Le zone 30 esistono da decenni in varie città europee, ma anche in Italia. E sono state analizzate sotto i più diversi profili. Presentare come estemporanea la scelta del comune di Bologna significa ignorare sperimentazioni a livello internazionale.
Autore: Andrea Debernardi
E' ingegnere civile e dottore di ricerca in pianificazione territoriale ed ambientale. Amministra la società di ingegneria META, attiva nel campo della pianificazione dei trasporti. Ha redatto numerosi piani della mobilità, tra cui i PUMS di Brescia e Torino, nonché il programma del trasporto pubblico del bacino di Milano, Monza, Lodi e Pavia. Esperto in processi decisionali relativi alla realizzazione di grandi infrastrutture, ha collaborato a più riprese con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con diverse Regioni italiane, ed anche con imprese di trasporto qualificate a livello internazionale.
Trenitalia ha inaugurato il nuovo collegamento internazionale tra Milano e Parigi. I tempi di percorrenza restano lunghi per un’organizzazione dell’orario non ancora ottimale. Il problema nasce dalla mancanza di una regolazione unica europea.
Il Pnrr prevede la costruzione di una nuova linea ferroviaria tra Salerno e Reggio Calabria, ad alta velocità ma adatta anche al traffico merci. Gli stessi risultati si potrebbero ottenere intervenendo sulla linea costiera, con costi molto inferiori.
Il progetto originale della nuova linea Torino- Lione prevedeva 25 miliardi circa di costo totale, caratteristiche di alta velocità con ritorni finanziari trascurabili e mai esplicitati. Ora il progetto è suddiviso per fasi: all’inizio si costruirà la sola galleria di base. Il completamento della linea avverrà in funzione della reale crescita del traffico, quindi probabilmente mai. Scende di conseguenza l’investimento dell’Italia, intorno ai 3 miliardi e mezzo. Ma sulla base dell’analisi costi-benefici è una decisione saggia? E se sì, perché non è stata presa prima?
Qualunque prospettiva infrastrutturale sui nuovi collegamenti transalpini non può prescindere da un insieme di misure complementari fra loro, per disincentivare il trasporto stradale e garantire una maggiore efficienza da parte degli operatori ferroviari. Misure che per il momento non ci sono. E dunque è alto il rischio di un sensibile sottoutilizzo della capacità esistente o programmata. L’avvio di un’opera tanto costosa come la Torino-Lione è una vera e propria “scommessa”, condotta dal sistema decisionale facendo appello a risorse pubbliche.