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LA LEZIONE DI ALESSANDRO PRATI

E’ scomparso a Washington Alessandro Prati. Alla comunità internazionale degli economisti resta il suo patrimonio di idee, il suo stile di indagine e il suo rigore intellettuale. Soprattutto, la sua attività scientifica dovrebbe essere di esempio ai giovani economisti. Per incoraggiarli a considerare l’economia politica come una disciplina che serve a comprendere i problemi della società e a dare risposte concrete, soppesandone costi e benefici, valutando come questi si distribuiscono nella società.

Il bello del mestiere dell’economista è che, se sei fortunato, ti fa incontrare e magari anche lavorare con persone fantastiche. Alessandro Prati, che si è spento a Washington D.C. domenica 21 giugno, era una di queste persone. Chi ha conosciuto Alessandro serberà caro il ricordo della sua intelligenza, della sua gentilezza, del suo coraggio e del suo sorriso. Ma è sulla sua attività scientifica che vorrei qui brevemente soffermarmi. E questo non solo per ricordare un amico scomparso anzitempo, ma affinché il suo percorso scientifico sia di lezione ai giovani economisti, coloro che decidono di intraprendere con rigore gli studi economici. Per incoraggiarli a considerare l’economia politica una disciplina che deve servire a comprendere i problemi della società e a dare risposte concrete, soppesandone costi e benefici, valutando come questi si distribuiscono nella società.

GLI INTERESSI E LA CARRIERA

Laureatosi all’università di Torino nel 1984, nel 1991 Alessandro ha conseguito il dottorato in Economia (PhD) all’Università della California a Los Angeles (Ucla) con la supervisione di Guido Tabellini, MIchele Boldrin e Axel Leijonhufvud e parallelamente all’università di Pavia, dopo essersi unito al Servizio studi della Banca d’Italia.Èdel 1994 la decisione di accettare l’offerta del Fondo monetario internazionale, prima nel Dipartimento europeo, sul desk Italia, e poi nel Dipartimento di ricerca. Una brillante carriera che l’ha portato ad assumere la direzione della Divisione di studi macroeconomici e, dall’ottobre scorso, la carica di capo del personale per il dipartimento di ricerca
La produzione scientifica di Alessandro Prati è molto vasta, e soprattutto, di una qualità rara. (1)
Le sue pubblicazioni coprono principalmente tre aree di ricerca: le crisi (di debito, di cambio, l’iperinflazione); la politica monetaria e i tassi di interesse, la politica fiscale. Come nella migliore tradizione del Servizio studi della Banca d’Italia e del Dipartimento di ricerca del Fondo monetario, vi si trovano contributi di teoria accanto a lavori empirici e discussioni di policy, spesso all’interno dello stesso lavoro, perché la teoria serve a capire i fatti, e questi ultimi non hanno forma senza la teoria.
Esemplare il lavoro del 1991, frutto della sua tesi di dottorato, pubblicato sul Journal of Monetary Economics. Una splendida ricostruzione della crisi di iperinflazione della Francia tra le due guerre, e della stabilizzazione di Raymond Poincaré. Qui la ricostruzione storica, l’analisi empirica e la teoria economica contribuiscono a spiegare il successo della stabilizzazione. La monetizzazione del debito in scadenza, all’origine dell’inflazione, era dovuta al fatto che il pubblico non rinnovava i titoli per timore di venire colpito da una tassa sulla ricchezza. L’introduzione di una riforma fiscale a vantaggio dei detentori di titoli pubblici permise a Poincaré di risollevare la domanda di debito pubblico e di fermare la monetizzazione.
Molti macro-economisti si sono formati studiando il modello di Alesina, Prati e Tabellini in cui si dimostra come, sotto determinate condizioni, le crisi di insolvenza del debito pubblico possono essere causate da shift nelle aspettative (che si auto-realizzano), e come l’allungamento della struttura per scadenze del debito possa rendere meno probabile il verificarsi di una crisi di fiducia. (2)
Tra i numerosi contributi sulla politica monetaria, uno dei temi ricorrenti è quello di capire come differenze nelle regole operative delle banche centrali possano spiegare le differenze osservate nella volatilità dei tassi interbancari, e quali informazioni si possano dedurre circa l’integrazione dei mercati finanziari dall’esame del comportamento dei tassi di interesse, ad esempio dei federal funds e sul mercato degli eurodollari. (3) Temi tecnici, ma molto importanti per chi deve gestire la pratica quotidiana della politica monetaria.
Numerosi sono i contributi sul ruolo della politica fiscale. A titolo di esempio, nel lavoro pubblicato su Economic Policy nel 2004 si mostra come i costi del processo di rientro dall’inflazione dipendano in modo significativo dalla credibilità dell’aggiustamento fiscale: tanto più questo è credibile tanto minori i costi in termini di recessione dell’abbattimento dell’inflazione. (4)
L’ultimo grande contributo di Alessandro è stata il coordinamento di un progetto su riforme strutturali in molti settori in tutti i paesi del mondo. Completando un buco della conoscenza sullo stato delle riforme strutturali nell’ambito finanziario, fiscale e commerciale, Alessandro ha diretto vari gruppi di lavoro negli Stati Uniti e in Italia in un lavoro ciclopico che la professione apprezzerà per anni. Èun esempio di come Alessandro fosse sempre preciso e accurato nei dati. Più in generale, questo progetto ci dimostra come Alessandro credesse fino all’ultimo nell’importanza di costruire per il futuro, cominciando con lavori umili come la costruzione di database per avere solide basi per un’analisi economica sempre informata.
Quando muore un uomo, dice l’antica saggezza ebraica, è un intero universo di affetti, di relazioni e di pensieri che svanisce. Rimane per la comunità internazionale degli economisti un patrimonio di idee, uno stile di indagine e un rigore intellettuale che ci accompagnerà nella nostra attività e, spero, sarà messa a frutto dalle nuove generazioni di studiosi.  

(1) Si veda questo link I lavori di Alessandro Prati sono apparsi su prestigiose riviste internazionali come su Journal of Monetary Economics, Journal of Money, Credit and Banking, European, European Economic Review, Economic Policy, European Economic Review, Journal of International Economics.
(2) "Public Confidence and Debt Management: a Model and a Case Study of Italy" with A. Alesina and G. Tabellini, in Public Debt Management: Theory and History, 1991, pp. 94-118 (edited by R. Dornbusch and M. Draghi, Cambridge, England: CEPR and Cambridge University Press).
(3) Leonardo Bartolini e Alessandro Prati, “Cross-country differences in monetary policy execution and money market rates’ volatility” European Economic Review, 2006, 50, (2), 349-376, e degli stessi autori, "The execution of monetary policy: a tale of two central banks" Economic Policy, 2003, 18 (37), 435-467. E anche Leonardo Bartolini, Spence Hilton and Alessandro Prati. Journal of Money, Credit and Banking, 2008, vol. 40, issue 1, pages 193-213.
(4) Oya Celasun, R. Gaston Gelos, Alessandro Prati, " Obstacles to disinflation: what is the role of fiscal expectations?" Economic Policy Ale, 2004, vol. 11, issue 40, pages 441-481.

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LA RISPOSTA AI COMMENTI

  1. francesca prandstraller

    Alessandro era un caro amico per me e per mio marito dai tempi trascorsi assieme a Washington. Oltre ad essere uno studioso rigoroso e un serio professionista al Fondo, Ale era una persona intellettualmente onesta, senza boria e con un grande senso del dovere. La sua dignità e il suo rigore sono stati anche le linee guida della sua lunga lotta contro la malattia. Mancherà a tutti noi tantissimo. Francesca

  2. nicoletta emiliani

    Ho conosciuto Alessandro Prati diversi anni fa, nel 94, quando feci una summer intership al Fondo lo ricordo come una persona gentile molto brava e disponibile, una dote non comune, grande lavoratore ma soprattutto mi ricordo del sorriso di quando parlava dei suoi bambini all’epoca molto piccoli è a loro e a tutti i suoi cari che va il mio pensiero

  3. Marco Boleo

    Ho un bellissimo ricordo di Alessandro Prati. Negli anni ’90 del secolo scorso quando non esistevano ancora le e-mail inviai una comune lettera ad Alessandro Prati, quando era in Banca d’Italia, nella quale gli chiedevo copia di una parte della sua tesi di dottorato che non era stata pubblicata sul Journal of Monetary economics. Lui mi inviò prontamente i materiali richiestigli e nel plico trovai anche una sua bellissima lettera che conservo gelosamente. Arrivederci Alessandro

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