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Il deficit commerciale che influenza il voto francese

Il confronto sugli squilibri del commercio internazionale è stato uno dei protagonisti della campagna per le presidenziali francesi. In particolare, i leader dei partiti anti-euro hanno indicato la moneta unica come il principale responsabile del deficit commerciale francese.
Il ragionamento sottostante a questa conclusione è che la fissazione del cambio – che è la conseguenza automatica di un’entrata in qualsiasi unione monetaria –  incentiverebbe le importazioni dai paesi membri relativamente più competitivi, come la Germania. Allo stesso tempo, l’economia nazionale si troverebbe costretta in un tasso di cambio sopravalutato, che renderebbe in ultima analisi i beni francesi meno attraenti nei mercati internazionali.
Se guardiamo il saldo commerciale, ci accorgiamo che effettivamente tale valore ha vissuto un forte ridimensionamento negli ultimi 20 anni. Alla vigilia della crisi del 2008, la Francia è passata ad essere da paese esportatore netto a paese importatore netto. Ciò significa che il valore dei beni acquistati dalle altre nazioni ha superato il valore dei beni francesi acquistati dall’estero.

Figura 1 

Fonte: World Economic Outlook, FMI

Sebbene la dinamica monetaria possa aver esercitato qualche influenza, il deterioramento del saldo commerciale è imputabile anche ad altre cause. Dalla figura 2, si può notare infatti che la Francia ha un grande disavanzo anche nei confronti della Cina. Ed è proprio questo il saldo commerciale che più si è aggravato negli ultimi anni.
Tale dinamica non può essere imputata all’Euro, quanto piuttosto all’entrata del colosso asiatico all’interno dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (Omc). E’ questo elemento che ha permesso ai beni cinesi di “invadere” i mercati europei, compreso quello francese.
È quindi la combinazione dei due eventi, entrata nell’euro e ingresso della Cina nell’Omc, ad aver favorito il ribaltamento del saldo commerciale francese. Nel periodo 2001-2015, infatti, il saldo con la Cina è passato da -6 a -28 miliardi; quello con la Germania da -12 a -30. Questi due soli cambiamenti costituiscono i due terzi del peggioramento del saldo totale, che nello stesso periodo è passato da un surplus di 39 miliardi a un deficit di 26.
Inoltre è interessante notare come anche l’Italia abbia avuto una performance di competitività migliore rispetto a quella francese. Nonostante siano due paesi comparabili nelle grandezze economiche, condividano la stessa valuta, e siano state esposte entrambe al fenomeno Cina, l’economia italiana è riuscita ad affrontare con maggiore flessibilità i nuovi scenari internazionali, riuscendo ad avere un saldo commerciale totale positivo e migliorando quello specifico con la Francia.

Figura 2

Fonte: United Nations Comtrade Database

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  1. Giovane Arrabbiato

    Nel 1999 viene introdotto l’Euro e la bilancia commerciale francese crolla di più di 20 punti percentuali in un solo anno, figura 1. Un simile crollo si ha solo con la crisi del 2007. Ma nel 1999 non ci sono scuse che tengano: niente Cina, WTO o simili. L’effetto è quello dell’Euro. Simili crolli si possono osservare per tutto il blocco latino e la Grecia. Inoltre il declino della bilancia commerciale francese inizia appunto dal 1999 non dal 2007. Bel tentativo di evitare l’elefante nella stanza.

    • francesco daveri

      Caro Giovane Arrabbiato, forse potrebbe riservare la sua rabbia (e le sue battute) per cause migliori. Prima di tutto, dal grafico si vede che è nel 2000 (e non nel 1999) che crolla il saldo di bilancia commerciale della Francia. In ogni caso non si capisce perchè la sola introduzione dell’euro dovrebbe aver causato un simile peggioramento della bilancia commerciale francese. Peraltro, a inizio 1999 il cambio euro-dollaro valeva circa 1,2 mentre a fine 2000 era sceso a meno di 0,9: cioè l’euro si è DEPREZZATO (e parecchio) in questo periodo. A occhio, attribuirei il peggioramento della bilancia commerciale del 2000 alla rapida crescita dell’economia francese – un boom comune a quello di molte altre economie in quello stesso anno. Tale boom ha fatto salire le importazioni del 15 per cento (mentre l’export faceva “solo” +12).

      • Giovane Arrabbiato

        Caro Daveri, grazie per la risposta.
        Il declino dell’export francese inizia nel 1999. La figura, nella sua utilità, non fornisce i dati mensili che sono tuttavia facilmente rintracciabili. Il primo grande crollo si ha nel Novembre 1999 e poi nel Dicembre seguente, poi risale temporaneamente nei primi mesi 2000, per poi continuare il declino.
        Tra l’altro mi sembra che i dati nella figura 1 siano quelli del current account, non trade balance, ma per questo discorso non cambia molto in quanto il declino coincide.
        Non si capisce perchè? La logica economica che insegnano in università è che se la moneta si rafforza, le importazioni diventano meno costose, le esportazioni più costose. Se si mette insieme il Franco con il più forte Marco, la moneta risultante sarà più debole del Marco, ma più forte del Franco.

        Infine il deprezzamento dell’Euro verso il Dollaro vale per gli scambi che utilizzano il Dollaro, non quelli intra-Eurozona. L’articolo giustamente cita la Cina e la Germania come i paesi verso cui il deficit commerciale francese è aumetato di più. Ma se per la Cina il discorso del WTO tiene, per la Germania no, poi mi tocca chiamare in causa i famosi elefanti.

    • Massimo Matteoli

      Veramente in Italia l’Euro non sembra aver avuto affatto un effetto simile sulle esportazioni.
      Per esempio negli ultimi 10 anni, dal 2006 al 2016, siamo passati da 364.744 a 417.077 mioni di euro di esportazioni (e nel mezzo c’è stata la crisi del 2007, per noi devastante e non ancora finita). Penso che almeno in Italia sia sia creato un equilibrio virtuoso tra vincoli e vantaggi dell’Euro e che le imprese italiane se ne stiano avvantaggiando. Più che la moneta i problemi vengono dalla politica di austerity che come zona euro ci siamo autoimposti . E questa che bisogna cambiare, non il nome dei soldi che abbiamo in tasca. E per favore non date la colpa ai soliti tedeschi perchè tutte le peggioiri follie Italia e Francia le hanno votate pure loro. Qui a chi interessa trovate i dati http://www.sviluppoeconomico.gov.it/images/stories/commercio_internazionale/osservatorio_commercio_internazionale/statistiche_import_export/interscambio.pdf

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