tuttavia che gli accertamenti del Fisco, specie per le imprese, hanno talora basi incerte e mettono in difficoltà anche chi non ha assolutamente inteso evadere le imposte dovute e dispone di pareri autorevoli. Orbene in questi casi i contribuenti, anche se convinti di non essere nel torto, optano per il condono pur di evitare il protrarsi del contenzioso che comporta elevati costi e incertezza. Pensano: meglio una sanzione certa anche per un innocente che una lunga, rischiosa e costosa diatriba con il Fisco.

  11. Riccardo

    … perché permette di incassare 1 mld di euro subito perdendo 10 mld di euro nei prossimi anni. Ottima mossa se avessero ragione i Maya ed il mondo finisse al 21/12/2012! Meglio forse ridurre gli adempimenti a carico delle imprese, e introducendo negli avvisi bonari la compensazione automatica di crediti e debiti, anziché richiedere i secondi con sanzioni. Introdurre anche la possibilità di compensazione delle imposte con i crediti vantati nei confronti della Pubblica amministrazione. Introdurre la possibilità di rateizzazione dei debiti tributari anche per l’IVA periodica e per il secondo acconto delle imposte a 12 mesi, per venire incontro alla carenza di liquidità.

  12. Luca Cigolini

    Questa tesi è funzionale all’autogiustificazione degli evasori, ma non è accettabile. Quasi tutti gli italiani, potendo, pagherebbero meno del dovuto sostenendo che le tasse loro imposte sono eccessive, frutto di leggi arruffate e impossibili da rispettare. Alcuni però, perché costretti, pagano tutto il dovuto fino in fondo; non solo i lavoratori dipendenti, anche alcune aziende che per vari motivi sono nell’impossibilità di evadere e quindi tartassate! Ne consegue che chi evade è a tutti gli effetti un fuorilegge, comunque tenti di giustificarsi. Il condono è quindi un ulteriore strumento posto nelle mani dei malfattori, su questo non ci può essere dubbio, purché si sappia ragionare e si sia un buona fede. A questo punto mi sembra doveroso chiedersi quanto siano innocenti i vari condoni e le norme che favoriscono l’evasione approvati da questo governo. Hanno condotto la campagna elettorale promettendo “meno tasse”, ma le hanno alzate sensibilmente: forse già allora intendevano “meno tasse (per gli evasori)”…

  13. Alberto

    La crescita è piatta e addirittura si profila una nuova recessione nel 2012, il progetto europeo è in grave difficoltà, Trichet si dice preoccupatissimo, la Grecia è sull’orlo del baratro, le banche e le imprese europee non sanno più come finanziarsi e questi cosa propongono? Un condono. Aveva ragione Berlusconi, questo governo vanta un record: è il peggiore degli ultimi 150 anni !

  14. giovanni

    Gentile Prof.ssa, il suo campo è scienze delle finanze ma non il diritto tributario e questo credo svuoti in parte le sue argomentazioni che in linea di principio approvo (non fa una grinza il suo ragionamento), però da operatore non condivido per i seguenti motivi (che ha già espresso AM ma lo completo, se mi posso permettere): 1) gli accertamenti dell’AE vengono annullati dalle commissioni tributarie di primo grado nei 40% dei casi. Ossia perseguitano chi già paga; 2) nel caso di appelli la percentuale aumenta fino al 60%; 3) il diritto tributario è praticamente privo di principi generali in quanto si preferisce la casistica, questo comporta che quando si devono applicare le norme ad una fattispecie non specificamente contemplata si è nell’incertezza più totale. Le faccio un esempio della sclerotizzazione del diritto tributario: Il conferimento d’azienda e la successiva cessione delle quote non è censurabile ai fini delle imposte dirette ai sensi dell’art. 176 comma 3 Dpr 917/917 ossia non è elusiva. Gli uffici dell’amministrazione che si occupano di imposta di registro ritengono che sia elusiva nell’imposta di registro! Ma le pare normale? Inolstre il Dl 223/2006 (visco bersani) imponeva all’amministrazione finanziaria di notificare la cartella esattoriale per gli omessi versamenti da condono entro il 31/12/2008 ossia dopo circa 5 anni dalla sanatoria. Considerato che i nominativi dei contribuenti inadempienti era noto c’è da chiedersi che cosa faceva chi era preposto ai controlli. Non crede? Non è un chiaro indice che qualcosa nella macchina amministrativa non funziona? Si fanno norme su norme ma se chi deve applicarle non le applica! O le applica male! Che facciamo il girotondo? Perchè non propone un modo di legiferare ai fini fiscali meno caotico (ossia teso a creare gettito) e più lineare ? la certezza del diritto ha un suo valore? Il condono 2002 – 2003 aveva senso se fosse stata attuata la legge delega proprio per sottolineare la nuova era (sfortunatamente mai nata)

  15. Massimo

    Leggo: Il condono fiscale è la legittimazione di un atto illecito, è un premio per chi ha violato le leggi… Non leggo oltre e mi chiedo: perché quello che facciamo noi è sempre giusto e quello che fanno gli altri è sempre sbagliato. La mia è una riflessione che dovremmo fare in tanto. A proposito del condono dico che sono giuste le parole che ho citato sopra, ma allora perché da molte parti si chiede il condono per chi sta già in carcere? Non hanno violato le leggi anche loro? Si dovrebbe stare sempre da una parte, quella del condono, o dall’altra, quella del non condono, nei confronti di tutti, indipendentemente dal fatto. Saluti

  16. AM

    Riallacciandomi al mio precedentemente intervento, segnalo che in Italia sta maturando un enorme contenzioso sul problema dei “transfer prices” a seguito della delocalizzazione all’estero anche da parte di molte MPI. Supponiamo che un’impresa italiana abbia creato assieme a un socio locale una controllata in Romania che produce semilavorati che poi vengono assemblati e la produzione è distribuita in Italia. I prezzi decisi e praticati per i semilavorati importati in Italia dalla Romania hanno effetti rilevanti sui profitti tassabili nei 2 paesi. Prezzi bassi penalizzano i profitti in Romania, scontentando il socio locale e il Fisco romeno, ma aumentano le imposte incassate dal Fisco italiano, mentre prezzi alti sono ben visti dal Fisco romeno, ma contestati da quello italiano che vede ridursi i propri introiti. Se non si arriva ad un accordo tra il Fisco romeno e quello italiano l’impresa italiana rischia di subire una doppia imposizione e il collasso. Oggi gli accertamenti fiscali in Italia spingono a far emergere gran parte del profitto in Italia al fine di aumentare le entrate tributarie, ma mancano accordi tra il Fisco italiano e quelli stranieri.

  17. Domenico Mannara

    A mio avviso il problema va risolto a monte.. pene severe (con detenzione e senza appelli) per chi viola le leggi.. Sappiamo tutti che il condono alimenta continui oltraggi per la società. Sappiamo che lo Stato non è in grado di contrastare l’evasione vuoi per mancanza di mezzi, vuoi per penuria di competenze, quindi per arginare il problema, banalmente occorre riunire le due Camere e firmare una legge ad hoc.

  18. AM

    Certamente le pene severe, ma se poi realmente applicate, servono, altrimenti sono come le grida manzoniane. Per mandare l’evasore in carcere senza farne una vittima di errori occorre che le leggi siano chiare in modo che il cittadino capisca inequivocabilmente quando si realizza la frode fiscale (es. falsa fatturazione) e si evidenzia la sua volontà di trasgressione. Occorre poi che il personale della PA e della GdF sia preparato e sia incline a dare chiarimenti e ad affrontare con ragionevolezza i casi dubbi evitando di vedere in ogni contribuente un probabile evasore così come il medico vede in ogni persona un potenziale malato e il PM un potenziale imputato.

  19. Pino

    Nessuno nega che gli accertamenti fiscali non sono sempre corretti e che sussistono problemi di rapporti internazionali tra la nostra Amministrazione finanziaria e le Amministrazioni degli altri Paesi, ma la soluzione è il condono? Il condono è semplice una smacchiatura temporanea sulle magagne passate, ma i problemi del Fisco italiano restato irrisolti per il futuro: giusto processo tributario, necessità di una maggiore professionalità dei funzionari dell’AF, una visione europea della lotta all’evasione (altrimenti intesto i miei beni a società europee e vi saluto società di comodo, CFC, beni in godimento ai soci, ecc,,), ecc. Pensare che tali giusti problemi possano essere risolti con il condono vuol dire dare ragione ai furbi che in questi giorni buttano in pasto ai giornali nomi grossi (che non fanno evasione come diceva AM) solo per dire vedi .. sono tutti uguali .. serve a tutti il condono perchè ti opponi?

  20. AM

    Le carceri sono stracolme e non si trasfeririscono i reclusi stranieri nelle carceri dei loro paesi di origine. La costruzione di nuove carceri richiede tempo (ma a Striscia se ne vedono di inutilizzate) e si chiede l’indulto. Le legislazione tributaria italiana è farraginosa e di incerta interpretazione, il fisco spara nel mucchio con il risultato di creare un enorme contenzioso. Si chiede quindi il condono. Indulti e condoni non risolvono i problemi. Nel migliore dei casi consentono di guadagnare un po’ di tempo, ma l’esperienza del passato ci insegna che i tempi guadagnati con questi discutibili espedienti non sono mai stati sfruttati per disegnare e implementare le necessarie riforme. Passati gli effetti transitori ci si accorge che ci si trova nella medesima condizione di prima. Rimangono i devastanti effetti psicologici: svaligio l’appartamento o non pago le tasse tanto presto ci sarà un nuovo indulto o un nuovo condono.

  21. Alessandro Savorana

    Gentile Professoressa, sono in linea con il suo pensiero. Un condono é una misura temporanea, non strutturale e profondamente ingiusta. Ho abbastanza esperienza per confermarle che ogni 10 anni, a partire dal primo del 1981/1982, puntualmente e sistemticamente sono stati varate misure di perdono fiscale. E’ sempre stato detto che era l’ultimo, ma così non é stato. Resta però che la nostra contorta e farraginosa legislazione fiscale non aiuta molti contribuenti ad adempiere all’obbligazione tributaria. Il moltiplicarsi degli avvisi di accertamento (che peraltro vedono soccombente l’AF per il 50% in primo grado), crea contenziosi lunghi e onerosi sia per lo Stato che per i contribuenti (forse qui un intervento sarebbe da valutare). Manca in sostanza una riforma strutturale del fisco domestico, basato su norme semplici e pragmatiche, fondata sull’ equità, e che ripristini la certezza del diritto, fondando sul leggittmo affidamento. Fino ad allora, la tentazione ai condoni sarà sempre nell’agenda della classe politica.

  22. giovanni

    Ritengo che il condono 2002 -2003 avesse un senso perchè volevano fare la riforma fiscale. Adesso sinceramente ha quel sapore che tutti denunciano : amaro. Come operatore voglio solo più certezze dalla norma che per un motivo o per l’altro si prestano a più interpretazioni (vedi supermarket delle sentenze di cassazione). Sono per pene severe ma se si deve lavorare queste norme sono come avere la licenza di mettere in galera chi vuoi (basta dare un’interpretazione credibile). Sul Fatto quotidiano c’è il giudice Tinti che si lamenta delle soglie di punibilità del DLgs 74/2000 perchè vorrebbe toglierle totalmente (così ho capito). Ma vi rendete conto? Basta un errore interpretativo o un contribuente sprovveduto e questo finisce in galera! Pertanto mi spavento e mi oppongo. Il problema fiscale non si risolve solo con rigore ma con un ripensamento generale della tassazione. Sono pro evasione?

  23. dvd

    Riscontro con piacere come i commenti siano anche e forse per lo più critici verso l’autore per problemi pratici e non etici. Il commento parte da un pilastro che è tutto da dimostrare, ossia :” la p.a. è efficentissima, non sbaglia mai, i p.m. sono altrettanto se non di più e meglio e la giustizia tributaria è inappuntabile per efficienza e preparazione”; ma Prof. chi vogliamo prendere in giro. Finiamola e ammettiamo che è proprio per questa totale “bolgia” ed “inefficienza pubblica” tutta Italica che forse c’è l’esigenza del condono una tantum; l’alternativa se ci pensa è dichiarare il popolo Italiano antropologicamente diverso (i media e alcuni politici ci stanno provando, ma ci sono gli indignados anche per questo). Perchè non ammettiamo l’evidente (anche la bce lo dice) e provvediamo. La parte “pubblica” italiana è da quarto mondo mentre l’economia, servizi e terziario è da paese sviluppato e i primi debbono “contrallare” i secondi (pensa un pò che cosa succede) unico caso nel modo moderno e simile solo a paesi forse come l’Iran, Marocco o giù di li!

  24. Daniele

    A mio modo di vedere le cose il condono, così come ogni altra iniziativa una tantum, è la mancanza di un piano di governo reale ed adeguata al sistema paese. Se è vero che per le famiglie l’orizzonte temporale delle pianificazioni raramente supera i 5 anni, e giusto l’acquisto dell’abitazione supera significativamente tale periodo, è vero che un progetto di lungo periodo deve fare da cornice ad uno di più breve durata. Ovvero non si può mandare a monte l’acquisto della propria casa perché in tale anno si decide di andare a fare delle vacanze che non ci si può permettere… In tale prospettiva, lo stato deve avere un piano da realizzare nell’arco di 50 o 100 anni ed ogni manovra effettuata per le esigenze immediate deve essere fatta mantenendo ben chiaro l’obbiettivo, non sarà sempre possibile fare grossi passi avanti, ma almeno mantenersi sulla direzione sì. Tornando al condono… Il costo che deve sostenere il paese è l’implicito incentivo all’evasione e lo stimolo nei molti di poterne nuovamente beneficiare anche in futuro. Ovvero vanifica la spesa nella lotta all’evasione e nella giustizia tributaria, portando ad un aumento dei futili ricorsi promossi per “temporeggiare”.

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