Silvio Berlusconi, Italia Domanda (Canale 5), 18 gennaio:
È successo che la Germania, con la sua principale banca privata – la Deutsche bank – abbia deciso da gennaio a giugno di vendere l’88% dei titoli del debito pubblico italiano che aveva nel suo bilancio, e a questo si aggiunge la Commerzbank con un altro 8-9 mld di titoli e altre banche ancora […] A questo fecero seguito i fondi americani e i fondi internazionali […] e quindi sul mercato secondario questi titoli si abbassarono di valore e quello che era l’interesse di emissione, per esempio per l’Italia il 4,3% su un titolo che valeva l’80% dell’emissione diventò pressapoco il 5,5 – 6%

Da questa dichiarazione è possibile isolare tre fatti suscettibili di conferma o smentita:

  1. La Deutsche Bank tra gennaio e giugno 2011 ha venduto l’88% dei titoli del debito pubblico italiano di cui era in possesso.

VERO MA…

I risultati riportati dal gruppo Deutsche bank per il secondo trimestre 2011 (1) illustrano una drastica riduzione dell’esposizione netta dell’istituto finanziario verso i titoli del debito sovrano italiano: nei sei mesi che vanno dal 31 dicembre 2010 al 30 giugno dell’anno successivo, il valore netto dei titoli detenuti passa da oltre 8 miliardi di euro a poco meno di un miliardo, con una riduzione dell’87,5%. Questo dato è confermato dal grafico mostrato dal Cfo Stefan Krause alla presentazione per gli analisti (2):

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Lo stesso grafico però mostra una diminuzione sostanziale per tutti i paesi della periferia europea (Irlanda esclusa) e il dato – come spiegato da un comunicato della stessa Deutsche bank letto alla trasmissione “Servizio Pubblico” del 10 gennaio – è falsato dall’inclusione nel perimetro di bilancio del gruppo Deutsche  di Postbank, acquisita da Deutsche bank nel novembre 2010 (3). Correggendo la riduzione dell’esposizione per il contributo di Postbank al portafoglio titoli del gruppo – stimabile da bilancio 2010 a 4,5 miliardi di euro (4) – si ottiene una cifra di 3,5 miliardi di euro al 31 dicembre 2010. Questa cifra deve essere ridotta di un ulteriore 5,9% per tenere conto della riduzione dei prezzi dei titoli sovrani italiani nel corso dei sei mesi considerati*: infatti, anche in assenza di alcun movimento di acquisto o vendita, il valore di mercato di un portafoglio titoli cambia ogni giorno a seconda della quotazione, e può quindi scendere se i prezzi scendono. La vendita di titoli da parte di Deutsche bank così corretta ammonta a 2,3 miliardi di euro, con una riduzione del 69% rispetto ai valori di fine 2010: una diminuzione sensibilmente inferiore a quanto riportato da Berlusconi ma ancora molto rilevante.

  • La Commerzbank ha venduto 8-9 miliardi di euro di titoli del debito pubblico italiano negli stessi mesi o in un periodo immediatamente successivo.

 FALSO

Commerzbank riporta trimestralmente la propria esposizione verso i debiti sovrani dei paesi della periferia europea. Combinando il bilancio 2010 con i rapporti finanziari trimestrali 2011 (5) otteniamo il seguente andamento per l’esposizione al default (EaD):

 Tabella fact

La tabella riporta valori in leggera decrescita, con una diminuzione di circa 1 miliardo tra dicembre 2011 e lo stesso mese del 2010 (-18,5%), mentre secondo quanto dichiarato da Berlusconi questo valore si sarebbe dovuto sostanzialmente azzerare.

  • Sul mercato secondario del debito sovrano, in cui prima di queste vendite i titoli italiani erano quotati all’80% del valore di emissione e pagavano un tasso di interesse del 4.3%, si è verificata una crescita del rendimento fino al 5.5 – 6%

FALSO MA

Guardando il grafico del rendimento nel 2011 dei Btp a 10 anni (6) si può notare come nei primi due trimestri il costo dell’indebitamento rimanga più o meno stabile intorno al 4,7%, mentre nei successivi due trimestri la media salga al 5,9%, valori leggermente superiori a quanto sostenuto da  Berlusconi.

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Bisogna peraltro ricordare che nella seconda metà dell’anno i rendimenti dei titoli sovrani di Italia e Spagna sono stati in parte calmierati dagli acquisti da parte della Bce e dalle misure varate in sede europea in risposta alla crisi del debito sovrano.
FALSO, infine, che i titoli del debito pubblico quotino normalmente con uno sconto del 20% rispetto al prezzo di emissione. A titolo di esempio consideriamo un Btp a 10 anni emesso il 18 marzo 2003 al prezzo di €101,15 (7): nei primi due semestri del 2011 è stato negoziato ad un prezzo oscillante tra €101,40 e €108,40 – quindi oltre il valore di emissione – come mostra il grafico qui sotto:

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*in collaborazione con Checkmate e Link Tank

Fonti:
(1) Deutsche Bank Interim Report as of June 30, 2011, pag. 32, https://annualreport.deutsche-bank.com/2011/q2/servicepages/downloads.html
(2) 2Q2011 Results, Stefan Krause, CFO, pag 27, https://www.db.com/ir/en/download/Krause_Analyst_2Q2011_FINAL.pdf
(3) Deutsche Bank wins control of Postbank – FT.com http://www.ft.com/intl/cms/s/0/601c6480-f94b-11df-a4a5-00144feab49a.html#axzz2Ibr0bT8v
(4) Postbank Konzern – Geschäftsbericht 2010
(5) Commerzbank AG – Financial Reports
(6) Elaborazione su dati Datastream. ID: ITBRYLD
(7) Ministero dell’Economia e delle Finanze, Borsa Italiana (ISIN:IT0003256820) Nota metodologica:* per calcolare la variazione di prezzo dei titoli italiani tra 2010Q4 e 2011Q2 si è preso a riferimento l’indice dei titoli italiani con scadenza tra i 7 e i 10 anni (codice Datastream: IBSIT7T)

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