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Droghe leggere: la legalizzazione è un buon affare

L’esperienza del Colorado mostra che la legalizzazione delle droghe leggere non comporta aumenti di spesa sanitaria. Diminuiscono, invece, i furti e in generale le risorse impiegate per reprimere il fenomeno. Senza contare gli introiti fiscali per le casse dello Stato.
L’esperienza del Colorado
La proposta di 218 parlamentari per legalizzare la cannabis ha suscitato un vasto dibattito tra politici ed esperti sul tema. Recenti ricerche evidenziano che il provvedimento determinerebbe benefici netti consistenti per le casse dello Stato. Aggiungiamo qualche dato in più al modello logico già presentato su lavoce.info tenendo conto dell’esperienza del Colorado e dell’introduzione nel Pil del calcolo dell’economia illegale da parte dell’Istat. In Colorado, una regolamentazione simile a quella proposta dall’Intergruppo parlamentare per la legalizzazione della cannabis è stata introdotta nel gennaio 2014 e la legalizzazione delle droghe leggere non mostra aumenti significativi nei costi sanitari. In compenso, il Dipartimento di polizia di Denver ha certificato nel 2014, per la prima volta dal 2009, una riduzione di furti in totale del 3 per cento, di quelli con scasso il calo è del 10 per cento.
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Reported offenses using nibrs definitions in the city and county of denver

Inoltre, una società di brokeraggio, la Convergex di New York, ha monitorato il mercato della marijuana in Colorado per studiarne l’andamento dei prezzi. Se per un’oncia di sostanza nel 2014 si pagavano 300-400 dollari (10,6-14,11 dollari al grammo), con l’espansione della concorrenza, e finito l’effetto novità, il prezzo medio si è ridotto nel 2015 a 250-300 dollari l’oncia (8,81-10,6 al grammo). Ciononostante, si stima per il 2015 una crescita del fatturato del 50 per cento. La tassazione è composta dalle accise al 15 per cento (pagate dai produttori), più 2,9% di tasse statali, più l’Iva al 10 per cento, ma si prevede di ridurla all’8 per cento nel 2017 per contrastare il mercato nero. A queste si aggiungono le tasse locali che variano da città a città (a Denver, ad esempio, è  del 3,5 per cento).
I possibili benefici
Per la seconda novità, i benefici fiscali, vanno distinti tre aspetti.
1) L’Istat per l’anno 2011 calcola in 10,5 miliardi il nuovo Pil derivante dal traffico di stupefacenti. La modifica contabile ha una ricaduta positiva per i conti pubblici, poiché, aumentando il Pil, riduce il rapporto deficit/Pil e consente qualche spesa in più, pur mantenendosi dentro i limiti del fiscal compact.
2) I benefici indiretti li segnala l’ultima relazione della Direzione nazionale antimafia (pag. 354-355), nella quale si dichiara che se si vuole reprimere più efficacemente il traffico di droghe pesanti (eroina e cocaina) o impiegare più risorse in altri reati, e ridurre contemporaneamente la liquidità delle organizzazioni criminali, va ipotizzata una regolamentazione delle droghe leggere. Si separano così i due mercati delle droghe pesanti e leggere, con queste ultime che rappresentano oltre il 50 per cento del mercato degli stupefacenti.
3) Il terzo aspetto riguarda i vantaggi fiscali diretti della legalizzazione. Li possiamo stimare considerandoli come la somma di due componenti: a) la riduzione di spesa sostenuta per l’applicazione della normativa proibizionista; b) le imposte riscosse sulle vendite.

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La spesa per la repressione, utilizzando i dati dell’anno 2011 (gli ultimi disponibili), è rappresentata dal costo dei detenuti per traffico di stupefacenti (il 37 per cento del totale), stimabile in poco più di un miliardo di euro (tabella 1); e dalle risorse impiegate per reprimere il fenomeno da parte di forze dell’ordine e magistratura.

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Le spese per la repressione del fenomeno si possono ricavarsi dai denunciati per traffico o possesso di stupefacenti sul totale dei delitti denunciati all’autorità giudiziaria. La percentuale è molto bassa (1,23 per cento sul totale dei delitti denunciati (oltre il 50 per cento sono furti), pertanto è verosimile che il risparmio possa risultare sottostimato. Sui 37,13 miliardi di euro spesi complessivamente per forze dell’ordine e magistratura, applicando questa percentuale, la spesa per i reati di traffico di stupefacenti è stimabile in 457,4 milioni di euro (tabella 2).
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Sommando le due spese, otteniamo la stima del costo sostenuto per l’applicazione della normativa proibizionista: circa 1,5 miliardi di euro l’anno. Le imposte sulle vendite, ipotizzando un’aliquota simile a quella applicata per i tabacchi, circa il 75 per cento del prezzo di vendita, le ricaviamo dalla stima dei consumi delle tre principali droghe (cannabis, eroina e cocaina – secondo le rilevazioni dello studio Aqua Drugs sui residui di sostanze nelle acque dei depuratori) moltiplicata per il relativo prezzo di mercato.
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Da questo imponibile, applicando l’imposta del 75 per cento, ricaviamo le stime – alta, media e bassa – del gettito fiscale per lo Stato.
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Sommando la spesa sostenuta per l’applicazione della normativa proibizionista e le imposte sulle vendite, e concentrandoci solo sul mercato delle droghe leggere, i cui soggetti denunciati per traffico di cannabis all’autorità giudiziaria nel 2011 rappresentavano il 37,3 per cento del totale (Relazione Al Parlamento Sulle Tossicodipendenze 2012 – Direzione Centrale per i Servizi Antidroga), avremo:
David8In conclusione, la stima dei benefici fiscali della legalizzazione delle droghe leggere in Italia, calcolata per l’anno 2011, varia dagli 8,5 ai 5,8 miliardi di euro, dei quali 574,7mila euro di risparmi di spesa per la repressione del fenomeno (verosimilmente sottostimati) e 5,3 – 7,9 miliardi di possibile gettito fiscale. Il calcolo può variare per eccesso se si considera la possibilità di coltivare in proprio la cannabis (autocoltivazione e cannabis social club), o per difetto se ti tiene in considerazione il possibile indotto di questo nuovo mercato (produzioni agricole, dolciarie, tessili, medicali). In entrambi i casi, comunque, un buon affare per i conti pubblici.

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16 commenti

  1. Claudio

    “In compenso, il Dipartimento di polizia di Denver ha certificato nel 2014, per la prima volta dal 2009, una riduzione di furti in totale del 3 per cento, di quelli con scasso il calo è del 10 per cento.” , e quale sarebbe la causa – effetto? Tra legalizzazione cannabis e i furti con scasso?! Non mi pare si stia parlando di droghe pesanti, come l’eroina , le quali portano con una certa frequenza ad una vita da tossicodipendente in cui i piccoli reati posso diventa lo “stipendio”.

    • Niccoló

      Claudio bisogna riconoscere il postulato secondo il quale in aree in cui si registra un elevato tasso di spaccio di stupefacenti si associa un tasso di microcriminalità maggiore rispetto ad altre zone. Con la regolamentazione di hashish e marijuana si elimina, o quanto meno si sfiducia, l’acquisto in strada di tali sostanze comportando perciò una diminuzione anche del secondo dato. A mio avviso gli autori di questo articolo hanno giustamente menzionato questo aspetto nell’analisi facendo riferimento al Dipartimento di polizia di Denver per ribadire il fatto che la legalizzazione delle droghe leggere non solo sarebbe una manovra da accogliere positivamente sul piano delle entrate fiscali ma apporterebbe anche utili benefici sociali.

      • Claudio

        Sono aumentate rispetto al 2013 i crimini contro le persone, magari le persone sono diventate più moleste perché possono procurarsi la cannabis legalmente?…adesso mi spieghi questo…

  2. Luca Bonacini

    Sono anch’io convinto che la strada giusta sia la legalizzazione e i dati presentati sono interessanti. Nel passaggio però in cui si riporta “Se per un’oncia di sostanza nel 2014 si pagavano 300-400 dollari (10,6-14,11 dollari al grammo), con l’espansione della concorrenza, e finito l’effetto novità, il prezzo medio si è ridotto nel 2015 a 250-300 dollari l’oncia (8,81-10,6 al grammo). Ciononostante, si stima per il 2015 una crescita del fatturato del 50 per cento.” si sta dimostrando che la legalizzazione in Colorado ha causato un aumento del consumo di droghe leggere o sbaglio?

    • Pietro David

      La polizia di Denver stima che ancora, per i prezzi alti nel mercato legale, ci sia un 40% di domanda che si rivolge a quello illegale. La società di brokeraggio Convergex sostiene che la riduzione del prezzo e l’apertura di nuovi punti vendita (non tutti le città del Colorado hanno consentito l’apertura dei punti vendita) porterà una consistente parte di consumatori a spostarsi dal mercato illegale a quello legale. Inoltre la metà dei clienti sono turisti, confermando quanto descritto dalla letteratura sul tema (secondo Boermans, 2010, il caso olandese dimostra come la legalizzazione della marijuana non produce effetti sostanziali sul consumo; per Van Ours and Williams, 2007, un prezzo inferiore abbassa l’età di iniziazione, ma non ha alcun effetto sulla durata del consumo di cannabis; secondo Reuter, 2010, la commercializzazione nei Paesi Bassi può aver portato ad un aumento degli utenti, ma l’accesso non ha portato ad un aumento del consumo per la popolazione olandese; Korf, 2002, indica che l’uso di cannabis nei Paesi Bassi mostra tendenze che sono molto simili a quelle di altri paesi europei che non hanno depenalizzato la cannabis).
      In sostanza in Colorado, come in altri Paesi dove già la cannabis si può acquistare legalmente, non si riscontra un aumento del consumo, quanto un’emersione di quello illegale.

  3. Riccardo

    Sarebbe interessante avere un altro paio di dati: se il consumo di cannabis è aumentato e se c’è un aumenti di danni collegati all’uso di cannabis, come ad esempio incidenti stradali.
    Riguardo invece alle stime sugli introiti fiscali, mi chiedo se siano realistiche visto che tassazione al 75% e divieto di vendita ai minorenni lasciano di sicuro spazio al mercato nero

  4. Pietro David

    La polizia di Denver stima che ancora, per i prezzi alti nel mercato legale, ci sia un 40% di domanda che si rivolge a quello illegale. La società di brokeraggio Convergex sostiene che la riduzione del prezzo e l’apertura di nuovi punti vendita (non tutti le città del Colorado hanno consentito l’apertura dei punti vendita) porterà una consistente parte di consumatori a spostarsi dal mercato illegale a quello legale. Inoltre la metà dei clienti sono turisti, confermando quanto descritto dalla letteratura sul tema (secondo Boermans, 2010, il caso olandese dimostra come la legalizzazione della marijuana non produce effetti sostanziali sul consumo; per Van Ours and Williams, 2007, un prezzo inferiore abbassa l’età di iniziazione, ma non ha alcun effetto sulla durata del consumo di cannabis; secondo Reuter, 2010, la commercializzazione nei Paesi Bassi può aver portato ad un aumento degli utenti, ma l’accesso non ha portato ad un aumento del consumo per la popolazione olandese; Korf, 2002, indica che l’uso di cannabis nei Paesi Bassi mostra tendenze che sono molto simili a quelle di altri paesi europei che non hanno depenalizzato la cannabis).
    In sostanza in Colorado, come in altri Paesi dove già la cannabis si può acquistare legalmente, non si riscontra un aumento del consumo, quanto un’emersione di quello illegale.

  5. max

    ls domanda chiave e’: si e’ pensato a normative che rendono impossibile il consumo alle categorie ad alto rischio (piloti, chirurghi etc)? Scommetto infatti che nessuno si farebbe operare da qualcuno “fatto” (in questo senso meglio allora la cocaina alla rilassante erba). I numeri sui vantaggi fiscali …. beh … le sigarette e alcol dimostrano che non provocano un abbassamento della pressione fiscale

    • giorgio

      lei si farebbe operare da un chirurgo che si è appena scolato mezza bottiglia di vodka?
      …eppure non s’è l’è posta come domanda…

  6. Davide

    Avete considerato il numero limitato di beneficiari, visto che la proposta italiana esclude il consumo in spazi pubblici, per i minorenni, consumo al lavoro e alla guida? Potranno beneficiare solo disoccupati, senza patente e maggiorenni, che consumano in privato

  7. Francesco

    Secondo me chi si oppone alla legalizzazione delle droghe leggere lo fa solo per ideologia, ormai. E’ chiaro che la repressione non ha funzionato. Cosi come e’ chiaro che ci sono citta’ (Amsterdam), stati (Colorado) che vivono e prolificano sulla legalizzazione. Facendo riferimento ad un commento precedente, ho letto che gli incidenti in auto sono diminuiti in Colorado; e’ sicuramente piu’ pericoloso guidare ubriachi o fatti di cocaina che dopo una canna. Purtroppo siamo in Italia, e la legalizzazione non ci sara’. Altrimenti i Casamonica come fanno ad organizzare i loro funerali?

  8. Riccardo

    Vorrei poter leggere altri dati sulla spesa sanitaria. Dal 16 al 30% degli accessi in acuto per psicosi acute, attacchi di panico e problemi correlati è da imputare al consumo di cannabinoidi. Nel 3% degli assuntori di cannabinoidi ( probabilmente per predisposizione personale e per l’uso di cannabinoidi con elevato tenore di THC ) si sviluppano psicosi croniche e difficili da curare (qualora non si interrompa l’assunzione). Una percentuale di THC al 4% assieme ad una percentuale di CBD al 4% può essere considerata “droga leggera”… un contenuto di THC al 20% non può essere considerato innocuo come certa stampa cerca di sostenere. In linea di principio non sono contrario alla liberalizzazione ( come contenimento del danno , sottrazione di ingenti proventi alla criminalità, risparmio per le casse dello Stato) ma bisogna evitare di trattare questo tipo di sostanze come “innocue” perchè non lo sono, soprattutto in certi contesti ( cretini che si mettono alla guida dopo aver assunto sostanze). Inoltre l’Italia attirerebbe sicuramente turisti assuntori dal resto dell’Europa come già avviene in Olanda e questo aumenterebbe ulteriormente gli introiti per lo Stato.

  9. marco melchionda

    Io sono convinto che sia soltanto questione di tempo perchè la legalizzazione della cannabis e dei suoi derivati ( tanto desiderata come diritto civile e a scopo terapeutico da decenni) avvenga in Italia. Nobile il gesto di tutti voi politici per rendere giustizia a tante persone ( me compreso) che sono state vittime del proibizionismo e hanno scontato il loro amore per questa pianta a caro prezzo conoscendo il carcere ( per 150 gr di erba) e per chi dal carcere è tornato cadavere (Stefano Cucchi). Sono molto ma molto ottimista sopratutto perchè la Dna ( direzione nazionale antimafia e anti-terrorismo) stessa è a favore della legalizzazione ed è lei che da tempo ammette l’impotenza ( e noi cittadini diciamo anche l’ingiustizia) del proibizionismo nei riguardi delle droga leggera. Sebbene la Dna non è totalmente d’accordo su tutti i punti del ddl ( coltivazione collettiva dei club e coltivazione di 4/5 piante domestiche) e anzichè propugnare una creazione di mercato libero di questo nuovo settore della cannabis che al contrario del mero e unico monopolio di stato oltre a favorire la cassa dello stato creerebbe tantissimi posti di lavoro , ebbene io penso che sia un grandissimo passo in avanti e non è escluso che il ddl venga accettato in toto . Ci sono poi altri punti su cui vorrei buttare luce ma non so se qualcuno è interessato . La scienza seria apartitica e le forze dell’ordine sono a favore della sua legalizzazione. Vincerà la verità e il buon senso.Avanti tutta

  10. marco melchionda

    mi scuso per l’errore grammaticale del mio commento precedente. E’ ovvio che cosi si combatta la malavita organizzata ed è una cosa santa. Ho letto il documento della Dna ma mi pare che loro non abbiano a mente che non si può semplicemente impacchettare la cannabis come tabacco e venderlo sotto monopolio. E i suoi derivati? E i tanti strain di cannabis diversi gli uni dagli altri per caratteristiche e % di Thc nonchè effetti? Sarebbe come dire a tutti che il vino sia posto sotto ( anche se si tratta di droga pesante l’alcol faccio l’esempio) e che da domani potremmo soltanto bere Tavernello , salutando per sempre la grandissima varietà di vini regionali. Inoltre si pongono altri problemi d’ordine pragmatico come : mi sarebbe permesso coltivare 4/5 piante però non posso oltrepassare i 15 grammi detenuti in casa, io dico che non si può regolare con precisione quanti grammi un determinato tipo di strain di una pianta in un vaso possa produrre al raccolto , esistono anche tipi che crescono molto e producono molto. Quindi è impossibile coltivare 5 piante (femmine) e non ottenere piu di 15 grammi (anzi) inoltre per avere 5 piante femmine sarà possibile coltivarne inizialmente 10 o 13 per poter poi in seguito disfarsi delle piante di sesso maschile che saranno ovviamente inutili all’uopo ( se non è nostra intenzione produrre semi impollinando le femmine)? Sono tutti problemi pragmatici che poi ovviamente devono essere rapportati a ogni punto del disegno di legge.

  11. marco melchionda

    Perdonatemi se sono uscito un pò dal tema di questo argomento scrivendo tre commenti. Ho letto anche di preoccupazioni espresse nei riguardi della concentrazione di sostanza attiva thc e cannabinoidi nelle piante, va detto a onore del vero che questa varia a seconda dello strain ed esistono alcuni tipi ad alta concentrazione o viceversa di thc o cannabinoidi ( ad esempio nelle sative prevalgono i cannabinoidi mentre sulle indiche il thc) , numerosi sono gli ibridi creati a scopi specifici, come ad esempio le piu ”potenti” ( potenti nel senso ad alta concentrazione di thc/cannabinoidi) sono anche quelle usate specificamente a scopo terapeutico ( e non ovviamente) ma vorrei togliere ogni preoccupazione a costoro paragonando la cannabis alle bevande alcoliche soltanto sotto l’aspetto di concentrazione di sostanza attiva ( thc alcohol). Gli strain piu ”leggeri” potrebbero essere paragonati a una birra , mentre quelli piu potenti a un liquore, ora va da sè che se una persona beve 3 o 4 birre otterrà l’equivalente di ad esempio magari un bicchierino di Jägermeister. Come tutti sanno sia in Olanda che in Colorado vengono venduti i vari strain ( senza restrizione di percentuale di thc ma soltanto di quantità in grammi di cannabis) per grammo senza questa fobia dell’alta percentuale di thc

  12. marco melchionda

    Mi sia consentito un ultimo commento perchè volevo parlare di come i mass media e anche le forze dell’ordine parlano in maniera allarmistica ( con rispetto lo dico) di come la cannabis dei giorni nostri ( facendo consentitemi questo gioco di parole , di tutta un’erba un fascio cioè senza specificare i vari strain) sia molto ma molto potente sempre piu. I mass media lo dicono quasi come se la cannabis venisse ottenuta a laboratorio in maniera innaturale mentre invece qui si parla solo di ibridazione. L’olio di cannabis avrà una piu alta % di thc rispetto alle infiorescenze della pianta femminile e l’hashish avrà thc e cannabinoidi in maniera degradata o magari piu forte , il paragone è sempre quello: birra/vino/vodka. Io sono a favore dei 5 grammi fuori casa e dei 15 in casa ma senza restrizioni alla qualità della cannabis ottenibile legalmente perchè ( essendo tutti degli intenditori , chi piu chi meno) si sentirebbero presi in giro da cannabis con un contenuto di thc ridicolamente bassa . Bisogna poi dire che usando l’ibridazione c’è sempre un limite alla percentuale di thc e cannabinoidi ottenibili , non è che la cosa sia illimitata e che in un futuro ci troveremmo di fronte a un 100% di thc. Lotta alle mafie, incassi allo stato utilizzabili dalle forze dell’ordine e nuovi posti di lavoro , un mercato sfruttabile al 100% grazie alla vocazione primaria del nostro bel paese, il turismo. Io lo trovo un modo per risollevare il nostro paese sotto ogni punto di vista.

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