La riorganizzazione dell’Istat accorpa il dipartimento per le Statistiche sociali e ambientali con quello per i Conti nazionali e le statistiche economiche. Ma per molti anni quel dipartimento ha prodotto studi e analisi indispensabili alla ricerca sociologica, demografica e anche economica.
Conseguenze della riorganizzazione dell’Istat
Il presidente dell’Istat ha deciso di togliere a Linda Laura Sabbadini l’incarico di direttrice del dipartimento per le Statistiche sociali e ambientali nell’ambito di una riorganizzazione che unificherà quel dipartimento con quello per i Conti nazionali e le statistiche economiche.
Per anni l’Istat ci ha informato con indagini dettagliate nel campo dell’uso del tempo e della divisione dei ruoli nella famiglia, con statistiche di genere, con ricerche sulla violenza sulle donne e sui fenomeni sociali sommersi.
I dati sociali sono importanti e indispensabili non solo per la sociologia e la demografia, ma anche per l’analisi economica, e lo sono ancora di più durante una crisi senza precedenti.
Linda Laura Sabbadini è stata la ispiratrice, coordinatrice e autrice di questo prezioso e importante lavoro informativo. Ha condotto approfonditi studi e proposto interessanti interpretazioni, come nel caso delle analisi sulla tempistica delle interruzioni del lavoro femminile alla nascita dei figli e i costi che ne derivano sulle carriere e, di recente, con una ricostruzione attenta e profonda dell’impatto della crisi su donne e uomini nelle regioni del nostro paese e sulle discriminazioni di genere.
Questi importanti contributi non sono rimasti confinati sulla homepage del sito dell’Istat, ma sono stati presentati da Linda Laura Sabbadini in frequenti e importanti dibattiti in tutta Italia e all’estero. Ciò ha dato all’Istituto di statistica una visibilità e un’interazione continua con il mondo accademico e il dibattito economico e politico in Italia.
Ci auguriamo che la riorganizzazione non marginalizzi i dati e le analisi condotte finora nel dipartimento delle Statistiche sociali e ambientali e auspichiamo che il talento e la competenza di Linda Laura Sabbadini non vadano sprecati, come purtroppo spesso avviene in Italia quando parliamo di talento femminile.
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Alessandra Casarico è Professoressa di Scienza delle finanze all’Università Bocconi. È inoltre Research Fellow del CESifo di Monaco e del Centro di ricerca Dondena sulle dinamiche sociali e politiche pubbliche. È membro dello Scientific Advisory Council dell'Ifo di Monaco e della Commissione di Genere della Società Italiana di Economia. Ha conseguito il dottorato di ricerca in economia all’Università di Oxford. I suoi interessi di ricerca si rivolgono all’economia di genere e all'economia pubblica. Ha pubblicato su riviste scientifiche internazionali di prestigio ed è autrice di libri con editori nazionali e internazionali. È attiva nel dibattito accademico e di policy in Italia e all’estero sul tema dell’occupazione femminile e delle politiche che possono sostenerla.
Ph.D. Università di Wisconsin-Madison, è Professore di Economia Politica all’Università di Torino e Fellow del Collegio Carlo Alberto. È anche Research Fellow dell’Institute di Human Development(IHDSC) della New York University, del network HCEO dell Università di Chicago e dell’ IZA (Bonn). È stata membro del Consiglio Generale della Compagnia San Paolo (2012-2020) e del Comitato Scientifico della Confindustria. I suoi interessi di ricerca riguardano l’economia della famiglia e del lavoro, le differenze di genere e degli investimenti nella prima infanzia. È Associate Editor del Journal oh Human Capital e Review of Economics of the Household. Dal 2000 è Direttore del Centro CHILD e di IEU (Unit of Evaluation) del Collegio Carlo Alberto. Nel 2007 è stata insignita dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dell’Ordine del Merito della Repubblica Italiana e nel 2021 ha vinto il Premio Tarantelli.
Paola Profeta è professore associato di Scienza delle Finanze all'Università Bocconi di Milano e coordinatrice di Dondena Gender Initiative, unità di ricerca del Centro Dondena che raccoglie gli studi di economia di genere e leadership femminile dell'Università Bocconi. E' research fellow di CESifo e CHILD, Associate editor di CESifo Economic Studies e European Journal of Political Economy, scientific advisor di Unicredit and Universities Foundation. I suoi interessi di ricerca di rivolgono all’economia pubblica, ai sistemi di welfare (in particolare pensioni e istruzione), all’economia di genere e all’analisi di sistemi di tassazione comparati. Ha conseguito il PhD in Economics presso la Universitat Pompeu Fabra di Barcellona, ha svolto periodi di studio e ricerca o insegnamento a Columbia University di New York, CORE- Université Catholique de Louvain, Harvard Kennedy School, Università di Lugano, Rennes, CESifo di Monaco. Ha pubblicato su riviste internazionali di prestigio, è autrice di monografie con editori nazionali ed internazionali e ha coordinato progetti di ricerca finanziati da varie istituzioni internazionali, fondazioni private, università e centri di ricerca. Collabora con numerose istituzioni nazionali ed internazionali. Svolge un'intensa attività divulgativa e di dibattito in Italia e all'estero, soprattutto sui temi di uguaglianza di genere e politiche per la promozione dell'occupazione e delle carriere femminili.
Giovanni Salzano
A leggere bene il nuovo atto organizzativo generale dell’Istat (http://www.istat.it/it/files/2011/05/AOG1.pdf) sembrerebbe che in realta’ le statistiche sociali siano state disgiunte da quelle ambientali (come peraltro sembra sensato) e riunite con i censimenti demografici nella nuova “Direzione centrale per le statistiche sociali e il censimento della popolazione (DCSS)”. Il punto e’ che la riorganizzazione semplifica riducendo i dipartimenti da quattro a due. Quello che era il dipartimento per le statistiche sociali e ambientali viene di fatto smembrato e distribuito in due direzioni del mega-dipartimento per la produzione statistica. La domanda che le autrici avrebbero dovuto porsi e’ come mai Linda Laura non sia stata messa a capo della Direzione centrale per le statistiche sociali e il censimento della popolazione della quale sarebbe stata naturale candidato, anche se le sue indubbie doti di grande comunicatrice avrebbero potuto suggerirne la candidatura alla Direzione centrale per la diffusione e la comunicazione dell’informazione statistica. O forse il passaggio da direttore di dipartimento a direttore centrale avrebbe comportato una “retrocessione” di fatto per la Sabbadini? Se cosi’ fosse questa sarebbe l’ennesima distorsione provocata da una lunga sequenza di riorganizzazioni che hanno moltiplicato il numero delle poltrone ai vertici dell’Istituto senza migliorarne sensibilmente l’efficienza. Forse la riorganizzazione di Alleva segna una inversione di tendenza?
Marina
Penso che essendo l’ISTAT un Istituto di ricerca , sia opportuno da parte dei dirigenti ed in generale dei ricercatori non confondere la militanza socio-politica con gli obiettivi delle rilevazioni .
Umbe
I dati sono pericolosi.
Generano un mostro che non puoi cotrollare: informazione .
L’ISTAT morirà.
Tutta.
Marco Di Marco
La logica delle proteste è, per me che lavoro all’Istat, incomprensibile. Linda ha un enorme talento e nessuno le impedirà di continuare a produrre studi e analisi sulle condizioni delle donne.
Le proteste lasciano intendere che all’Istat esisterebbe una specie di censura “antifemminista” all’Istat, e che solo un incarico direttivo alla Sabbadini garantirebbe la gender neutrality delle statistiche.
Ora, questo secondo me semplicemente non è vero. Le statistiche di genere non corrono nessun pericolo.
La verità di fondo è che all’Istat esistono molte professionalità eccellenti, oltre a Linda Laura, che sono più numerose degli incarichi di dirigenza disponibili. Non è possibile considerare tali incarichi (spesso onerosi di incombenze amministrative) come misura del prestigio scientifico o professionale.
D’altra parte, la stessa Linda Laura si è trovata ad operare scelte apparentemente “ingiuste”, rimuovendo capaci ricercatori dai loro incarichi per le ragioni più disparate.
A queste rimozioni non ha mai fatto seguito, lo dico per esperienza personale, una censura dei lavori prodotti dal singolo.
Luigi
La Sabbadini era invisa a Renzi e di conseguenza è stata allontanata. Renzi vuole solo persone ossequianti e sottomesse alle sue falsità