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Le ragioni del no e quelle del sì al vaccino

Grazie anche al green pass, i no-vax oggi sono meno rispetto a inizio estate. Chi è ancora scettico ha paura degli effetti collaterali e si informa sui social. Chi si vaccina vuole proteggere sé e gli altri, informandosi su media più tradizionali.

I no-vax: oggi sono meno di ieri

In un precedente articolo sui dati Come-Here dell’Università del Lussemburgo, avevamo riportato che, a giugno 2021, il 12 per cento degli italiani (su un campione di circa mille intervistati) non aveva intenzione di vaccinarsi e avevamo descritto il loro profilo. Ma cosa è cambiato dall’inizio dell’estate in termini di numeri di no-vax?

I dati in figura 1 mostrano che a ottobre 2021 il numero degli intervistati non vaccinati (e che non intendono vaccinarsi) in Italia è diminuito dall’11,8 all’8,2 per cento, una riduzione del 30 per cento. Tra gli altri paesi europei, in Germania sembra esserci stata una riduzione simile, mentre in Francia e Spagna il numero di no-vax si è addirittura dimezzato.

I perché di chi ha cambiato idea sul vaccino

Le principali motivazioni della considerevole riduzione nel numero di no-vax differiscono in alcuni elementi tra i quattro paesi europei considerati. Per gli italiani che hanno cambiato idea, le ragioni prevalenti sembrano essere l’obbligo del green pass per accedere alle varie attività quotidiane (cinema, ristoranti, viaggi e altro) e, soprattutto, la necessità della vaccinazione per motivi di lavoro o di studio (un’indicazione che l’estensione del green pass a scuole, università e luoghi di lavoro è stata efficace nel promuovere il vaccino tra gli scettici). Anche per francesi e tedeschi la ragione principale è l’obbligo del green pass. In Spagna, invece, i no-vax che hanno cambiato idea sembrano averlo fatto prevalentemente per ragioni altruistiche (la protezione di persone terze) e per paura di ammalarsi seriamente a causa del Covid-19.

Le ragioni del no

Anche se in numero ridotto rispetto alla scorsa estate, una parte della popolazione non ha ancora intenzione di vaccinarsi. Nel nostro sondaggio di fine ottobre, abbiamo chiesto agli intervistati non vaccinati il perché della loro scelta, fornendo una lista di possibili spiegazioni (con più di una scelta possibile).

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La figura 2 mostra le principali ragioni che portano l’8,2 per cento degli italiani nel nostro campione a rifiutare la vaccinazione. Ben il 74 per cento teme potenziali effetti collaterali, incluso il contrarre il coronavirus dal vaccino. Un 50 per cento teme che i vaccini disponibili siano stati sviluppati troppo velocemente; una percentuale simile pensa che esistano altri effetti collaterali che le autorità sanitarie potrebbero tenere nascosti.

È interessante notare che la maggior parte dei no-vax è comunque consapevole della serietà dell’epidemia causata dal coronavirus: solo il 23 per cento di loro dichiara di non essere preoccupato di ammalarsi gravemente o non ritiene la diffusione del virus grave come si dice. Sulla base di quanto emerge dai dati, il profilo generale dei no-vax italiani è quello di persone che, pur non rinnegando la serietà dell’epidemia, non sembrano esserne abbastanza preoccupate da superare il timore di possibili conseguenze del vaccino su di sé e sugli altri.

Le statistiche per le ragioni del no al vaccino in Italia, e dunque il profilo generale dei no-vax, sono relativamente simili a quelle degli altri tre paesi europei considerati.

Le ragioni del sì

La figura 3 mostra le ragioni che hanno spinto il 91,8 per cento degli italiani nel nostro sondaggio a vaccinarsi. La necessità del vaccino per motivi di studio o lavoro riguarda solo il 20 per cento del totale dei vaccinati. I motivi principali della scelta sono invece la paura di ammalarsi seriamente e la protezione di altre persone. Il green pass per le attività quotidiane figura come una motivazione secondaria, anche se non va dimenticato che la sua introduzione in Italia è stata annunciata a fine luglio 2021, quando una buona percentuale degli intervistati di giugno aveva già deciso di vaccinarsi o si era già vaccinato.

Il quadro europeo è diverso per Francia e Germania, per le quali il green pass si attesta come una delle motivazioni principali (46 e 50 per cento degli intervistati, rispettivamente). Le ragioni altruistiche (proteggere gli altri) hanno un’incidenza simile in Francia, Germania e Spagna, mentre la paura di ammalarsi seriamente è più bassa in Francia che in Italia e negli altri paesi. Infine, non sorprende che la necessità del vaccino per motivi di studio o lavoro sia meno rilevante in Francia (15 per cento), Germania (10 per cento) e Spagna (9 per cento), dato che al momento dell’intervista l’obbligo del green pass su tutti i luoghi di lavoro era previsto solo in Italia.

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Quali fonti di informazione sul Covid-19?

Oltre alle diverse dimensioni demografiche e socio-economiche in cui gli scettici verso il vaccino differiscono dai vaccinati (già documentate qui), i due gruppi presentano sostanziali differenze nelle fonti di informazione che prediligono per le notizie relative al Covid-19. Questo divario è riportato in figura 4, che mostra come le fonti di informazione più tradizionali (giornali, radio e tv, agenzie governative e pareri medici) sono maggiormente indicate dai vaccinati rispetto a chi non vuole vaccinarsi. Al contrario, social media e internet si rivelano le fonti di informazione principali tra i no-vax. In Francia e Germania, seppur con diverse percentuali, le fonti più indicate dai vaccinati e dai no-vax sono le stesse che in Italia. In Spagna, emergono invece due differenze: i pareri medici sono preferiti dai no-vax e le agenzie governative sono egualmente preferite tra no-vax e vaccinati.

Figura 4 – Principali fonti di informazioni relative al Covid-19 di vaccinati e non vaccinati in Italia (ottobre 2021)

Fonte: dati Come-Here. Intervalli di confidenza del 90 per cento sono sovrapposti sulle percentuali riportate.

Vedremo nella nostra prossima indagine di febbraio 2022 quale sarà in Italia l’effetto dell’introduzione del super green pass, l’estensione dell’obbligo di green pass ai mezzi pubblici e cosa accadrà negli altri paesi: in Germania, per esempio, si discute di un possibile obbligo vaccinale.

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  1. giorgio

    Una ragione di chi è per il NO che verosimilmente si colloca in ALTRO ma che non viene mai indagata è relativa alla situazione di chi NON SI PUO’ vaccinare
    Qui entriamo effettivamente in un contesto dove quella che alcuni chiamano “propaganda di guerra” esprime il massimo di potenza
    In linea di principio tutti i DPCM, LEGGI o altro mettono in evidenza che è possibile essere esentati: ma da chi? E come? Dal medico di base e nel rispetto di apposita circolare del ministero. Per altro in Emilia Romagna dove vivo la Regione applica (applicherebbe) la gratuità dei tamponi a questo particolare gruppo di cittadini.
    ORA le questioni stanno a questo punto:
    1 – Il medico di base non certifica (anche a fronte di evidenze documentate specialistiche e per conoscenza della storia clinica dell’assisitito) per le possibili reazione da parte dell’Ordine dei Medici (serpeggia una palpabile paura di essere sanzionati)
    2 – La circolare del Ministero ha maglie strettissime così strette che cassano di fatto ogni opinione medica specialistica (di medici non rientranti di certo nella classifica dei novax)
    3 – Le ipotesi di gratuità in Emilia Romagna non trovano poi effettiva applicazione (questo almeno sino ad un mese fa) perchè le farmacie non hanno istruzioni al riguardo e non sanno come fare
    Il combinato disposto dei punti di cui sopra genera la situazione che colloca in un limbo (effetto palude) coloro che vaccinarsi non possono per evidenti motivi clinici.
    Vero è che questa condizione vale forse per una minoranza ma la dice lunga su come ogni “altra” esigenza di certo non novax venga trattata. Esigenza effettiva di chi comunque non sposa (non può sposare) una pedissequa adesione alla vaccinazione, ma che infine viene trattato allo stesso modo di chi ha sull’argomento posizioni antiscientifiche. Così facendo si manca tuttavia di tutelare chi forse è più bisognoso di una particolare tutela.

  2. gabr04

    Quello che Lei dice è vero, che in questo clima ci vanno di mezzo persone con reali problemi di salute, che palesemente hanno problemi a vaccinarsi perché corrono rischi pesanti, e che molti medici hanno timore. Lo so per esperienze a me vicine.
    Però la invito a leggere di persona la circolare ministeriale che riguarda l’esenzione dal vaccino, è evidentissimo, esplicito, che non vi è un elenco tassativo di patologie per essere esentati, anzi esplicitamente, in casi dubbi, si invita il medico vaccinatore che dovrebbe fare l’esenzione a interpellare il medico curante della persona. E’ evidente che iul giudizio è quindin lasciato alla valutazione dei medici.
    D’altra parte sarebbe inconcepibile coartare, con una circolare poi, il libero convincimento di un medico, che ha il diritto e il dovere di agire in ‘scienza e coscienza’.
    Quindi chi dice che vi è un elenco tassativo, o è male informato, o lo dice per timori suoi personali.

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