Le nostre vite in digitale hanno bisogno di infrastrutture efficienti. E di governance adeguate. Lavoro, investimenti, entertainment, fabbrica e ospedali smart, gli oggetti connessi fanno di Internet la quarta utility dopo acqua, elettricità e gas.

La nostra vita in digitale

L’esperienza della pandemia e i prolungati lockdown hanno forzatamente costretto molte fasce della popolazione, del sistema delle imprese e della pubblica amministrazione a una accelerata transizione digitale. Questo ha sottoposto le infrastrutture di telecomunicazione a un notevolissimo incremento dei volumi di traffico e ha messo in evidenza una copertura fortemente ineguale del territorio, sia in merito alla possibilità di accesso alle infrastrutture ultra-broadband sia alla dotazione di dispositivi che consentissero un adeguato utilizzo dei servizi Internet. Il tema del digital divide si è quindi posto in tutta la sua rilevanza.

Ora, in una fase in cui sperabilmente vediamo una uscita dalla situazione di emergenza, vengono alla luce diverse questioni.

1) In primo luogo, una valutazione dell’adeguatezza e delle necessità di sviluppo delle infrastrutture di telecomunicazione fisse e mobili, che richiama il tema della utilità di un’unica rete fissa e della sua proprietà e governance.

2) In secondo luogo, una valutazione della persistenza, anche nel post-pandemia, dell’elevato utilizzo dei servizi Internet, sia per le famiglie (scuola e formazione, intrattenimento) sia per le imprese (lavoro a distanza) sia per la pubblica amministrazione (e-government).

Le tematiche legate alle infrastrutture

La rete fissa di telecomunicazione italiana ha sostanzialmente retto all’impatto di un notevolissimo aumento dei volumi di traffico, evidenziando una notevole flessibilità, nonostante lo sviluppo ancora fortemente incompleto delle connessioni a banda ultralarga in alcune aree del paese. Se tuttavia le infrastrutture esistenti, caratterizzate da una forte eterogeneità nello sviluppo delle connessioni più veloci, hanno retto all’emergenza, si pone un problema di potenziamento delle reti che garantisca per il futuro uno stabile volume di traffico e di servizi ben più elevato che in passato. Questo, peraltro, è uno dei cardini del Pnrr come supporto infrastrutturale al processo di digitalizzazione della economia e della società italiana.

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Il dibattito sulle diverse architetture di rete e sulla loro governance ha occupato un posto importante, con il progetto di Tim di una società proprietaria della porzione finale della rete e responsabile della transizione alla fibra (Fibercop) e il contemporaneo sviluppo, nel solco del progetto nazionale sullo sviluppo della banda ultralarga, di una rete in fibra affidata al vincitore delle gare pubbliche per la copertura delle aree bianche, Openfiber. La discussione ha quindi affrontato, con posizioni contrastanti, il tema se sia desiderabile avere una pluralità di infrastrutture o convenga unificare i diversi progetti all’interno di una unica rete ultra-broadband. Questo dibattito, apparentemente terreno per ingegneri, non può tuttavia esimersi dall’affrontare il vero tema di policy, legato alla proprietà e alla governance dei queste infrastrutture. Se cioè si debba proseguire nel modello di integrazione verticale, in cui Tim possiede le infrastrutture e compete nei servizi con gli altri operatori di telecomunicazione, o sia giunto il momento di procedere ad una separazione tra rete e servizi. In questa seconda opzione, la presenza pubblica, con Cdp in primo piano, potrebbe portare a un ritorno di una componente importante del sistema di telecomunicazioni nelle mani dello stato.

Un nuovo protagonista, intanto, si presenta al tavolo della discussione, con il varo della nuova generazione di connessione mobile 5G. Un salto non solo e non tanto nella velocità di connessione ma una vera e propria rivoluzione copernicana, dove le connessioni mobili, che fino ad oggi abbiamo imparato ad usare per collegare persone, o persone con servizi, divengono il canale attraverso cui oggetti dialogano e interagiscono tra loro: domotica, guida assistita e automatica, logistica, industria 4.0 e robotica, telemedicina, e-government divengono i campi di applicazione nel mondo 5G, in cui ogni applicazione sviluppa le proprie infrastrutture e apparecchiature locali e utilizza la rete ultra-broadband come canale neutro di interscambio di dati. La discussione sugli assetti della rete fissa ultra-broadband a cui abbiamo accennato non può non tener conto di questi sviluppi che rivoluzioneranno i servizi di telecomunicazione, fornendo una nuova motivazione per una grande rete fissa neutra, indipendente e sganciata dai servizi che allontani dal vecchio modello di integrazione verticale.

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Nuove competenze e nuove opportunità

La persistenza delle acquisizioni in termini di competenze digitali da parte di famiglie, imprese e pubblica amministrazione  maturate durante la pandemia è una grande scommessa per l’ammodernamento del sistema paese, storicamente caratterizzato da una debole domanda di servizi Internet. Questo consolidamento richiede profonde modifiche nell’organizzazione delle attività lavorative, nelle consuetudini dei cittadini e nell’ammodernamento dei dispositivi per l’accesso ai servizi. Il Pnrr dedica uno spazio importante ai progetti di digitalizzazione nei servizi della pubblica amministrazione, della scuola e della sanità, dove il settore pubblico può fare da leva trainante per un utilizzo sempre più intenso dei servizi Internet da parte del pubblico.

Tra i molti piani che possono favorire questo processo, la convergenza tra telecomunicazioni e industrie dei contenuti può rappresentare una leva potente per la crescita digitale delle famiglie. I processi di consolidamento che negli ultimi anni hanno interessato grandi operatori di telecomunicazione e soggetti importanti nel mondo dei contenuti testimoniano la crucialità di questo sentiero di convergenza. In Italia l’esito recente della gara per l’assegnazione dei  diritti sul campionato di calcio, aggiudicatasi da una cordata a cui partecipa Tim e Dazn, può rappresentare un fattore importante, una killer application, nella diffusione delle connessioni ultra-broadband da parte del pubblico e per un deciso salto di qualità nella gerarchia degli operatori audiovideo.

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