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LA FUGA DI CAPITALI NEI CONTI DELLA BANCA D’ITALIA

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Hanno suscitato una discreta eco alcuni interessanti articoli pubblicati da lavoce.info, in particolar modo il contributo di Ragazzi, sui bilanci della Bce e delle banche centrali nazionali appartenenti all’Eurosistema, in particolar modo . (1) Vorrei qui ampliare il dibattito sull’analisi delle recenti dinamiche che caratterizzano i bilanci delle banche centrali, gettando uno sguardo particolare sulle passività della Banca d’Italia verso l’Eurosistema. La logica è che questa posta di bilancio potrebbe contenere informazioni utili su come gli investitori stanno percependo i recenti sviluppi economici nel nostro paese.

TUTTI I DEBITI DELLA BANCA D’ITALIA

Sacrificando la precisione sull’altare della sintesi, l’intuizione di quanto vado dicendo è la seguente. Supponiamo che il denaro, tramite il sistema bancario, venga spostato dall’Italia alla Germania. In condizioni economiche e di fiducia normali, la banca tedesca accetta di inserire nel suo attivo il credito nei confronti della banca italiana e il movimento di denaro viene quindi compensato all’interno del mercato interbancario europeo. Tuttavia, recentemente, questi movimenti stanno sempre più frequentemente chiamando in causa le rispettive banche centrali nazionali. Continuando con l’esempio, la banca tedesca potrebbe non voler prestare denaro alla banca italiana e allora la compensazione deve avvenire tramite le rispettive banche centrali che sono le banche delle banche e sono preposte a mantenere efficiente e fluido il sistema dei pagamenti. (2) Ecco dunque che quando il denaro si sposta dall’Italia alla Germania, la Banca d’Italia diventa debitrice nei confronti della Bundesbank. Dato poi che nel cosiddetto “Eurosistema” (l’insieme delle banche centrali nazionali più la Bce) tutte le banche centrali nazionali europee sono sotto il cappello della Bce, allora quest’ultima accentra tutti i debiti/crediti in modo che ogni banca centrale nazionale risulta in debito (o credito) esclusivamente nei suoi confronti. Insomma, leggendo i bilanci della Banca d’Italia si può ricavare qualche indizio su qual è il grado di fiducia dei risparmiatori circa la situazione economica che si verrà a determinare in Italia nel prossimo futuro: solidità del sistema bancario, livello di imposizione fiscale, prospettive di guadagnare/lavorare, e così via.
Ora, se è vero che il flusso di denaro in uscita – e il conseguente indebitamento della Banca d’Italia verso l’Eurosistema – dipende anche dall’acquisto di beni/servizi esteri da parte degli italiani al netto delle nostre esportazioni, la recente escalation che si osserva nei numeri di seguito riportati mi sembra difficilmente spiegabile col solo saldo della bilancia corrente. (3) Altrimenti detto, lo squilibrio della bilancia corrente provoca certamente deflussi di denaro, ma sono il suo persistere e anzi, rectius, sono le cause a monte della sua persistenza (scarsa competitività, inefficienza/costo della burocrazia) che stanno producendo sfiducia nel futuro dell’Italia. Di qui una fuga di denaro ancora più grande – e questo è il punto – di quella giustificata dal solo deficit della bilancia corrente. La tabella 1 dovrebbe essere esplicativa del concetto.

Come si vede agevolmente dalla tabella, mentre negli anni precedenti i saldi debitori erano più o meno stabili se non in calo, durante l’estate scorsa il debito della Banca d’Italia nei confronti dell’Eurosistema ha iniziato a gonfiarsi in modo a dir poco sorprendente. A luglio ha superato le consistenze degli anni precedenti, poi ha raggiunto e superato i 100 miliardi di euro. A marzo di quest’anno siamo arrivati a 274 miliardi di passivo, con un balzo mensile di 75 miliardi di euro. Evidentemente è molto difficile quantificare l’impatto su questa posta dello squilibrio della bilancia con l’estero. Tuttavia, sembra altrettanto probabile che dietro a queste cifre ci siano anche repentini e crescenti spostamenti di capitali che, per via di quanto ci aspetta nei prossimi anni, dall’Italia cercano rifugio oltreconfine.

(1) Si vedano gli articoli pubblicati su lavoce.info il 13.3.2012 e il 30.3.2012.
(2)
Maggiori dettagli si possono trovare nel sito della Bce.
(3) Comprende la bilancia delle merci, dei servizi (trasporti, viaggi all’estero, telecomunicazioni, assicurazioni, servizi finanziari, ecc.) e dei trasferimenti correnti (trasferimenti governativi, rimesse degli emigranti, eccetera).  

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  1. Marco

    Questo ragionamento vale soltanto a parità di attivi della Banca d’Italia negli anni in questione? Mi verrebbe da dire che, nel caso l’aumento delle passività verso BC vada di pari passo con l’aumento del totale di bilancio non si è in presennza di una “redistribuzione” del passivo ma semplicemente del finanziamento di nuovo attivo. E’ corretto?

    • La redazione

      Se ho capito bene la tua domanda la mia risposta è no: i numeri del passivo (quelli della tabella) sono a prescindere da quelli dell’attivo.

  2. andrea

    Credo che quanto descrivete nell’articolo sia poi quanto Visco tratteggiava più recentemente nelle Considerazioni Finali: negli ultimi 7-8 mesi del 2011 sono usciti dal sistema bancario italiano 100 miliardi di depositi/investimenti di NON residenti. Dico giusto? Quello che mi preoccupa è la recrudescenza del fenomeno ad un tasso ancor più alto a marzo 2012 pur dopo i 2 LTRO di Bce e le elezioni in Italia e Spagna. Guardando a questi dati non mi è difficile capire perchè la nostra finanza europea vada a rotoli ma sarei curioso di sapere se tutti questi movimenti hanno preso la via della Germania o extra-europa. A questi punti sarei più ben disposto a sperare nella destinazione tedesca.

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