In Cina il regolatore bancario ha chiesto agli intermediari finanziari di videoregistrare le vendite di prodotti d’investimento. Se la tutela del risparmio non sembra interessare l’America di Trump, Europa e Italia potrebbero seguire l’esempio cinese.
Così la Cina tutela il risparmio
Il regolatore bancario cinese ha recentemente richiesto agli intermediari finanziari di registrare in video e audio tutte le vendite di prodotti d’investimento. L’obiettivo è quello di proteggere meglio gli investitori, regolare in modo più adeguato gli ordini che arrivano sul mercato e permettere alle banche di gestire in maniera più oggettiva le contestazioni della clientela. In particolare la China Banking Regulatory Commission ricorda alle banche che è loro compito spiegare in maniera chiara e trasparente alla clientela tutti i rischi e i costi dei prodotti finanziari venduti. Il regolatore prevede anche che tutte le registrazioni vengano conservate in maniera riservata per almeno sei mesi oltre la scadenza dell’investimento.
Così mentre gli Stati Uniti, paese tradizionalmente leader nella tutela del risparmio, sotto l’amministrazione Trump cercano di cancellare il Consumer Financial Protection Bureau (Cfpb), creato nel 2010 con il Dodd-Frank Act e che in questi anni ha smascherato scandali quali quelli della Wells Fargo Bank, la Cina di Xi Jinping si dimostra molto più illuminata. Per altro è bene ricordare che la mossa del regolatore cinese si inserisce in una volontà ben più ampia di mitigare i rischi finanziari della seconda economia più grande al mondo.
Un esempio per l’Europa
Intanto, l’Europa è alle prese con la Mifid 2, che entrerà in vigore il 3 di gennaio e che introdurrà importanti elementi di tutela dei risparmiatori. Tra questi ricordiamo il nuovo documento informativo (Kid), che in forma semplice e trasparente dovrà fornire all’investitore indicatori di rischio, costo e scenari di performance, una nuova profilazione della clientela e soprattutto dei requisiti di competenza e professionalità dei consulenti finanziari, sulla carta molto elevati. Tuttavia perché questi elementi, e i molti altri previsti dalla direttiva, portino effettivi benefici è necessario che i comportamenti degli operatori siano all’altezza dei nuovi compiti.
Perché allora non seguire il pragmatismo cinese e introdurre anche in Europa un meccanismo di video registrazione che indurrebbe risparmiatori e intermediari ad avere comportamenti più attenti e consapevoli? La cosa non dovrebbe spaventare le banche che, da un lato, troverebbero indubbi elementi di tutela nel loro agire correttamente di fronte ai giudici e ai mediatori bancari e che, dall’altro, già utilizzano ampiamente lo strumento negli ordini presi in via telefonica, da tempo registrati. In quanto ai costi, la tecnologia in questi anni ha fatto passi da gigante sia nella produzione che nello stoccaggio delle immagini e oggi è accessibile a prezzi molto ragionevoli. Non si sbandieri poi un problema di privacy o di tutela dei lavoratori, che potrebbero essere facilmente garantite.
In fondo, se la polizia americana già utilizza micro telecamere poste negli indumenti degli agenti per incentivare e monitorare comportamenti corretti dei poliziotti e dei cittadini e se persino il gioco del calcio si è arreso ad assistere la terna arbitraria con strumenti elettronici, perché il sistema finanziario non dovrebbe fare lo stesso?
Probabilmente tutto ciò è uno sviluppo ineluttabile verso standard più alti di trasparenza. L’Italia e la Consob potrebbero, allora, fare da apripista e mettersi finalmente all’avanguardia nella tutela del risparmio e del sistema bancario italiano.
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Gerardo Coppola
interessante e provocatoria la proposta. la estenderei anche a coloro che fanno i controlli all’interno delle istituzioni finanziarie e cosi possiamo sapere realmente cosa hanno fatto e cosa hanno visto.
Henri Schmit
Idea mirabile!
careca
Perche non estenderlo anche alla compravendita di immobili? All’acquisto di automobili? Fino ad arrivare alla commessa del negozio di abbigliamento? E se anche poi le registrazioni dovessero cogliere il povero sportellista in fallo? Lo mettiamo in galera? Mi faccia prima il nome di qualche delinquente amministratore delegato di banca che abbia fatto quella fine. Saluti
Henri Schmit
Il rischio di misselling (vendita scorretta, inappropriata o ingannevole) è massimo se colui che vende è l’emittente stesso del prodotto finanziario venduto. Il vertice dell’istituto definisce la politica di collocamento eseguita dai dipendenti allo sportello. L’ipotetica registrazione del colloquio con il cliente sarebbe una prova non contro il dipendente ma contro l’istituto.
alfio
Cosa ne pensa del collocamento di obbligazioni subordinate tier2 che il gruppo bancario Intesa SanPaolo presso cui lei lavora sta collocando alla clientela retail in Italia? Fino a 750 milioni, tutto nel rispetto formale delle regole, ovviamente, esenzione da prospetto (altro che KID!) grazie al taglio minimo da 100mila euro, non quotato su nessun mercato regolamentato. Credo che l’episodio parli da solo, senza il bisogno di alcuna telecamera.
http://www.group.intesasanpaolo.com/scriptIsir0/si09/salastampa/eng_comunicati_stampa.jsp#/salastampa/eng_comunicati_detail_intesa_spaolo.jsp%3FcontentId%3DCNT-05-00000004E4F01%26title%3Dno%26geoLocalFilter
Henri Schmit
Mi sembra che il taglio minimo da 100k metta il collocamento al di sopra di ogni sospetto.
careca
Grazie per la risposta, a me sembra un sotterfugio per evitare di produrre un prospetto informativo che consenta al sottoscrittore di valutare il prodotto che sta comprando. Invece, la documentazione di offerta si reduce ad un regolamento di 6 pagine striminzite, senza alcuna indicazione dei rischi, costi dell’investimento, esemplificazioni dei rendimenti etc etc. Puo’ verificare al seguente link: http://www.intesasanpaoloprivatebanking.it/it/emissioni/emissioni_1006.html
Giulio Rossi
Non mi sembra che il mercato cinese sia un modello di tutela dei risparmiatori.
Per vedere le loro pratiche, consiglio di guardare questo documentario della NHK:
https://www.youtube.com/watch?v=xVCB3JZ1jm8
L’idea di registrare tutto invece sembra ispirata dal terzo episodio di black mirror
Armido
La conoscenza è l’unica tutela.
Il resto è tutta burocrazia che aumenta i costi, non migliora la tutela, riduce l’offerta e crea ulteriori barriere all’ingresso.
Mifid2 ha pregi ma anche molti moltissimi difetti.
La vera tutela è l’istruzione e l’educazione in materia, e questo vale in tutti i campi; quando proprio non si può fare diversamente, ci si fida; altrimenti si sta fermi e si fa altro nella vita.