Dopo due decenni di stallo, tra il 2001 e il 2011 la popolazione italiana ha ripreso a crescere, grazie all’arrivo degli immigrati o ai nuovi nati figli di immigrati. Lo certificano i dati del censimento divulgati dall’Istat.
In quali aree del paese sono affluiti o sono nati (nel periodo 2001-2011) questi cittadini stranieri? Come mostra la nostra elaborazione dei dati Istat, prevalentemente nelle regioni del Nord, dove i nuovi stranieri arrivati o nati rappresentano tra il 5,5 e il 6 per cento della popolazione residente a fine 2011. E contribuiscono in maniera significativa allo sviluppo economico di queste aree.
Elaborazione lavoce.info a cura di Isabella Rota Baldini e Filippo Teoldi su dati Istat
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Luca D'Amico
Quindi? Gli italiani, adesso, oltre a non voler lavorare, oltre a non saper lavorare, oltre ad essere dei fannulloni – e quindi c’è bisogno di immigrazione in massa – non sono in grado neanche di procreare?
luis
Io abito nel nord-nord. Recentemente nel mio condominio sono giunte due famiglie moldave. Gente laboriosa, felice di essere in Italia, hanno bambini bellissimi, biondi con occhi azzurri come il cielo, educati ed intelligenti. Guardano al futuro con fiducia ed ottimismo, tra di loro c’è grande solidarietà ed unione, spendono e consumano, pur nei limiti della loro condizione economica. Beh, penso che siano un ottimo stimolo per noi “stanchi ed insoddisfatti” italiani.
Claudio Di Blasi
Immigrazione significa anche:
a) comuni di 10.000 abitanti che si ritrovano sul plesso scolastico bambini di 15 (quindici) nazionalità e lingue diverse, e con una scarsa conoscenza della lingua italiana;
b) settori, come quello edile, dove gran parte degli espulsi dal mercato del lavoro sono immigrati con scarse probabilità di conversione.
Se l’impatto dell’immigrazione non è sostenuta da risorse per il welfare, la deriva xenofoba sta nei fatti.
Alberto Lusiani
In termini di PIL pro-capite, il parametro più indicativo di benessere, sono cresciute più le regioni del Nord Italia con molta immigrazione o quelle del Sud Italia con meno immigrazione? Certo l’immigrazione non è l’unico parametro che influenza la crescita del PIL pro-capite, ma andrebbe quantomeno considerato che Germania, Francia ed Inghilterra sono cresciute economicamente molto più dell’Italia pur avendo la Germania immigrazione netta circa uguale a zero, e Francia e Inghilterra immigrazione netta pari a circa 1/3 dell’Italia.
AM
Non perdiamo di vista la realtà. Il welfare (poco o tanto che sia) che abbiamo in Italia è disponibile anche per gli immigrati. Anche i clandestini (e persino i malavitosi feriti negli scontri a fuoco con le forze dell’ordine) possono avvalersi della nostra sanità attraverso il pronto soccorso. Mi auguro che un eccesso di buonismo non ci induca ad offrire agli immigrati un welfare superiore di quello a disposizione degli italiani. Ricordiamo che per uno straniero rimasto senza lavoro in Italia resta sempre la possibilità del rimpatrio che gli consente almeno di sfamarsi ed avere un tetto. E’ noto infatti che buona parte degli immigrati presenti in Italia possiede proprietà immobiliari nei paesi di origine, pur se non compila il Modello RW nella dicharazione dei redditi come previsto per tutti i residenti dalla nostra normativa fiscale.
Luca Forte
Lavoro al centro di Napoli e negli utlimi 10 anni c’è stata una visibile esplosione della popolazione immigrata in città, immigrati che nelle condizioni attuali non possono fare altro che chiedere l’elemosina. Credo che questa popolazione di immigrati sia in gran parte irregolare, in quanto gli immigrati che possono lavorare regolarmente (e quindi con permesso) scelgono naturalmente i Centro-Nord. Per il Sud gli immigrati potrebbero rappresentare una speranza, viste le terribili previsioni dell’Istat al 2050 che tracciano un percorso di definitivo declino demografico-produttivo del Mezzogiorno.
marco
Gira la tesi che l’immigrazione sia una risorsa che aumenta la nostra ricchezza, ma a giudicare dall’andamento del Pil degli ultimi anni non mi pare proprio, Non c’è proprio nessuna correlazione fra arrivo in massa di immigrati nell’ultimo decennio e declino del nostro Pil rispetto agli altri paesi? Forse bisognerebbe indagare più seriamente ad esempio su quanto venga danneggiata la nostra economia dalla grande disponibilità di manodopera clandestina e a bassissimo costo.Lasciamo a casa lavoratori italiani regolari e che pagano le tasse per favorire i clandestini? Non mi sembra un gran vantaggio. Qualcuno ha studiato seriamente la questione?
stefano delbene
Trovo veramente sorprendente che su “la voce”, che ritengo, al di la delle possibili differenze di opinione, una testata seria e rigorosa, vedere certi commenti degni della “Padania”. Viene da pensare che, forse, questo argomento riesca più di altri a risvegliare i nostri più recessi istinti bestiali….
jean
È noto che gli esseri umani si spostano scegliendo paesi e regioni, in base alle loro conoscenze (effetto richiamo) ma sopratutto la dove il benessere é maggiore, tuttavia lo scopo principale di tanti, non consiste nello scambio-arricchimento culturale (genere d´immigrazione che caratterizza la realtà italiana), ma sarebbe più proiettato verso il guadagno veloce, in vista di un eventuale rientro in patria, con la realizzazione di un affare o un bene immobiliare come massimo incoronamento alla propria aventura migratoria, svuotando in questo modo sia le resorse sia la cultura del paese d´arrivo !
Roby
Basta farsi un giro per l’italia, senza nemmeno guardare le statistiche. Al nord ci sono comuni che hanno tassi molto più elevati di immigrati. Non è una novità, giù di lavoro non ce n’è per nessuno. Serviva tanta manovalanza, dicevano imprenditori e politici. Gli immigrati li hanno fatti venir qua perché gli italiani certi lavori non li volevano più fare, così almeno scrivevano sui giornali non troppi anni fa e in molti casi non si puo’ dire che non sia vero.
nello
Mi permetto di rifare la Domanda: MA DOVE VANNO GLI ITALIANI ? Mi faccio questa domanda perché nel contesto in cui io vivo, credo che ci sia qualcosa che non va, in giro vedo solo immigrati di tutto il mondo, mi sembra una forzatura che mi porta a domandarmi, ma gli Italiani dove sono?
marcello
Credo sia ormai giunta l’ora di differenziare gli immigrati e le politiche di accoglienza in quanto vi è una differenza enorme tra immigrato e immigrato e di problemi connessi. Possiamo infatti distinguere gli immigrati dai paesi del nord (dalla Romania alla Russia, Ucraina, Polonia, Moldavia, ecc.) o dal Sud America, rispetto a quelli provenienti dal Marocco e paesi limitrofi (Magreb), dai paesi Islamici e MedioOrientali, da quelli Indocinesi, Cinesi, ecc. Se su alcuni è facile l’integrazione o l’interazione con altri sono evidenti le difficoltà che si generano e non parlo solo di difficoltà di comprensione linguistica ma anche e specialmente nei diversi obiettivi che le diverse persone portano con sè nel fare il viaggio verso l'”Europa”. Senza pregiudizi o “buonismi” di maniera ritengo proprio sia giunta l’ora di una svolta nella politica dell’accoglienza che va prevista e concertata uniformemente in Europa anche sfruttando le diverse esperienze da comunità a comunità e pensando alle generazioni che verranno.
AM
Mio figlio ha sposato un’immigrata, accolta da noi come una figlia. Mia nuora ha ereditato proprietà immobiliari, che sono state da lei tempestivamente dichiarate nel Quadro RW. In tale occasione ha contattato funzionari del Fisco per chiarimenti sulla compilazione e nei colloqui ha avuto l’impressione che ben pochi immigrati dichiarano i loro beni all’estero. Tutto qui; lasciamo perdere la capanna in Senegal e l’attico ai Parioli! Infine vorrei aggiungere che in Italia non vi è diffuso razzismo. Si dovrebbe semmai parlare di xenofobia, che è cosa diversa e che è un sentimento purtroppo diffuso non solo in Europa, ma anche in Africa e Asia dove anche nostri concittadini ne sono state vittime.
Alberto Confetti
La popolazione è aumentata grazie o a causa della presenza massiccia di immigrati? Dipende ovviamente da come si considera il fenomeno, legato alla condizione socioeconomica italiana attuale.