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Il passato che frena il salvataggio della Grecia

Da marzo 2010 a oggi la mappa dei creditori della Grecia è significativamente cambiata. Primo paese che si è disimpegnato dal debito ellenico è la Francia. Tra quelli che hanno aumentato abbondantemente l’esposizione: Germania, Italia e Spagna. Per questo si trovano d’accordo su una linea severa.
Martin Wolf, il giornalista che con i suoi articoli esprime la linea editoriale del Financial Times su temi macroeconomici, ha corredato un suo pezzo recente di due grafici che aiutano a capire alcuni degli ostacoli al nuovo salvataggio della Grecia.
I paesi creditori ieri e oggi
Il primo grafico mostra l’esposizione delle banche commerciali dei grandi paesi europei e degli Stati Uniti nei confronti della Grecia nel marzo 2010 (cioè prima dei due salvataggi successivi) e oggi (dicembre 2014). Dal grafico si vede che nel 2010 le banche francesi e tedesche (più le francesi che le tedesche, veramente) erano super-esposte, rispettivamente per 51 e 32 miliardi di euro, verso Atene. L’esposizione delle banche italiane era invece piuttosto limitata (circa 3 miliardi di euro). Stati Uniti e Regno Unito erano in posizione intermedia. Oggi l’esposizione del settore bancario degli altri paesi europei è scesa considerevolmente. In particolare l’esposizione delle banche francesi verso Atene è letteralmente scomparsa. L’allora presidente Sarkozy se ne uscì con la frase: “La Grecia deve essere salvata”. Avrebbe dovuto aggiungere: “e con la Grecia anche le banche del mio paese”. Salvare le banche di un grande paese è giusto per evitare guai peggiori e rischi sistemici. Che le si sia dovute salvare con i soldi di tutti quando il paese è un grande paese come la Francia è meno ovvio.
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Fonte: Benn Steil e Dinah Wlaker via Martin Wolf (Financial Times, “Grexit will leave the euro fragile“, July 7, 2015).
Il secondo grafico di Wolf riportato sotto mostra la variazione dei prestiti (degli stati e delle banche) dei principali paesi creditori alla Grecia dal 2010 ad oggi. Dal grafico si vede che ci sono paesi che hanno cominciato a ritirarsi dalla Grecia (la Francia, ma anche gli altri paesi indebitati Irlanda e Portogallo) e ci sono paesi (Germania, Italia e Spagna) che hanno invece notevolmente accresciuto la loro esposizione verso la Grecia. Si capisce meglio, dunque, perché oggi i governi di Italia e Spagna ignorino gli appelli alla solidarietà anti-austerità che proviene dai movimenti populisti di destra e di sinistra di tutta Europa e da molti economisti. In queste settimane, Italia e Spagna fanno – inusualmente – fronte comune con la Germania nell’essere severi con la Grecia. I paesi che si sono esposti per salvare i greci (e le banche francesi e tedesche) mentre facevano gravi sacrifici per aggiustare le loro economie vedono con preoccupazione le reiterate richieste di firmare un assegno in bianco provenienti dal governo greco. E concludono – legittimamente – che qualcosa non torna.
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Fonte: Benn Steil e Dinah Wlaker via Martin Wolf (Financial Times, “Grexit will leave the euro fragile“, July 7, 2015).
 

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Il Punto

24 commenti

  1. Savino

    Dopo il facile entusiasmo per l”oxi” vedo che si comincia a ragionare della dura realtà.
    Quindi D’Alema ha torto marcio, quando dice che tutto è andato a beneficio delle banche tedesche, perchè ieri erano esposte a rischio di acquisto di titoli cattivi e oggi non hanno più la resta remunerazione di una volta.
    Del resto, D’Alema l’idea di smembrare l’Europa c’è l’ha nel d.n.a. già dai tempi del conflitto nei Balcani.

    • Miguel

      Infatti. Doveva dire che tanto è andato a beneficio di istituti finanziari privati.
      Quello che non capisco è come mai in molti guardino agli ultimi 5 mesi di governo Tsipras quando: 1) nel 1999 la Grecia non aveva i requisiti per entrare nell’eurozona e si è deciso di graziarla per il 2001; 2) nel 2004 è uscita la notizia che la Grecia aveva falsificato i bilanci per essere ammessa; 3) nel 2010 e nel 2012 i problemi stranoti. L’agonia della Grecia si prolunga da più di 16 anni e Tsipras governa da 6 mesi scarsi. Ora, in tutti questi anni, chi ha deciso continuare ad aiutare la Grecia nonostante questo curriculum di inaffidabilità? I greci non hanno certo deciso da soli di aiutarsi: lLe responsabilità dell’asse franco-tedesco di questa situazione sono evidenti e troppo grandi. Inoltre, secondo lei l’ampia esposizione degli istituti finanziari francesi e tedeschi è nota solo da fine 2009? Lei crede che prima non lo sapesse nessuno? E’ semplicemente vero che stiamo pagando la superficialità e il pressapochismo della politica comunitaria diretta da Francia e Germania. LA Grecia non doveva essere fatta entrare nell’eurozona.

    • QualeWelfare

      Non sia così severo, suvvia, lungi da me voler difendere D’Alema, ma di fatto ha solo sbagliato a non dire “francesi”… “tedesche e francesi”…o forse l’ha anche detto, aggiungendo mi pare anche “in parte italiane, in maniera limitata”..che c’è di sbagliato?…
      le do un consiglio, siccome D’Alema la fa infuriare, legga qua, New York Times, vedrà che son più o meno le stesse cose, buona lettura:
      http://www.nytimes.com/2014/04/22/opinion/euro-zone-fiscal-colonialism.html

  2. marcello

    Due domande semplici, semplici. Un recente articolo di Sebastian Edwards mostra come dal 1978 al 2010 siano sate realizzate 180 (centottanta) ristrutturazioni del debito pubblico nel mondo. La media dell’haircut è stata di poco superiore al 37%, del 30% in Europa. Perchè non si può ristrutturare il debito greco?
    Seconda domanda nel 2009 le banche francesi e tedesche avevano titoli dei paesi periferici dell’euro per 620 e 500 mld circa rispettivamente. Quindi invece la strada dei surplus commerciali era quella dei titoli pubblici dei paesi che pagavano maggiori interessi. Ora lo spread remunera il rischio paese, cioè la maggiore probabilità che un paese vada in default, altrimenti si sarebbe in presenza di un arbitraggio. Esistono dei titoli per coprirsi da questo rischio chiamati CDS e quotati regolarmente. Le banche francesi e tedesche avevano (hannoa ancora in alcuni casi) delle leve mostruose DB oltre 60 CG oltre 50, quindi avrebbero avuto non poche difficoltà a gestire delle svalutazioni dell’attivo così importanti. Quindi con un colpo da maghi ecco che un debito composto per il 20% di prestiti e 80% di titoli si trasforma in uno con 90% di prestiti e il 10% di titoli. Chi ha violato le regole del mercato,quelle semplici regole che si insegnano al primo corso di microeconomia?

  3. Giandomenico

    Perchè questo mandrea delle banche “francesi e tedesche ” salvate? Dal grafico postato si evince come il settore privato dei Paesi Bassi, per esempio, fosse significativamente più esposto di quello Tedesco. Perchè nessuno si strappa le vesti gridando ai Cattivi Olandesi?

    • marcello

      Perchè sono fatti. Alla fine del 4 trimestre 2009 ii dati della BIS sugli investimenti in titoli di Spagna, Grecia, Portogallo, Irlanda e Italia sono i seguenti: la Francia 620 mld (65 in titoli greci), Germania 490 (50 in titoli greci), UK 300 (più della metà in titoli Irlandesi), Olanda 170 (meno di 10 in titoli greci), USA 150, Italia 40 (di cui più della metà titoli spagnoli). Cosi stamnno le cose mld più o meno. Nel 2008 Deutsche Bank aveva una leva di 62 e SG di 50, Facciamo due rapidi conticini e abbiamo la risposta sul perchè la Troika ha scelto ilbailout e non l’haircut. Per inciso Strauss Kahn era contrario al bailout

  4. marco crisc

    Molto interessante. Però Professore perchè non ci dà anche il suo punto di vista sui motivi del comportamento diverso dei vari paesi europei? Possibile che i negoziatori italiani, tedeschi, spagnoli siano stati così sprovveduti? Qualcosa in cambio avranno ottenuto o i ns cugini francesi sono solo degli ottimi scommettitori?

  5. Le solite puntualizzazioni, vere, ma inutili. Vogliamo vivere in un’Europa tedesca?

  6. Maurizio Cocucci

    Mi complimento con l’autore che ci informa correttamente su qual’è stata ed è la situazione reale evitando il mantra di alcuni disinformatori, parte dei quali è annuverato purtroppo nella categoria degli economisti, che vuole vedere nella Germania il ‘nemico’ da considerare in quanto causa principale dei problemi sia italiani che delle altre nazioni. Per costoro è più facile individuare in lei il capro espiatorio, quando le argomentazioni economiche non reggono allora si fa ricorso agli eventi dell’ultimo conflitto mondiale come se le due cose fossero correlate. Ma per fortuna ci sono ancora persone oneste intellettualmente che raccontano i fatti per quello che sono senza guardare in faccia nessuno.

  7. bob

    Cocucci
    l’ Europa e l’ euro è stata impostata a immagine e somiglianza della Germania. Fin qui può andar bene. Ma era esatto il cambio a 1936,27 lire per un euro? E’ giusto fare il formaggio con il latte in polvere per salvaguardare solo ” una povera ” industria alimentare tedesca? Bisognerà pur stabilire se è civile ” conservare la carne sotto la sella del cavallo o nel ghiaccio dei monti”. Quale Europa vogliamo fare?

    • Maurizio Cocucci

      “L’Europa impostata a immagine e somiglianza della Germania” è un luogo comune che piace a coloro che vogliono un capro espiatorio per giustificare carenze che risiedono solo nel proprio interno.Ma fosse anche così, soprattutto in materia di politica monetaria, sarebbe un ottimo insegnamento perchè l’idea che l’indebitamento se non finalizzato a veri e propri investimenti sostiene la crescita è del tutto irrazionale oltre a quello che l’inflazione è un fenomeno secondario. L’Italia è cresciuta nei primi decenni post bellici perché c’era un mercato da riempire, poi pian piano questa crescita è venuta pian piano a rallentare e la moneta non c’entra nulla rispetto ad una globalizzazione che ha modificato i piani e le aree oggetto di investimento.Un annotazione tecnica: il tasso di cambio euro/lira è stata quella di mercato, da trattativa fu invece quella della lira rispetto al marco tedesco nel momento di rientrare nello SME (1996), da allora le quotazioni seguirono le leggi della domanda e dell’offerta. Nonostante tutto quel che si dice le nostre esportazioni sono sempre cresciute, tranne nel 2009, segno che il nostro problema è la domanda interna, non l’export, domanda interna dilaniata da una politica sbagliata che risale già da fine anni ’90 oltre ad una produttività che è cresciuta meno che altrove.

      • bob

        Cocucci ho molta stima dei tedeschi e ho sottolineato che può andar bene una Europa con un Paese leader, ma questo non esclude che dobbiamo decidere che Europa fare. Riguardo l’ Italia le rispondo con 2 parole : dal ’70 in poi è finito il sistema-Paese! I nostri Grandi politici del dopoguerra, anche con tutti gli errori, avevano in mente progetti e visione lungimirante . Dal ’70 in poi la follia delle Regioni ( 21 avide signorie) ha innescato il ” morbo del localismo” dove anche il personaggio più mediocre trovava spazio per le sue scorribande. Quasi per assurdo proprio la globalizzazione ha favorito e favorirà i territori che hanno sistemi capaci di competere con il mondo……e allora ci rendiamo conto della ridicola e patetica figura del ” Governatore Regionale” della sua ottusa visione. Un Paese che viaggia in ordine sparso senza alcun peso nello scenario mondiale. Per la mia esperienza non ho mai considerato l’ Italia un Paese esportatore come si vuol far credere, a parte di interi distretti dediti più a recuperare l’ IVA del ” esportatore abituale”, esportare vuol dire imporre un proprio marchio a livello mondiale e non caricarsi sulla macchina 4 cartoni di pasta e farsi un giro a Monaco…tanto per semplificare. Ma ho sempre creduto che un Paese si sostiene prima di tutto con suo mercato interno…..e le ultime follie, tra cui, le limitazioni di denaro contante ha finito per affossare anche questo

  8. Rainbow

    C’e’un’altra informazione da aggiungere che viene sottaciuta,e che e’importante x inquadrare correttamente cosa e’accaduto in Grecia. Mi risulta,l’ho letto nel libro di Lorenzo Bini Smaghi,”morire di austerita’ che nel 2010/2011 le banche maggiormente esposte verso il debito pubblico greco,non erano ne quelle francesi,ne quelle tedesche,ma quelle greche! Ossia,la maggior parte del debito era detenuto dagli Istituti di Credito Ellenici( come del resto accadein ogni paese) per cui sara’anche vero che il bail-in del 2010/2011servì a salvare le banche Francesi,Tedesche,etc,ma salvo’anche il sistema Creditizio Ellenico evitando guai peggiori!
    Poi quale sarebbe stata l’alternativa: salvare solo le banche greche,e non quelle estere! Oppure non dare alcun aiuto,non rimborsare i debiti versole banche e non salvarne nessuna,e cosa sarebbe successo considerando le interrelazioni del sistema finanziario internazionale e i rischi sistemici? I critici con il senno di poi della vicenda greca dovrebbero spiegarci quali sarebbero statele alternative?

  9. Rainbow

    Confermo ed integro con dati più precisi l’informazione data in precedenza omessa costantemente da tutti le ricostruzioni del salvataggio della Grecia dal 2010, per capire bene cosa è successo, e le responsabilità, gli errori delle varie parti in causa! Un’infografica di Repubblica ricostruisce la composizione del debito http://www.nextquotidiano.it/quando-le-banche-in-grecia-si-fecero-salvare-dai-cittadini-europei/ greco nel 2011, prima del bail-in: la quota maggiore era in mano alle Banche Greche, il 15%, ed ai risparmiatori greci, direttamente o tramite fondi-pensione, circa il 8%! In pratica i residenti greci, nella misura del 23%, erano i maggiori possessori del loro debito! Le banche UE non greche possedevano complessivamente il 10% del debito greco. Le altre quote sono suddivise tra banche extra U.E, Stati Nazionali, Banca centrale Greca, Fondi Pensione, Hedge-Fund,etc. Ne deriva che l’affermazione ripetuta come un mantra da Tsipras, e dai suoi tifosi italiani:” nessun aiuto dei creditori e’andato ai Greci” è falsa,dati alla mano!
    Non sono un tifoso della Troika,e di questa U.E, che hanno gravi lacune e hanno commesso errori nella gestione della Grecia, ma tante affermazioni che vengono spacciate per oro colato sono false!

    • marcello

      Allego questa citazione che dice esattamente il contrario. Il grafico che viene citato nella figura 2 viene usato anche nel rapporto preliminare del comitato della verità sul debito pubblico greco e ricavato sui dati BIS.
      After Greece came under market pressure and eventually obtained an EU/IMF macroeconomic financial assistance programme in 2010, foreign banks started to rapidly reduce their exposure to Greece (figure 2). Euro area banks’ consolidated foreign claims on Greece – which peaked at about 128 billion euro in 2008 – reached a low of about 12 billion euro in September 2013. (Silvia Merler Bruegel 29 gennaio 2015). Ma anche il rapporto preliminare del comitato greco sul debito.
      Resta il fatto che Deutsche Bank aveva una leva di 62 e tutte le banche tedesche e francesi erano su valori anomali. Ricordo che MPS si è trovata in una situazione critica per cifre molto più piccole con una leva di 1/4 che DB USA è stata costretta a ricapitalizzare dalle autorità di controllo e ha avuto molta difficoltà a farlo, Per chi avesse la memoria corta ricordo che A top U.S. banking regulator called Deutsche Bank’s capital levels “horrible” and said it is the worst on a list of global banks based on one measurement of leverage ratios. “It’s horrible, I mean they’re horribly undercapitalized,” said Federal Deposit Insurance Corp Vice Chairman Thomas Hoenig in an interview. “They have no margin of error.” Deutsche’s leverage ratio stood at 1.63 percent, (leva implicita di 60).

  10. Alessandro

    Sarò un tradizionalista convinto…ma non sarebbe meglio salvare la Grecia direttamente dal QE. Restituendo subito mediante QE i soldi ai creditori che rischiano di non avere niente e tutto da perdere. Inflazione bassa, QE in atto, obbligare la Grecia a stare nel famoso tetto del 3% magari abbassandolo all’1%…e il problema è risolto. Possibile che mi sembra tutto troppo semplice per sembrare vero?

  11. QualeWelfare

    Per la verità son cose stranote, certo forse non nel dibattito italiano.. sempre così piccino.. Ad ogni modo alcune puntualizzazioni: la prima, “richieste di assgeni in bianco provenienti dal governo greco” non risultano esserne mai arrivate, non continuiamo con queste rappresentazioni farsesche dei governi populisti.. non credo quindi la locuzione si attagli a un piano di riforme da 12 miliardi di euro (dettagli del piano su qualsiasi quotidiano online); seconda, i creditori (di fatto gli stati tramite lo European Financial Stability Facility-EFSF, perchè il debito greco in mano a banche private è oggi molto ridotto) dovrebbero chiedersi se ulteriore austerity è la soluzione al problema, possibilmente senza ideologia, pragmaticamente..se qualcuno avesse dubbi sull’adozione di misure di austerità in Grecia 2010-15 consiglio la lettura, attenta, di questo interessante articolo e, se si vuole, dei documenti ufficiali cui rimanda

  12. marcello

    Si continua a insistere sul fatto che la Grecia abbia mentito sullo stato dei conti pubblici, in verità il parametro fondamentale sul quale ha mentito è stato quello del rapporto defict/PIl che non era al 2%, ma al 4% circa. Nessuno però ricorda che se si fossero conteggiate le passività della KWF e CDC anche Germania e Francia avrebbero avuto più di qualche problema a essere in regola con quanto previsto dai trattati. Questo solo per dire che le regole vengono interpretate e quindi applicate, o non servono a questo le corti costituzonali? Questo ossessionante ricorso alle regole mi ricorda alcune terribili catastrofi prodotte nei paesi ex-comunisti. Solo per citare la peggiore il disastro di Chernobyl: era previsto un test sul reattore 4 che andava condotto a ogni costo. Risultato una reazione a catena incontrollata e incontrollabile.I titoli pubblici sono rischiosi, oggi, non vorrei darvi una brutta notizia, lo sono anche i vs conti correnti, perchè anche con quelli si risponde in caso di bail-in. Anche di questo dobbiamo ringraziare i tedeschi che ci hanno imposto il modello di banca universale che già aveva prodotto disastri inenerrabili e che l’Italia aveva saputo correggere con le Leggi Bancarie. Oggi si torna a una separazione delle funzioni di raccolta e d’investimento, guarda un po’ secondo quella linea di sviluppo di gruppo polifunzionale che si sosteneva nel sud dell’EU.

    • bob

      “Oggi si torna a una separazione delle funzioni di raccolta e d’investimento, guarda un po’ secondo quella linea di sviluppo di gruppo polifunzionale che si sosteneva nel sud dell’EU.”
      …appunto è civile ” conservare la carne sotto la sella del cavallo o nel ghiaccio dei monti”? La storia andrebbe sempre letta e rieletta ! Appunto: quale Europa?

  13. giovane arrabbiato

    ”Salvare le banche è giusto”.
    In base a che logica?
    Nel momento in cui compri bond ad alto rendimento stai facendo un investimento che comporta del rischio; alto rendimento alto rischio. Se l’impresa (o il paese) fallisce, hai sbagliato l’investimento e perdi i soldi. Questo dice la logica del libero mercato.
    Passiamo quindi alla logica del crony capitalism stile americano: se l’investitore (il ricco) sbaglia l’investimento, chiama i politici a Washington (o nel caso a Parigi, o Berlino, o Bruxelles), e chiede che gli vengano restituti i soldi. Le banche, pagate profumatamente come advisors d’elite che hanno suggerito l’investimento sbagliato, vengono anch’esse rimborsate.
    Il contribuente paga.
    Fortuna poi che adesso arriva il TTIP con l’ISDS, cosi la prossima volta che l’investitore sbaglia l’investimento da la colpa al governo del paese e lo porta in tribunale. Geniale.
    ”Ma la Grecia ha falsificato i conti”.
    Che la Grecia non fosse un paese ”safe” si sapeva da ben prima, onde gli alti rendimenti. E non dimentichiamo che chi ha aiutato la Grecia a falsificare i conti è Goldman Sachs, pagata profumatamente per farlo.
    Sono l’unico a rendersi conto che un sistema del genere, dove l’investitore scarso ottiene sempre il rimborso, e l’altrettanto incompetente advisor (con tanto di MBA di Harvard) viene ricoperto d’oro, non può funzionare a lungo?

    • marcello

      Forse sta pensando al rapporto della commissione d’inchiesta del Senato degli USA sulla crisi dei mutui subprime che ha individuato responsabilità per conflitti d’interesse in almeno due agenzie di rating (Moody’s e S&P), abusi nel comportamento di banche come G&S e Deutsche Bank e complicità nelle compagnie di assicurazione come AIG? O forse ha in mente quei numerosi accordi extragiudiziali, del valore di diverse decine di miliardi, di cui si parla poco, tra banche d’affari e dipartimento della Giustizia US per evitare l’incriminazione per frode, comportamento anti concorrenziale e aver alterato a proprio vantaggio i tassi d’interesse di mercato?

      • giovane arrabbiato

        Entrambi e non solo. Penso anche ai vari whistleblower della Federal Reserve rimossi dall’incarico dopo avere rivelato trattamenti di favore verso alcune banche, o i vari personaggi che passano dalla Goldman Sachs (di nuovo), alla Security Exchange Commission come regolatori per poi tornare al campo base.
        Senza fare nome specifici. Tanto a pagare è il contribuente senza nome.
        Qualcosa di marcio c’è e non è solo la Grecia. Semplicemente è più facile prendersela con la Grecia.

  14. L’Autore dell’articolo dovrebbe precisare che per la Germania l’esposizione complessiva (stato più banche) nei confronti della Grecia è diminuita di oltre 40/50 miliardi. La Germania è per l’austerita, solo per tutelare i risparmiatori tedeschi, non accetta l’idea inflazionistica per ripagare il debito degli Stati, loro con l’euro hanno avuto surplus oltre il lecito della loro bilancia dei pagamenti “in barba” agli altri paesi.
    Sono stati furbi, la legge del più forte; Europa solidale? Abbiamo l’impero tedesco e stop.

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