Lavoce.info

Autore: Giacinto della Cananea

Professore ordinario di diritto amministrativo all’Università Bocconi. È Principal investigator nella ricerca ERC sul nucleo comune dei diritti amministrativi in Europa.

Nuova procedura Ue contro la Polonia

Nonostante un rasserenamento nei rapporti negli ultimi mesi, la Commissione europea ha deferito la Polonia alla Corte di giustizia. È una decisione di notevole importanza sul piano giuridico, istituzionale e politico. E riguarda anche il governo italiano.

Chi ha paura dell’esercizio provvisorio?

Il termine per l’approvazione della legge di bilancio è stato rispettato a spese del controllo del Parlamento. Forse a preoccupare i mercati finanziari più dell’esercizio provvisorio sono altre difficoltà del paese.

Il multilateralismo che funziona

A più di due mesi dal termine del G20 di Roma, si possono cominciare a valutare i risultati conseguiti, con uno sguardo specifico a ciò che si era discusso in passato e a quello che ci aspetta in futuro. Gli accordi raggiunti, in particolare in ambito fiscale, sembrano dimostrare che il multilateralismo possa ancora dire la sua.

Gli appalti pubblici si semplificano in tre mosse

Come si può arrivare a decisioni rapide e flessibili sugli appalti pubblici? È necessario ridurre il numero dei centri decisionali. E ripensare la cornice normativa, intervenendo su Codice degli appalti, ruolo dell’Anac e commissioni di gara.

Come sciogliere il nodo appalti nelle infrastrutture

Gli interventi nelle infrastrutture finanziati dal Recovery Fund richiedono una revisione della cornice giuridica per gli appalti pubblici. Le strategie che si possono seguire sono almeno tre. La più adatta riprende il percorso della semplificazione.

Nella pandemia l’Italia soffre di un deficit di trasparenza

Il deficit di trasparenza nella gestione della pandemia influisce negativamente sulla fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Lo confermano le pronunce del Tar del Lazio sulle mascherine chirurgiche a scuola e sul piano nazionale di emergenza.

LE SORTI DELL’EUROPA

Il no dell’Irlanda al Trattato di Lisbona ripropone la contraddizione di un’Europa che deve raggiungere una maggiore integrazione e dotarsi di istituzioni più efficaci e responsabili e che però non riesce a superare gli ostacoli frapposti da piccole minoranze. Con conseguenze assai serie. Tuttavia, non vi è un termine ultimo per la ratifica e si può cercare di riavviare il negoziato. Intanto, gli altri paesi dovrebbero confermare rapidamente gli impegni assunti. Vale soprattutto per l’Italia. Per far parte di un’avanguardia coesa che vada avanti comunque.

TUTTI I RISCHI DELLA STABILIZZAZIONE

Già la Finanziaria per il 2007 comportava una sanatoria per i precari delle pubbliche amministrazioni. Ora quella per il 2008 amplia i termini per le procedure e include i collaboratori coordinati e continuativi. Evidenti le conseguenze negative, non solo per il bilancio dello Stato. Se si vuole davvero migliorare il rendimento delle istituzioni, non basta modificare il sistema elettorale o la Costituzione. E’ indispensabile garantire che gli addetti ai pubblici uffici siano scelti in base al merito e alle esigenze delle amministrazioni.

Ritorniamo a Maastricht

Non c’è bisogno di un’ulteriore revisione del Trattato: è sufficiente sfruttare gli spazi di manovra offerti dalle regole esistenti. La Costituzione europea fissa i principi: non consente che i disavanzi aumentino o restino inalterati, ma lascia ampi margini di discrezionalità ai governi e al Consiglio. Alla Commissione spetta il compito di verificare il rispetto dei principi, alla luce degli standard applicativi. E perché la disciplina europea risulti effettiva, sono cruciali l’accuratezza e la omogeneità dei dati sui risultati conseguiti dai governi.

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén