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Pizzo, il fisco iniquo della mafia

La mafia non conosce la produttività delle singole imprese e quindi non modula le richieste di pizzo, che finisce per pesare di più sulle aziende più piccole. Si tratta di un ostacolo allo sviluppo economico e agli investimenti in qualità e innovazione.

Dai beni confiscati alla rigenerazione urbana

La destinazione dei beni immobiliari confiscati coniuga obiettivi di deterrenza, riparazione del danno e rigenerazione urbana. La sua efficacia è però frenata da lentezze procedurali e dall’assenza di valutazioni sul loro utilizzo in diversi contesti socioeconomici.

Il Punto

Nel tradizionale simposio annuale di Jackson Hole, il presidente della Fed ha annunciato l’uscita dal Quantitative easing, con i mercati che sembrano apprezzare. Che lezione può trarne la Bce?
Mentre il governo è al lavoro sulla riforma delle politiche attive e degli ammortizzatori, è utile capire se con la pandemia sia in corso una riallocazione dei lavoratori. Un’analisi delle comunicazioni obbligatorie. Perché, nonostante gli sforzi del legislatore, l’apprendistato di primo livello non si diffonde in Italia come in Germania? C’entrano l’organizzazione complessiva dell’istituto e la sua collocazione nel nostro sistema d’istruzione.
Per favorire la crescita dell’eolico servono incentivi meno generosi e più mirati alla produttività. Così da ridurre il rischio di infiltrazioni mafiose, testimoniato dal numero di turbine installate nei comuni ad alto tasso di criminalità organizzata.

Spesso un grafico vale più di tante parole: seguite la nostra rubrica “La parola ai grafici”.

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Sugli incentivi all’eolico il vento delle infiltrazioni mafiose

La produzione di energia eolica è stata ampiamente sussidiata, attirando l’interesse delle organizzazioni criminali. Lo dimostra il numero di turbine installate nei comuni ad alta criminalità organizzata. Cosa cambia con incentivi più competitivi.

Il Punto

È tornato il rito dell’incontro delle parti sociali con il governo (una parte di esso, la Lega). Con sindacati e imprenditori il ministro dell’Interno Salvini ha avviato la discussione sulla manovra, rispolverando la versione della flat tax dell’ex sottosegretario Armando Siri. Non è l’unica in giro. Facciamo un riassunto delle varie proposte sul tappeto e delle loro implicazioni di bilancio.
A proposito di Siri e delle inchieste giudiziarie che lo riguardano, una ricerca recente mostra che il business dei parchi eolici e degli aiuti pubblici per produrre energia in Sicilia sia terreno di coltura per la mafia. Strano ma vero: nella metà dei 193 comuni a presenza mafiosa sono spuntate pale eoliche. Anche dove il vento non c’è.
Intanto prosegue i lavori il cantiere del taglio di 345 parlamentari, per portare la Camera a 400 e il Senato a 200 eletti. “Riforma” anti-casta per eccellenza. Aumenterebbe la distanza tra elettori ed eletti e lascerebbe inalterata l’efficienza di funzionamento del nostro sistema legislativo (a partire dal bicameralismo perfetto).
Le prove Invalsi – finalmente depurate dagli imbrogli del passato – descrivono un sistema scolastico con terribili divari territoriali e sociali di apprendimento tra Sud e Nord, che cominciano alle medie e non finiscono mai. Ce ne offre una significativa testimonianza la lettera di un docente di una università del Mezzogiorno.
Il governo del cambiamento (degli obiettivi nel corso del tempo) ora ha riscoperto Atlantia e la famiglia Benetton come soci per ricapitalizzare ancora Alitalia, accanto al Mef e alle Ferrovie. Mentre il ministro Toninelli, a caccia del facile consenso popolare, continua ad additare la società come inaffidabile per revocarle la concessione autostradale dopo il crollo del ponte Morandi. Salvo scoprire che la procedura è piena di incognite legali.
Tra pochi giorni la Fed taglierà il costo del denaro mentre l’economia Usa va a gonfie vele. Ammettendo di temere le reazioni dei mercati e le conseguenze di un rialzo dei tassi sugli oneri di rimborso del debito accumulato da privati e stati. In soffitta l’autonomia che ha guidato la sua condotta negli ultimi 40 anni.

Convegno annuale de lavoce.info il 16 settembre a Milano. Save the date!
Il convegno annuale de lavoce.info si svolgerà nel pomeriggio di lunedì 16 settembre all’Università Bocconi di Milano. Sarà un’occasione per vederci di persona, dopo tante interazioni digitali! Presto comunicheremo il programma. La prima parte dell’incontro è riservata ai nostri collaboratori e sostenitori più affezionati (quelli che ci hanno finanziato con almeno 100 euro nell’ultimo anno o cumulativamente negli ultimi tre anni). Chi vuole è ancora in tempo per fare la donazione.

Comuni sciolti per mafia: qualcosa non ha funzionato

Lo scioglimento dei comuni per infiltrazioni mafiose è uno strumento che non ha dato i risultati sperati. Andrebbe riformato uscendo dal paradigma dell’urgenza e con una progressione degli interventi, così da agire in modo preventivo ed evitare ricadute.

Le mafie nel Pil

Nel 2015 il Pil italiano è cresciuto anche grazie al lieve aumento dell’economia illegale. Lo certifica un Report dell’Istat. Ma sarebbe necessario interrogarsi sulla scelta di considerare voci riconducibili alle attività delle organizzazioni mafiose.

Il Punto

In un recente rapporto l’Istat ha aggiornato le stime sul peso del sommerso e dell’economia illegale che arriverebbe a 207 miliardi all’anno (il 12,6 per cento del Pil). Il peso degli stupefacenti è misurato dal lato di chi acquista, prostituzione e contrabbando di tabacco da quello di chi offre questi peculiari beni e servizi.
Tornato sulla scena politica, Berlusconi rivendica di “non aver messo le mani nelle tasche degli italiani” durante i suoi quattro governi. Il fact-checking de lavoce.info mostra però che nel 2011 l’ex Cavaliere aumentò l’Iva e mise le basi di legge per gli aumenti degli anni successivi. Altri dati che si prestano a interpretazioni di parte sono quelli sul mercato del lavoro. Dove i buoni numeri sull’occupazione sono controbilanciati dalla persistenza del tasso di disoccupazione e il mancato recupero delle ore lavorate totali. Tra le anomalie del mercato del lavoro in Italia, la più lenta crescita dei salari del mondo industrializzato da 20 anni a questa parte. Colpa della produttività stagnante, non dell’euro.
Con il mancato pagamento di 200 milioni di interessi sul debito sovrano, il Venezuela è di fatto in default. Il suo futuro è ora in mano ai principali creditori, cinesi e russi. I primi sono grandi acquirenti del suo petrolio, i secondi – meno esposti – coltivano soprattutto un interesse geo-politico nella regione.

Il Punto

Tra le proteste degli esclusi e dei sindacati, i concorsi a cattedra per gli insegnanti fanno strage di candidati. La selezione è più severa del solito perché in palio non ci sono punteggi ma posti di lavoro. La qualità del sistema scolastico ha tutto da guadagnarci. Ma valutare bene non è né facile né a basso costo.
La soluzione “di mercato” del dissesto bancario di Mps è ancora in alto mare. Nel timore che il previsto mega-aumento di capitale di 5 miliardi fallisca, ecco la conversione “volontaria” delle obbligazioni subordinate detenute da investitori istituzionali in azioni. Mentre il Portogallo, zitto zitto, salva una banca con soldi pubblici evitando il bail-in.
Alludendo a un possibile rialzo dei tassi, la presidente della Fed Janet Yellen ha lasciato i mercati nella nebbia ma non ha stupito i banchieri centrali riuniti a Jackson Hole. Li ha sorpresi, invece, snocciolando e quindi consacrando definitivamente gli strumenti di politica monetaria non convenzionale a sua disposizione.
Sono davvero morti i negoziati per il Ttip (il trattato commerciale Ue-Usa) come ha annunciato il vice cancelliere tedesco Gabriel? Forse no. Ma certo il loro esito è stretto tra gli interessi di bottega di governi alla vigilia di difficili elezioni: negli Stati Uniti, in Francia, in Germania.
Criteri di selezione troppo astratti e commissioni giudicanti troppo piccole per funzionare: parte male la riforma Madia della dirigenza pubblica basata sulla valutazione dei cv. Ancora da fugare il sospetto che la montagna della meritocrazia partorisca il topolino del vecchio “spoils system”.
Il controllo della politica da parte delle mafie inizia dalle elezioni comunali. Si scoraggiano le candidature degli onesti e si portano a capo del municipio gli “amici”, con le mani sul settore immobiliare e sugli appalti. Risultato documentato: salgono la spesa comunale e il numero dei lavoratori impiegati nelle costruzioni.

Convegno de lavoce.info
Il convegno annuale riservato agli amici de lavoce avrà come titolo “Le riforme fatte e quelle da fare“. Si terrà la mattina di mercoledì 14 settembre all’Università Bocconi di Milano. Vi aspettiamo per incontrarvi di persona, dopo tante interazioni digitali!
La prima parte dell’incontro è riservata alla redazione de lavoce e ai nostri sostenitori più affezionati, chi ci ha finanziato con almeno 100 euro nell’ultimo anno o cumulativamente negli ultimi tre anni (chi non l’ha fatto, è ancora in tempo per compiere la donazione).

Il Punto

Continuiamo ad analizzare i primi due anni del governo Renzi. In realtà l’anno degli interventi importanti sul mercato del lavoro è stato il 2015, sul quale ci sono freschi freschi i dati Inps. Le 600 mila assunzioni nel privato, prevalentemente a tempo indeterminato sono in buona parte effetto del Jobs act e della decontribuzione per i nuovi assunti (con i risultati visibili nel grafico pubblicato qui). Rovescio della medaglia: la crescita economica (0,7 per cento) rimane tra le più basse d’Europa e quest’anno la decontribuzione non c’è quasi più. Sulla concorrenza il governo aveva presentato subito un disegno di legge (in attuazione di una legge del 2009 rimasta lettera morta sotto Berlusconi, Monti e Letta). Poi però il ddl, il cui iter parlamentare è ancora in corso, ha perso i pezzi sotto i colpi delle lobby. Mentre lo sviluppo della banda larga sembra decollare dopo diversi cambi di programma. Risultati a metà anche sulla promessa diminuzione di tasse. Il bonus di 80 euro, la decontribuzione temporanea sulle assunzioni a tempo indeterminato, l’abolizione della Tasi sulla prima casa sono tagli veri ma poco coerenti tra loro e fatti in deficit sotto la coperta delle clausole di salvaguardia. Sui beni culturali i fiori all’occhiello del biennio sono il progetto Pompei e 20 nuovi direttori di musei dotati di ampia autonomia. L’inversione di tendenza si scontra però con l’esiguità degli interventi (rispetto al patrimonio archeologico e artistico da gestire) e – in modo meno visibile – con una poco meritocratica assegnazione dei fondi per lo spettacolo. Mentre il Parlamento discute una revisione della legge sullo scioglimento dei comuni per mafia, vale la pena ricordare gli effetti dei commissariamenti compiuti: riduzione di spese, selezione più dignitosa della classe politica, punizione elettorale dei partiti coinvolti, influenza positiva sui territori limitrofi.

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