Poste italiane è stata sanzionata dall’Antitrust per abuso di posizione dominante nella vendita di energia elettrica e gas. La società contesta la decisione e ricorrerà al Tar. Intanto però un decreto abroga la norma in base alla quale è stata condannata.
Autore: Carlo Stagnaro Pagina 1 di 3
Carlo Stagnaro (1977) è direttore delle ricerche dell'Istituto Bruno Leoni. Tra il 2014 e il 2018 si è occupato di concorrenza e liberalizzazioni presso il Ministero dello Sviluppo economico, occupando vari ruoli tra cui quello di Capo della Segreteria tecnica del Ministro Federica Guidi. Si è laureato in Ingegneria per l'ambiente e il territorio presso l'Università di Genova e ha conseguito un dottorato di ricerca in Economia, mercati, istituzioni presso IMT Alti Studi - Lucca. Dal 2007 cura per l'IBL l'Indice delle liberalizzazioni, un rapporto sul grado di apertura di diversi mercati negli Stati membri dell'Unione europea. Il suo ultimi libro, scritto a quattro mani con Alberto Saravalle, è "Contro il sovranismo economico" (Rizzoli, 2020). Fa parte della redazione delle riviste "Energia" e "Aspenia" ed è membro dell'academic advisory council dell'Institute of Economic Affairs. È editorialista economico per i quotidiani Il Foglio e Il Secolo XIX. È su Twitter @CarloStagnaro.
L’Europa ha varato un pacchetto di riforme dei mercati energetici, in particolare di quello elettrico. Rispetto alle ambizioni iniziali, sembra si tratti di una serie di aggiustamenti più che di una revisione complessiva. Non è detto che sia un male.
Più di un terzo della nuova potenza fotovoltaica installata in Italia dal 2021 non ci sarebbe stato senza il Superbonus. Ora la misura è in scadenza e l’accelerazione delle rinnovabili potrebbe fermarsi. Ma gli obiettivi di decarbonizzazione restano.
Se si analizza la distribuzione delle risorse per l’energia della Missione 2, dedicata alla transizione ecologica, una revisione degli obiettivi del Pnrr sembra auspicabile. I fondi vanno al Superbonus, alle rinnovabili e a investimenti già programmati.
Gli ultimi due governi hanno adottato politiche per il mercato dell’energia che rischiano di produrre nuove concentrazioni e una riduzione della concorrenza. Ne faranno le spese i clienti finali, che avranno meno possibilità di scelta e di risparmio.
Nonostante la diminuzione dei volumi di gas esportati in Europa, la Russia ha aumentato i ricavi, grazie all’aumento dei prezzi. Nell’indicare un tetto al prezzo del gas, l’Europa dovrebbe tener conto anche degli interessi e degli obiettivi di Mosca.
Contro il caro energia la soluzione sembra essere il “disaccoppiamento” tra prezzo del gas naturale e quello dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. Le tre proposte avanzate hanno pregi e difetti. Ma nessuna è a costo zero.
Il costante aumento del prezzo del gas si riversa su quello dell’energia elettrica. Un’analisi per fonti di produzione, termoelettrica o rinnovabile, mostra anche la notevole crescita dei margini di profitto. E suggerisce di utilizzarli per investimenti.