In una manovra con tagli di spesa ancora da dettagliare, il governo vuole eliminare quasi 150 milioni di contributi pubblici alla stampa di cui oggi beneficiano enti senza scopo di lucro e cooperative editoriali, di solito poco note tranne qualche testata d’opposizione. Dietro l’angolo una minaccia al pluralismo.
Termometro del rischio finanziario, lo spread tra rendimenti dei bond italiani e tedeschi segna febbre alta in questo momento perché i mercati temono che il governo si stia cacciando in un vicolo cieco. Già nel 2011 e nel 2012 si era impennato e ne seguirono atti e parole per ridare fiducia agli investitori. In particolare, nella crisi del 2012 erano a rischio contagio i vari paesi europei. Da qui gli interventi della Bce. Oggi, anche guardando il mercato dei Cds (credit default swap, polizze per investitori in caso di default del debito sovrano), si vede che il potere contrattuale del nostro governo pare molto limitato.
Flat tax e reddito di cittadinanza assieme fanno saltare i vincoli di bilancio, scoraggiano il lavoro e non riducono la povertà. Ci sarebbe un sistema migliore, l’imposta negativa sul reddito (copyright: Milton Friedman). Con un supporto al reddito più contenuto – ma universale – e aliquote un po’ più alte di quelle proposte oggi.
Per Alitalia la sola offerta d’acquisto rimasta è di Ferrovie dello stato. Sponsorizzata dal governo che vuole creare sinergie commerciali offrendo ai viaggiatori pacchetti treno+aereo. Soluzione forse praticabile, ma coinvolgendo altre compagnie. Senza bisogno che Fs diventi azionista di Alitalia e ne incorpori le perdite.
Concentrati sui problemi di oggi, non pensiamo al futuro. Intanto, l’intelligenza artificiale viene sperimentata anche in campo giudiziario con risultati sorprendenti. Potrebbe non essere troppo lontano il giorno in cui il giudice in tribunale sarà un robot e le sentenze decise da un algoritmo.

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