Non fosse stato per pioggia e neve che imperversavano in buona parte d’Italia, il M5S avrebbe potuto raggiungere il 27,9 per cento dei voti nelle prime elezioni politiche svoltesi d’inverno. Ecco perché il movimento di Grillo è il più danneggiato dal maltempo, che invece ha avvantaggiato Pd e Pdl.
IL GENERALE INVERNO CONTRO IL M5S
Per la prima volta nella storia repubblicana, le elezioni politiche si sono tenute d’inverno, e di conseguenza in molte parti d’Italia il voto si è svolto in condizioni di maltempo, sotto neve e temporali. Ma chi ci ha rimesso? I numeri parlano chiaro: il brutto tempo ha fermato l’avanzata di Beppe Grillo.
Grazie ai dati sui risultati elettorali e sulle condizioni meteo a livello comunale è possibile stimare l’effetto del maltempo con precisione statistica. Per farlo, abbiamo raccolto le informazioni disponibili su 7.760 comuni nei giorni del 13 e 14 aprile 2008 e del 24 e 25 febbraio 2013, in modo da comparare le ultime due tornate di elezioni politiche. (1)
I dati vengono dall’archivio ilmeteo.it e contengono: 1) le temperature medie in quei giorni; 2) la visibilità media; nonché 3) un indicatore sintetico per cielo perturbato e meteo molto avverso (neve o temporali). Controllando per le specificità di ciascuna regione, abbiamo quindi stimato l’impatto di queste misure di maltempo sui cambiamenti nel voto degli italiani dal 2008 al 2013 a livello comunale.
Il primo risultato è intuitivo: laddove ha imperversato il maltempo, la partecipazione elettorale è stata minore. Per esempio, nei comuni dove è piovuto, rispetto a quelli della stessa Regione dove non è piovuto, la partecipazione si è ridotta di 1,7 punti percentuali. Fin qui niente di strano. Ma gli effetti del maltempo sui risultati elettorali sono a dir poco sorprendenti (e robusti ai diversi indicatori di condizioni meteo o ai modelli statistici che abbiamo usato per stimarli).
In sintesi, pioggia e neve hanno smorzato il successo elettorale di Grillo e fornito un po’ di respiro a Pdl e Pd. Nei comuni dove è piovuto o nevicato, per esempio, il M5S ha ottenuto un punto percentuale in meno. Un calo della temperatura di sette gradi centigradi, pari alla diminuzione media registrata nelle giornate elettorali del 2013 rispetto a quelle del 2008, si è tradotto in una perdita di 2,4 punti percentuali per il movimento di Grillo, che avrebbe quindi potuto aumentare il proprio consenso dal 25,5 al 27,9 per cento senza il brutto tempo. Pioggia e neve hanno ridotto anche la performance elettorale di Scelta civica, ma per un ammontare minore e non sempre statisticamente significativo.
Invece, il maltempo ha aiutato il Pdl e, soprattutto, il Pd ad arrestare la loro emorragia di voti rispetto al 2008. Sette punti di temperatura in meno hanno ridotto la perdita di voti del Pdl di 1,7 punti percentuali (rispetto a un’emorragia media di 14,2 punti in confronto al 2008) e quella del Pd di 1,1 punti percentuali (rispetto a un’emorragia media di 6,7 punti sempre in confronto al 2008).
L’AVANZATA DI GRILLO FERMATA DAL MALTEMPO
La figura qui sotto rende l’idea. Se si guarda al legame tra la variazione nella visibilità media durante le elezioni del 2013 rispetto a quelle del 2008 (asse orizzontale) e i voti del M5S (asse verticale), si vede chiaramente che una riduzione della visibilità e quindi un peggioramento delle condizioni meteo a livello di ogni singolo comune hanno ridotto i voti per Grillo. E lo stesso vale per le temperature medie, per altri indicatori di maltempo e in modelli che controllano per quelle specificità che rendono unica ogni regione.
Una possibile spiegazione di questi risultati è che gli elettori che sono rimasti a casa per colpa del meteo erano quelli maggiormente indecisi fino all’ultimo, e di conseguenza quelli che avrebbero finito per votare per il M5S. Insomma: Grillo bagnato, Grillo sfortunato.
(1) Si ringrazia Andrea Bartezzaghi per l’estrazione dei dati meteo.
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Carlo Maggiolo
Ma se il M5S ha preso il voto dei giovani, non credo si siano spaventati di fronte al maltempo. Per andare in discoteca o allo stadio non si preoccupano se nevica o se c’è il sole.
Maurizio Mottini
Ma se il voto per Grillo è un voto di giovani significachei giovani si spaventano del maltempo più degli anziani? Non sarebbe utile per la Lombardia fare una valutazione di confronto con le regionali?
Maurizio Mottini
Bruno Cipolla
Si, voto di giovani, ma anche di indecisi e astenuti cronici (oltre che di donne, disoccupati eccetera ecc.)
Anch’io avevo pensato che gli anziani, mediamente conservatori, sarebbero stati a casa per il maltempo, ma non avevo considerato gli astenuti/indecisi, che, visto il maltempo sono rimasti a casa.
Che per un astenuto-indeciso l’unica possibilità di voto fosse grillo è pacifico.
Stefano
io sono shockato (ma ignorante di econometria e statistica, quindi non insisto) della sicurezza con cui il prof Nannicini afferma la sua tesi. Questo tipi di indagine decisamente inutile, non scientifica (se non nell’apparenza) è un brutto scivolone nel panorama normalmente robusto della Voce
Marco
Una considerazione non all’altezza del sito. Potrebbero esserci molti altri fattori da valutare, seri o meno. Ad esempio legami con la forza relativa sul territorio dei partiti tradizionali, oppure con il quadro economico locale, la disoccupazione giovanile nell’area, etc.
Valeria Ferraris
Mah… e non ci sono altre variabili intervenienti da considerare? Onestamente l’analisi mi pare un po’ semplicistica
Gattoboo68
Non contesto lo studio statistico descritto nell’articolo, certo è che avrei detto il contrario. Cioè più il tempo è brutto e più gli anziani stanno a casa:
Massimo da Udine
pietroscarpa
Siamo d’accordo: anche noi ci aspettavamo risultato diverso. Ma le correlazioni sono robuste a diverse misure di maltempo e diversi modelli statistici (che controllano per gli effetti fissi di ciascuna regione e a volte provincia, in modo che i risultati non siano attribuibili a diversita’ geografiche). La nostra interpretazione, comunque, e’ soltanto una di quelle possibili: con un po’ di fantasia, se ne possono pensare altre.
lavoceinfo
Siamo d’accordo: anche noi ci aspettavamo un risultato diverso. Ma le correlazioni sono robuste a diverse misure di maltempo e diversi modelli statistici (che controllano per gli effetti fissi di ciascuna regione e a volte provincia, in modo che i risultati non siano attribuibili a diversità geografiche). La nostra interpretazione, comunque, e’ soltanto una di quelle possibili: con un po’ di fantasia, se ne possono pensare altre.
Bradiposiluro
Nell’articolo è stato riportato tutto il procedimento sperimentale impiegato dall’autore per trarre le sue conclusioni, nulla è stato omesso. In tal senso l’articolo è impeccabile.
Il lettore ha in mano tutti gli strumenti per stabilire se l’articolo possa essere a lui di interesse o meno. L’elaborazione dei risultati sperimentali assieme alle conoescenze/idee dell’autore porta alla realizzazione delle conclusioni, che pertanto si configurano sempre come la parte meno oggettiva di un’analisi scientifica. Se poi aggiungiamo che la statistica è la scienza meno esatta tra le scienze, mi pare ovvio che le conclusioni dell’autore possano essere opinabili.
UnCretino
A dire il vero del “procedimento sperimentale” è stato omesso molto, come ad esempio l’eventuale utilizzo di pesi, ma anche una tabellina coi coefficienti della regressione ed errori standard, e magari una misura di bontà di adattamento del modello (avrei tanto gradito anche un caveat generico sul fatto che si sta lavorando con dati aggregati e che quindi il rischio di fare un pastrocchio dovuto all’ecological fallacy c’è).
Il lettore quindi non ha proprio tutti gli strumenti. Poi, parliamoci chiaro, le idee degli autori – le quali possono essere buonissime idee, per carità – van bene fino a un certo punto. C’è un qualcosa di teorico dietro al pezzo oppure è un’analisi dati fatta tanto per fare, tanto per sparare un reg, vedere i coefficienti e piazzare il risultato? Eppure qualcosa in letteratura c’è (cercate weather vote su Scholar per farvi un’idea). Il risultato comunque cozza palesemente con tutto quello che si legge e si vede sul fenomeno M5s, come già accennato da qualcuno nei commenti precedenti.Quello che voglio dire è che uno sforzo, anche minimo, per problematizzare maggiormente i risultati, cercare di fare qualcosa di meno data driven e di un po’ più theory driven, sarebbe certamente cosa graditissima e molto utile al dibattito.Peace.
Andrea Armani
Se una persona ritiene il suo voto dipendente dalla pioggia è giusto che non voti. Indipendentemente dal suo orientamento.
Matrilineare
La statistica è la scienza che può dimostrarti inconfutabilmente tutto.
E il contrario di tutto.
Lucas
sono gli stessi autori della “correlazione” negativa voto pdl donatori di sangue?
Se questo è il livello dell’econometria io con il mio esame di statistica che ho fatto all’università potrei sbaragliare la concorrenza in qualsiasi concorso per docente!
Snacky83
nel 2008 il movimento di Grillo non era presente alle elezioni così come scelta civica, come si fa a fare questo genere di confronto?
Tommaso Mascagni
“With four parameters I can fit an elephant, and with five I can make him wiggle his trunk.” ( John von Neumann)
Jack Sayan
E a me “un po’” pare un eufemismo.
fede
ho appena bruciato tutti i numeri dell’American Political Science Review, Political Psychology e Public Opinion Quarterly che ho collezionato negli anni. questo post mi ha aperto gli occhi, ho capito che lo studio del comportamento di voto da oggi non sarà mai più come prima.
anzi, facciamo così. dato che anche l’APSA l’anno scorso ha organizzato il meeting annuale a New Orleans, e hanno dovuto annullarlo pochi giorni prima per l’uragano Isaac, mandiamo un bell’articolo all’AJPS in cui mostriamo che nel 2011, quando la conferenza era a Seattle, sono stati presentati molti più paper che utilizzano modelli bayesiani. La teoria è che, se l’uragano non ci fosse stato, oggi i modelli bayesiani sarebbero così comuni che anche il cassiere del supermercato, prima di comunicarti quanto devi pagare, ti chiederebbe di vedere lo scontrino delle 10 volte prima.
che sia un complotto dell’Esselunga per mantenere il monopolio della Fidaty card? solo i reviewer ce lo diranno.
Bruno Cipolla
In effetti…
Chi può non andare a votare causa maltempo è un elettore o con difficoltà di movimento o scarsamente motivato al voto, quindi può rientrare nelle categorie di anziani, astenuti cronici e indecisi.
Gli anziani sono solitamente conservatori, (PD, PDL) gli astenuti cronici e gli indecisi sono una enormità e sicuramente non sono stati motivati ad andare al voto dal maltempo.
Inoltre la quasi unica possibilità di scelta per un astenuto cronico o un indeciso era il M5S.
Credo che i conti tornino.
franco
scusate, se l avesse fatta il mago Otelma questa disamina avrebbe quasi avuto maggior valore, potrei dire su base empirica, che la maggio parte degli elettori Pd e Pdl appartiene ad una fascia di eta avanzata quindi meno propensa ad uscire col cattivo tempo. non ha nessuna validita scientifica