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Autore: Bruno Anastasia Pagina 1 di 5

anastasia Bruno Anastasia si occupa di analisi del mercato del lavoro. Ha diretto fino al 2019 l’Osservatorio sul mercato del lavoro regionale di Veneto Lavoro. Dal 1994 al 2001 è stato presidente del Coses di Venezia e dal 2001 al 2006 presidente dell’Ires Veneto. Ha insegnato Economia del lavoro all’Università di Trieste, Corso di laurea in Scienze della Formazione. Dal 2000 al 2006 ha collaborato con il Gruppo nazionale di monitoraggio delle politiche del lavoro istituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Dal 2007 al 2009 ha collaborato all’attività della Commissione di Indagine sul lavoro di iniziativa interistituzionale Cnel-Camera dei Deputati-Senato (Commissione Carniti).

L’occupazione tiene, ma i salari sono in affanno

I dati confermano che almeno per il momento l’occupazione non subisce le conseguenze del rallentamento dell’economia. L’andamento demografico renderà però difficile incrementarla. Intanto, i salari sono ancora alla rincorsa dell’inflazione.

Jobs act: cancellarlo non risolve i problemi del lavoro

Il referendum sul Jobs act vuole ripristinare l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Anche se la regolamentazione dei rapporti di lavoro va rivista e i controlli aumentati, non è la strada per ridurre il precariato. Lo mostrano le statistiche.

Bilancio positivo per l’occupazione nel 2023

I dati mostrano un bilancio dell’andamento dell’occupazione nel 2023 sostanzialmente positivo, grazie anche ai buoni risultati delle imprese. Quanto alle prospettive future, occorre eliminare gli ostacoli all’incontro tra domanda e offerta di lavoro.

Statistiche che sfidano il buon senso

I giornali hanno ripreso una ricerca sui salari in alcune province. I numeri sono spropositati, ma non c’è stato alcun controllo con fonti più affidabili. Produzione e recezione acritica di statistiche come queste non aiutano nell’analisi dei problemi.

Chi paga l’Irpef

Il lavoro dipendente genera mediamente il 55 per cento del gettito Irpef, mentre il contributo dei pensionati è in netta crescita, ora attorno al 30 per cento. Scende invece il gettito da lavoro indipendente, per effetto dei regimi fiscali agevolati.

I contratti brevi non sono il problema

Secondo i dati Istat gli occupati con contratti temporanei sono a livelli record. Ma gli accordi per periodi molto brevi riguardano solo poche specifiche professioni. Come nell’ultimo decennio, la durata media prevista per il 2021 è di circa 4 mesi.

Dov’è la crisi del lavoro stagionale?

I dati documentano che nella stagione in corso il settore turistico è ripartito ed è stato in grado di attivare un volume di lavoro perfettamente in linea con gli anni migliori. Ma qualcosa è comunque cambiato nell’incontro tra domanda e offerta.

Contratti a termine: le regole ci sono, basta farle rispettare

Cresce l’occupazione in Italia. Il recupero è quasi del tutto dovuto al lavoro dipendente ed è trainato dalle varie forme di contratti a tempo determinato. Ci sono già gli strumenti per controllarne la corretta applicazione ed evitare gli abusi.

Occupazione in Italia: una struttura stabile

Con informazioni statistiche su quasi tutto il sistema occupazionale italiano, l’Osservatorio Inps “Lavoratori dipendenti e indipendenti” consente di valutarne l’andamento per il periodo 2014-2020. Ne emerge un quadro di sostanziale stabilità.

Cosa ci dice l’aumento delle dimissioni dal lavoro

L’aumento delle dimissioni è consistente, trasversale a settori e professioni e non appare episodico. È un segnale di riattivazione della mobilità nel mercato del lavoro. Rivela però tensioni quantitative e qualitative tra domanda e offerta di lavoro.

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