Un test chiedeva a 254 studenti universitari di collocare alcuni importanti eventi storici lungo la linea del tempo. I risultati sono deludenti. Eppure, la storia viene insegnata in tutti i tipi di scuola per 13 anni. Forse, è tempo di cambiare metodo.
Come misurare il senso del tempo?
La storia è al centro del dibattito sul sistema educativo italiano. Di recente, un carabiniere ha appeso in caserma un’icona del secondo Reich, usata nelle manifestazioni dei gruppi neonazisti, ma si è giustificato dicendo che ignorava il legame tra quella bandiera e l’olocausto. Pochi giorni dopo la ministra Valeria Fedeli, in risposta a un invito di Gian Antonio Stella sulla necessità di tornare a insegnare la materia, ha sostenuto sul Corriere della Sera che in questa fase buia della contemporaneità la storia può e deve essere un aiuto per capire il presente.
E i nostri studenti universitari? Hanno elaborato il senso del tempo storico, ossia la capacità di collocare macro eventi nella loro giusta collocazione temporale? Dopotutto, il senso del tempo sta alla storia come l’addizione e la sottrazione stanno alla matematica.
Il linetime test
In una recente ricerca abbiamo proposto il linetime test, un semplice esercizio per misurare il senso del tempo. Abbiamo selezionato 32 importanti eventi storici (tabella 1). Al candidato vengono proposti tutti insieme, disposti in modo casuale. Lo scopo del test è ordinare gli eventi lungo la linea del tempo. Se si ordinano in modo corretto si ottiene un punteggio normalizzato a 100. Per ogni evento collocato in modo errato si sottraggono tanti punti quanta è la “distanza” dalla sua collocazione corretta. Se, per esempio, si mette la Piramide di Cheope in sesta posizione si perdono 5 punti, dal momento che la costruzione della Piramide è l’evento più antico del gioco.
Al nostro test hanno risposto 254 studenti dell’Università di Torino. Erano ignari del contenuto del test e la partecipazione è stata incentiva con buoni pasto. Il campione selezionato rappresenta un gruppo di giovani neo diplomati preparati, con un voto medio di maturità pari a 80. La media del punteggio ottenuto è di 37 punti. Un risultato deludente: il nostro studente medio sbaglia la collocazione di un evento di circa due posizioni. Inoltre, un terzo del campione non sa che l’evento più recente tra quelli proposti è la caduta del muro di Berlino e solo il 7 per cento degli studenti universitari commette meno di tre errori. Il periodo più buio pare essere quello relativo alla storia medioevale. La guerra dei trent’anni – l’evento più importante nell’Europa del diciassettesimo secolo – è pressoché sconosciuta allo studente medio. Stesso discorso per la guerra dei cent’anni, che lo studente medio colloca spesso dopo il Rinascimento.
Come prevedevamo, gli studenti che hanno frequentato il liceo e quelli che avevano un voto più alto in storia alle superiori, vanno meglio nel linetime test. Più inaspettata è la differenza di genere: i ragazzi hanno mediamente punteggi superiori alle ragazze. La differenza di genere è sorprendente, anche perché le ragazze ottengono risultati migliori nei test psicologici di memoria.
Nel lavoro abbiamo indagato su possibili spiegazioni di questa differenza e ci siamo anche chiesti se sia dovuta alla capacità dei ragazzi di ricordare eventi violenti. Ciò è in parte vero, ma la tendenza maschile verso la violenza spiega solo il 20 per cento del differenziale di genere.
La storia a scuola
Il test proposto permette di evidenziare lacune clamorose nella conoscenza della storia e nel senso del tempo. Riteniamo che un test simile debba divenire parte del sistema di valutazione Invalsi, e anche parte del sistema di valutazione internazionale elaborato dall’Ocse (Pisa).
La storia è l’unica materia – insieme all’italiano e all’inglese – insegnata per 13 anni in qualunque percorso scolastico. Dai risultati della nostra ricerca è lecito chiedersi se il modo in cui lo si fa sia quello ottimale. Sembra infatti che pochi mesi dopo l’esame di maturità i nostri studenti non siano nemmeno in grado di ordinare gli eventi più importanti lungo la linea del tempo. Gentile ministra Fedeli, non è forse il momento di pensare a metodi di insegnamento alternativi?
Tabella 1 – Gli eventi storici del linetime test
Fonte: Garibaldi, E., Garibaldi, P. (2017) Ordering History Through the Timeline, Cepr Discussion Paper 12508.
Tabella 2 – Errori medi per sotto periodi
Fonte: Garibaldi, E., Garibaldi, P. (2017) Ordering History Through the Timeline, Cepr Discussion Paper 12508.
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Savino
Quei ragazzi del test, statene tranquilli, faranno grandi carriere grazie alle raccomandazioni, a discapito di chi ha dedicato una vita a studiare e capire.
Nei prossimi mesi ci saranno nuove selezioni nelle forze dell’ordine e regaleremo il lavoro a nuove reclute che appenderanno bandiere senza conoscerne il significato.
Quando il lavoro te lo regalano perchè conosci qualcuno funziona così : ti senti esonerato dallo studiare, dal sapere, dal giustificare qualsiasi comportamento, tanto hai la certezza che non ti toccano, anzi dici in giro che il comparto sicurezza dà sicurezza a te e alla tua famiglia.
Un po’ di arroganza alla Vito Corleone, un po’ di familismo medievale e sono gabbati tutti gli studiosi d’Italia.
Stefano De Stefano
Scusate, ma che legame c’è tra il secondo Reich, per intendersi quello di Bismarck, e la shoah?
Nicolò Rossetto
Mi sembra un’ottima osservazione 🙂
pietro garibaldi
Grazie del commento e dell’osservazione. I neonazisti tedeschi oltre a usare icone del terzo Reich (che legano immediatamente alla sterminio degli ebrei) utilizzano anche icone del secondo Reich. Il legame passa quindi attraverso i vessilli dei neonazisti.
Marco Spampinato
Sono favorevolmente colpito da questo articolo perché la mia recente esperienza dice che c’è una sorta di ideologia anti-storica (non è un problema particolarmente italiano). Forse alla pervadenza di una ideologia che nega importanza alla storia, a volte nella convinzione che l’umanità sia permeata da un universalismo di valori assoluti ed eterni, è da attribuirsi una delle ragioni di sotto-valutazione sistematica dell’importanza della storia. Io aggiungerei che la negazione (denial) della storia si accompagna alla negazione della filosofia in quanto “storia della filosofia”. Quanto all’aspetto più affascinante del vostro argomento, mi sembra di grande interesse il paradosso per cui a “migliore memoria” (episodica, di breve periodo?) non corrisponda maggiore memoria storica (misurata da questa capacità di collocare gli eventi). Ci si potrebbe chiedere se lo studente che “impara la storia”, impari sopratutto il senso di certi eventi, le plausibili relazioni causali, etc., piuttosto che un elenco di episodi. Se così fosse chi ha “buona memoria storica” non ha necessariamente nè migliore memoria episodica nè migliore memoria di breve termine (quella che serve ad altri scopi). Ha però “ragionato” o riflettuto di più su quei fatti, si è lasciato colpire di più dagli elementi emozionali che gli eventi storici comportano, o ha avuto anche la possibilità di accedere ad una o più interpretazioni teoriche degli stessi.
Michele
Potresti approfondire cosa intendi con “ideologia anti-storica” e “ideologia che nega importanza alla storia” e che affermerebbe che “l’umanità sia permeata da un universalismo di valori assoluti ed eterni”? Dire che l’umanità abbia fin dalla sua nascita creduto negli stessi valori e che oggi nel mondo tutti credano negli stessi valori è una evidente falsità. Inoltre non capisco in cosa consisterebbe questa “negazione della filosofia in quanto storia della filosofia”. Intendi dire che sempre più persone al giorno d’oggi ritengono che quando si discuta di filosofia si debba parlare solo di teorie di filosofi oggi viventi e che dunque non si debba mai parlare di Aristotele, Kant o Nietzsche in quanto sono filosofi morti e quindi del passato? Neppure in scienza si sono buttate vie le teorie di Newton e Boyle… Una cosa comunque è certa secondo me: non c’è nessun motivo per cui si debba privilegiare il modo di insegnare la storia partendo da assunti come “La storia è una sola”, “la storia si spiega dal prima al poi”, “la storia è (solo) un insieme di fatti puntiformi su una linea” e così via, e abbandonare questi assunti non significa affatto rendere incapaci i ragazzi di mettere in ordine cronologico alcuni fatti come dimostra il test visto sopra, dato che l’ordine cronologico usato nella didattica attuale fallisce nell’insegnare questa capacità, si legga il seguente saggio per approfondire:
http://digilander.libero.it/retestoria/materiali/Pensare%20la%20nuova%20storia.htm
Marco Spampinato
Per ideologia anti-storica intendo una concezione, un sistema di pensiero, che rappresenti gli individui come svincolati dal contesto culturale nel quale crescono, apprendono, agiscono, prendono decisioni. L’azione o la decisione di un soggetto sono rappresentate come eventi ai quali si associano probabilità non condizionate, o condizionate solo da fattori biologici (genetici). L’individuo è confrontato con un unico benchmark di condotta/razionalità (astratto o tipico di una certa società).
Viceversa, una visione alternativa può rappresentarne le azioni/decisioni del soggetto come sottoposte a forme di probabilità condizionata. Ciò che condiziona sono elementi di origine sociale, non facili da definire e percepire. Il termine valori può confondere. Ad esempio, lo stile cognitivo – il modo preferito di esplicitare un problema – può far parte di questi elementi o “istruzioni” implicite (uso un termine adottato da Geertz in “The interpretation of culture”, 1973). Gli elementi condizionanti sono culturali perchè non sono trasmessi geneticamente, ma socialmente, quindi “attraverso una storia”. Culturale è in questo senso contrapposto a genetico, ed una alternativa ad una concezione “anti-storica” è una concezione “storico-culturale”. Prescindendo dal contesto disciplinare, la seconda concezione mi sembra meno nemica della storia: non pensa tanto per sequenze di fatti quanto per sequenze di processi, che generano eventi.
Virginio Zaffaroni
Non solo Storia. Problemi affini li troveremmo per Italiano, Matematica, Geografia; in sostanza tutte quelle materie fondamentali che tra le elementari e le medie inferiori andrebbero trattate con profondità e priorità. Andate invece a vedere qual è l’attuale filosofia didattica: niente priorità, niente profondità, ma assaggi di tutto. I Comuni col Diritto allo Studio dei contribuenti finanziano tutte le futilità che dovrebbero essere a carico delle famiglie: giardinaggio, laboratori ceramica Raku, flauto. La Ministra Fedeli non è credibile, non solo per il suo scarso curriculum nel settore, ma perché appare in perfetta linea con questa filosofia del “nulla ben distribuito”.
Quanto alla Storia c’è un problema nel problema: quando si arriva al Novecento è ormai tarda primavera, fuori tutto è in fiore, le vacanze si avvicinano, Il fascismo, la Repubblica e la Costituzione fatevelo spiegare dai vostri genitori.
Edoardo
Com’era costruita la linea del tempo?
Oscar Bazzotti
Aggiungo un particolare: i giornali hanno riferito che il giovane carabiniere che ha esposto la famigerata bandiera sarebbe uno studente lavoratore. Pare che frequenti il corso di laurea in …Storia.
Claudio Martinelli
Mettetevi nei panni di un adolescente e leggete un manuale di storia per le scuole superiori: capirete perchè la storia non è amata dai ragazzi. Anche quelli che prendono e imparano a memoria qualche nozione di storia politica ad uso interrogazione e poi dimenticano tutto. Un giorno mio figlio, terza classe di un tecnico, mi ha chiesto di aiutarlo a studiare storia: i normanni nel sud Italia e via di seguito. Il regno di qua, la guerra di là, una noia mortale, ma chi saranno poi questi normanni? Un giorno abbiamo visto in tv Gomorra: un attore napoletano capelli biondi e occhi azzurri, forse ha antenati normanni ho detto. Mio figlio si è come illuminato…e gli piace parlare di attualità, forse ha capito che i popoli si sono da sempre mescolati. Per quali ragioni? Economiche? Sociali? Di potere? Cerchiamo di capire….
Davide
Punto debole del test:
Tra Carlo Magno e Marco Polo ci sono circa 400 anni, eppure sono uno dopo l’altro nella linea temporale.
La fine della guerra dei cent’anni coincide con la caduta di Costantinopoli (1453).
Eppure un errore nel secondo caso è equiparato ad un errore nel primo, in maniera del tutto arbitraria.
Ben 5 eventi riguardanti la seconda guerra mondiale sono anch’essi eccessivi. Perchè poi la Battaglia di Londra non si capisce. Molti eventi sono giustamente scelti in base alla rilevanza concettuale. L’incoronazione di Napoleone va chiaramente messa prima del Congresso di Vienna, come concetti di inizio e fine dell’epoca napoleonica. L’invasione della Polonia e Hiroshima come inizio e fine della seconda guerra mondiale.
Scelte giuste che mirano a verificare se lo studente ha una chiara idea del corso degli eventi o meno. Londra sembra buttata lì. Perchè non Stalingrado? O l’aggiramento della Maginot? Boh.
Luca Ba
La scuola dovrebbe ripartire dalla storia ed ampliarla oltre l’orizzonte europeo. Quanti conoscono la storia islamica ad esempio? Adesso che i media ci portano il mondo in casa queste lacune si fanno sentire. Certo se il livello è quello siamo messi proprio male, in generale vedo questo nei giovani appena usciti dalle scuole superiori una piccola parte di eccellenze molto preparate accanto ad una grossa parte tutta assieme su un livello basso. Mi sembra manchi la parte media.
Marco Valentini
Complimenti per l’articolo che mette in luce come a volte la storia sia sottovalutata e non abbia il giusto riconoscimento. Avrei due curiosità. Nei risultati quanto pesa l’insegnamento e quanto il modo in cui il cervello conserva e deforma in maniera non lineare i ricordi, per esempio Dalì ha rappresentato questo concetto con il quadro gli orologi molli. Quanto pesa il modo di valutare l’errore: immaginiamo che abbia ordinato tutti gli eventi correttamente tranne la piramide che ho collocato all’ultimo posto, se non capisco male l’errore non è solo 31, ma devo aggiungere anche il fatto che tutti gli eventi sono saliti di un posto, in altre parole un errore rischia di avere effetti additivi.
Leone
“Stesso discorso per la guerra dei cent’anni, che lo studente medio colloca non lontano dal Rinascimento”. Insomma lo studente medio italiano sa benissimo che sono contemporanei.
Eugenio Garibaldi
Vi ringraziamo ci eravamo espressi male. Lo studente medio compie un errore in media di quasi tre posizioni nel collocare la guerra dei cent’anni. Guardando l’ordine degli eventi che abbiamo scelto ciò significa mettere, ad esempio, la guerra dei cent’anni dopo la morte di Lorenzo il Magnico o dopo Lutero. Abbiamo corretto.
Nicolò Rossetto
Oltre, come già sottolineato da De Stefano, al fatto che effettivamente il 2° Reich (1870 circa – 1918) c’entri poco con l’Olocausto, sottolineo che gli studenti che hanno posto la guerra dei 100 anni non lontano dal Rinascimento non hanno commesso in sostanza nessun errore. A meno che non si identifichi la morte di Lorenzo de Medici con il Rinascimento. Il Rinascimento, almeno in Italia, può collocarsi tra l’inizio del XV secolo e la metà del XVI. La Guerra dei Cent’anni di fatto si accavalla, almeno nella parte finale, con il Rinascimento. E la Caduta di Costantinopoli, se non erro cade nel 1450 circa, proprio quando grosso modo finisce la guerra dei 100 anni.
Invito dunque gli stessi autori economisti a essere attenti e umili circa la loro conoscenza storica.
pietro garibaldi
Vi ringraziamo molto ed effettivamente ci eravamo espressi male. Lo studente medio compie un errore in media di quasi tre posizioni nel collocare la guerra dei cent’anni. Guardando l’ordine degli eventi che abbiamo scelto ciò significa mettere, ad esempio, la guerra dei cent’anni dopo la morte di Lorenzo il Magnifico o dopo Lutero. Abbiamo corretto. Grazie ancora per la segnalazione.
Giorgio Costa
Il test della Linea del Tempo mi pare un’idea azzeccata. Adottata nelle scuole come un gioco, capace cioè di iniettare un po’ di spirito ludico, può fare delle meraviglie. All’epoca in cui i miei figli erano adolescenti riuscivo ad interessare loro e i compagni attorno ad aventi importanti e a coinvolgerli in discussioni a volte strampalate ma mai sciocche. D’altra parte se vi è una materia che più di qualunque altra richiede di mettere i capitoli in fila indiana, quella è la storia. Che senso avrebbe parlare prima del Congresso di Vienna che di napoleone?
Vittorio Beonio Brocchieri
Il nodo del problema è che quasi mai l’insegnamento di storia nella scuola italiana è impartito da un docente con una preparazione specifica nella materia (ovvero laureato in storia). Storia è abbinata o a filosofia (nei licei) e in questo caso l’insegnante è quasi sempre laureato in filosofia, o a lettere, ed è un letterato. Nei due casi è sufficiente che abbiano un paio di esami di storia nel loro curriculum universitario. La centralità in teoria riconosciuta alla storia nella formazione scolastica, è quindi di fatto smentita per ragioni culturali e storiche profonde.
Giuseppe G B Cattaneo
Personalmente sono contrario all’insegnamento della storia nella scuola primaria come materia a sé stante. Una cosa è la linea del tempo, cioè collocare alcuni eventi cronologicamente, un’altra la storia come viene insegnata a scuola. Nella scuola primaria ci si dovrebbe limitare all’insegnamento delle materie che danno gli strumenti per apprendere, sostanzialmente il linguaggio, compreso il linguaggio matematico e poche altre cose.
Federico
Un pensiero ricorrente che ho sempre avuto riguardo l’insegnamento della storia nella scuola italiana è che risulta ripetitiva. Questo è il programma di storia della scuola italiana:
– Elementari: dalla preistoria alla seconda guerra mondiale
– Medie: dal medioevo alla storia contemporanea
– Superiori: dalla preistoria alla storia contemporanea
Come è possibile notare a ogni nuovo ciclo scolastico si studia qualche cosa già visto precedentemente. L’idea chiaramente è di rivedere lo stesso argomento più volte, per avere modo di approfondire maggiormente determinati concetti; ma è realmente così che funziona il cervello? Trovo questo atteggiamento paradossale tanto quanto lo sarebbe arrivare a insegnare gli integrali indefiniti in quinta elementare.
Ha senso propinare a un bambino delle elementari la storia moderna e contemporanea? Siamo sicuri che si abbia la giusta maturità per comprenderla?
E allo stesso modo mi chiedo, ha senso propinare a un ragazzo di 14 anni per l’ennesima volta la storia dell’antico Egitto? Personalmente sono un amante di questo periodo storico e chiaramente noi tutti vorremmo studiare tutto e bene, ma un compromesso si deve trovare, perché il tempo che abbiamo a disposizione per studiare “purtroppo” è limitato.
Da studente avrei preferito un programma di questo tipo:
– Elementari e Medie: dalla preistoria al medioevo
– Scuole superiori: dal medioevo alla storia contemporanea
Federico Leva
In Finlandia, la linea del tempo è anche un gioco da tavola:
https://www.lautapelit.fi/2017_uutuus_Aikamatka
Avete sperimentato la vostra selezione di eventi con un gioco del genere, prima di applicarla agli studenti? È molto diverso mettere in ordine eventi palesemente consequenziali (come l’invasione della Polonia e Hiroshima), eventi distanti di secoli (come Augusto e Costantino), eventi contemporanei e scollegati (come la fine della guerra dei cent’anni e la caduta di Bisanzio).
Giovanni Rossi
La conclusione dell’articolo fa quasi tenerezza ! forse gli autori sono troppo giovani o poco realisti ! se gli italioti avessero memoria della storia o ricordassero gli eventi storici o le cronache recenti, sarebbe possibile avere un paese con politici che si ripresentano e si riciclano come nuovi anche dopo le malefatte delle legislature precedenti ! la storia non è solo un esercizio scolastico per cui la si deve studiare per prendere la sufficienza; è come la memoria, se non la eserciti la perdi !, Insegno nella scuola pubblica da 33 anni e sono un ingegnere e mi diverto ogni tanto a fare domande legate alla storia più o meno recente di questo paese ottenendo risposte bizzarre o prive di fondamento; poteri farci un libro !
bob
254 studenti? Un test attendibile??