Il Documento programmatico di bilancio 2023 lascia molto spazio alla variazione di “altre entrate e altri costi” per le coperture, ma, finora, non è chiaro dove andranno recuperate le risorse. Occorrerà essere più chiari per incassare l’approvazione della Commissione.
Il Documento Programmatico di Bilancio (Dpb) è un documento che il Governo è tenuto a presentare alla Commissione Europea entro il 15 di ottobre. Il Dpb deve contenere in forma sintetica e standardizzata il progetto di bilancio per l’anno successivo, illustrando i provvedimenti della manovra di finanza pubblica e il relativo impatto sui conti pubblici e sull’economia.
All’interno del Dpb, si trova la tabella “Misure discrezionali adottate dalle Amministrazioni Pubbliche” (pagine 25 e seguenti) che riporta gli effetti finanziari, misurati in maggiore o minore indebitamento netto su Pil, delle misure previste nella manovra. Da questa tabella non è immediatamente valutabile l’effetto della manovra del Governo perché, su richiesta della Commissione per la valutazione dei diversi Dpb, i dati sono esposti secondo il criterio delle variazioni al margine. Per ottenere gli effetti della manovra sul 2023, bisogna quindi sommare, misura per misura, i dati della colonna 2022 con quelli della colonna 2023.
Il Dpb 2023 aggiornato al 21 Novembre mostra come le misure della futura manovra comportino un aumento dell’indebitamento di 1,03 punti percentuali di Pil, corrispondenti a 20,2 miliardi di euro, che è leggermente inferiore al maggiore indebitamento anticipato nella Nadef rispetto alle previsioni tendenziali. Le minori entrate/maggiori spese sono pari a 36,3 miliardi, mentre, a parziale copertura, sono previste minori spese/maggiori entrate per 16,1 miliardi. Tra le coperture “certe” troviamo una minore spesa pensionistica per 1,58 miliardi, maggiori risparmi di spesa sul Reddito di cittadinanza per 740 milioni, minori detrazioni fiscali per ristrutturazioni edilizie ed ecobonus per 300 milioni e minore spesa per la scuola per 30 milioni. Tuttavia, circa l’82 per cento del totale delle coperture, 13,2 miliardi, non è imputato a specifiche misure, ma rientra nelle generiche voci “altre entrate/altre spese”. Le maggiori entrate “non classificate” previste ammontano a 6,4 miliardi, mentre le minori spese “non classificate” a 6,7 miliardi. Probabilmente tra le maggiori entrate “non classificate” rientrerà il maggior gettito dell’imposta sugli extra profitti, mentre dovrà essere definito nella Legge di Bilancio quali saranno i tagli di spesa. Bisognerebbe definire al più presto il contenuto di queste voci per evitare uno slittamento dei tempi di approvazione della legge di bilancio.
Anche nei precedenti Dpb erano presenti le voci “altre spese” e “altre entrate” nella tabella, ma risultavano di importanza molto minore nello spiegare le coperture per l’intera manovra di bilancio. Nel Dpb 2022, il contributo di maggiori entrate e minori spese “non classificate” infatti era 3,4 miliardi, pari all’ 48,7 per cento del totale delle maggiori entrate/minori spese previste dalla manovra per l’anno 2022, nel Dpb 2021 si trattava di 70 milioni di euro, l’ 1,2 per cento del totale maggiori entrate/minori spese per il 2021. Nell’anno della pandemia (Dpb 2020) si arrivava a 2,3 miliardi, che rappresentavano solo il 16,4 per cento del totale maggiori entrate/minori spese.
Sulla base delle informazioni rese pubbliche finora, però, si nota la fretta con cui è stata preparata questa legge di bilancio e il rischio che la Commissione non sia in grado di valutarla per assenza di informazioni. Bisogna sperare che il Governo garantisca maggiore chiarezza nella versione definitiva della manovra.
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alessandro casanova
Che noia sentire questi economisti che si fissano ancora con il giochetto delle coperture…