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Ritorno dello stato: cosa ne pensano gli studenti

Al Festival dell’Economia di Trento, si è svolta la nona edizione del concorso EconoMia, rivolto agli studenti delle scuole superiori e pensato per aiutarli a capire i fatti dell’economia. Quest’anno ha offerto uno spaccato di cosa pensano della ripresa. 

I giovani e lo studio dell’economia

Che idee hanno i nostri studenti sulla ripresa economica dopo la pandemia? Qual è la loro opinione sul ruolo dello stato o del mercato, su come mettere in sicurezza il debito pubblico, su quali riforme sono prioritarie per impiegare bene i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza? Il Next Generation EU considera i giovani importanti destinatari dei fondi europei. Ma economia politica e aziendale sono presenti nel curriculum di meno del 15 per cento delle classi italiane delle superiori: le competenze economiche dei giovani italiani sono, di conseguenza, modeste e questo renderà più difficile nei prossimi anni operare all’altezza dei compiti impegnativi che li attendono.

Il concorso EconoMia

Per rendere l’economia una scienza più popolare tra i ragazzi, al Festival dell’Economia di Trento è organizzato il concorso per le scuole EconoMia, con al centro, quest’anno, “Il ritorno dello stato”. Nonostante l’attività didattica a singhiozzo, al concorso hanno partecipato 700 studenti delle quarte e quinte classi di 118 scuole, di tutti gli indirizzi, ben distribuiti tra le regioni italiane. La prova, in modalità on-line, conteneva una prima parte con 40 domande a risposta chiusa (ovvero con risposte predefinite e con punteggi calcolati dalla piattaforma on-line) e una seconda parte a risposta aperta, assegnando 50 per cento del peso del punteggio a ciascuna delle due parti. I materiali di studio toccavano: storia ed effetti delle pandemie; economia e Covid-19; quanto deficit? quanto debito? Innovazioni, imprese, stato; Covid-19, società e istituzioni. La preparazione verteva su materiali di studiosi di orientamenti e discipline differenti, e su alcuni webinar tenuti da professionisti e professori universitari. I 20 vincitori, premiati con la partecipazione gratuita al Festival di Trento e con la somma di 200 euro, sono risultati ben distribuiti tra indirizzi scolastici e regioni italiane. Le informazioni su EconoMia sono disponibili qui

L’analisi delle prove

La prova aperta chiedeva: “Esponi una tua proposta contenente le azioni, con un collegamento logico nel tempo, che dovrebbero compiere imprese, comunità, istituzioni per riavviare l’economia dopo la pandemia. Evidenzia per ogni step che proponi da quale lettura-stimolo del concorso esso abbia tratto spunto o conferma”. Il testo poteva contenere al massimo 5 mila battute.

Le risposte aperte date dagli studenti che hanno realizzato le 48 migliori prove, approfondendo studiosi di discipline diverse e con posizioni differenti, sono state esaminate rispetto ai temi qui sotto riportati. Le risposte sono state indicizzate attribuendo loro un valore da 1 a 5, calcolando la media aritmetica semplice come indice sintetico delle posizioni. Ecco i risultati. 

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A. Per la ripresa economica dopo la pandemia il ruolo più importante è quello dello stato (1) o delle imprese (5)?

Il primo indice è risultato 2,1. Il valore esprime una priorità nel ruolo dello stato, mentre queste altre considerazioni assegnano un ruolo alle imprese:

– dopo una prima fase l’assistenza e gli aiuti alle imprese dovranno cessare;
– lo stato deve limitarsi a regolare, catalizzare e incoraggiare le imprese;
– le imprese restano centrali, devono sapersi riorganizzare, innovare, sperimentare, intraprendere, far crescere la produttività del sistema economico;
– viene individuato un ruolo anche per il terzo settore;
– vengono indicati i limiti del moltiplicatore keynesiano;
– se sia preminente lo stato o il mercato è in definitiva una questione di pragmatismo, il pubblico e il privato devono convivere e operare senza conflitti  

B. La stabilizzazione del debito pubblico nei prossimi anni sarà molto importante (1) o poco importante (5)?

Il valore del secondo indice è 3,4: gli studenti non ritengono che il problema della sostenibilità del nostro debito pubblico sia questione di vita o di morte. È emersa una polarizzazione: meno della metà dei ragazzi (18) ha espresso preoccupazioni sulla governabilità del nostro debito pubblico. Gli altri studenti pensano che la crescita economica possa attenuare i rischi connessi all’aumento del debito. Nonostante il problema del debito pubblico sia stato trattato in webinar e testi, metà (22) degli studenti non ha affrontato la questione. 

C. Per la ripresa economica dopo la pandemia è bene ragionare nel lungo periodo (1) o nel breve periodo (5)?

Il testo della prova aperta richiedeva di definire l’arco di tempo (breve o medio-lungo) delle azioni proposte per riavviare l’economia. Le risposte degli studenti sono state le seguenti:

– 28 studenti non prendono in considerazione alcun arco di tempo;
– 10 sottolineano la necessità di assumere una logica di lungo periodo;
– 7 differenziano in modo analitico quali provvedimenti assumere nel breve, medio e lungo periodo;
– 3 sottolineano la necessità di assumere una logica di breve, medio periodo

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Non è stato calcolato alcun indice, dato che la maggioranza delle risposte non ha fatto riferimenti di carattere temporale. Troppe risposte si sono sottratte allo sforzo di ipotizzare, magari sbagliando, le ricadute temporali dei diversi provvedimenti. Una minoranza ha articolato temporalmente le azioni in una logica di lungo periodo.

D. L’Italia necessita di cambiamenti profondi sul piano delle riforme (1) ovvero su quello della cultura e dei comportamenti (5)

Le riforme hanno un ruolo guida, il valore dell’indice è infatti pari a 2. Per 3 studenti su 4 i cambiamenti delle normative sono la carta vincente per poter sfruttare i finanziamenti europei. Sono auspicate riforme sul piano fiscale, amministrativo, della giustizia e della burocrazia. La parte restante degli studenti ha espresso la necessità di modificare comportamenti e cultura degli italiani, soffermandosi su voglia di fare, di lavorare, cooperazione, altruismo, costruzione di nuovi equilibri sociali, nuovi rapporti nella società. Il forte cambiamento atteso dai nostri giovani è assegnato a nuove normative, più che a nuove culture e nuovi comportamenti. 

La ripresa secondo i ragazzi

Che conclusioni trarre dall’analisi delle prove? I ragazzi si sono dimostrati preparati. Hanno condiviso l’idea che la ripresa sarà favorita dall’intervento statale più che dalle imprese, che la dimensione del debito pubblico non costituisce attualmente un pericolo per la nostra società, che non è rilevante ragionare sui tempi delle azioni da intraprendere, che i limiti del nostro paese saranno superati con idonee riforme più che attraverso nuove culture e nuovi comportamenti. 

Sarà interessante valutare se nel tempo queste idee subiranno cambiamenti, al cambiare della nostra economia e della nostra società.

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  1. Savino

    L’aspettativa dei giovani è di un forte cambiamento nei comportamenti e nelle regole che porti la società italiana ad essere alla pari e competitiva col resto del mondo occidentale e delle grandi economie globali. In questo, i giovani e le nostre eccellenze hanno le idee chiare. Non risulta pervenuta la stessa aspettativa dal mondo (soprattutto senior) della politica, da quello dell’imprenditoria, da quello sindacale, da quello delle pubbliche amministrazioni, da quello delle libere professioni. E’ un caso evidente in cui non c’è concordanza d’intenti tra Paese reale (e una fetta generazionale e competitiva dello stesso) e classi dirigenti maggioritarie, affaccendate nella gestione del qui e ora e del privilegio, mobilitate solo nella formula del “non mettere le mani nelle tasche….” mentre l’ipoteca sul futuro può essere inserita con leggerezza.

  2. Pietro Della Casa

    “la ripresa sarà favorita dall’intervento statale più che dalle imprese, che la dimensione del debito pubblico non costituisce attualmente un pericolo per la nostra società, che non è rilevante ragionare sui tempi delle azioni da intraprendere, che i limiti del nostro paese saranno superati con idonee riforme più che attraverso nuove culture e nuovi comportamenti”

    A me sembra un buon riassunto del bias culturale italiano…

  3. A mio parere servirebbe la massima chiarezza autorevole (accademica) e condivisa (politica) sui concetti in gioco. 1. Pubblico/privato: lo Stato democratico sovrano (sovranità dei cittadini e dei loro rappresentanti) fissa le regole tenendo conto della realtà interna, europea e globale (trattati, altri Stati, mercati), l’economia privata gli è subordinata; l’equilibrio fra i due è una questione pratica (cf ultimo punto delle considerazioni degli studenti alla domanda A) . 2. Liberalismo e mercato: è una dottrina prudenziale, fondata sull’utilità, non sui diritti: meglio non soffocare l’iniziativa privata, per ottimizzare il benessere di tutti. Il diritto di fare impresa, profitto e accumulare proprietà è sempre subordinato alla legge. 3. La teoria economica che rispecchia questo è l’ordoliberalismo: il liberalismo politico (costituzionalismo e diritti fondamentali) fonda l’autorità dello Stato sovrano; il liberalismo economico garantisce l’impresa a beneficio/utilità della collettività. Questo era già compreso negli anni 30, come di recente riscoperto (Röpke 1933/42 è stato citato in un articolo pubblicato su questo forum; mi permetto di rinviare a Jens Hacke, Existenzkrise der Demokratie, zur politischen Theorie des Liberalismus … 2018, Suhrkamp). Adam Smith non mai detto il contrario. Siamo 245 anni dopo la pubblicazione di The Wealth of Nations e 90 dopo la crisi e le risposte teoriche degli anni 30. Il liberismo come teoria di diritti dell’iniziativa economica privata, del profitto e della proprietà prima senza e contro lo Stato è un errore da combattere. Sono i diritti civili e politici che precedono lo Stato, non quelli economici.

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