Con molta discrezione, i primi ministri della Cina, del Giappone e della Corea del Sud si sono riuniti a Fukuoka a parlare della crisi.
E’ una notizia passata un po’ inosservata sui media europei. Ma è una notizia, dato che, fino a ieri, i tre paesi erano come il cane e il gatto, veri e propri nemici storici.
Oggi invece cinesi, giapponesi e coreani hanno scoperto di avere almeno una cosa in comune: un’alta propensione al risparmio. Qualcosa che li ha indotti a mettere da parte i loro litigi passati. Risparmiare una frazione elevata del proprio reddito è oggi una virtù rara, in un mondo in cui tutto il risparmio è stato bruciato dalla crisi dei mutui.
Cosa si saranno detti cinesi, coreani e giapponesi nel meeting?
Poche cose semplici, probabilmente.
- Prima di tutto, che gli americani hanno bisogno di soldi per salvare il loro capitalismo
- Secondo, che gli europei litigano e fanno pace ma alla fine non possono garantire un loro contributo alla stabilità economica mondiale
- Terzo, che – messi insieme – i tre paesi asiatici producono il 22% del Pil mondiale, più degli Usa e più dellÂ’Europa. E che quindi stavolta, saranno loro, gli asiatici risparmiatori, a salvare il mondo dalla crisi
Se sarà così, prepariamoci: non lo faranno certo gratuitamente.