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Autore: Francesca Lotti

Lotti I suoi interessi di ricerca si concentrano principalmente su innovazione, dinamiche d’impresa e produttività. Ha conseguito il Ph.D in Economics presso la Scuola Sant’Anna di Pisa; ha trascorso diversi periodi di studio e ricerca presso il Dipartimento di Economia dell'Università di Harvard e il National Bureau of Economic Research. È responsabile della Divisione Imprese ed economie regionali del Dipartimento di economia e statistica della Banca d'Italia e docente di Dinamiche Industriali ed Economia del Lavoro presso l’università LUISS.

Così la pandemia ha distrutto e creato lavoro*

L’esame dei flussi del mercato del lavoro può aiutare a comprendere le trasformazioni del sistema produttivo. Per esempio, consente di analizzare gli effetti della crisi dovuta alla pandemia e di evidenziarne le differenze rispetto ad altre recessioni.

Così il Covid ha contagiato l’imprenditorialità*

Coronavirus e lockdown hanno colpito le imprese, anche se non tutte allo stesso modo. In particolare, sono crollate le nascite di aziende. Per dare fiato al segmento più dinamico del sistema produttivo si potrebbero rafforzare misure già in vigore.

Imprese e produttività: quanto conta l’evasione fiscale*

Cosa frena lo sviluppo dell’economia italiana? Tra le tante cause, ce n’è una spesso sottovalutata: l’alta evasione fiscale. Il suo effetto principale è sulla dimensione delle aziende. Perché restare piccoli può essere più conveniente che innovare.

Donne nell’economia: perché la crescita sia inarrestabile *

Assicurare maggiore parità di genere produce non solo società più eque, ma anche più benessere economico. Anche in Italia la situazione sembra migliorata, almeno in alcuni campi. Ma vanno rimosse le radici profonde dei divari. Altrimenti, il processo sarà molto lungo e con possibili distorsioni.

SI FA PRESTO A DIRE INNOVAZIONE *

Il ritardo di crescita e di competitività dell’economia italiana riflette anche un significativo deficit di innovazione. L’Unione Europea fissa al 3 per cento del Pil l’obiettivo al 2020 per la spesa in ricerca e sviluppo, ma nel nostro paese qualsiasi innalzamento di spesa in questo campo, per essere sostenibile e duraturo, dovrà essere graduale e tenere conto delle caratteristiche strutturali del sistema produttivo.

LE POLITICHE INDUSTRIALI MIGLIORI? QUELLE CHE FUNZIONANO *

La Finanziaria ha disposto l’aumento di 400 milioni di euro per il prossimo biennio delle risorse destinate a finanziare il credito d’imposta per gli investimenti in ricerca. Si tratta di un segnale di attenzione verso una problematica importante. Tuttavia è essenziale che ogni misura di incentivazione si basi su una rigorosa valutazione dell’impatto di analoghi interventi precedenti. Per questo è necessario che si diffonda anche nel nostro paese una nozione standard del concetto di valutazione. E divenga più facile l’accesso ai dati.

Un brevetto made in Europe

E’ certamente opportuna una riforma dell’European Patent Convention che porti a regole uniformi per rilascio e tutela del brevetto. Può contribuire a rilanciare l’economia europea. Ma non necessariamente deve seguire l’esempio americano. Tre le linee guida: assicurare ampio accesso alle invenzioni di base, ancora lontane dall’applicazione industriale, ma che possono essere fondamentali per il progresso della ricerca; promuovere la qualità dei brevetti e far sì che gli uffici brevettuali migliorino la gestione delle nuove aree tecnologiche.

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