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Immigrazione: se Salvini scambia Macron per Le Pen

Il fact-checking de lavoce.info passa al setaccio le dichiarazioni di politici, imprenditori e sindacalisti per stabilire, con numeri e fatti, se hanno detto il vero o il falso. Questa volta tocca alle affermazioni di Matteo Salvini sulla politica migratoria di Emmanuel Macron. Vuoi inviarci una segnalazione? Clicca qui.

Quando Salvini parla di politiche francesi

L’immigrazione è da sempre uno dei temi prediletti di Matteo Salvini, in campagna elettorale come nelle settimane immediatamente successive al voto. Nell’ultimo giorno da europarlamentare, ha sfoderato di nuovo il suo cavallo di battaglia durante la conferenza stampa a Strasburgo, questa volta chiamando in causa il presidente francese Emmanuel Macron:

“Politiche più serie sull’immigrazione non sono solo ungheresi. Faccio l’esempio di pochi giorni fa del campione dell’europeismo, del salvatore dell’Unione Europea, Macron, che sta copiando in brutto quello che è il programma di Marine Le Pen”.

L’inasprimento dei toni di Macron nei confronti dei migranti è da mesi sotto i riflettori della stampa francese (Le Monde, Libération, Les Echos). Il disegno di legge “per un’immigrazione controllata e per un diritto di asilo effettivo” è stato duramente criticato dalla sinistra e dalle associazioni per i diritti umani. E non sono mancate voci di dissenso nemmeno tra le file della maggioranza.

Salvini ha dunque ragione quando afferma che la proposta di Macron ricalca il programma elettorale di Marine Le Pen? Per verificarlo è necessario prendere direttamente in esame il testo della proposta di legge, confrontandolo con il programma di Le Pen.

La strategia di Le Pen sull’immigrazione

Il 7 maggio 2017 Le Pen ha sfidato al ballottaggio Macron, conquistando oltre dieci milioni di voti con il Front National, pari al 33,94 per cento. Si era imposta all’attenzione dell’elettorato proponendo una linea dura sull’immigrazione: il suo progetto presidenziale si componeva di 144 engagements e prevedeva, in particolare, l’uscita dallo spazio Schengen, l’impossibilità di regolarizzare o di naturalizzare gli immigrati illegali e la semplificazione della loro espulsione attraverso accordi bilaterali con i paesi d’origine. Non solo: Le Pen proponeva anche di ridurre radicalmente l’immigrazione legale, introducendo un tetto di 10 mila ingressi all’anno. Tra le misure da adottare, figurava lo stop al ricongiungimento familiare e all’acquisizione automatica della cittadinanza francese per matrimonio. La candidata del Front National sosteneva poi l’abolizione dello ius soli e la limitazione delle condizioni per presentare la domanda di asilo, che avrebbe dovuto essere depositata nei consolati o nelle ambasciate francesi dei paesi d’origine, anziché direttamente in Francia.

In cosa consiste la riforma dell’immigrazione di Macron?

Presentato il mese scorso dal ministro dell’Interno francese Gérard Collomb, il disegno di legge sull’immigrazione sarà discusso all’Assemblea generale ad aprile. L’obiettivo principale della riforma è ridurre drasticamente i tempi burocratici dell’accoglienza (da undici a sei mesi), agevolando la procedura per i rifugiati ed espellendo chi non ha diritto.

In sintesi, le disposizioni del disegno di legge sono ascrivibili a tre aree d’intervento:

  1. Procedura d’asilo
  • I richiedenti avranno 90 giorni a disposizione, dall’ingresso in territorio francese, per presentare la domanda di asilo. Qualora la richiesta venga respinta, avranno 15 giorni per presentare ricorso.
  • Coloro che vedranno respinta la propria domanda, se provenienti da un paese considerato sicuro, dovranno abbandonare il territorio francese immediatamente, senza aspettare l’esito dell’appello.
  • Possibilità di rifiutare o revocare lo status di rifugiato a condannati per reati gravi (terrorismo) in altri paesi dell’Ue.

 

  1. Immigrazione irregolare
  • Introduzione del reato di “superamento illegale della frontiera”, punibile con un anno di carcere o il pagamento di una multa fino a 4mila euro.
  • Aumento della durata massima (da 45 a 90 giorni) della permanenza in detenzione amministrativa, in vista dell’espulsione, per gli irregolari senza permesso di soggiorno.
  • Il fermo amministrativo per la verifica dei documenti durerà 24 ore, non più 16.

 

  1. Allargamento benefici per determinate categorie di rifugiati
  • Erogazione di un permesso di soggiorno di quattro anni (invece di uno) per alcune categorie di rifugiati, beneficiarie di protezione sussidiaria.
  • Maggiore protezione per le donne minacciate di mutilazioni sessuali.
  • Per i minori richiedenti asilo: estensione del ricongiungimento familiare non solo ai genitori, ma anche a fratelli e sorelle. I membri di una famiglia rifugiata con un minore a carico saranno facilitati nell’ottenimento di un permesso di soggiorno decennale.
  • “Passaporto sanitario” per gli stranieri e maggiori diritti per gli studenti.

 

Un rapido confronto

La riforma targata Macron – contestata da ong ed esponenti della sinistra – non è stata certo accolta con entusiasmo negli ambienti di destra. Soprattutto in quella destra sovranista di cui Marine Le Pen è portavoce. Basti pensare che, insieme alla nuova normativa, saranno molto probabilmente introdotte anche 72 proposte per una migliore accoglienza e integrazione dei rifugiati.

L’impostazione ideologica delle due proposte è, infatti, molto diversa. E questo si può osservare partendo dai punti indicati nel 2015 da Le Pen.

Per quanto riguarda Schengen, nei mesi scorsi è stata ventilata l’idea che l’esecutivo Macron stia valutando deroghe alla libera circolazione Ue, ma nessuno ha messo in discussione l’intero sistema. Il tema della regolarizzazione degli immigrati illegali, invece, è ancora sotto la giurisdizione della circolare Valls del 2012, che ne aveva ammorbidito i criteri e che non sarà modificata. La stessa sorte toccherà alla cittadinanza ottenuta per matrimonio e allo ius soli, non interessati dalla proposta. Così come non c’è alcuna traccia della “quota 10 mila” e della presentazione della domanda di asilo nei paesi di origine, previsti da Le Pen. Il ricongiungimento familiare, che il Front National avrebbe voluto abolire, è addirittura potenziato dal disegno di legge del governo francese.

L’unica proposta che vede le due impostazioni coincidere è quella riguardante la semplificazione delle espulsioni. Il programma lepenista non si dilunga in discussioni, è quindi impossibile valutare le sue eventuali modalità di attuazione. Il disegno di Macron, oltre ad abbreviare l’intero processo, si propone di obbligare coloro che vedranno respinta domanda d’asilo ad abbandonare il paese immediatamente dopo la sentenza di ricorso, o ancora prima se provenienti da un paese sicuro. Sarà quindi più facile e veloce espellere chi non ha diritto, almeno in teoria.

Il verdetto

Salvini si sbaglia se pensa che Macron abbia assimilato il programma elettorale di Marine Le Pen all’interno del disegno di legge sull’immigrazione. Senza dubbio la politica migratoria francese sta diventando più intransigente sulla procedura d’asilo, ma nel complesso le due proposte risultano radicalmente diverse. L’affermazione di Salvini non può che essere classificata come FALSA.

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  1. lorena

    Io vorrei leggere analisi di fact-checking redatta non da studenti appartenenti ad una area politica ben definita (e che ha usato in passato dati forniti da associazioni finanziate da George Soros … .
    Anche il concetto “falso” suona molto come quei libri pubblicati dal gruppo editoriale di Repubblica in cui le opinioni contrarie al proprio credo venivano stigmatizzate con un bel libro su cui spiccava il logo rosso FALSO su campo bianco della copertina. Ovviamente tutti i libri erano scritti da persone “di area affine”. Ripeto. Il fact-checking, anche scomodo, fatelo fare a chi ha esperienza sul campo non a dei pischelli che la realtà la conoscono dai libri “di area”

    • arthemis

      nel merito di questa specifica analisi, che si è concentrata sull’affermazione “Macron copia il programma di Le Pen”, cosa non condivide?

  2. Henri Schmit

    Ottimo. E utile. Non tanto per verificare l’improbabile coerenza del discorso di Salvini con la realtà quanto per capire la nuova legislazione francese in materia di immigrazione e di diritto d’asilo, e avere un paragone, e eventualmente modello, per una politica e per le regole italiane. Nella riforma dell’UE, di cui ieri a Parigi fra Merkel e Macron, una politica comune dell’immigrazione sarà un elemento cruciale, di primo interesse per l’Italia.

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