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Via la banconota da 500 che piace ai narcos

Dal 2018 la banconota da 500 euro non sarà più stampata. La decisione è stata presa per contrastare le attività illegali, dalla corruzione al narcotraffico, passando per mafia e terrorismo. Non è invece un incentivo a un utilizzo più ampio della moneta elettronica. Perché il consenso non è unanime.

Fine dell’emissione del taglio da 500 euro

Per la prima volta dalla sua introduzione, l’euro perde uno dei suoi tagli, quello dal valore più alto. Nel vertice di Francoforte del 4 maggio 2016, dopo settimane di discussioni, il direttivo della Banca centrale europea ha deciso l’interruzione dell’emissione della banconota da 500 euro, effettiva a partire dalla fine del 2018. Nonostante l’interruzione della stampa, che porterà inevitabilmente a un suo graduale esaurimento, la banconota potrà comunque essere ancora utilizzata come mezzo di pagamento senza limiti temporali, esattamente come qualunque altro taglio. L’iniziativa tocca banconote che rappresentano solo il 2,3 per cento di tutte quelle in circolo nell’Eurozona, ma il cui valore equivale al 30 per cento del totale.
La Bce ha preso la decisione in seguito alle “preoccupazioni che questa banconota possa facilitare attività illegali”. Si inserisce quindi nella sempre più accentuata tendenza globale a limitare l’uso del contante nelle transazioni per ostacolare le attività illecite.
La banconota da 500 euro faciliterebbe infatti fenomeni come il riciclaggio, il narcotraffico, le organizzazioni mafiose e il finanziamento di altre attività illegali (a cominciare dal terrorismo), perché risulta essere il meccanismo di pagamento perfetto per la criminalità, dati il suo alto valore, la facile trasportabilità e la mancanza di tracciabilità della transazione che garantisce.
Non è quindi un caso che la banconota sia di fatto la valuta principale dei narcotrafficanti, come sosteneva già nel 2013 l’allora procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri: per arrivare al valore della banconota da 500 euro ci vogliono circa cinque banconote da 100 dollari americani, quindi l’euro è la valuta ideale per essere trasportata, perché occupa molto meno spazio. Del resto, la conferma sta nel fatto che circa tre quarti delle banconote che circolano in Spagna, storica testa di ponte del traffico di cocaina tra Europa e Sudamerica, siano di questo taglio.

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Una diffusione sospetta

In effetti, la decisione presa dalla Bce avrà un impatto del tutto particolare sul Regno di Spagna: secondo i dati aggiornati a marzo 2016 del ministerio de Hacienda de España, nel paese iberico i biglietti da 500 euro rappresentano attualmente il 77,4 per cento di tutto il denaro circolante: 32.398 milioni su 41.864 milioni di euro.
Il dato si è triplicato da dicembre 2002 (data in cui l’euro divenne l’unica moneta in vigore nell’Eurozona), quando rappresentavano “solo” il 25,1 per cento del totale. Sempre secondo il ministero, nel 2006 il 26,6 per cento delle banconote da 500 euro di tutta l’Eurozona si trovava fisicamente nel paese iberico, sebbene lo scoppio della bolla immobiliare degli anni successivi abbia fatto scendere questa incredibile percentuale a un più “modesto” 10,9 per cento. Ciononostante, il peso delle banconote da 500 euro sul totale del contante in Spagna non ha smesso di aumentare negli anni di recessione ed è andato di pari passo con la crescita della già enorme economia sommersa del paese, che corrisponde attualmente al 24,6 per cento del Pil spagnolo.
Appare quantomeno sospetto il fatto che una banconota che non viene utilizzata nelle transazioni commerciali abituali dei cittadini abbia un tasso di penetrazione così elevato in Spagna. Se corruzione politica ed evasione fiscale rappresentano sicuramente importanti delitti connessi all’utilizzo di questo taglio, una presenza così elevata in Spagna del (fu) più alto taglio della moneta unica è legata soprattutto al narcotraffico, in particolare quello di cocaina: sul territorio sono presenti infatti le principali basi di sbarco e smercio della sostanza proveniente dal Sudamerica.

Tabella 1

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Fonte: ministerio de Hacienda de España a partire dai dati della Bce e del Banco de España.

La scelta di non stampare più la banconota da 500 euro non ha trovato il consenso unanime di tutti i paesi membri dell’Eurozona, neppure dai maggiori.
Jens Weidmann, presidente della Bundesbank, aveva già espresso il suo scetticismo paventando il rischio di “danneggiare la fiducia dei cittadini europei nella valuta comune”. Più in generale, la banca centrale tedesca contesta l’efficacia dell’iniziativa come misura per contrastare le attività illegali, preferendo puntare su un rafforzamento dei classici controlli fiscali sul patrimonio e sui conti correnti intestati all’estero. Non bisogna dimenticare che, in seno alle discussioni sulla creazione dell’euro, fu proprio la Germania a spingere più di tutti sull’introduzione della banconota da 500 euro, in modo da sostituire quella da 1.000 marchi allora in vigore, il cui utilizzo era assai diffuso nel paese (lo stesso biglietto da 500 euro è tuttora abbastanza comune).
In realtà, sembra difficile leggere la decisione della Bce come l’inizio di un più ampio utilizzo della moneta elettronica e di una maggiore tracciabilità delle transazioni, mentre costituisce sicuramente una misura volta a contrastare le attività illegali da parte dell’autorità monetaria, dato il frequente e appurato utilizzo dei biglietti da 500 euro in tale ambito.

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Questo articolo è disponibile anche su www.tvsvizzera.it

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  1. bob

    …siamo in un mondo che si sta prendendo per i fondelli !!!

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