La riforma della giustizia del 2012 doveva ridurre i tempi dei procedimenti, ma ha prodotto conseguenze inaspettate sul sistema bancario, con un aumento dei crediti deteriorati. L’efficienza del sistema giudiziario è cruciale per la stabilità economica.
Autore: Antonella Rita Ferrara
E' ricercatrice (RTD-B) in Economia Applicata presso l'Università della Calabria. Dal 2017 al 2022 ha lavorato come Research Economist per il Competence Centre on Microeconomic Evaluation (CC-ME) del Joint Research Centre (JRC) della Commissione Europea. Precedentemente, è stata ricercatrice post-doc presso l'Università della Calabria e l'Università di Genova, e visiting researcher presso l'Università di Groningen, Paesi Bassi. Ha conseguito un Dottorato di Ricerca in Economia Applicata. Si occupa di microeconometria applicata e valutazione delle politiche pubbliche, con un focus su economia regionale, disuguaglianze multidimensionali, imprese ed economia industriale.
La puntualità dei pagamenti fa sì che le imprese dispongano di un flusso di cassa sano e della liquidità necessaria per le loro operazioni commerciali. Per questo è fondamentale che la Pa saldi i suoi debiti nei termini stabiliti.
Amazon significa new economy ma anche tradizionali relazioni sindacali con gli addetti ai magazzini e alle spedizioni. Tanto che durante il Black Friday è arrivato uno sciopero. Motivato da un scontro sulla qualità delle condizioni di lavoro.
Nell’anno accademico 2014-15 oltre 55mila universitari hanno scelto un ateneo localizzato in una regione diversa da quella di residenza. E si tratta in larghissima parte di studenti del Sud. Per la qualità delle università del centro-Nord, certo, ma anche per molti altri motivi legati al contesto.
Le immatricolazioni negli atenei italiani sono in calo. Non è una buona notizia per un paese che ha già un basso numero di laureati. Il fenomeno ha varie cause e non è uniforme in tutte le zone del paese. Ma ha riflessi rilevanti sul bacino di domanda delle università. E sul loro finanziamento.
Dopo la pubblicazione del secondo “Rapporto sul benessere equo e sostenibile” in Italia, uno studio sulle diverse dimensioni del benessere mostra che le Regioni italiane sono divenute progressivamente più simili tra loro, ma la loro posizione relativa rimane sostanzialmente immutata nel tempo.