Fonte: Istat
Il grafico mostra l’evoluzione nel tempo dei contributi alla crescita proveniente dalle varie componenti del Pil dal 2010 ad oggi. Il contributo alla crescita del Pil della variabile X si calcola come il prodotto della crescita in punti percentuali della variabile X per la quota della variabile X sul Pil. Il grafico mostra chiaramente come la ripresa tra la seconda metà del 2009 sia stata trainata dal contributo della domanda estera netta, che però diminuisce nel corso del tempo, fino a diventare negativo nel primo trimestre 2013.
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Alessandro
La politica di austerità ha portato tutta l’Europa in crisi….non servivano geni per intuirlo che saremmo arrivati qui…. C’e’ da chiedersi quanto tempo impiegheranno le classi dirigenti italiane per capire che o la BCE cambia politica monetaria…oppure meglio fuori da una moneta come questa!
Libero pensiero
Sicuramente la politica monetaria è discutibile ( MA ancora piu’ surreale questa unione monetaria ‘ircocervo’; gia’ Spinelli, A.Sen), e l’esito piu’ verosimile Sara’ una integrazione ombra mediante mutualizzazione de facto dei debiti. Ma l’Italia è anni luce indietro. In termini di cultura media, management, sprechi, corruzione, federalismo barzelletta, impossibilita’ di vera razionalizzazione della spesa con certi vetero-ideologhi. Sara’ un caso che la storia si ripeta ciclicamente ogni decennio? Dall’uscita dallo SME? Mai letto un’intervista di Fassina? Mi scuso per I toni, ma… basta falsi moralismi .
Federico B
Temi noti. Irrealizzabilità di una mera unione monetaria “irco,cervo” (A.Sen; Spinelli), sistema paese Italia poco competitivo (nel ’92 se ne è avuta la conferma, e si sono sprecati 20 anni, di cui 6 di tassi di interesse bassi), con 10 regioni a “traino”. Tutta colpa della “politica di austerità”? L’Italia spende troppo, e male: servirebbe il ministro delle finanze Svedese. Avete mai sentito parlare Fassina di spending review? Almeno 40billion pa di sprechi.
Maurizio Cocucci
Sostenere che la causa principale dell’attuale situazione sia l’euro equivale a sostenere che le regioni del meridione sono rimaste indietro rispetto al settentrione d’Italia dal dopoguerra perchè c’era la lira, ergo una moneta unica. Se la produttività delle imprese italiane è inferiore a quella delle aziende francesi e tedesche non è certo responsabilità dell’euro, così come non è la moneta unica europea se abbiamo un carrozzone pubblico inefficiente e costoso. Rammento che austerity non significa ridurre la spesa pubblica ad una frazione del PIL, ma pareggiare le uscite con le entrate. Se il nostro sistema è in questa crisi profonda la responsabilità, oltre ad una cattiva (o pessima) classe dirigente (non solo politica), è anche per un debito pubblico che è un enorme ostacolo e chi auspica un ritorno alla lira è come se accettasse di proseguire sulla via di un incremento del medesimo ipotecando il futuro così non solo delle attuali giovani generazioni ma anche di quelle che seguiranno.
Guest
Il grafico è angosciante perchè chi vive nelle terre dei distretti industriali sa bene che l’unica cosa che ha evitato il tracollo è stato l’export.
In questa fase aumentare l’IVA perchè si vuole toglere l’IMU sulla prima casa anche alle ville sarebbe una vera e propria follia e rischierebbe di dare il colpo finale alla già debolissima domanda interna..
Per altro i proprietari delle abitazioni di maggior pregio, a cui si vuole far risparmiare a tutti i costi l’ IMU, sono propro quelli che per i loro redditi ed il loro patrmonio complessivo sarebbero tra i più colpiti dall’aumento dell’IVA.
Massimo Matteoli
Il grafico è angosciante perchè chi vive nelle terre dei distretti industriali sa bene che l’unica cosa che ha evitato il tracollo è stato l’export.
In questa fase aumentare l’IVA perchè si vuole toglere l’IMU sulla prima casa anche alle ville sarebbe una vera e propria follia e rischierebbe di dare il colpo finale alla già debolissima domanda interna.
Per altro i proprietari delle abitazioni di maggior pregio, a cui si vuole far risparmiare a tutti i costi l’ IMU, sono proprio quelli che per i loro redditi ed il loro patrimonio complessivo sarebbero tra i più colpiti dall’aumento dell’IVA.