Sembrava una battaglia persa. E forse lo è. O forse no. No, non sto parlando della campagna elettorale di Berlusconi, ma del calcio a Natale. Meglio, a Santo Stefano. Ormai da tanti anni la Premier League ha la sua giornata più seguita il 26 dicembre, nel Boxing Day. E anche quest’anno dalle 4 di pomeriggio fino alle 11 di sera gli spettatori di tutto il mondo potranno guardare Manchester United, Chelsea, Liverpool e tutte le altre squadre inglesi giocare. La serie A sarà invece, come al solito, chiusa per ferie. I calciatori del nostro campionato più importante saranno in larga maggioranza a prendere il sole in resort situati in isole tropicali. Ma, ecco la novità, la serie B scenderà regolarmente in campo per la 21° giornata di campionato.
Certo, Reggina-Empoli o Verona-Modena non hanno lo stesso fascino della Premier, ma è un primo passo importante. Per la prima volta gli appassionati di calcio in Italia potranno andare allo stadio o stare a casa e guardare le partite. Vedremo se l’esperimento funzionerà. In caso positivo, forse l’anno prossimo avremo anche la serie A a Santo Stefano, come sarebbe logico. Che senso ha tenere chiusa la serie A quando gli italiani sono a casa e hanno pochissime alternative per passare il tempo libero? Magari i cinema saranno meno pieni, ma l’importante è che ci sia la possibilità di scelta. I calciatori, eventualmente, faranno le vacanze più tardi (anche se quelli della Premier non le fanno proprio). La pausa invernale, se fosse necessaria, si potrebbe fare a gennaio. Insomma, come per la partita all’ora di pranzo, la Premier League ci fa capire quali sono le scelte migliori, nell’interesse di spettatori e società. E per chi non è interessato al calcio i cinema e i teatri sono aperti.
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Ha conseguito il PhD presso il Massachusetts Institute of Technology. Attualmente insegna Economia Politica presso l'Università Bocconi. In precedenza ha insegnato presso l'Università di Bologna, l'Università di Pavia, Lecturer all´University College London, Research Fellow presso IDEI (Toulouse ) e IGIER. Le sue aree di interesse scientifico sono la teoria dell'impresa, finanza d'impresa e teoria dei contratti. Redattore de lavoce.info.
Tommaso
Giocare durante la pausa natalizia ed evitare le partite di campionato il mercoledì sarebbe una riforma che andrebbe a vantaggio di tutti, anche dei calciatori stessi.
Gio
anche i calciatori hanno famiglie con cui passare il Natale, no?
mica tutti vanno alle Canarie…
Sagliano Salvatore Antonio
Il vostro articolo ha alla base una mentalità efficientista e consumista. Sarebbe più ragionevole (anche economicamente) chiedersi di che cosa ha bisogno l’uomo, piuttosto che l’economia, o l’illusione della libera scelta.
Le vacanze di Natale non meritano queste distrazioni, perchè sono un’occasione imperdibile (sia per i consumatori che per i calciatori) per stare con la famiglia e gli amici, approfondire i rapporti, riposarsi e riflettere sul loro stesso significato.
Il calcio, d’altronde, è un interesse che riunisce spesso solo la componente maschile; pertanto, questa mancanza, mi sembra una delle poche cose sane di cui l’Italia possa ancora vantarsi.