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Autore: Antonio Spilimbergo

spilimbergo Antonio Spilimbergo ha conseguito il Ph.D in Economia presso il M.I.T. nel 1994. Dal luglio 1997 lavora presso il research department del Fondo Monetario Internazionale. Fra il 1994 e il 1997 ha lavorato presso la Inter-American Development Bank. Le sue aree di interesse scientifico sono il commercio internazionale, l'economia dello sviluppo, l'economia del lavoro e la macroeconomia. Fra le sue pubblicazioni, ricordiamo: "Illegal Immigration, Border Enforcement, and Relative Wages: Evidence from Apprehensions at the US-Mexico Border" (con G. Hanson). American Economic Review; "Does Border Enforcement Protect U.S. Workers from Illegal Immigration?" (con G. Hanson and R. Robertson) Review of Economics and Statistics; "Business Cycle and Human Capital Investment: Country Evidence on University Student Flow to the U.S." (con P. Sakellaris). Carnegie-Rochester Conference Series on Public Policy.

Quelle riforme strutturali che aiutano la convergenza

Una delle cause principali della crisi nell’Eurozona è la differenza di reddito e produttività fra i paesi, con il ritardo di quelli più periferici. L’evidenza empirica suggerisce che le riforme strutturali sono un ottimo strumento per aiutare lo sviluppo delle regioni più arretrate di un paese. Dunque potrebbero essere utili anche nell’accelerare la convergenza all’interno di un’unione monetaria. E potrebbe essere tanto più vero per quei paesi europei dove si riscontrano le maggiori diseguaglianze interregionali.

LE CICATRICI DELLA CRISI

Le grandi crisi finanziarie del passato hanno lasciato importanti eredità sulla struttura economica e politica dei paesi interessati. L’analisi statistica mostra che le recessioni hanno un impatto significativo sulle opinioni degli individui, specialmente se questi hanno tra i 18 e 25 anni. Per esempio, chi ha vissuto durante un periodo di crisi economica tende a credere che il caso conti più dell’impegno personale per il successo nella vita. E si aspetta perciò una maggiore redistribuzione da parte dello Stato. Gli americani diverranno dunque più “europei”?

LA LEZIONE DI ALESSANDRO PRATI

E’ scomparso a Washington Alessandro Prati. Alla comunità internazionale degli economisti resta il suo patrimonio di idee, il suo stile di indagine e il suo rigore intellettuale. Soprattutto, la sua attività scientifica dovrebbe essere di esempio ai giovani economisti. Per incoraggiarli a considerare l’economia politica come una disciplina che serve a comprendere i problemi della società e a dare risposte concrete, soppesandone costi e benefici, valutando come questi si distribuiscono nella società.

Un Green Paper che non dà la luce verde

Il Green Paper della Commissione Europea propone timidamente di coordinare le politiche dell’immigrazione a livello europeo. Ma le lascia saldamente sotto la giurisdizione dei governi nazionali. Così, i governi nazionali continueranno a rincorrersi in una gara al rialzo nell’adozione di misure sempre più restrittive, come successo nel caso dell’allargamento ad Est dell’Unione. Oppure chiuderanno l’accesso al welfare da parte degli immigrati, una politica miope e irrealistica (oltre che iniqua), che finisce per creare deterrenti alla mobilità del lavoro anche all’interno dell’Unione, quella mobilità che, a parole, tutti i Governi vorrebbero incoraggiare.

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