Da tempo si preannunciano nuove regole per l’abilitazione scientifica nazionale dei docenti universitari. Ma prima di costringere l’università a un nuovo periodo di incertezza, sarebbe stato utile valutare se l’Asn avesse raggiunto i suoi obiettivi. E uno dei principali era ridurre i favoritismi.

Il primo obiettivo dell’abilitazione nazionale

Il 30 maggio 2014, il ministero dell’Istruzione, università e ricerca annunciò con un comunicato stampa che entro un mese avrebbe definito le nuove regole dell’abilitazione scientifica nazionale per il reclutamento dei docenti universitari. Da allora, le nuove regole non sono arrivate e sono circolate solo indiscrezioni. . Prima di costringere l’università a un nuovo periodo di incertezza, sarebbe stato utile valutare se l’Asn avesse raggiunto i suoi obiettivi.
Uno dei principali era ridurre endogamia e favoritismi dei concorsi locali. Singoli episodi (come i casi della commissione di storia economica o di quella di diritto costituzionale) suggeriscono che il problema non è scomparso, ma i dati consentono di andare oltre l’aneddotica e verificare se la presenza in commissione di colleghi e coautori dei candidati ha determinato significative distorsioni (Connections in Scientific Committees and Applicants’ Self-Selection: Evidence from a Natural Randomized Experiment).
Grazie al sorteggio dei commissari, abbiamo potuto confrontare il tasso di promozione di ricercatori ex-ante statisticamente identici (e, in particolare, con la stessa probabilità di essere valutati da colleghi o coautori), ma diversi ex-post per avere o meno contatti in commissione.
A parità di altre condizioni, la probabilità di promozione è stata in media del 34 per cento per chi non aveva contatti e del 38 per cento per chi li aveva. È un effetto inferiore sia al grande vantaggio dei candidati interni nei concorsi locali sia a quelli trovati in valutazioni analoghe di altri paesi.
Le regole dell’abilitazione nazionale – che consentono il ritiro della domanda – ci hanno permesso di misurare anche l’effetto dei contatti sulla probabilità di ritiro. Contrariamente a quanto ci aspettavamo, i connessi si sono ritirati con maggiore frequenza. Probabilmente, hanno ricevuto informazioni più accurate sui criteri di valutazione ottenendo così un vantaggio non irrilevante dal momento che la bocciatura avrebbe impedito di partecipare alle due edizioni successive dell’Asn. Anche questo risultato, comunque, suggerisce che l’abilitazione nazionale ha lasciato poco spazio ai favoritismi: i commissari hanno preferito essere trasparenti con colleghi e coautori spingendo quelli con un curriculum debole a ritirare la propria candidatura.

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Perché diminuiscono i favoritismi

Cosa ha consentito all’abilitazione scientifica nazionale di contenere i favoritismi nella prima fase del reclutamento?
Primo, la pubblicazione on-line di curricula e giudizi ha responsabilizzato le commissioni. Secondo, la scelta casuale dei commissari ha ridotto il rischio che i prescelti si sentissero vincolati da ragioni diverse dal loro curriculum. Terzo, ha probabilmente funzionato la “spinta gentile” delle mediane, preferibile sia a criteri bibliometrici rigidi sia a nessun criterio. Infine, impedire la presenza di colleghi di università nella stessa commissione ha diminuito la probabilità di alleanze interne.
Non sembra, invece, che la partecipazione di commissari “stranieri” abbia diminuito gli effetti delle connessioni.
Tre fattori possono spiegare questo risultato: poca motivazione (gli “stranieri” hanno scritto giudizi in media più brevi), scarso peso nella decisione finale (per la promozione erano sufficienti 4 voti su 5), imparzialità solo apparente (nonostante abbiano espresso più spesso giudizi difformi rispetto alla maggioranza, anche loro sono stati più benevoli con colleghi e coautori di altri commissari).
È possibile ridurre ulteriormente distorsioni e favoritismi? Una strada è quella di introdurre regole sui conflitti di interesse. L’analisi dei giudizi individuali suggerisce infatti che l’obbligo di astenersi dal giudicare coautori e colleghi avrebbe ridotto le distorsioni. Ma non le avrebbe eliminate, dato che anche il resto della commissione favorisce i candidati connessi ad altri commissari.
Nei prossimi mesi sapremo se l’affrettata sospensione della vecchia Asn e il lungo periodo di gestazione della nuova porteranno cambiamenti migliorativi o peggiorativi. Cambiare radicalmente una riforma senza valutarla è raramente una buona idea e l’università non può permettersi passi falsi.

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