Non ha messo fine all’influenza della criminalità organizzata sulla politica locale, ma la norma sullo scioglimento dei comuni per infiltrazione mafiosa sembra avere effetti positivi sulla selezione della classe politica. Mentre i partiti colpiti ottengono meno voti alle elezioni successive.
I numeri dello scioglimento
In parlamento è in corso d’esame una revisione della legge che regola lo scioglimento dei comuni per infiltrazione mafiosa. Sebbene la norma non abbia sistematicamente portato alla fine dell’influenza della criminalità organizzata sulla politica locale – basti pensare che 48 consigli comunali sono stati sciolti più di una volta -, la sua applicazione sembra avere effetti positivi in termini di governance, selezione della classe politica e minore eleggibilità dei partiti colpiti da infiltrazione mafiosa. Dal 1991 i consigli comunali possono essere sciolti in caso di possibili legami tra i politici locali e la criminalità organizzata. Nei 18-24 mesi successivi lo scioglimento, il comune è amministrato da tre commissari incaricati di ripristinare la legalità. Fino a oggi, 266 enti locali sono stati commissariati per infiltrazione mafiosa. Negli ultimi anni c’è stato un picco di scioglimenti (grafico 1) che si concentrano in tre regioni, Calabria, Campania e Sicilia, storicamente colpite dal fenomeno mafioso (grafico 2).
Selezione politica e reazioni degli elettori
Uno dei tanti problemi creati dalla presenza mafiosa è la capacità di allontanare i cittadini più competenti dalla politica. Il commissariamento, riducendo il livello d’infiltrazione mafiosa, potrebbe dunque incoraggiare una migliore selezione della classe politica. Lo conferma un recente studio che approfondisce l’effetto del commissariamento sulla qualità dei politici locali eletti, confrontando il livello d’istruzione degli eletti nei comuni sciolti con quello dei comuni non sciolti, prima e dopo il commissariamento. I dati mostrano che dopo il passaggio dei commissari, i nuovi eletti hanno un maggior livello d’istruzione. L’effetto è di circa un anno in più d’istruzione ed è particolarmente forte per sindaci e assessori. Un altro aspetto da non sottovalutare riguarda la risposta degli elettori rispetto allo scioglimento, che rappresenta una prova definitiva dell’esistenza di legami tra la criminalità e la classe politica locale. La reazione dei cittadini, chiamati a eleggere un nuovo consiglio comunale, si riassume in due parole: responsabilità e sfiducia. Infatti, un altro studio empirico mostra che gli elettori puniscono lo schieramento politico al governo durante lo scioglimento, che alle successive elezioni ha il 15 per cento in meno di probabilità di vincere. Coerentemente si osserva anche uno spostamento di voti verso coalizioni di centro-sinistra. Questo è dovuto al fatto che comuni governati da coalizioni di centro-sinistra sono meno colpiti dal commissariamento per infiltrazione mafiosa (sebbene non ne siano immuni). Da ultimo, gli elettori sembrano reagire allo scandalo anche con distacco verso la politica. Infatti, alle successive elezioni locali, si riduce l’affluenza alle urne (di circa il 3 per cento). Un calo simile, ma meno forte, ha luogo anche alle successive elezioni nazionali (di circa l´1 per cento).
Gli effetti della legge sulle finanze locali
Lo scioglimento, tuttavia, non ha solo conseguenze politiche, ma influisce direttamente sulla governance dei comuni. Di fatto, il commissariamento è messo in atto con l’obiettivo di riportare ordine e legalità nelle amministrazioni locali e questo si ripercuote sulle scelte di bilancio. I dati mostrano che lo scioglimento ha un effetto negativo sulle spese in investimenti, mentre è nullo sulle spese correnti. Un’analisi effettuata sulle spese dei comuni commissariati mostra che durante il primo anno di commissariamento gli investimenti si riducono di circa il 45 per cento, mentre considerando un periodo di tre anni si ha una riduzione media del 15 per cento annuo. Questa importante riduzione è probabilmente dovuta all’azione della commissione volta a rimpiazzare contratti o appalti esistenti riconducibili alla presenza mafiosa. Tuttavia, non si può escludere che il risultato sia anche influenzato da una tendenza dei commissari a spendere meno rispetto ai politici locali.
Conseguenze indirette sui comuni limitrofi
Il commissariamento sembra avere un effetto anche sulla spesa dei comuni limitrofi. Infatti, nei comuni che confinano con almeno un ente commissariato, gli investimenti diminuiscono in media del 6 per cento nei tre anni successivi allo scioglimento. Quindi, la presenza dei commissari in un comune è così incisiva da influenzare indirettamente le scelte di bilancio di amministrazioni locali che non sono sotto il loro controllo. È interessante evidenziare che i comuni limitrofi che reagiscono maggiormente sono quelli con precedenti legati alla mafia (cioè dove sia avvenuto almeno un sequestro d’immobili o di imprese per motivi di mafia). Infatti, lì gli investimenti hanno una riduzione intorno al 12 per cento. Il risultato suggerisce che la presenza dei commissari in un comune può produrre effetti indiretti positivi sull’attività della pubblica amministrazione in aree circostanti, particolarmente se ad alto rischio d’infiltrazione mafiosa.
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