È alto il rischio che la didattica online imposta dall’emergenza Covid-19 allarghi e crei nuovi i gap di apprendimento tra studenti di diversi contesti socio-economici. Perché cresce il ruolo della famiglia e di ciò che può offrire ai propri figli.
Un lungo periodo di assenza forzata
Se è vero – secondo quanto si sta delineando – che la riapertura delle scuole, chiuse per l’epidemia di Covid-19, non verrà fatta in tempi brevi, ci troviamo di fronte a quello che sarà un lungo periodo di assenza forzata per gli studenti di ogni ordine e grado.
Questa prospettiva preoccupa gli analisti e gli esperti in ogni angolo del globo, in quanto è fatto noto che l’assenza prolungata da scuola tende a minare gli apprendimenti degli studenti, soprattutto di coloro che provengono da contesti socio-economici particolarmente svantaggiati. Le previsioni negative di Joshua Goodman su Twitter sono purtroppo facilmente condivisibili.
Possiamo iniziare già ora a interrogarci sui canali attraverso i quali può maturare e prendere forma questa riduzione degli apprendimenti e capire se si possono attuare misure volte a limitare i possibili effetti negativi di lungo periodo.
Inconvenienti della didattica online
Il ministero dell’Istruzione, per far fronte all’emergenza, ha predisposto una pagina sul suo sito per supportare le scuole interessate ad attivare forme di didattica a distanza. La didattica online è sicuramente la prima possibile azione da mettere in pratica. Essa ha però una serie di potenziali inconvenienti che sono stati ben delineati dallo Urban Institute e da Andrea Gavosto e Stefano Molina su lavoce.info, tra cui possiamo ricordare che non tutti gli studenti e le studentesse hanno accesso a una connessione internet a banda larga a causa delle condizioni economiche della propria famiglia o della residenza in zone rurali in cui mancano le infrastrutture necessarie. A questo si aggiunge il fatto che non è detto che tutte le famiglie abbiano a disposizione computer e/o tablet per far sì che i loro figli possano seguire le lezioni online. Un ulteriore punto critico rimane il discorso relativo alle competenze digitali: siamo sicuri che tutti gli studenti possano beneficiare allo stesso modo dalla didattica online? Non è che poi questo strumento porterà ad un incremento delle disuguaglianze? Come suggerisce lo Urban Institute, diventa fondamentale pensare di fornire un supporto personalizzato, un tutor, a coloro ne potrebbero avere maggior bisogno.
Un ulteriore punto da considerare riguarda l’effettiva preparazione da parte del corpo docente. Qui non possiamo che riportare alcune domande che sorgono. Gli insegnanti nel nostro paese sono stati formati per poter svolgere queste attività? Le scuole hanno gli strumenti necessari per impostare seriamente la didattica online? Come ben sappiamo, non tutte le scuole nel nostro paese hanno a disposizione le stesse risorse.
È certamente importante interrogarsi sull’esistenza di differenziali di accesso alle risorse online per la didattica tra le diverse fasce della popolazione “qui e ora”. È altrettanto fondamentale iniziare a ragionare anche sui possibili effetti di lungo periodo della attuale situazione per le disuguaglianze sociali, in modo da poter comprendere quali interventi pubblici si rendano necessari. A questo proposito ricordiamo, come mostrato da un recente paper, che la scuola è in grado di equalizzare le prospettive di apprendimento degli studenti provenienti da contesti famigliari estremamente differenziati. La domanda che dobbiamo quindi porci è: può l’istruzione online “di emergenza” riuscire a svolgere questo stesso ruolo equalizzatore?
Funzione educativa della famiglia e della scuola
Se ci pensiamo bene, la didattica online riassegna alle famiglie una buona parte della funzione educativa altrimenti svolta dalle scuole. Il poter fruire in modo proficuo della didattica online temiamo dipenda molto di più dal contesto familiare di quanto non lo sia la didattica nella sua forma classica. Le differenze nelle possibilità di apprendere efficacemente online, in altre parole, non dipendono solo dalla prontezza degli insegnati a utilizzare gli strumenti della didattica a distanza, o dalle dotazioni tecnologiche, ma anche dal supporto specifico ricevuto dai genitori. A parità di accesso a internet, possiamo aspettarci che i genitori con titoli di studio più elevati saranno maggiormente in grado di aiutare i propri figli nell’approcciarsi alle forme online di didattica, aiutandoli nella rielaborazione dei contenuti ricevuti, integrando gli sforzi degli insegnanti attraverso stimoli aggiuntivi o, semplicemente, incentivando la concentrazione dei figli nell’utilizzo dei nuovi strumenti didattici.
Così crescono le disuguaglianze di apprendimento
In un’ottica di lungo periodo, dunque, ci aspettiamo un incremento nelle disuguaglianze di apprendimento. Chi proviene da famiglie in grado di fornire un adeguato supporto, verosimilmente subirà un ritardo inferiore rispetto a chi questo supporto manca. Al di là di tutti gli slogan e delle attività recentemente ideate per far fronte all’emergenza, sarebbe dunque necessario fermarsi a riflettere su quali interventi mettere in atto per anticipare i problemi sociali che questa pandemia porterà con sé. Il pericolo concreto è che un’eccessiva enfasi su misure intenzionate a limitare gli effetti negativi nel brevissimo periodo, non aiuti a pensare invece ad azioni che possano contrastare il rischio di incrementi drammatici nelle disparità sociali.
Quello degli apprendimenti scolastici è sicuramente il primo punto da tenere considerazione, ma non dobbiamo dimenticare il fatto che l’epidemia di Covid-19 è in procinto di scatenare un’altra crisi economica che potrebbe avere conseguenza nefaste sui processi alla base delle scelte di istruzione, in particolare quelle universitarie. Un recente articolo mostra, infatti, come nel nostro paese la domanda di istruzione terziaria sia particolarmente sensibile alle fluttuazioni economiche. Si apre, quindi, anche il fronte di come sostenere i ragazzi e le ragazze che dovrebbero transitare all’università il prossimo anno, nonché di come gestire l’aumento del rischio di abbandono per coloro che sono già iscritti. Una misura possibile riguarda l’incremento delle borse collegate al diritto allo studio ordinario: diventa fondamentale aumentare le risorse economiche a disposizione degli studenti e delle studentesse provenienti da famiglie a basso reddito per sostenerne la partecipazione universitaria. Tale misura andrebbe accompagnata da un’ampia campagna informativa per rendere consapevoli gli studenti e le loro famiglie della possibilità di accedere a tale programma.
Va però sottolineato che gli studenti universitari provenienti da contesti socialmente svantaggiati, si troveranno ad affrontare un problema non solo economico, ma anche di ritardo negli apprendimenti accumulato in una fase cruciale della loro carriera scolastica. Per costoro pensare a incrementare i soli incentivi economici potrebbe non essere sufficiente. Tali misure andrebbero affiancate da tutoraggi e corsi di recupero attivati dalle singole università (ad esempio, nella forma di precorsi obbligatori). Non dimentichiamo in questa fase l’importanza di attivare programmi di orientamento in modo da non lasciare le future matricole a navigare da sole nel complicato mare del mondo accademico.
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bob
la cultura diffusa ha sempre creato terrore al potere. In Italia, per i motivi storici che tutti sappiamo, è stata osteggiata in modo sistematico. Un Paese che non ha avuto il privilegio storico della “tramontana purificatrice di una Rivoluzione” la cultura è ostacolata sistematicamente tutt’oggi. L’investimento nell’ Istruzione è il punto di partenza per la creazione di una società civile e per il successo in tutti i campi di un Paese. Molto più comodo e redditizio stampare 4 giornali sportivi