Strumento utile per uscire più velocemente dalle recessioni, la moneta a scadenza inciderebbe su legittimi diritti individuali. Spetterebbe dunque a governi e parlamenti decidere se, come e quando utilizzarla nell’interesse dei propri cittadini.
Autore: Biagio Bossone
Consigliere finanziario di organismi internazionali (per esempio Gruppo Banca Mondiale (GBM) e Fondo Monetario Internazionale (FMI)), agenzie governative e istituzioni finanziarie di diversi paesi; esperto del Nucleo di Valutazione Verifica degli Investimenti Pubblici (NUVV) presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Roma; presidente della Banca Agricola Commerciale della Repubblica di San Marino e dell’Associazione Bancaria Sammarinese (ABS); membro del consiglio di amministrazione della società di pagamento BKN301; membro del comitato di sorveglianza del Center d'Études pour le Financement du Développement Local, Senegal. È stato direttore esecutivo del GBM e membro del consiglio direttivo dell’FMI; coordinatore del NUVV; Presidente della Banca Centrale della Repubblica di San Marino e presidente dell’ABS; Ragioniere Generale, Direttore del Dipartimento Bilancio e Direttore ad interim del Dipartimento Finanze e Credito della Regione siciliana; dirigente della Banca d’Italia e membro di gruppi di lavoro delle banche centrali del G-10 e del Sistema Europeo delle Banche Centrali. Ha fondato e presieduto The “Group of Lecce” on Global Financial Governance ed è stato esperto dell’High-Level Commission on World Bank Reform (la Commissione "Zedillo". È stato professore incaricato presso le università di Palermo e Lecce, ed è (co)autore di diversi studi e pubblicazioni in materia di economia e finanza.
L’introduzione di una moneta a termine potrebbe costituire uno strumento di politica monetaria utile per sostenere l’economia durante recessioni o emergenze. La scadenza programmata infatti accelererebbe le decisioni di spenderla, stimolando i consumi.
Le recenti vicende economiche britanniche evidenziano l’importanza della credibilità delle istituzioni per i mercati. Una prima lezione da trarne riguarda l’importanza dell’indipendenza della banca centrale.
La scarsità delle materie prime spinge l’inflazione. Una soluzione è ricorrere con più convinzione all’economia circolare. Ma occorrono impianti per il riciclaggio e lo sviluppo del processo di “simbiosi industriale”, in distretti produttivi circolari.
C’è un legame tra transizione ecologica e inflazione. L’accelerazione della prima fa crescere la seconda, specie quando scoppia una guerra che coinvolge produttori di importanti materie prime. Il rischio è un rallentamento delle politiche di mitigazione.
Per un più largo uso di energia rinnovabile mancano alcune condizioni essenziali: dall’aumento della capacità di stoccaggio all’ammodernamento della rete. Se non vi si rimedia, la produzione da fonti non programmabili porta solo a sprechi e inefficienze.
All’Italia servono nuovi impianti di energia rinnovabile. Per la loro realizzazione non c’è solo l’ostacolo di regole incerte e contraddittorie. Mancano altre condizioni essenziali, come l’aumento della capacità di stoccaggio e l’ammodernamento della rete.
All’Italia serve un immediato rilancio della domanda per evitare il collasso e riacquistare la fiducia. Si può ricorrere ai meccanismi di emergenza dell’euro per finanziare nuova spesa con nuova moneta, senza creare debito. La strada è alquanto eterodossa, ma altri paesi l’hanno già intrapresa.
Ricetta per l’Eurozona: più Pil senza nuovo debito
Di Biagio Bossone, Marco Cattaneo, Warren Mosler e Giovanni Zibordi
il 30/09/2014
in Commenti e repliche
Per uscire dalla stagnazione serve una soluzione che consenta di rilanciare la domanda nell’Eurozona, senza creare nuovo debito e senza coinvolgere la Bce. Come l’emissione di certificati di credito fiscale destinati a ridurre il cuneo fiscale. L’impegno ad accettarli per il pagamento delle tasse.
Leggi tutto