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Scuola a distanza ad alto rischio di abbandono

Bambini e ragazzi senza gli strumenti elettronici necessari per seguire la scuola a distanza erano svantaggiati già prima della chiusura delle aule. Solo interventi molto decisi possono evitare che molti finiscano per abbandonare gli studi.

Affinché nessuno sia lasciato indietro”, governo e ministero dell’Istruzione hanno stanziato fondi per la didattica a distanza durante il periodo di chiusura delle scuole per il Covid-19. Ad aprile 2020, insieme a fondi per le scuole, sono stati stanziati 70 milioni per fornire computer e tablet a bambini e ragazzi che ne sono sprovvisti. La premessa di misure come questa è che, per sostituire la scuola, la didattica a distanza debba raggiungere tutti o quasi tutti gli studenti. Ma in queste settimane si è visto che il numero di ragazzi da 6 a 17 anni senza un computer supera il milione, e che circa il 24 per cento delle famiglie italiane non ha accesso a internet. Quindi, con una platea così vasta, le risorse messe a disposizione possono essere insufficienti, molti studenti continueranno a essere esclusi dalla scuola a distanza. 

Senza computer e internet i ragazzi rimangono indietro

Quali sarebbero le conseguenze della loro mancata partecipazione? Forse si potrebbe pensare che, nella peggiore delle ipotesi, ripeteranno un anno scolastico. Ma alcuni dati mostrano che l’esito potrebbe essere ancora peggiore: molti potrebbero scegliere di abbandonare del tutto la scuola. I rapporti Pisa-Ocse sulle competenze scolastiche dei ragazzi di 15 anni, e in particolare gli ultimi due survey, del 2018 e 2015, mostrano che già “in condizioni normali”, con le scuole funzionanti, le competenze dei ragazzi senza internet o computer sono inferiori a quelle dei loro compagni.

Per vedere questo, può essere utile distinguere tra studenti italiani e stranieri, dato che la proporzione di ragazze e ragazzi senza internet e computer è circa il doppio tra questi ultimi (Pisa 2018). Le Figure 1 (a) e (b) mostrano le differenze nelle competenze in matematica e lettura tra studenti senza e con internet e senza e con computer a casa, distinti secondo l’origine. I gap sono misurati rispetto a studenti italiani che contano su entrambi i device (la prima categoria a sinistra in ogni figura). Nei dati Pisa, 30 punti corrispondono a circa un anno di scuola.

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Figura 1 – Differenze nelle competenze scolastiche di studenti senza e con internet e computer.
Nota: elaborazioni su dati PISA- Italia 2015.

Come si vede, gli svantaggi per i ragazzi, stranieri ma anche italiani, che non dispongo di internet e computer sono ampi e significativi. Il gap negativo in matematica equivale a quasi due anni di scuola per gli studenti italiani, e circa a tre per quelli stranieri; in lettura, il gap negativo è di circa due anni per gli studenti italiani e supera abbondantemente i tre per gli studenti stranieri. 

Quanto conta la famiglia

Tuttavia, questi gap pronunciati potrebbero essere il risultato di un insieme di fattori, e non solo della mancanza di device. Può contare, per esempio, il livello d’istruzione dei genitori, le scuole frequentate, il luogo di residenza. Quindi, per cercare di “isolare” l’importanza dei soli device, le stime delle Figure 2 (a) e (b) tengono conto anche del livello di istruzione dei genitori e della scuola frequentata. 

Figura 2 – Differenze nelle competenze a parità di scuola e livello di istruzione dei genitori.
Nota: elaborazioni su dati PISA-Italia 2015.

Come ci aspettava, nelle Figure 2 (a) e (b), a parità di livello di istruzione dei genitori e di scuola, le differenze di rendimento si riducono, ma rimangono comunque grandi e significative. Ora sono, in matematica, di circa mezzo anno di scuola per gli studenti italiani, e di più di un anno per quelli stranieri; in lettura sono di un anno per gli studenti italiani e di oltre due anni per quelli stranieri. Quindi, anche se tutti avessero genitori con pari livello d’istruzione e andassero alle stesse scuole, i punteggi dei ragazzi senza internet o computer sarebbero comunque significativamente inferiori a quelli dei compagni.

Il virus che allarga le disuguaglianze

Immaginare condizioni di parità costituisce un utile esercizio per cercare di “isolare” le relazioni che interessano, ma non deve fare dimenticare che nella realtà le condizioni non sono uguali: gli studenti senza device sono anche quelli con maggiori difficoltà sugli altri fronti. Quindi, le differenze da prendere come riferimento sono quelle più ampie, delle Figure 1 (a) e (b). Inoltre, come si è detto all’inizio, queste stime sono basate su condizioni “normali”, di scuole aperte, in cui i ragazzi possono compensare almeno parzialmente situazioni di svantaggio a casa con la frequentazione della scuola. La chiusura delle scuole e la mancata partecipazione alla scuola a distanza acuisce le differenze preesistenti. I gap negativi possono ampliarsi fino al punto da sembrare troppo grandi da colmare, e a fare scegliere a questi studenti di abbandonare del tutto la scuola.

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Questi dati riguardano ragazzi di 15 anni, ma l’universo scolastico comprende un ventaglio di età ben più ampio, con difficoltà che possono aumentare per bambini e ragazzi molto giovani. Quindi, mentre è ormai ampiamente riconosciuto che la chiusura delle scuole in molti paesi del mondo avrà un impatto negativo sulle competenze di questa coorte di studenti, per quelli esclusi dalla scuola a distanza l’impatto sarà più forte, e molto probabilmente approfondirà il loro svantaggio. Dato che in Italia appare ormai certa la chiusura delle scuole fino all’inizio del prossimo anno scolastico, perché realisticamente nessuno sia lasciato troppo indietro le misure di governo e ministero dell’Istruzione devono essere davvero molto decise e capillari. 

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  1. luca cigolini

    Purtroppo il rischio segnalato è grandissimo. In queste circostanze eccezionali per tenere i ragazzi vicini all’ambiente scolastico li abbiamo anche spinti a servirsi degli smartphone: si perde in efficacia, ma almeno non si perde il contatto. Però c’è un altro punto importante, che credo non debba essere sottovalutato, ovvero la motivazione, l’interesse per lo studio. Sappiamo che molti ragazzi e molte famiglie tendono comunque a sottovalutare l’mportanza della scuola. Questi sono i ragazzi a rischio. La didattica a distanza non permette gli aspetti relazionali, che li spingono comunque a non abbandonare, e quindi il rischio di abbandono cresce. Che “i gap negativi [possano] ampliarsi fino al punto da sembrare troppo grandi da colmare, e a fare scegliere a questi studenti di abbandonare del tutto la scuola” è un’osservazione interessante, ma temo che la maggior parte degli abbandoni scaturiscano dall’altro versante, quello legato alla motivazione.

  2. Francesca Barzini

    Grazie. Interessante. Nessuno sta dando peso a questa tragedia che si consuma in silenzio.

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