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La banda degli onesti che vuole il denaro elettronico *

Il 60 per cento degli italiani è favorevole ad abbandonare il denaro contante per passare a quello elettronico. Anche perché questa forma di pagamento renderebbe più difficile l’evasione, la corruzione, le attività criminali e molte altre pessime abitudini. Il vero ostacolo e i molti alibi.

Dalla corruzione all’evasione
I tempi (17 mesi) e le divisioni che hanno accompagnato il disegno di legge anticorruzione sono la misura della rilevanza del tema e delle difficoltà di trovare soluzioni condivise e incisive, nonostante la volontà della gente e le possibilità tecnologiche che consentirebbero di affrontare efficacemente la questione, anche se modificare convenzioni così radicate in un solo paese è una scommessa.
D’altra parte, la corruzione è una fattispecie del concetto più generale di “evasione” dalle regole. E per molti l’evasione è “un bel risparmio”; il lavoro nero “meglio che niente”; le mazzette “un lubrificante”; la raccomandazione una sorta di istinto di conservazione della specie. Quando le eccezioni all’ortodossia sono la regola, serve un Concilio e non bastano moniti, maggiori poteri all’autorità anticorruzione, norme più stringenti e sistemi più sofisticati di controllo, quasi da stato di polizia. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha sostenuto la necessità di reprimere “ogni forma di evasione”. L’impossibilità di evadere dev’essere intrinseca, la tracciabilità totale: bisogna squarciare il velo di ipocrisia che ammanta il paese. Una possibilità è il denaro elettronico.
Chi vuole il denaro elettronico
Il tema non è nuovo ed è stato ampiamente dibattuto all’estero (Kenneth Rogoff, Willem Buiter e l’Economist). Per l’Italia, nell’indagine Isfol Plus 2014 è stato inserito un modulo ad hoc che mostra come il 60 per cento delle persone (il 65 per cento con gli indecisi) sia favorevole ad abbandonare il denaro contante per passare a quello elettronico.
Figura 1 – Incidenza persone favorevoli alla abrogazione del contante
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Fonte Isfol Plus 2014
Come si vede dalla figura, il consenso al denaro di plastica è ampio soprattutto tra i più istruiti e i lavoratori dipendenti, ma rimane sostenuto anche tra gli anziani, nel Sud, tra i più poveri e con retribuzioni più basse (con campagne informative e di sensibilizzazione salirà di certo). Sia le persone considerate socialmente “attive” sia le “passive”, chi ha un network familiare forte e ancor di più chi non ce l’ha, sia le fasce di popolazione più marginali (coloro che hanno lavorato in nero, chi non riesce a coprire cure mediche) sono assai favorevoli.
Molte sono le vie per sostituire il contante. Una è che lo Stato fornisca gratis a tutti carte a “spesa controllata o positiva”, in cui non ci sono interessi sul deposito, si è assicurati sulle frodi e non si può andare a debito. Il gettito recuperato compenserebbe di gran lunga i costi. La soluzione non incentiverebbe il consumo compulsivo, dovuto alle illusioni monetarie che le carte (di credito) possono generare: l’alta propensione al risparmio è un valore da salvaguardare.
Un’altra soluzione è una piattaforma che sfrutti gli innovativi metodi di pagamento contactless che non richiedono pos (come l’Apple Pay o Jiffy della Cassa depositi e prestiti o Messenger): qui è sufficiente associare l’iban al proprio numero telefonico per poter inviare denaro a destinatari registrati.
In alternativa, si può proporre una tassa sul circolante (sui prelievi) per disincentivarne l’uso (su lavoce.info, ne ha discusso Milena Gabanelli ma, alla stregua di una qualsiasi accisa, non risulterebbe un deterrente per il grande evasore mentre parrebbe un ulteriore balzello al cittadino comune.
Finti alibi e veri problemi
Le prerogative del denaro elettronico, però, devono ricalcare le caratteristiche del contante, in particolare l’utilizzo non deve rappresentare un costo. È evidente che il denaro come strumento di intermediazione non sarà cancellato, cambia solo forma, smaterializzato nella consistenza, non nel ruolo. Se usiamo una banconota da 100 euro, questa varrà ancora cento euro dopo essere passata di mano cento volte. Se invece a ogni operazione con il pos fosse applicata una commissione sul transito dell’1 per cento, dopo cento passaggi rimarrebbero solo 37 euro. Ciò è inaccettabile ed è il vero ostacolo al denaro elettronico, più di tanti falsi bersagli e finti alibi.
C’è un problema monetario? Il circolante potrebbe andare fuori controllo? I tassi di interesse perderebbero di efficacia come leve di controllo dell’economia? Verrebbero meno i proventi del signoraggio bancario?
In Gran Bretagna, già oggi i contanti sono solo il 3 per cento del denaro totale, senza particolari conseguenze.
Il contante comporta invece seri problemi: la contraffazione (nel 2013 la Banca d’Inghilterra ha ritirato 680mila banconote false, pari a 11 milioni di sterline), sono una riserva per attività illecite (soprattutto i tagli grandi: si pensi che un milione di euro in banconote da 500 pesa poco più di due chili), il costo di gestione (l’Agenzia delle entrate lo stima in 4 miliardi l’anno per le banche e 8 per il paese), nei paesi europei in cui si maneggia più contante l’incidenza dell’economia sommersa è più elevata .
C’è un problema di privacy? L’accesso alla tracciabilità delle transazioni (come per le intercettazioni) sarebbe condizionato a esigenze investigative, autorizzate dal tribunale.
Non è poi irrilevante l’azione di “bonifica” del paese: per esempio, sarebbe più difficile rapinare, vivere in clandestinità, corrompere, gestire la prostituzione o la droga, pagare in nero o in ritardo. Sia chiaro, non è un balsamo per la malvagità. Ma qualche complicazione la crea e, perlomeno, incrementerebbe la giustizia sociale e il contrasto alle disuguaglianze, passaggi propedeutici al superamento della crisi.
Finalmente, quei “fessi” che hanno pagato Imu, canoni e tasse o compilato fedelmente Isee, bilanci e dichiarazioni hanno deciso di sollevarsi contro l’oppressore: come una banda, degli onesti, però.
* Le opinioni espresse dall’autore non rispecchiano necessariamente quelle dell’Istituto d’appartenenza.

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20 commenti

  1. Antonio Alberto Semi

    Come si vede, l’impostazione “penalistica” è l’unica dell’articolo: i diritti del cittadino alla privacy, alla libertà di scelta di mezzi di pagamento, alla tutela dall’invadenza dello Stato (ma davvero crede l’Autore che i dati sarebbero inviolabili?) passano in secondo piano. Con l’aggiunta di una ridicola fiducia nel mezzo elettronico, che può essere ed è facilmente raggirato. Faccio parte della categoria dei “fessi” di cui parla l’A. e mi sono sentito doppiamente tale quando ho dovuto bloccare la carta di credito (già un paio di volte). Sfortunato? Penso che i ladri siano tali ma non stupidi e quindi trovano lo stesso il mezzo per… E meglio non parlare delle banche. Davvero pensa che il nostro Stato sia in grado di fare di meglio? Complimenti per la fiducia, sarò sfortunato ma le esperienze con l’apparato burocratico dello Stato non mi permette di condividerla.
    Cordialità
    Antonio Alberto Semi

    • Amodio Pesce

      Se partiamo dal presupposto che lo stato non sia in grado di applicare nessun cambiamento allora non vale neanche la pena discutere dei cambiementi stessi, saranno tutti sbagliati a priori.
      Dividiamo la discussione in due parti. L’idea (incentivare il denaro elettronico) e la sua applicazione.
      L’idea c’è, per molti aspetti funziona ed è provata. Paesi come la Danimarca puntano a far sparire il contanto nel 2016 e qualche motivo l’avranno.
      Se le cose ad oggi vengono fatte alla luce del sole siamo tutti “tracciati”. Se il negozio a cui paghi in contanti si tiene salvato lo scontrino registrato correttamente sei comunque tracciato. E quindi io, da fessi che in busta paga verso il 50% di quello che mi spetta e non posso decidere di non versarlo e che non si sappia, sarei contento se venisse tracciato anche il resto. E se adesso devo preoccuparmi che qualcuno mi cerchi di scippare il portafoglio domani mi preoccuperò che nessuno veda il retro della mia carta di credito. Però intanto sò che una parte dei furbi che, per semplice “comodità” hanno evitato di pagare imposte e tasse adesso ci dovranno pensare 2 volte.

    • sottoscritto

      Buonasera Antonio. L’impostazione dell’articolo è efficientistica non penalistica. Il diritto alla privacy e alla libertà di scelta non si traduce nell’assenza di regole. L’assenza del denaro contante non sarebbe una limitazione della libertà, moneta cartacea ed elettronica sono la stessa cosa, differiscono nella forma non nella sostanza. Inoltre credo che per avere uno stato libero per tutti, tutti debbano assumersi le proprie responsabilità, tra cui pagare le tasse. In Italia la gestione di banconote e monete costa ogni anno circa 8 miliardi di euro, mentre l’evasione fiscale è stimata in circa 180 miliardi all’anno. 188 miliardi sono una cifra molto importante che andrebbe a beneficio di tutti. I sistemi elettronici sono sicuramente aggirabili ma sono quasi sempre assicurati, in modo che l’utente non venga danneggiato in caso di frodi/furti, inoltre eviterebbero tutti i furti che vengono commessi ogni qual volta vengono evase le tasse, nell’interesse di tutti i cittadini.
      Concordo totalmente con Amodio.
      Buona serata

      • Marco

        Con il denaro elettronico non ci sarà l’evasione.
        Come? L’autore non lo spiega, che strano (sì la tracciabilità, peccato che qualcuno debba poi controllare tutte queste tracce).
        Con il denaro elettronico si favorirà l’eslusione, la falsa domicialiazione e centinaia di altre scappatoie.
        P.S.
        Il bue è considerato un animale stupido, mai come certi uomini che il giogo al collo se lo vogliono mettere da soli.

  2. IC

    Contesto l’idea che l’opzione per il denaro elettronico rappresenti la linea di demarcazione che divide i cittadini onesti da quelli disonesti. L’onestà è un sentimento interiore che prescinde dalla tecnologia. Ad es le persone anziane sono in genere contrarie all’obbligatorietà della moneta elettronica mentre i giovani sono favorevoli. Questa costatazione non significa affatto che i giovani siano onesti e gli anziani disonesti

  3. Francesco

    Favorevole, anche se l’impostazione dell’articolo non mi piace. Ritengo che lo Stato debba fare la prima mossa con una riduzione di tutte le tasse o si applicherà il metodo che è stato applicato a Roma, e bocciato da una serie di ricorsi, dove sono state abrogate le agevolazioni sulle strisce blu ed aumentate le tariffe per disincentivare il mezzo privato, a fronte di un incremento del servizio offerto dai mezzi pubblici, che erano e sono rimasti disastrosi. Deve essere lo Stato a dare l’esempio, altrimenti meno Stato è sempre meglio, visto che il tutto si tradurrebbe in nuove tasse. I dati non mostrano come l’evasione, in tanti tanti casi sia una mera forma di sopravvivenza, nelle piccole imprese artigiane specialmente.

  4. Massimo

    Il denaro cartaceo può essere falsificato ?
    Certamente.
    Lo Stato combatte chi fabbrica denaro falso per un solo motivo : non vuole concorrenti.
    Questo articolo è veramente disarmante per la sua superficialità.
    Aboliamo il contante e la già nostra tenue libertà andrà definitivamente a farsi benedire.

  5. Giorgio

    Naturalmente il giorno che lo Stato (rigorosamente con la maiuscola) deciderà di bloccare l’accesso ai conti correnti, per i più svariati motivi, potrà farlo semplicemente premendo un bottone. Oggi mi resta ancora l’estrema difesa di prelevare i miei risparmi e metterli sotto un materasso. Con l’abolizione del contante e il denaro unicamente elettronico non si potrà fare altro che confidare nella benevolenza del Sovrano… pardon… dello Stato. Quello stesso Stato sempre accusato delle peggiori nefandezze e infami complotti, spesso dagli stessi che oggi ne invocano l’onnipotenza monetaria per combattere l’odiato evasore fiscale. Quando l’ideologia produce schizofrenia.

  6. IC

    Vorrei sapere cosa ne pensa l’Autore dei bitcoins, moneta elettronica per eccellenza

  7. giorgio

    Quante sono le economie evolute che hanno quasi azzerato il contante senza esser precipitata nel mondo di Orwell! Gli unici che temono il denaro elettronico sono i disonesti!

    • bob

      Gli unici che temono il denaro elettronico sono i disonesti!
      Quelli invece che non lo temono sono coloro che non sanno cosa costa guadagnarselo ( i scaldapoltrone razza che in questo Paese rappresenta la maggioranza). La forma più alta di libertà è avere denaro in tasca

  8. Nicolas

    Arriviamo in ritardo ma copiare modelli cubani dimostra l’eccellenza intellettiva dei pensatori favorevoli all’abolizione del contante. On air, il tutto vale il niente.

  9. L’eliminazione del contante potrebbe ridurre la disonestà? Forse si., ma non ho nessuna fiducia nella capacità delle banche di evitare brogli ed errori, e neppure nella garanzia che lo stato non metta le mani direttamente nei nostri conti per qualsiasi motivo…mi ricordo di Amato…

  10. Sertin

    Se si vuole imporre la moneta elettronica come misura antievasione (principio sacrosanto) credo ci si illuda.
    Primo perchè i grandi evasori usano altri mezzi che non sono (solo) il denaro contante. E così già si vanificano molti dei bei propositi.
    Secondo perchè il piccolo evasore potrà sempre ricorrere a forme di baratto per il pagamento dei suoi servigi (es. : vuoi che io, idraulico, ti aggiusti il rubinetto? Fammi trovare la busta della spesa pronta secondo la lista che ti do. Fantasia? Ma a molti medici, anche di famiglia, non si è/era adusi in molti posti d’italia di far regalie in natura, specie per festività o visite domiciliari?
    Terzo. Per evasioni più consistenti, diciamo mediane, gli evasori potrebbero ricorrere sempre a monete estere (es. dollari o persino euro, finchè in forma cartacea rimarrà in circolazione fuori dall’italia).Che facciamo? Imponiamo al resto del mondo di usare anche loro la moneta elettronica?
    Quarto. Se si accetta il pincipio che molta piccola evasione, oggi in tempi di crisi specialmente, è di sopravvivenza, semplicemnte sentendosi supertartassato senza nessuna “valvola di sfogo”, il piccolo bravo artigiano, specialmente se ancora giovane, emigrerà. I dati istat correnti rivelano proprio questo, ovvimante per molte categorie di professionisti più o meno qualificati.

  11. Luca

    Sono molto a favore. L’unico dubbio è: siamo sufficientemente pronti a gestire solo denaro “elettronico” a livello di sicurezza ed efficienza infomatica?
    Il numero delle transazioni in denaro contatne, almeno nel nostro paese, credo che sia ancora molto importante.

  12. Lormar

    A me l’idea sembra buona con qualche limite. I timori di limiti di strumenti informatici sono a mio avviso sopravvalutati. La volontà di usarli è un limite serio. Il “pseudoleonardo” parla di abolire lo scontrino fiscale invocando la tracciabilità e esistono notevoli analogie del problema con l’aggravante che magari si farà anche con denaro reale. IL Prof. Visco dice che non funzionerà e questo è preoccupante. Circa i grandi evasori non aderiranno certo alla voluntary disclosure e sono già volati in paradisi fiscali più sicuri. Ma se l’Italia per proteggerli formula scuse per non usare la Lista Falciani, occorre rassegnarsi che non gli stessi saranno sempre protetti ( remember lista dei 400 di sindoniana memoria?)

  13. giovane arrabbiato

    Le intenzioni sono buone ma è la ricetta per un disastro:
    -scenaro 1 le banche hanno un’altra crisi di liquidità, chiudono i rubinetti, non si
    può fare la spesa. Risultato? Rivolta popolare.
    -scenario 2 le banche hanno bisogno di un altro bail out: o quello, o chiudono i rubinetti. O si viene derubati o tutti perdono i soldi. No grazie.
    -Scenario 3: divergenze tra banca centrale e stato. Banca centrale chiude i rubinetti e tiene il paese in ostaggio.
    Insomma, eliminare il contante darebbe un potere smisurato al sistema bancario, che guarda caso è uno dei problemi principali irrisolti.
    In breve, no grazie. Persino la lotta all’evasione non vale il rischio di concentrare il potere in banche al collasso per incompetenza propria e banchieri centrali eletti da nessuno.

  14. FIDUCIOSO IN UN MONDO ONESTO

    Tornate a parlarne, perchè la Svezia ha festeggiato al 31/12/2017 il 98% delle transazioni con il denaro elettronico e la riduzione della corruzione, furti, scippi ed evasione del 90%. Le paure indicate nei vari commenti sono state superate dagli svedesi. Anche l’annoso problema che si pone il governo Italiano su come fare l’elemosina in chiesa (primo motivo per cui il governo non vuole togliere il contante, è stato superato con una colonnina all’entrate della chiesa che legge le carte elettroniche. Sono convinto che tra 2-300 anni se il mondo non si autodistruggerà, esisterà solo più la moneta elettronica.

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