Il risultato ottenuto dal governo italiano sul meccanismo anti-spread è più apparente che reale: lo Esm continuerà a operare secondo le regole già previste. La Bce è il vero vincitore della partita giocata al vertice di Bruxelles: ottiene la supervisione bancaria ed evita qualsiasi coinvolgimento nel meccanismo anti-spread. L’intervento diretto dello Esm nel capitale delle banche ci sarà, ma la Spagna dovrà attendere per poterlo usare.
Le conclusioni del vertice del 28-29 giugno prevedono, per quanto riguarda i meccanismi di stabilizzazione finanziaria nella zona euro, quanto segue:
1) La supervisione sulle banche passerà dalle autorità nazionali alla Banca Centrale Europea.
2) Solo dopo che tale trasferimento di sovranità sarà attuato, il Fondo europeo di stabilità finanziaria (Esm) potrà intervenire direttamente nelle operazioni di salvataggio e ricapitalizzazione delle banche. Questa procedura si baserà su un’appropriata condizionalità
che sarà formalizzata in un memorandum d’intesa.
3) Il fondo europeo Esm potrà intervenire sul mercato dei titoli di stato per stabilizzarne i rendimenti, a patto che i paesi interessati rispettino le raccomandazioni specifiche per paese e gli altri impegni, tra cui i rispettivi calendari, nell’ambito del semestre europeo, del patto di stabilità e crescita e delle procedure per gli squilibri eccessivi. Tali condizioni dovranno figurare in un memorandum d’intesa.
DUE NOVITÀ SOSTANZIALI
I primi due punti rappresentano vere novità, di cui forse si potranno già avvalere Spagna e Irlanda per gestire le rispettive crisi bancarie. Il terzo punto, meglio noto come meccanismo anti-spread, non comporta invece nessun sostanziale passo avanti, essendo già tutto previsto nello Statuto dello Esm: l’Italia quindi porta a casa ben poco.
Il trasferimento della supervisione bancaria alla Bce è un tassello importante del cammino verso la unione bancaria. Potrà essere effettuato in tempi relativamente rapidi per gli standard europei. Si potrà infatti sfruttare un articolo (127) del Trattato Ue, che dà al Consiglio europeo il potere di conferire poteri di supervisione bancaria alla Bce, previa consultazione della Commissione e del Parlamento europeo. Dovrebbe essere un iter più veloce di quello previsto per gli altri tasselli dell’unione bancaria: assicurazione europea dei depositi e fondo europeo per la gestione delle crisi bancarie. Questi altri elementi, se mai vedranno la luce, dovranno passare per il solito rito delle proposte formulate dalla Commissione e successiva approvazione del Consiglio e del Parlamento: un processo che può richiedere anni, come è stato per la recente proposta di direttiva in materia (che abbiamo già avuto modo di commentare).
L’intervento diretto dello Esm nelle operazioni di ricapitalizzazione delle banche in crisi ha un duplice vantaggio: 1) evita che il passaggio dei fondi europei tramite il governo nazionale del paese interessato faccia salire il debito pubblico di quel paese; 2) consente allo Esm di porre precise condizioni alle banche interessate per l’accesso ai fondi europei. La speranza è che per questa via l’accesso ai fondi sia condizionato all’imposizione di costi ai quei soggetti che hanno deciso di incorrere in rischi elevati facendo affidamento sul salvataggio pubblico: manager, azionisti, creditori (esclusi i depositanti al dettaglio).
GERMANIA VS ITALIA
La Germania ha però ottenuto che questo accesso diretto ai fondi dello Esm possa avvenire solo dopo che sarà entrata in vigore la supervisione da parte della Bce, in omaggio al principio più volte ribadito dalla cancelliera Merkel: prima si trasferisce la sovranità, poi si ha accesso alle risorse comuni. Di conseguenza, l’operazione in corso a favore della banche spagnole avverrà secondo le regole attuali, cioè passando per il governo spagnolo, salvo aggiustamenti successivi. La Spagna ha però ottenuto quello che voleva, cioè che lo Esm non sia creditore privilegiato: la seniority dello Esm avrebbe fatto salire il rendimento dei titoli di stato spagnoli.
Chi ha ottenuto di meno è stata l’Italia, nonostante lo sforzo diplomatico del nostro premier. Il nostro governo era partito con lidea che l’Esm dovesse essere dotato della flessibilità e delle risorse necessarie per intervenire sul mercato dei titoli di stato, al fine di stabilizzare i famosi spread per quei paesi che, come l’Italia, sono in regola con gli accordi europei relativi ai piani di aggiustamento fiscale. Questo comporterebbe che l’Esm possa finanziarsi presso la Bce e possa agire al di fuori della normale procedura di richiesta di aiuto da parte di un governo e successiva firma di un Memorandum, con relativo monitoraggio della Troika. Viceversa, il risultato del vertice prevede proprio che per usufruire dell’intervento dello Esm, anche nella forma di acquisto di titoli sul mercato, si passi tramite la solita trattativa che porti alla firma del Memorandum: quindi non c’è nulla di più di quanto già previsto dallo statuto dello Esm. In parole povere, sul meccanismo anti-spread la signora Merkel non ha concesso nulla.
AND THE WINNER IS…
Il vero vincitore della partita è la Bce, o meglio la Bundesbank. Da un lato, la Bce ottiene la supervisione bancaria, che le consente di estendere il suo ruolo istituzionale. Dall’altro, riesce ad evitare che le sia conferito il ruolo di prestatore di ultima istanza nei confronti degli stati della zona euro, ruolo sempre fortemente osteggiato dalla banca centrale tedesca, che ha sempre rumoreggiato contro il Securities Market Program della Bce, fino ad ottenere che fosse abbandonato.
Questo atteggiamento della banca centrale rappresenta un ostacolo formidabile verso l’unico meccanismo anti-spread veramente efficace: la fissazione di un target sugli spread da parte della Bce, con l’impegno ad intervenire sul mercato per farlo rispettare. La banca centrale è l’unica istituzione dotata delle risorse e della flessibilità per mettere un freno agli spread. Tale compito rientra nella sua responsabilità di assicurare condizioni monetarie uniformi nell’area euro. Il problema dell’azzardo morale può essere risolto rendendo gli interventi condizionali al rispetto degli impegni presi dai governi nell’ambito del fiscal compact e del semestre europeo. Gli interventi non avrebbero necessariamente un impatto inflazionistico: la base monetaria creata non si tradurrebbe automaticamente in un aumento della moneta, e potrebbe essere ritirata successivamente; in ogni caso l’inflazione non è certo il problema più urgente dellEuropa in questo momento storico.
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Piero
Basta! La situazione di rappresentare falsamente la verità ha superato ogni limite, Monti non e’ piu’ affidabile per gli italiani, si ritorni ad un governo politico anche con gli attuali parlamentari, altrimenti si vada a votare subito che tra i cittadini si troverà sicuramente qualcuno che alzi veramente la voce in Europa.
Alessandro Pagliara
Gentile Prof. Baglioni, la gravità in quello che ci scrive (e che ci apre gli occhi), e che mentre nella partita di calcio, alla fine dei 90 minuti conoscevamo tutti e senza la necessità di un esperto il risultato, qui i TG televisivi, radiofonici, gli on-line (tranne lavoce) e la stampa… ha definito il vertice un SUCCESSO italiano… mi ero convinto che ESM da lunedì riportava gli spread ad un livello normale (250 sui tedeschi)…grazie a Lei e a La Voce sò già che lunedì ci sarà di nuovo una bella picchiata (al massimo martedì o mercoledì). Insomma l’informazione è controllata o sono tutti degli stupidi – vedi 8 e mezzo oggi 29/06 su la7 dove mancava solo il santino Monti da baciare?
maurizio
E’ probabile che i risultati ottenuti nella riunione del 28/6 siano deboli e che i tempi della loro applicazione lunghi. E’ probabile che in Italia vi sia certamente qualcuno capace di alzare la voce in Europa, come dice il primo commento. Riproporre il governo precedente scappato per palese incapacità, gli altri partiti nascosti dietro all’attuale esecutivo, sempre per incapacità, come se fossero un male minore, non farebbe che riportarci nella totale mancanza di idee e progetti. Personalmente non credo nei grandi cambiamenti, nei rapidi cambiamenti, nei politici che alzano la voce e la coloriscono di aggettivi. Credo maggiormente in un impegno fatto di passi piccoli ma necessari, che tengano conto della complessità e dei limiti del sistema europa, che nascano dalla ricerca di un equilibrio che permetta poi di raggiungere quella necessaria unità fiscale e politica che solamente può aiutarci ad uscire dalla crisi, ma anche aiutarci a perdere per strada i facili urlatori di soluzioni. Maurizio Poli
Silvia Merler
Per la verità il punto 3 non è già tutto scritto nel trattato ESM. La novità rispetto al trattato sta nel fatto che sembra aprire la strada ad un intervento senza condizionalità addizionale rispetto agli impegni presi dal Paese nel normale iter europeo. Questo è importante perché l’alternativa come sappiamo sarebbe probabilmente un full EU/IMF come sappiamo da precedenti esperienze. Credo che avrebbe dovuto dirlo perché si tratta di un dettaglio importante.
Fabio Lazzari
Lo diceva mia nonna, piuttosto che niente, meglio piuttosto. Come si fa a voler tornare indietro ? Senza Monti non si sarebbe ottenuto nulla, nemmeno un semplice ammorbidimento che rimanda al 9 un po’ tutti i dettagli. E la Spagna appoggiando la nostra linea (insieme ad Hollande) ha ottenuto per prima i soldi. Un passo alla volta. Con i politici attuali saremmo lì a discutere a porta a porta con un plastico di Bruxelles
michele
Tutti i media hanno cavallcato i comunicati montiani, perchè di questo in realtà si tratta. E hanno associato i due Mario nella vittoria. Se si legge il documento finale UE, non si può che concordare in gran parte con Bagloni. Oltretutto, c’è nelle dichiarazione del governo, da Brussels ma anche in Italia, il ritorno della politica degli annunci, delle ambiguità, persino deglia artifici contabili. A me, difatti, pare tale il far sì che gli aiuti alle banche si possano configurare formalemente come cosa diversa da quelli agli stati, e dunque non appesantiscano il debito. Sempre soldi pubblici sono, e se van a rafforzare il patrimonio delle banche o a ridurne i debiti (in gran parte dovuti all’esposizione in titoli di stato) non andran altrove, mettendo in crisi lil governo su altri forti (ad esempio, lo sviluppo). Del resto, oltretutto, le risorse comuni per render concrete queste operazioni ancora non si sa ne quante saranno ne chi le mette: cosa che sarà oggetto di duro confronto, credo. Resta il problema della cessione di sovranità su ben altri elementi che non la sorveglianza della BCE. Insomma: l’unico che ha vinto, ma non ancora del tutto, è Balotelli
andreag
l’articolo 3 delle dichiarazioni del vertice del 296 dice:affermiamo il nostro impegno a compiere quanto necessario per assicurare la stabilità finanziaria della zona euro, in particolare facendo ricorso, in modo flessibile ed efficace agli strumenti Essfs/Esm, al fine di stabilizzare i mercati degli stati membri che rispettino eccetera. La BCE ha convenuto di fungere da agente per conto di esfsesm nel condurre operazioni di mercato in modo effettivo e efficace. Insomma, aspettiamo il vertice dell’eurogruppo del 9 luglio e vediamo in che modo la locuzione Flessibile ed efficace sarà concretizzata.
Rick
Beh alcune novità dovrebbero esserci. L’Imf è escluso dal meccanismo di controllo (niente troika, ma solo Bce + commissione). Il memorandum di intesa dovrebbe riguardare un controllo del rispetto di specifici parametri di bilancio, e non il modo con cui un paese dovrebbe rispettare tali parametri. Non è una differenza da poco perchè nel secondo caso (quello greco) la troika ha il potere di decidere la policy con cui attuare un dato target, nel primo il paese ha libertà di decidere come arrivare al pareggio di bilancio (e noi l’abbiamo più o meno raggiunto). Dove sbaglio?….
Piero
La copertura del fondo avviene con le % di partecipazione al capitale della Bce, per l’Italia abbiamo il 17,9%, per concedere la garanzia, in base all’art.17 comma secondo del DL 78/2010 occorre un decreto del ministro dell’economia, senza passare in parlamento, pertanto in base all’accordo di Monti, presterà la garanzia con la sua firma impegnando l’Italia per aiutare le banche spagnole (100mldx17,9%=17,9mld) e per gli altri paesi che chiederanno aiuto, Monti ha altresì affermato che l’Italia non avrà mai bisogno del fondo perché riesce a farcela da sola, Monti ha riportato a casa un accordo che prevede solo uscite per l’Italia, che in questo particolare momento ha bisogno dell’aiuto europeo non come sussidio ma bensì come aiuto al debito governativo che ha prosciugato il canale creditizio uccidendo anche le imprese sane.
bissaorboea
Rilevo che quanto riportato in questo articolo: La voce: “Viceversa, il risultato del vertice prevede proprio che per usufruire dellintervento dello Esm, anche nella forma di acquisto di titoli sul mercato, si passi tramite la solita trattativa che porti alla firma del Memorandum” è in contraddizione con Il sole 24 ore: “Il fondo salva-Stati Efsf, che tra poche settimane cederà il testimone all’Esm (Meccanismo europeo di stabilità), dovrà intervenire sui mercati in modo «flessibile ed efficace» per proteggere gli Stati membri (come l’Italia) che rispettino le raccomandazioni della Ue. Tali condizioni, che non non sono aggiuntive rispetto a quelle già soddisfatte dal Paese, dovranno comunque figurare in un memorandum d’intesa. Nessun intervento automatico dunque. Il Sole 24 Ore – leggi su http://24o.it/MRt17” Ci sono condizioni aggiuntive alle raccomandazioni UE richieste per il memorandum o no?
Giancarlo Perasso
Se il "fondo anti-spread" viene effettivamente usato per mantenere gli spreads entro certi limiti, e' un invito a nozze per gli speculatori che continueranno a vendere titoli allo scoperto fino a quando il fondo non si arrendera' (perche' le risorse finiranno e/o perche' si rendera' conto della futilita' degli interventi) ed a quel punto costera' molto poco ricoprire gli shorts ed intascare il profitto. E' lo stesso meccanismo che ha fatto crollare tanti cambi fissi, andava bene quando i movimenti di capitali erano limitati ma adesso e' solo un grazioso invito per gli speculatori….
andrea cano
Secondo i pasdaran dell’UE a qualsiasi costo (economico, sociale, etico) tutte queste regole finanziarie suppletive collegate ad amplissime cessioni di sovranità da parte dei singoli Stati dovrebbero finalmente dare corpo alla federazione europea: l’integrazione finanziaria come anticamera di quella politica. Non è così negli Stati storicamente federali (Svizzera e USA per tutti). In ogni confederazione di Stati coeesistono, INDIPENDENTI E SOVRANI, un bilancio federale e i diversi bilanci dei Cantoni e degli Stati federati. E’ tassativa la suddivisione per materia delle competenze fra Confederazione e Stati federati, ma nessun organo federale “riscriverà” mai i bilanci degli Stati federati. Al di là degli spread, il vero problema è questo: il federalismo tecnofinanziario dell’UE odierna è antistorico, irrazionale, irragionevole e non funzionerà mai, perché è un “monstrum” guridico-economico privo di qualsiasi buon senso e di aderenza alla realtà, frutto del pensiero distorto di un’oligarchia priva di investitura democratica che sta avvelenando l’Europa.
virginio zaffaroni
Dire che sia solo fumo mi sembra davvero eccessivo. Sul piano indiziario non si spiegherebbe perché la rappresentanza italiana abbia trovato così forti ostacoli da dover porre quasi il veto al complesso delle decisioni. Sul piano sostanziale non credo sia da buttare, come inizio, il fatto che un comma quasi trascurato dello statuto ESM, quello di poter intervenire sui titoli di stato, passi nel mondo delle cose praticabili. E neanche da buttare è la creazione di una fascia intermedia di titoli di stato (quelli convalescenti) che, posta tra quelli sani in alto e quelli cronici in basso, diventi Troika-esente. Rimane certamente il nodo della limitatezza dei fondi impiegabili da ESM per tali operazioni (mancandole il riconoscimento di soggetto bancario) e di conseguenza una chiara possibilità-operatività di intervenire sul mercato secondario oltre che su quello delle aste. Però il passo avanti c’è. Lavoce.info è una gran bella voce indipendente però diamine un po’ di incoraggiamento e un po’ più di bicchiere mezzo pieno….
Vincesko
La BCE è impedita dal suo statuto, imposto dalla Germania. Draghi non deve esserne entusiasta, visto che per alcuni mesi ha fatto cose contrarie allo statuto. Riporto il passo più significativo del commento del Sole 24 ore: Il nodo politico principale, poi, riguarda le condizioni a cui verrà concessa lassistenza. Gli Stati in difficoltà, nel chiedere lattivazione dellESM, firmeranno un protocollo dintesa che pone condizioni. Ma per quelli che rispettano le raccomandazioni specifiche europee, le scadenze fissate dal semestre europee, il patto di stabilità e le procedure di squilibrio economico, basterà rimanere in linea con gli impegni presi con Bruxelles, cosa diversa dai programmi lacrime e sangue imposti nei precedenti salvataggi dalla troika UE-BCE-FMI. Come si vede, gli intelligentoni abbondano, anche nel campo degli osservatori supposti neutrali (lavoce.info).
andreag
Perasso ha ragione da vendere,infatti questo è il grande timore della Merkel,per fortuna che qualcuno se lo pone.D’altro canto,ci si può chiedere,chi è il sempliciotto che fa da controparte in una vendita allo scoperto ribassista quando sa che ci sarà il fondo europeo che interverrebbe per calmierare i tassi?Infine,in realtà non mi è chiarissimo se l’esm potrà agire solo sul mercato secondario,o anche/esclusivamente sul primario:quest’ultimo è quello importante per contenere gli interessi che gli Stati pagano,il secondario no,anche se comprendo che una sua stabilizzazione ridurrebbe i costi di provvista per le banche i cui attivi oscillano seguendo gli andamenti degli spread obbligazionari di cui i loro bilanci sono pieni,con un aiuto quindi anche per la discesa dei tassi sugli impieghi.Ma secondo me interventi massicci sul secondario sono oggi secondari rispetto al contenimento dei tassi sul primario.Capisco che però il dubbio di Merkel sul finanziamento europeo degli Stati rimane tal e quale a prima,ma proprio per questo sono d’accordo sul passaggio:solo agli stati che abbiano fatto i compiti a casa.Ma chi ce li bollinerà? Alla fine sono valutazioni politiche…
Maurizio Nizzola
Monti si sta rivelando sempre di più un tecnocrate modesto.E non mi è chiaro se ci è o ci fa. Ma probabilmente un po’ ci è. La montagna ha partorito il solito topolino, quali le misure per la crescita? quali le misure per avvicinare le politiche economiche e fiscali dei vari paesi? Quali le misure per creare una banca centrale forte e sovrana come la statunitense FED? Poi sempre e solo aiuti per sostenere il sistema bancario europeo, che vacilla in quanto (vedi Germania e Francia) sommerso di bond spagnoli, greci, o dai crediti in sofferenza del settore immobiliare (vedi Spagna). La speculazione riprenderà, perché sono palesi le contraddizioni del modello europeo e prima o poi l’euro si sfalderà. Ma da questo evento di sintesi hegeliana, potrà nascere finalmente un sistema Italia più competitivo. Sarebbe molto interessante che voi professori esperti di economia faceste una simulazione per vedere in caso di smembramento dello SME quali sarebbero le conseguenze a breve e medio termine. Ringrazio per la risposta.
Alessandro Pagliara
Anche vendessero allo scoperto, il fondo bloccherebbe la speculazione, al riacquisto il fondo venderebbe sempre al valore imposto….per assurdo la ricopertura dello scoperto potrebbe avvenire ad un tasso lievemente maggiore…. Insomma nel fondo oltre ai soldi ci dovrebbe essere anche gente in grado di gestire le dinamiche in maniera intelligente….non crede? Insomma forse anche gli speculatori possono essere ripagati con la stessa moneta! Magari è il mio di ragionamento ad essere sempliciotto?
AM
Sono d’accordo con l’Autore. Così come concepito, lo scudo ha un potere limitato. Avrebbe assunto maggiore efficacia se il compito fosse stato affidato alla BCE. Ci si chiede infatti il perchè la speculazione non attacchi titoli pubblici di paesi con rapporti debito /PIL peggiori di Italia e Spagna. La richiesta di Monti è tuttavia fondata. Non è nè giusto nè morale che lo spread creato da manovre speculative penalizzi le economie di paesi che con sacrificio cercano di raddrizzare i loro bilanci e come conseguenza impedisca il risanamento dei conti pubblici. Si dovrebbe partire dall’avanzo primario e poi applicare al debito esistente un tasso di interesse medio europeo eguale per tutti i paesi con i conti in ordine. I paesi che beneficiano dello spread speculativo dovrebbero contribuire ad un fondo comune dal quale attingerebbero i paesi danneggiati. Non dimentichiamo che lo Stato tedesco paga un tasso di interesse troppo basso per i suoi debiti e che le autorità di vigilanza tedesche hanno contribuito ad innalzare lo spread obbligando le banche tedesche e quelle straniere operanti in Germania a svuoitare i loro portafogli di titoli pubblici italiani.