Il passato offre suggestioni utili a comprendere il presente. La storia del fiorino di banco permette di capire che alcune tesi care ai sovranisti sul bilancio delle banche centrali sono false, mentre altre comportano comunque conseguenze significative.
Il passato per comprendere il presente
In un precedente articolo, abbiamo raccontato la storia del “fiorino di banco”, nato nei Paesi Bassi del ‘600, impostosi come unità di conto e valuta di riserva in gran parte d’Europa per oltre un secolo e poi uscito repentinamente di scena.
In pillole: i) lo svilimento delle monete metalliche nel XVI secolo si era associato a instabilità dei prezzi; ii) il “fiorino di banco” (semplice scrittura contabile) era nato per essere sostenuto da un attivo di “fiorini correnti” (di metallo nobile e non svilite) nel Banco di Amsterdam; iii) il Banco si era invece esposto pesantemente verso la Compagnia delle Indie, inizialmente con profitto; iv) quando la Compagnia subisce i danni della guerra anglo-olandese, il Banco diventa insolvente, anche per la mancanza di adeguato sostegno dalla Città: il “fiorino di banco” muore; v) ben diversa la sorte della coeva “nota di banca” in sterline emessa dalla Banca d’Inghilterra, che nel suo attivo di bilancio tiene invece titoli fruttiferi emessi dal Tesoro di Sua Maestà.
Lezioni dalla storia
Come sempre, il passato offre suggestioni utili a comprendere il presente. Quali sono quelle che la storia del “fiorino di banco” ci consegna per valutare l’idea di cancellare il debito pubblico dal bilancio di una banca centrale o di paventarne il ripudio?
La prima: che si possa disporre liberamente dell’attivo di bilancio di una banca centrale senza conseguenze per il settore privato è falso. Analogamente al caso del debasement, cancellare una posta dell’attivo che sostiene la moneta fiduciaria ne implica una perdita di valore di scambio e quindi maggiore inflazione. Quel debito non verrebbe quindi cancellato, ma solo ripagato direttamente dal settore privato, con la riduzione del potere d’acquisto dei propri saldi monetari.
La seconda: la tesi che una banca centrale non possa mai fallire, spesso richiamata a sostegno delle posizioni sovraniste, è allo stesso tempo vera (in termini nominali) e falsa (in termini reali). Un’obbligazione promette il pagamento di un certo ammontare di unità di conto (per esempio euro) a scadenza e va in default se l’emittente non dispone della quantità di moneta dovuta, quando il titolo matura. Al contrario, le passività di una banca centrale (per esempio le banconote) sono esse stesse unità di conto, e quindi in termini nominali non possono fallire per definizione, perché promettono semplicemente se stesse. Una banca centrale diventa però insolvente in termini reali quando (magari per coprire tagli all’attivo) perde il controllo delle sue passività, il cui valore di scambio crolla in una spirale inflazionistica. In casi di iperinflazione, a volte la moneta svalutata semplicemente viene abbandonata e muore, come il “fiorino di banco”, sostituita da un mezzo di pagamento alternativo.
La terza: nei sistemi fiduciari il valore della moneta è in ultima analisi sostenuto dall’accesso alla tassazione di cui dispone l’autorità fiscale. Definendo il valore dei titoli pubblici, tale accesso sostiene l’attivo di bilancio della banca centrale che li detiene, e quindi il valore della moneta che emette. La semplice cancellazione del debito ridurrebbe la quota di moneta sostenuta da quell’accesso alla tassazione, esponendo la banca centrale allo stesso tipo di vulnerabilità che ha ucciso il “fiorino di banco” e da cui la “nota di banca” in sterline era invece più protetta.
La quarta: la tesi che una banca centrale possa serenamente operare con patrimonio netto negativo (cioè se il valore dell’attivo si riduce sotto quello delle passività) è vera e falsa allo stesso tempo.
È vera nel senso che un patrimonio netto negativo non implica necessariamente insolvenza della banca centrale (come mostrano alcuni casi recenti).
È però falso che sia sempre possibile: esiste infatti un limite naturale a quanto negativo può diventare il patrimonio netto di una banca centrale prima di causarne l’insolvenza (cioè spirali inflazionistiche). Una banca centrale che detiene in bilancio attività fruttifere beneficia dei rendimenti di quelle attività nel futuro (il signoraggio). Può dunque operare con patrimonio netto negativo solo nella misura in cui ci si aspetta che sia in grado di generare nel futuro un flusso di signoraggio sufficiente a coprire quella perdita nel tempo. In questo caso, la banca centrale può contabilmente risolvere il problema semplicemente iscrivendo all’attivo un prestito a sé stessa, da rimborsare con il signoraggio futuro (peraltro, è la procedura prevista dalla Federal Reserve in caso di perdite finanziarie). È importante però sottolineare che anche questo caso non è senza conseguenze: il signoraggio, infatti, è tipicamente trasferito dalla banca centrale al Tesoro, che lo usa per finanziare le sue spese, al pari delle tasse o dell’emissione di nuovo debito. Trattenerlo in banca per ripianare la perdita indotta dalla cancellazione del debito è quindi solo un modo alternativo per ottenere dal Tesoro quelle stesse risorse: la cancellazione è solo illusione.
L’Europa, anche quella di trecento anni fa, sembra offrire risposte.
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Savino
Se il “cambiamento” che vogliono gli italiani significa fare spese folli, stile prima Repubblica, per farle pagare ai figli e nipoti, se lo dimentichino.
Concetto balzano quello di debito visto in positivo.
“Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori” ci insegnava Qualcuno molto in alto.
A confermare l’accezione negativa, il detto “brutto come il debito”.
Quindi, chi prende la questione debito (pubblico e privato) alla leggera è fallace.
Mario.F.Parini
I miei genitori mi insegnarono di non fare il passo più lungo della gamba. Ora questi promettono tutto a tutti senza sacrifici. Non c’è nulla sulla scuola..(.te credo con il campione Di Maio) sull’università, solo spese. Certo serietà vuol dire limitare i costi di certi personaggi televisivi, addebitare alle società calcistiche il pagamento dei danni provocati dai pseudo tifosi, introdurre una legge che chi non paga le sanzioni non può accedere a qualunque ruolo della p.a.,ecc. La flat tax è una grande bufala, piuttosto aumentare le possibilità di detrarre alcune spese.Ora,la spesa farmaceutica docet, è possibile con l’informatica introdurre la tracciabilità i e la detraibilità. Vogliono cambiare il fisco affinché non cambi nulla…corsi e ricorsi sia della letteratura sia della storia.Temo che i miei nipoti saranno tartassati grazie all’insipienza degli attuali governanti. Certo il PD è responsabile di questa situazione ;ha permesso l’ingresso di migliaia di immigrati,non ha fatto nulla per eliminare molti privilegi vedi Amato,Bonanni dipendenti Camera,Senato,regioni a statuto spec,giudici,dirigenti p.a. ora raccogliamo i cocci .Anzi rischiamo per le politiche e le idee folli sia dei 5s sia della lega .Attenzione siamo sull’orlo di un burrone se facciamo un passo avanti (flat tax,redd di cittadin,Fornero,blocco delle grandi opere,stop agli inceneritori al sud)faremo un grande passo avanti.Peccato che di Maio non pensi di abbattere le case abusive nel sud in aree rischi
Marco
Caro Salvatore, trovo il tuo articolo preciso e brillante, come sempre. Tuttavia, ho il sospetto che in questa fase storica la cancellazione dei titoli del tesoro detenuti dalle banche centrali di paesi con alto debito sia il miglior deal possibile, tenuto conto della convenienza contingente a scambiare debito pubblico con inflazione. Un caro saluto, Marco
Fabrizio
Qualcuno mi può gentilmente rispiegare il terzo punto?
Holger
Al di là di tutti i commenti semplicistici a questo articolo: non capisco come la cancellazione di una parte del debito detenuto dalla Banca Centrale, se ridurrebbe la quota di moneta, in questo caso nella forma di titoli di Stato, come farebbe a creare inflazione? Non dovrebbe succedere il contrario?
Sergio
Scusate.
Illustrare il funzionamento di un sistema monetario moderno e della sua banca centrale rifacendosi alle vicende del fiorino di banco è quantomeno fuorviante.
Oggi la moneta, tutta, è moneta fiat.
Le banche centrali possono operare con patrimonio negativo perché quel patrimonio è denominato nella valuta che loro emettono.
Holger, se la BC cancella un suo attivo non capita nulla. I suoi passivi sono sempre garantiti dalla sua prerogativa di emettere la moneta in cui sono denominati. Peraltro i debiti di una banca centrale sono … la moneta che ha emesso (contante e riserve). Andresti mai alla BCE a chiedere di pagarti in euro i tuoi contanti in euro ?
Fabrizio, ogni moneta moderna ha valore in quanto unico strumento per pagare le tasse nell’area valutaria in cui è adottata. Proprio per questo non è vincolata all’entità del debito (ed alla sua eventuale cancellazione una volta acquistato dalla bc) ma alla capacità dello Stato di imporne l’uso con la tassazione. Cosa diversa da quanto scrive l’autore.
Marco, hai ragione. Una volta in bc il debito pubblico può essere cancellato se questo serve a liberare lo Stato dai vincoli, assurdi, di spesa e favorire quindi la ripresa economica.
Mario, magari un punto alla volta … Cosa ne dici ?
Savino, le spese ‘folli’ dello Stato possono sempre essere fatte senza gravare su nessuno, semplicemente emettendo moneta. Lo Stato non è come un normale agente economico che deve procurarsi la moneta da spendere. Tranne che in Eurozona.