C’è una relazione tra la sensibilità ambientale dei più giovani e la loro consapevolezza nell’uso del denaro? Uno studio dice di sì. L’educazione economico-finanziaria potrebbe allora diventare uno strumento di educazione alla sostenibilità.

Sostenibilità a 360 gradi

Tutti parlano di generazione Z, ma cosa dicono i diretti interessati in tema di attitudine verso il denaro e sensibilità ambientale? Il tema è cruciale perché l’educazione alla sostenibilità è sempre più al centro dell’agenda politica, come dimostra da un lato l’iniziativa degli Sdg (Sustainable Development Goals), definita nel 2015 dall’Onu e, dall’altro, la rilevanza dei temi Esg (Environmental, Social and Governance) anche nelle strategie di impresa. Il tema della sostenibilità, inoltre, è oggetto di programmi di investimento dal valore monetario significativo, come l’impegno dell’Unione europea a destinare il 30 per cento dei 1.800 miliardi stanziati per il bilancio 2021-2027 alla transizione verso un’economia decarbonizzata.

Una visione della sostenibilità a 360 gradi deve includere anche un’attenzione specifica all’educazione economico-finanziaria: non c’è interazione sostenibile tra Sapiens e ambiente senza una gestione oculata e razionale delle risorse monetarie. Poco meno del 40 per cento degli individui in Italia è dotato di alfabetizzazione finanziaria, con significative disparità di genere, ruolo professionale e distribuzione territoriale. E i livelli sono molto bassi anche tra gli studenti. Secondo l’ultima indagine Ocse Pisa, la percentuale di ragazze e ragazzi italiani in grado di risolvere i compiti più complessi (top performer Livello 5) è meno della metà di quella registrata a livello medio Ocse (4,5 per cento contro 10,5 per cento), mentre circa uno studente su cinque non possiede le competenze minime necessarie per prendere decisioni finanziarie responsabili e ben informate.

Lo studio

Abbiamo perciò cercato di investigare la relazione tra la sensibilità ambientale tra i più giovani e la loro consapevolezza nell’uso del denaro, per individuare eventuali ricadute tra le due dimensioni, utili anche da un punto di vista di design di politiche pubbliche.

Un’indagine campionaria online condotta nel febbraio 2021 ha consentito di raccogliere dati sociodemografici e informazioni su un campione rappresentativo di 400 adolescenti italiani di età compresa tra i 13 e i 18 anni, con una leggera prevalenza dei maschi sulle femmine. Dato il range di età, inoltre, sono prevalenti gli studenti delle scuole superiori (80,6 per cento del campione) con una maggioranza di istituti tecnici rispetto ai licei (71,4 per cento contro il 28,6 per cento).

Oltre alle informazioni demografiche, l’indagine è composta da quattro ulteriori sezioni, che esplorano i tratti di personalità dei rispondenti (in particolare stabilità emotiva, propensione alla fiducia e coscienziosità), la conoscenza e sensibilità per le questioni ambientali, le abitudini collegate all’uso del denaro e alcune informazioni sul ruolo educativo dei genitori e sull’uso di mezzi digitali quali piattaforme social e videogiochi.

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La parte dedicata alla sensibilità ambientale investiga la conoscenza del tema del riscaldamento globale e l’impegno attivo nella lotta allo spreco di risorse e al cambiamento globale. Quella, invece, dedicata all’attitudine verso il denaro include variabili sulla disponibilità di denaro da gestire in modo autonomo e le abitudini collegate all’utilizzo delle somme a disposizione: dalla pianificazione, alla capacità di rinuncia, alla generosità d’animo. La disponibilità di denaro periodica (ovvero tramite paghetta) riguarda solo un quarto del campione con una prevalenza di maschi rispetto alle femmine.

Per valutare il grado di consapevolezza nell’utilizzo delle risorse scarse sono stati costruiti due indicatori sintetici, la consapevolezza ambientale (Green Index) e la consapevolezza economica (Money Index), nella forma di media ponderata delle risposte alle domande appartenenti alle relative sezioni.

Sono due indicatori ordinali che assumono valore da 1 a 4, dove 1 rappresenta il livello minimo di sensibilità ambientale o uso accorto del denaro, mentre 4 indica il livello massimo. La tavola 1 presenta le componenti degli indicatori in dettaglio.

Entrambi gli indicatori sono stati poi utilizzati in diverse specificazioni econometriche come variabili dipendenti per provare a spiegare quali fattori correlano con essi e se esiste una sovrapposizione tra le due variabili.

L’indice di correlazione tra Green Index e Money Index, pari a 0,41 e significativo all’1 per cento, mostra una chiara e stretta associazione statistica tra le due dimensioni, confermata poi nell’analisi econometrica. La probabilità di appartenere all’ultimo quartile dell’indicatore di sostenibilità ambientale è strettamente connessa anche a quella di appartenere all’ultimo quartile per quanto riguarda l’attitudine nell’uso responsabile del denaro. Quindi, più un giovane è accorto nell’uso del denaro e più è probabile che sviluppi anche una spiccata sensibilità ambientale.

Il carattere individuale e il contesto

Quanto alle variabili che concorrono a spiegare sensibilità ambientale e attitudine verso il denaro, emergono alcuni tratti comuni, ma anche alcune importanti differenze. In particolare, i tratti caratteriali hanno un impatto significativo su entrambe le dimensioni, con un ruolo importante giocato dalla propensione a fidarsi degli altri e alla curiosità.

Giovani che mostrano una maggiore fiducia e una maggiore curiosità sono anche tipicamente persone con una maggiore sensibilità per l’ambiente e per l’uso responsabile del denaro. Anche scrupolosità e socievolezza sono variabili significative sia per la sensibilità ambientale che per l’uso del denaro, con effetti positivi su entrambe. I tratti di carattere individuano tuttavia una dimensione individuale sulla quale è difficile intervenire con misure specifiche. Le maggiori differenze, invece, riguardano le variabili di contesto esterno, dove si segnalano interessanti specificità.

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Se, infatti, la condizione socio-economica della famiglia ha un impatto significativo, e nella direzione attesa, sulla propensione a un uso responsabile del denaro (quindi, a livelli più elevati di standard socio-economico corrispondono anche livelli più alti di sensibilità nell’uso del denaro), tale effetto non è significativo per quanto riguarda la sostenibilità ambientale.

Il ruolo della famiglia come modello di comportamento e del tipo di scuola sono poi a loro volta determinanti per quanto riguarda l’uso del denaro, mentre hanno un impatto residuo, quando non nullo, sulla sensibilità ambientale. Una possibile spiegazione potrebbe risiedere nel fatto che l’uso del denaro, per molti giovani, rappresenta un’abilità pratica che già esercitano, per esempio attraverso la gestione personale di piccole somme, come emerge appunto dal nostro stesso dataset, o che osservano da vicino, nelle scelte economiche e nello stile di vita della famiglia.

L’educazione alla sostenibilità ambientale, viceversa, per certi aspetti potrebbe mancare di quel correlato pratico che agganci alla norma sociale una precisa azione. Ovviamente, è necessario esercitare la dovuta cautela nella lettura dei dati: l’indagine è attualmente solo a livello di associazione statistica, per quanto significativa, ma crediamo meriti ulteriori sviluppi in ricerche che provino a isolare in modo più netto il nesso causale tra le due dimensioni.

Da un punto di vista di orientamento alla politica pubblica, infatti, lo spillover tra attitudine nell’uso responsabile del denaro e sensibilità ambientale potrebbe tradursi in un uso efficiente delle risorse monetarie per raggiungere un duplice scopo: se l’educazione a un uso accorto del denaro è associata anche a una maggiore consapevolezza nell’uso delle risorse naturali, l’educazione economico-finanziaria può trasformarsi in uno strumento formidabile di educazione alla sostenibilità secondo la definizione a 360 gradi che emerge anche da programmi quadro come l’Agenda 2030 dell’Onu.

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