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Autore: Carlo Cambini

cambini Carlo Cambini ha conseguito il dottorato di ricerca presso la Scuola Superiore S.Anna di Pisa; è stato visiting reasearcher all'IDEI di Tolosa e attualmente è ricercatore presso il Politecnico di Torino. La sua attività di ricerca si incentra sullo studio dei problemi di competizione e regolamentazione nelle industrie di rete, con riferimento a tutte le imprese di pubblica utilità sia nazionali sia locali (come le telecomunicazioni, l’energia elettrica, il settore del gas, i trasporti, il settore idrico, il settore dell’igiene urbana, …) e i mercati di Internet. E' autore di varie pubblicazioni su riviste nazionali e internazionali e ha curato due volumi sull'economia delle telecomunicazioni.

L’ASTA FANTASMA

Una parte di spettro frequenziale destinato alla telefonia mobile di terza generazione è stato appena assegnato attraverso un curioso caso di applicazione dei meccanismi di asta. Ma è tutto il sistema delle frequenze a essere gestito in modo inefficiente in Italia. Come dimostrano in primo luogo i blocchi concessi alle televisioni in modo pressocché gratuito. In ogni caso, allo Stato restano incassi limitati da una risorsa pubblica che ha invece un grande valore economico. Una situazione del tutto irragionevole considerati i nostri problemi di finanza pubblica.

Se la rete arriva a una muraglia cinese

La creazione di una società indipendente per la gestione della rete di distribuzione locale di telefonia fissa è un tema assai importante, portato alla ribalta dalla vicenda Telecom. Ma un modello di questo tipo potrà funzionare solo se verrà gestito in modo veramente autonomo, con un consiglio di amministrazione formato da personalità indipendenti sia dalle imprese che dal potere politico. Altrimenti la nuova struttura sarebbe solo una perdita di tempo e uno spreco soldi, a danno del consumatore finale e del futuro delle telecomunicazioni italiane.

Il telefono, la tua bolletta

E’ giusto chiedersi se la liberalizzazione delle telecomunicazioni abbia arrecato effettivi benefici ai consumatori finali. Andrea Gavosto contribuisce alla discussione aperta da Carlo Cambini rilevando che i dati sulle tariffe telefoniche apparsi su lavoce.info non tengono conto dei cosiddetti “pacchetti tariffari”. Nella sua controreplica, l’autore ricorda che l’analisi si proponeva di valutare l’impatto del processo di liberalizzazione e non delle strategie tariffarie dei singoli operatori.

Un Codice non troppo nuovo

Il Codice delle comunicazioni deve essere approvato in fretta per non incorrere in procedure di infrazione. Le nuove norme muteranno quindi più la forma che la sostanza del sistema delle comunicazioni elettroniche. Restano aperti tutti i problemi legati allo sviluppo della concorrenza, a partire dalle frequenze radio per finire all’accesso e interconnessione fra reti. E il ministero sembra volere mantenere competenze di controllo che l’Europa assegna a autorità più decentrate.

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