Canada, Stati Uniti e Messico hanno raggiunto un nuovo accordo commerciale. Tra le novità, l’obbligo di comunicare ai partner l’eventuale avvio di negoziati per la conclusione di un accordo di libero scambio con paesi a economia non di mercato.
Un nuovo accordo tra Usa, Messico e Canada
Dopo circa un anno e mezzo di negoziati, Canada, Stati Uniti e Messico hanno raggiunto l’accordo che sostituirà il Nafta (North American Free Trade Agreement). Lo United States Mexico Canada Agreement (Usmca), tuttavia, non dovrebbe entrare in vigore prima del 2020: dopo la firma (prevista per il 30 novembre), la procedura di approvazione dei tre parlamenti potrebbe richiedere diversi mesi. Per esempio, prima di sottoporre l’accordo al Congresso, la United States International Trade Commission (agenzia governativa statunitense incaricata di verificare, fra l’altro, l’impatto delle importazioni sull’economia americana) avrà un massimo di 105 giorni, dalla data della firma, per condurre uno studio di impatto sull’economia nazionale: ciò significa che le elezioni di midterm di novembre potranno influenzare l’adozione dell’accordo.
L’accordo riproduce in gran parte la struttura del Nafta e del Tpp (Trans-Pacific-Partnership), concluso nel 2016 (durante la presidenza Obama) da Stati Uniti e altri undici paesi, la cui approvazione è stata bloccata da Donald Trump.
Fra le innovazioni, oltre al nome (si noti l’assenza di riferimenti a “free trade”), il trattato prevede numerose disposizioni alquanto interessanti, quali la possibilità per le parti di fuoriuscire dall’accordo sei mesi dopo averne notificato l’intenzione, mentre la durata dell’accordo è prevista di 16 anni con rinnovo sottoscritto da ognuna delle parti contraenti.
Le novità del trattato
Ecco alcune fra le principali novità del trattato.
L’accordo prevede nuove regole di origine per il settore automobilistico, volte a incrementare progressivamente il contenuto regionale del prodotto al fine di beneficiare delle tariffe preferenziali nel commercio fra i paesi membri. Per esempio, i veicoli per il trasporto di passeggeri, dal 2023 (o, al più tardi, dopo tre anni dall’entrata in vigore dell’accordo), dovranno avere almeno il 75/85 per cento (a seconda che ci si avvalga di uno dei due metodi di calcolo consentiti dall’accordo) di valore regionale. In più, per qualificarsi come originario dell’area è necessario raggiungere un valore minimo di “labor value content”: entro il 2023 o, al più tardi, entro tre anni dall’entrata in vigore, l’impresa che vorrà beneficiare dell’accordo dovrà dimostrare che almeno il 40 per cento del valore della produzione è il risultato di attività manifatturiere ove il contributo dei lavoratori è remunerato almeno 16 dollari all’ora.
Anche nel settore tessile le regole di origine saranno più severe per favorire l’impiego di fibre, filati e tessuti originari dell’area, mentre si introducono alcune facilitazioni amministrative per incoraggiare il riconoscimento dell’origine nel settore chimico.
Viene poi introdotto l’obbligo di notificare l’inizio, da parte di un membro dello Usmca, di un negoziato per la conclusione di un accordo di libero scambio con uno stato terzo considerato una economia non di mercato. Oltre alla notifica, vi è anche l’obbligo di informare le altre parti dell’Usmca sull’andamento del negoziato e di trasmettere il testo completo agli altri partner almeno trenta giorni prima della firma. L’eventuale entrata in vigore dell’accordo con la economia non di mercato consentirà a ognuno degli altri due stati dello Usmca di sostituire l’accordo trilaterale con accordi bilaterali emendati al fine di tener conto delle disposizioni del trattato con la non-market economy. Si tratta di un vero e proprio strumento dissuasivo voluto dagli Stati Uniti contro eventuali accordi dei due partner con la Cina, la principale economia non di mercato del Wto. Invero, il Canada e il Messico, in qualità di membri del Cptpp (il nuovo Tpp senza gli Stati Uniti) già partecipano a un accordo di libero scambio con una non-market economy (il Vietnam);
In materia di Isds (Investor State Dispute Settlement), il nuovo accordo introduce sostanziali limitazioni. In pratica, per alcune categorie di investimenti, riporta il sistema alle tradizionali regole del diritto internazionale, quali il consenso delle parti al fine di utilizzare l’arbitrato come strumento per dirimere le controversie o il previo esaurimento dei ricorsi interni. Nel caso del Messico, poi, viene operata una riduzione dei settori coperti dal sistema;
Su lavoro e tutela ambientale, il trattato riproduce in parte gli obiettivi perseguiti dal Tpp, come ad esempio la tutela dei diritti fondamentali dei lavoratori o il riferimento alle principali convenzioni multilaterali sull’ambiente;
Gli Stati Uniti hanno ottenuto importanti aperture del mercato canadese dei prodotti lattiero-caseari; così come il regime di protezione dalla concorrenza dei farmaci generici per i cosiddetti farmaci “innovativi” è stato esteso ad almeno 10 anni (oggi la protezione, in Canada, è di 8 anni).
Il nuovo accordo non modifica tuttavia il regime tariffario introdotto dagli Stati Uniti su acciaio e alluminio (e così le contromisure applicate dal Messico). Messico e Canada hanno, comunque, ottenuto una esenzione parziale da futuri dazi statunitensi sulle automobili.
È, naturalmente, prematura qualsiasi conclusione riguardo a un accordo che consta di 34 capitoli e numerosi allegati. In generale, sono stati aggiornati capitoli del Nafta in base ai recenti sviluppi dei rapporti commerciali internazionali. Benché non sia entrato in vigore per gli Stati Uniti, nel nuovo trattato sono state riprese, almeno in parte, diverse disposizioni del Tpp.
Gli obblighi introdotti per i membri dell’Usmca intenzionati a concludere accordi di libero scambio con economie non di mercato (Cina) sono decisamente innovativi, così come le nuove metodologie in materia di origine delle merci che obbligano anche a una remunerazione minima dei lavoratori. In altri settori, come per la protezione degli investimenti, si è fatto un passo indietro, ad esempio, vincolando la soluzione delle controversie tramite arbitrato al consenso delle parti.
Nella consapevolezza che ulteriori studi approfonditi sono necessari per darne una valutazione, è indubitabile che l’Usmca istituisca una zona di libero scambio. La prova è nel testo stesso, che fa espressamente riferimento all’articolo XXIV del Gatt/Wto, previsto proprio per consentire agli stati aderenti al Wto di concludere zone di libero scambio e unioni doganali.
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